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Žarko Petan è nato il 27 marzo 1929 a Ljubljana, in Slovenia. La sua biografia comprende diversi periodi di permanenza all’estero ed anche esperienze personali tragiche. Da dissidente Žarko Petan ha conosciuto il carcere durante gli anni più duri del regime comunista, ma come lui stesso mi scrive in una lettera (Žarko Petan parla correntemente l’italiano) “Sono stato nel carcere come agente americano. Dopo circa un anno e sei mesi sono uscito dal carcere come persona per bene”.

Laureato alla Facoltà di scienze economiche e in seguito all’Accademia teatrale di Ljubljana, si può davvero affermare che Žarko Petan sia l’esatto opposto del modello dell’aforista “puro”, che ha pubblicato solo libri di aforismi. Žarko Petan ha infatti scritto oltre settanta opere in diversi generi letterari tra cui romanzi, novelle, teatro, poesie, saggi, racconti e fiabe per bambini. La sua opera è stata tradotta in oltre trenta lingue e ha vinto più di 50 premi, soprattutto all’estero (tra questi riconoscimenti c’è anche la più alta onorificenza statale austriaca ossia la Croce d’onore di prima classe per meriti artistici. Come autore teatrale ha diretto oltre 120 spettacoli in diverse parti d’Europa. Dopo la dichiarazione di indipendenza della Slovenia è stato anche direttore del Teatro nazionale sloveno e della Radio e Tv slovena.

Quando gli chiesero qual era la sua occupazione, Žarko Petan rispose senza esitazione: “regista teatrale”. All’estero Žarko Petan è conosciuto come autore teatrale ma anche come scrittore di aforismi. Come aforista Žarko Petan ha pubblicato quindici libri (per un totale di circa 8000 aforismi) che hanno avuto 27 traduzioni e anche diversi riconoscimenti e premi letterari e tra i più recenti voglio ricordare il riconoscimento nel 2009. Il 21 dicembre, presso l’Associazione scrittori sloveni, in occasione dell’ottantesimo compleanno di Žarko Petan, è stata consegnata dal Circolo Aforistico di Belgrado un premio alla carriera e una targa in bronzo con l’immagine di Vladimir Bulatović, importante aforista serbo. Tra le motivazioni Vitomir Teofilović, in rappresentanza del Circolo aforistico di Belgrado, afferma che ” Žarko Petan è un aforista di fama mondiale che scrive aforismi ironici, originali e saggi”.

Žarko Petan è stato incluso in diverse antologie mondiali degli aforismi tra cui quella di Friedemann Spicker “Aphorismen der Weltliteratur”.

E’ lo stesso Žarko Petan che nella sua lettera mi spiega come è arrivato all’aforisma, ricollegandosi all’uso mnemonico della forma breve: “Ho scritto per la prima volta degli aforismi molti anni fa nel carcere di Belgrado dove sono stato per parecchi mesi. In carcere potevo scrivere soltanto aforismi, non avevo carta per scrivere altro, spesso potevo soltanto ricordare gli aforismi nella mia memoria”.

In Italia la ricezione di Žarko Petan è pressochè assente e questo non deve stupirci in una paese come il nostro dove alcuni giornalisti e alcuni editori hanno deciso di promuovere ad oltranza il genere letterario del romanzo, meglio se a scriverlo è un autore esordiente supportato da qualche buona agenzia di editing. E così sulle colonne dei nostri giornali si leggono di tanti nomi della narrativa italiana (quasi sempre destinati a diventare meteore dopo qualche anno) mentre di Žarko Petan (come di altri grandi scrittori stranieri) c’è poco o nulla.

Jolka Milič, letterata ed esperta in letteratura slovena e italiana e traduttrice sopratutto di poesia di molti autori di entrambe le nazionalità, tra le poche pubblicazioni e antologie in lingua italiana di testi aforistici di Zarko Petan, mi segnala la raccolta Le mie massime, Edizione OrsaMinore, con traduzione di Vida Šturm (pubblicato nel lontanissimo 1968 e fuori commercio) e Slovenia Felix, Edizione Braitan, con traduzione di Hans Kitzmuller, pubblicato nel 1997, che contiene una selezione di aforismi di Zarko Petan apparsi tra il 1966 e il 1997. Anche quest’ultimo libro è purtroppo fuori commercio (grazie ad Hans Kitzmuller sono riuscito a reperire una copia) ed è davvero un peccato che il lettore italiano non possa leggere gli aforismi geniali e divertenti di questa raccolta (cito i primi quattro aforismi del libro “Solo Il capitale di Mark è stato guadagnato onestamente”, “Conosco un sacco di gente che vive degli interessi che frutta Il capitale di Marx” o “I figli della rivoluzione si sono ritrovati orfani da un giorno all’altro”, “La critica costruttiva è possibile soltanto dall’alto verso il basso”).

