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Frasi BelleL'aforisma in Polonia

Mieczysław Kozłowski, aforismi su Parigi

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Nel corso dei secoli l’aforisma ha conosciuto una pesante (e positiva) ristrutturazione che ha introdotto diversi cambiamenti. A scorrere le sillogi aforistiche a partire dalla seconda metà del 900 si può vedere come l’eredità della tradizione moralistica francese (le Maximes di La Rochefoucauld) sia stata affiancata da forme del tutto differenti: la gregueria di Gomez de la Serna, l’aforisma poetico di Renè Char, l’aforisma taoista di Antonio Porchia, la permutazione ludica dei surrealisti francesi, il frammento nichilista di Emil Cioran, la aforisma spettinato di Stanislaw Lec, soltanto per citare alcuni tra i moltissimi nuovi modelli.

L’innovazione non è solo nei contenuti, ma anche nella forma grafica. Così accanto all’aforisma tradizionale, impaginato uno dopo l’altro nella pagina bianca, è nato l’aforisma visivo costituito da forma breve più immagine (Gomez De La Serna è stato l’inventore, ma nell’aforisma contemporaneo ci sono altri brillanti esempi: ad esempio in Italia Alberto Casiraghy e Silvana Baroni), il romanzo in forma aforistica (il serbo Ilija Markovic ha scritto un romanzo composto di 192 capitoli, mentre Giuseppe Pontiggia ha sperimentato il romanzo aforistico in La Grande Sera e L’arte della fuga), l’aforisma in versi (Alda Merini e Donato Di Poce in Italia), l’aforisma teatrale (Valeriu Butulescu).

Tra le tante innovazioni aforistiche, vorrei soffermarmi su quelle apportate dall’aforista contemporaneo polacco Mieczysław Kozłowski. Come si potrà evincere, leggendo nel mio blog l’articolo sulla vita e le opera di  Mieczysław Kozłowski, l’autore, accanto alla forma tradizionale, ha cercato nuove forme di sperimentazione del linguaggio aforistico. Una di esse sono le “repliche” scritte, anche a distanza di anni, in risposta agli aforismi dello stesso autore. Un’altra forma di sperimentazione sono le “parafrasi aforistiche” del Vecchio e Nuovo Testamento.

Vorrei soffermarmi qui sulle guide turistiche in forma aforistica. Mieczysław Kozłowski ne ha scritte tre: “Il valzer di Vienna” (“Wiedeński Walc”), “Parigi, ah, Parigi!” (“Paryż, ach Paryż“) e “Le maschere di Venezia” (“Maski Wenecji“).

Al lettore italiano vorrei presentare la guida su Parigi dal titolo “Parigi, ah, Parigi“, e sottotitolo “tra lo champagne della poesia e la prosa della baguette“. “Si dice che su Parigi è stato scritto tutto, e che con i libri scritti si potrebbe costruire una nuova Tour Eiffel” afferma Kozwloski nell’introduzione al suo libro. Ma – e qui Kozwloski non lo scrive, ma lo fa intuire – nessun libro su Parigi è mai stato scritto in forma aforistica. Come scrive ancora Kozwloski nell’introduzione alla sua silloge, “essa non è la tipica guida turistica, non contiene consigli e indicazioni su cosa visitare e in quale successione“. E ancora “il libro è un invito al puro divertimento, per coloro che sono tornati dalla città come da un incantesimo, così come per coloro che hanno l’intenzione di andarci“.

Lascio al lettore la possibilità di giudicare questa sperimentazione aforistica, che a mio parere è del tutto geniale. Ecco una breve selezione di aforismi tratti da “Parigi, ah, Parigi” (il libro nella sua completezza è formato da 22 capitoli per un totale di 621 aforismi. Ho selezionato alcuni tra gli aforismi dei primi due capitoli). Ringrazio Iwona Kozwloski, la moglie dell’autore, per l’aiuto nella traduzione:

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Parigi, ah, Parigi!” (“Paryż, ach Paryż), Mieczysław Kozłowski