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Pino Caruso, Ho dei pensieri che non condivido – aforismi

Pino Caruso - Aforisticamente

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Confesso che quando ho acquistato il libro di Pino Caruso dal titolo Ho dei pensieri che non condivido ero in qualche modo scettico. Alcuni siti web avevano presentato una selezione di suoi aforismi che davano l’immagine di un battutista o cabarettista più che di uno scrittore di aforismi.

A rafforzare la mia perplessità contribuiva poi la fascetta di copertina del libro in questione che – sintetizzando una recensione di Alfredo Barberis critico di “Millelibri” – recitava in modo fin troppo irriverente: “Questo Caruso è meglio del troppo citato Flaiano”.

A chiudere il quadro c’era la recensione di Indro Montanelli, nella quarta di copertina, che pur nella sua autorevolezza, citava quattro aforismi di Caruso che mi lasciavano un po’ in dubbio: “Gli attori si dividono in due categorie: incisivi e canini”. “Il regista in teatro: uno che disturba le prove”. “Ama il prossimo tuo come te stesso. E se ti odi?” “Dio, dicono, ha i suoi disegni. E allora perché non fa una mostra?”.

Ho iniziato a leggere il libro pieno di pregiudizi, ma devo dire che già al quarto aforisma “Il teatro d’avanguardia è il teatro di domani: il guaio è che te lo fanno vedere oggi” ho iniziato ad apprezzare il grande talento di questo scrittore, un talento che davvero, come scrive Indro Montanelli, “si compiace di paradossi, veloci calembours intrisi di irridente e aerea follia”.

Leggi un aforisma di Caruso e pensi “non mi piace”, poi leggi i due successivi e pensi che Pino Caruso è geniale. E il libro è tutto così, un susseguirsi di alti e bassi, di battute da televisione e pensieri profondi, di aforismi ovvi e aforismi geniali, dove però alla fine è il genio a predominare sulla ovvietà.

Pino Caruso è davvero una maschera teatrale (popolarissimo attore, capace di passare con estrema disinvoltura e pari efficacia dal comico al drammatico, per anni ha recitato in teatro e televisione riportando numerosi premi e riconoscimenti di critica e pubblico) che si muove a suo agio sul palcoscenico della follia umana e si diverte a disorientare il lettore tra battute ironiche (“Fummo cacciati dal Paradiso Terrestre per una mela. E poi dicono che la frutta fa bene”) e improvvise illuminazioni metafisiche su Dio e sul destino dell’uomo (“Che motivo aveva Dio di creare l’universo se non quello di giustificare la Propria Esistenza”, “Se invece che dalla paura ci lasciassimo prendere dalla curiosità, morire sarebbe soltanto un modo per soddisfarla”).

Lo stile dell’aforisma di Caruso è breve (raramente supera una riga), tagliente, con uno uso molto mirato dell’antitesi e del paradosso (dove il lettore conosce quello che sa – dicendo “è vero”, oppure “è proprio così” – e riconosce al tempo stesso quello che non sa). A me Pino Caruso non ricorda Flaiano, ma piuttosto La Rochefoucauld (anche il numero di aforismi della raccolta si avvicina moltissimo ai 504 delle Maximes), un La Rochefoucauld siciliano (“Noi siciliani non siamo nemmeno masochisti: ci facciamo continuamente del male, ma senza provarci piacere”), più irriverente, più guittonesco, più assurdo e anche più tragicomico (“il tragico come il comico, nella realtà, non rimangono immutabili – e fortunatamente nel caso del tragico – si alternano, si mischiano, si sovrappongono e insieme sono l’esistenza” scrive Caruso in una delle sue riflessioni).

Messo da parte il mio scetticismo iniziale, ho letto il libro davvero con piacere. Nella prima parte del libro ci sono circa cinquecento aforismi, mentre nella seconda parte ci sono una serie di annotazioni, ricordi, paradossi, riflessioni in forma breve e arguta. Mi sono annotato più di un centinaio di aforismi di Caruso che sono veramente memorabili. Ne riporto qui di seguito una trentina:

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Pino Caruso, Ho dei pensieri che non condivido, (A&B editrice, Collana: Eliconea, 2009), aforismi scelti

Il passato non mi preoccupa: i danni che doveva fare li ha fatti; mi preoccupa il futuro, che li deve ancora fare.

Il guaio non è che nulla si crea, il guaio è che nulla si distrugge.

Sono solo l’estraneo con il quale ho più confidenza.

A Milano spalancano le finestre per cambiare aria alla città.

Se invece che dalla paura ci lasciassimo prendere dalla curiosità, morire sarebbe soltanto un modo per soddisfarla.

Se non Gliele suggeriamo noi le risposte, Dio non parla.

Chissà perché quando un prete è un buon prete, si dice che non somiglia per niente a un prete.

Un modo elegante per definire un cretino: portatore sano d’intelligenza.

La natura difende gli imbecilli dalla consapevolezza di esserlo.

L’anno nuovo nasce sempre con un pericoloso precedente: l’anno vecchio.

Nessun ateo ha mai commesso delitti in nome del suo ateismo; ma forse è perché gli atei non sono ancora organizzati così bene come i credenti.

Uccidere un animale per cibarsene è assassinio premeditato a scopo di libidine; ingerirlo, occultamento di cadavere.

Una pancia vuota sa di essere vuota; al contrario di un cervello vuoto che più è vuoto e meno sa di esserlo.