Di Žarko Petan la traduttrice slovena Jolka Milič ha pubblicato recentemente una selezione di aforismi sulla rivista Fili d’aquilone, numero 17, gennaio-marzo 2010 intitolato Lingua lunga – carriera corta.

Di questa selezione (circa 130 aforismi), con il permesso di Jolka Milič, pubblico uno copia anche qui nel mio blog. La stessa Jolka Milič mi ha gentilmente fornito una ulteriore selezione di aforismi di Žarko Petan, che inserisco in questo articolo.Il procedimento stilistico dell’aforisma di Žarko Petan è tipicamente binario. Lo scrittore sloveno sfrutta i due tempi dell’aforistica, per ribaltare nella seconda parte i dettati di buon senso e di ovvietà presenti nella prima parte. Questo è sottolineato anche da Hans Kitzmuller: “Come nella migliore tradizione – il grande Karl Kraus valga per tutti – anche Žarko usa violenza nei confronti dei modi di dire per far nascere un pensiero nuovo. Quando le prime parole di un aforisma sembrano fare il verso a una banalissima frase fatta che crea attese scontate, ecco invece che subito dopo si rivela l’esatto contrario: la verità si rivela nell’improvviso impatto di un’abitudine mentale con una visione diversa”.

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Žarko Petan – Lingua lunga -carriera corta (Traduzione dallo sloveno di Jolka Milič)

Alla fine la verità trionfa sempre, ma ahimè siamo appena al principio.

Alla giustizia hanno bendato gli occhi, dimenticando purtroppo di tapparle anche le orecchie.

Amate il vostro prossimo se non vi sta troppo addosso.

Ammiro la sua coerenza: già da vent’anni dice stupidaggini coerentemente.

Anche i disonesti pretendono per il loro lavoro un onesto compenso.

Anche le favole immorali hanno la morale della favola.

Aveva una memoria selettiva: dimenticava subito i nomi dei suoi creditori.

C’è un unico Dio, perciò è così difficile scegliere proprio quello giusto.

Che strano rapporto in contrasto coi tempi odierni: un Cristo e solo due ladroni, e uno di loro si è perfino pentito.

Chi è della stessa opinione alzi la mano, chi è contrario alzi i tacchi prima che lo facciamo a pezzi.

Chi fa domande, verrà interrogato.

Chi non mi crede è un ateo.

Chi non ha convinzioni può cambiarle senza alcuna difficoltà.

Chi sa fare d’una mosca un elefante è capace anche di rimpicciolire un elefante in mosca.

Chi scava la fossa al suo prossimo, lo faccia almeno con il bulldozer.

Chi ride ultimo, riderà da solo.

Ci troviamo in un vicolo cieco sperando che riacquisti la vista.

Credo solo a quelle menzogne che escono dalla mia bocca.

Da quando non penso, il numero di chi condivide le mie opinioni è aumentato.

Da quando cito i morti, i vivi mi lasciano in pace.

Dio ha creato l’uomo, Adamo ed Eva comunque gli hanno dato una mano.

Dio ha creato il mondo, il diavolo lo ha adattato.

Dio non è morto, però è vero che negli ultimi tempi si sente maluccio.

Di tanto in tanto dobbiamo pensare con la testa degli altri se vogliamo conservare la nostra.

Dopo la pioggia viene il sole, dopo il sole la grandine.

È assurdo se un tizio senza coscienza afferma di avere la coscienza pulita.

È difficile protestare a bocca piena.

È estremamente difficile dare una risposta giusta a una domanda sbagliata.

È facile giocare a carte scoperte se hai in mano tutti gli assi.

È tempo di seppellire gli ideali, sanno ormai di marcio.

È triste quando uno scrittore comincia a copiare se stesso.

È più facile gestire la sorte degli altri che la propria.

È più facile proibire che persuadere.

È un’assurdità se la moglie tradisce l’amante con il marito.

È un vero idiota chi non ha nessuna comprensione per le nostre stupidità.

Eva era indubbiamente lesbica, dato che aveva relazioni con una serpe.

Fidatevi di quelli che continuano a sperare.

Fra i dodici apostoli Giuda era il più popolare e il più reclamizzato.

Gli analfabeti sono i migliori censori.

Gli egoisti ignorano la solitudine.

Gli storici falsificano il passato, gli ideologi il futuro.

Gli uomini preferiscono adempiere i loro doveri coniugali in letti illeciti.

Ho letto tempo fa che nel futuro gli uomini saranno tutti uguali. Ugualmente ricchi o ugualmente poveri?

I generali danno la vita altrui per la patria.

Il cane dimena la coda, l’uomo la lingua.

Il carrierista pensa con i gomiti.

Il cinismo è arguzia inacidita.

Il compromesso è la peggiore soluzione, ritenuta però da entrambe le parti avverse come la migliore.

Il comunismo era un regime repressivo, il postcomunismo un regime depressivo e avvilente.

Il mio ventre non si è lasciato ingannare dalla falsa propaganda: quando ha fame, non canta ma brontola.

Il periodo tra la fine della vita e la morte si chiama vecchiaia.

Il purgatorio è una coproduzione di paradiso e inferno.

Il tenore di vita migliora visibilmente: prima mi tappavano la bocca con un pezzo di pane, ora con un pollo arrosto.

Inflazione: i soldi hanno messo al mondo una nidiata di cuccioli.

In fondo anche la parola d’onore non è che una parola.

I nostri politici sono dei dilettanti con stipendi da professionisti.

La bugia ingrassa con gli anni.

La cultura non è un sole, bensí una stufa a gasolio che divora tonnellate di combustibile.

La gelosia rode soprattutto chi, per esperienza, ne sa qualcosa.

La gente è peggiorata incredibilmente: è sempre più difficile imbrogliarla.

La geografia non è il mio forte. Ditemi, per favore, dove si trovano i paesi balcanici: a destra o a sinistra dell’Europa?

La lotta tra i due sessi finisce regolarmente con la vittoria del sesso più debole.

La mia vita è letteralmente appesa ad un filo, disse l’impiccato.

L’amore ha ragione anche quando sbaglia di grosso.

L’amore è il lardo nella trappola che si chiama matrimonio.

La ragione ha i suoi limiti, solo la stupidità è sconfinata.

La salute è contagiosa solo in gioventù.

La stampa è la settima potenza che scrive solo ciò che piace alle due più grandi potenze.

La storia è il passato censurato.

La stupidità è monopolio di stato.

La testa crea e progetta, la pancia decide.

Le donne accorte asfaltano il cammino che conduce al loro cuore.

L’ideologia è un’idea violentata.

L’impotenza è ancora il migliore contraccettivo esistente.

L’indigesto minestrone che abbiamo cucinato dovranno mangiarselo i nostri nipoti e pronipoti.

Lingua lunga – carriera corta.

L’orgoglio è il primo ostacolo sulla via del successo.

Lo sfollagente è al servizio dello stato.

Lo slogan politico “Dividi e impera” l’abbiamo sostituito con quello più vantaggioso di “Arraffa e impera”.

L’uguaglianza ha moltissime varianti.

L’uomo è previdente; se ne va nell’aldilà con le gambe davanti.

L’uomo è un essere insolente: se lo impicchi ti mostra la lingua.

L’uomo lotta cosí a lungo per il suo posticino al sole, finché non lo sorprende la notte.

Mettetemi la museruola, altrimenti vi morderò.

Messaggio per coloro che aspettano Godot: È passato ieri da queste parti, ma non si è fermato.

Mi piacciono quei politici che non fanno politica.

Mi sono guardato allo specchio e mi sono accorto che non sta dalla mia parte.

Molti incontri tra politica e storia finiscono a discapito della storia.

Molti amanti della democrazia col tempo scoprono che la democrazia non è fatta per loro.

Nella democrazia è possibile tutto, nella dittatura invece nulla è impossibile.

Nelle mezze verità purtroppo c’è soltanto un decimo di verità.

Niente di nuovo sotto il sole – bisognerà cambiare il sole!

Noi siamo della stessa degenerazione.

Non c’è persona più felice dell’ipocondriaco che si ammala veramente.

Non è consigliabile dare una mano alle donne, ne approfitterebbero per infilarvi al dito un anello.

Ogni rudere si vanta di essere stato una volta un magnifico palazzo.