Dio mi ha fatto imperfetto e mortale. Permettete che sia almeno un po’ seccato?

In Sicilia, quando facciamo qualcosa o la facciamo in grande o niente. Ecco perché spesso non facciamo niente.

L’uomo è un essere finito, mentre l’universo è infinito. Che ci voleva a fare il contrario!?

La via che indica la Chiesa non porta a Dio, porta alla Chiesa.

La raccomandazione non è un favore fatto a qualcuno, è un torto fatto agli altri.

Sono nato a mio insaputa. Perché dovrei morire sapendolo?

Mi tengo sempre dalla parte opposta. La vita non ha bisogno di sinonimi ma di contrari.

L’ignoranza non ti permette di capire nemmeno quello che pensi.

Gli ingorghi piacciono, altrimenti non vi parteciperebbe tanta gente.

Il limite di Dio è la Sua Onnipotenza: qualunque cosa fa poteva farla meglio.

I mafiosi in Sicilia: gli ultimi invasori stranieri fatti in casa.

So solo che da grande non volevo fare l’adulto.

Non chiedete a nessun di dirvi un suo difetto: vi dirà un suo pregio, fingendolo un difetto.

Cosa rimane, non agli altri ma a noi, della nostra vita?

E’ come se Leonardo fosse stato ucciso perché sapeva troppo. C’è qualcosa di mafioso nel mistero dell’esistenza!

Posso parlare con tutti di Dio, purché nessuno mi parli in suo nome.

Noi siciliani non siamo nemmeno masochisti: ci facciamo continuamente del male, ma senza provarci piacere.

Anche se non fosse figlio di Dio, Gesù sarebbe un uomo straordinario. Anzi, sarebbe un uomo straordinario proprio se non fosse figlio di Dio.

Che motivo aveva Dio di creare l’universo se non quello di giustificare la Propria Esistenza.

L’umorismo è l’ultimo disperato tentativo di far morire la morte dal ridere. Purtroppo, la morte non ha il senso dell’umorismo.

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Nota biografica

Giuseppe “Pino” Caruso (“Io sono Pino Caruso. Il resto non si sa”) nasce a Palermo nel 1934 ed è considerato uno dei più importanti attori italiani.

A partire dal 1987 ha scritto numerosi libri, spaziando tra vari generi. Il suo primo libro, la raccolta di racconti L’uomo comune, ha vinto la Palma d’oro al Salone Internazione dell’Umorismo di Bordighera. A partire dal 1976 Caruso ha inoltre collaborato periodicamente con giornali e periodici, tenendo delle rubriche fisse tra gli altri per i quotidiani Il Mattino, Il Messaggero, Paese Sera, L’Avanti, L’Unità e la Sicilia.

Sul sito di Pino Caruso è possibile leggere la sua biografia e l’elenco completo delle sue pubblicazioni e partecipazioni a opere teatrali, televisive e cinematografiche.

Caruso è sposato con l’attrice teatrale Marilisa Ferzetti ed è il padre dell’attore e doppiatore Francesco Caruso. Si è da sempre dichiarato vegetariano. E’ tifoso del Palermo Calcio.

 

5 Comments

  • M. ha detto:

    si potrebbe pensare che tra lo spirito e la battuta di spirito vi sia meno d’una passo; però a differenza di molte proposte precedenti questa non mi convince molto (non consuona al mio gusto): non per l’umorismo, ma in quanto mi sembra che (troppi) siano (troppo) conclusi in sè stessi… se è comprensibile quel che voglia dire!

  • E’ sicuramente una questione di gusti. Io trovo molti di questi aforismi di Pino Caruso memorabili e anche ironici. Sulla distanza tra spirito e battuta di spirito, umorismo e ironia, è una questione di sfumature e percezioni non teorizzabili e codificabili. Non ho ancora capito (in modo teorico) perché alcune frasi di Woody Allen debbano essere considerate battute e altre aforismi. E’ da anni che ci rifletto senza trovare una spiegazione.

  • Sorprendente questo Pino Caruso aforista!
    Di certo se un comico scrive aforismi si tende a scambiarli per “battute” di spirito.
    Ho il timore che i nostri giudizi ” a priori” (gli stessi di cui Fabrizio parla, poi superati alla prova dei fatti) in qualche modo orientino le nostre impressioni anche “a posteriori”.
    Detto in altro modo, anche quando Caruso scrive “seriamente”, sembriamo ancora in attesa della battuta, incapaci di scrollarci di dosso la sua immagine come comico.
    “I mafiosi in Sicilia: gli ultimi invasori stranieri fatti in casa” sembra scritto da un Tolevski o da un Bestic o da uno dei tanti altri aforisti serbi, conosciuti grazie a questo blog.
    Saluti

  • M. ha detto:

    @fabrizio: non lo conosco Woody Allen, cioè non ho mai letto nulla di quelli che sono ritenuti suoi aforismi, per cui… però capisco che possa esserci una bella difficoltà teorica nel distinguere!
    @giuseppe: sì, è molto facile che il pre-giudizio si mantenga nel giudizio… quanto a me personalmente, quello che non sconfiffera non è tanto l’umorismo, quanto il fatto di non riuscire (in quelli letti) a trovare una per me necessaria dose d’ambiguità (però può benissimo essere un approccio superficiale da parte mia)

  • Anonimo ha detto:

    Trovo che Pino Caruso è dotato di un umorismo raffinato che non ha bisogno di volgarità per
    intrattenerci e farci sorridere.Se vi sembra poco!!!