Ogni tanto mi piacerebbe scambiare la macchina per scrivere con un mitra.

Peccato che gli amori eterni siano di cosí breve durata.

Pensare non è necessario, basta convincere gli altri che pensiamo.

Prima della guerra gli uni avevano tutto, gli altri niente, dopo la guerra invece viceversa.

Quando aprite le finestre al mondo, chiudete a chiave la porta.

Quando la carovana si ferma, i cani si acquattano fingendosi gattemorte.

Quante cose indegne siamo costretti a fare per vivere degnamente.

Qui da noi attualmente c’è più richiesta che offerta di umanità.

Sapeva tacere in tutte le sfumature possibili.

Se fossi una bandiera sventolerei contro vento.

Se il caffè fosse una bevanda salutare, non lo berrebbe più nessuno.

Se ci piace o meno, la pace non è altro che la conseguenza della guerra.

Senza dubbio è più facile influire sul passato che sul futuro.

Se qualcuno giura fedeltà fino alla tomba, di solito non pensa alla propria tomba.

Siate previdenti, entrate nel futuro a ritroso.

Si spoglia secondo l’ultima moda.

Scriveva per i posteri pretendendo però gli onorari dai redattori della sua generazione.

Si può cambiare il mondo anche in peggio.

Socrate attualizzato: “So che gli altri non sanno niente”.

Solo chi sa poco, osa molto.

Sono diventato un classico, mi citano senza avermi neppure letto.

Sposarsi è un delitto: sposarsi con una donna ricca è l’attenuante del delitto.

Talvolta è difficile prevedere anche il passato.

Temo i mancini e i sinistrorsi che colpiscono con la destra.

Un futuro miserando è comunque meglio di nessun futuro.

Un politico deve avere pelle dura, testa dura, mano dura e punti di vista malleabili.

Un politico intelligente rispetta anche le opinioni degli altri, soprattutto quelle che non divergono dalle sue.

Una memoria corta è essenziale per una carriera lunga.

Vendiamo vecchi slogan a prezzi stracciati.

Visione utopica del mondo: generali disoccupati.

Visti dall’alto sembriamo tutti uguali.

Viviamo in tempi drammatici, ma un buon dramma non lo sa scrivere più nessuno.

Vivere e lasciar… vegetare gli altri.

Vorrei sapere chi sostiene i sostenitori del progresso.

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Žarko Petan – Altri aforismi Traduzione dallo sloveno di Jolka Milič

Conosco uomini politici che offrivano il socialismo a rate.

Da noi controlliamo troppo poco  i controllori.

Direttiva: Uniformate le informazioni!

Gli ideologi lottano per le proprie idee fino all’ultima goccia d’inchiostro.

Ho visto i progetti del nuovo mondo – preferirei rimanere in quello vecchio.

Il modo migliore per conservare la coscienza pulita è di non usarla.

In politica dopo la primavere di solito arriva l’inverno.

In qualche angolino remoto di ogni uomo è sepolto un briciolo di umanità.

In quanto al passato sono un grande ottimista.

La bugia ha le gambe corte, perciò ama indossare scarpe con il tacco alto.

La gente parla troppo e dice ben poco.

La guerra è una tragedia che nei libri di storia si trasforma in parodia.

La menzogna è una verità indimostrabile.

La ragione è una locomotiva che molto spesso preferisce tirare indietro che avanti.

La vita è la scuola migliore per insegnarci a… vegetare.

Lo stato dovrebbe mostrare un po’ più d’iniziativa privata.

Negli aforismi non si riesce a dire niente tra le righe, dato che di solito c’è scarsità di righe.

Nel circo socialista invece dei mangiatori di spade e di fuoco si esibivano i mangiatori di promesse.

Nell’amore il terzo ha il ruolo di catalizzatore.

Per l’amore a prima vista di frequente è fatale la seconda vista.

Quando gli do la mano ho sempre una gran paura che non me la restituisca.

Quando la storia si mette in marcia, indossa stivali militari.

Si fa prima a costruire una villa che il socialismo.

Sono disposto a difendere la patria, ma cosa devo fare quando è la patria ad aggredirmi?

Una mano sporca l’altra. Una mano storce l’altra.

Un politico lungimirante prima di mettersi a costruire castelli in aria, consoliderà le nubi sottostanti stendendo un po’ più in basso anche una robusta rete protettiva per precauzione.

Un uomo è vecchio quando ha il futuro ormai alle spalle.