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Frasi, citazioni e aforismi sulla Juventus – Campionato di serie A

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Presento qui di seguito una selezione di frasi, citazioni e aforismi sulla Juventus. Tra i temi correlati si veda Frasi, citazioni e aforismi sul calcio e i calciatori, Le frasi più belle e celebri di Gigi BuffonLe frasi più belle e celebri di Cristiano Ronaldo.

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Frasi, citazioni e aforismi sulla Juventus

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Alla Juventus vincere non è importante, è l’unica cosa che conta.
(Giampiero Boniperti)

Signore e Signori. Benvenuti a casa! Siamo decine di milioni di tifosi nel mondo, siamo milioni in Italia e centinaia di migliaia in questa città. Sappiamo gioire, sappiamo soffrire, sappiamo stringere i denti, sappiamo vincere. Noi siamo la gente della Juve.
(Andrea Agnelli, 8 settembre 2011, inaugurando lo Juventus Stadium)

Sono nato juventino. Da piccolo hanno persino provato a lavarmi ma le strisce non sono mai venute via.
(Ezio Greggio)

Il capolavoro di Conte? Non solo rivincere lo scudetto dopo il settimo posto dell’anno prima, ma farlo da Juve.
(La Stampa)

Alla fine della partita sulla sua fronte non c’erano gocce di sudore, semmai qualche goccia di champagne.
(Aldo Vitali a proposito di Michel Platini)

Quello che noi oggi chiamiamo Juventus nacque nel novembre 1897 su una panchina di Corso Re Umberto, lì dove il gran vialone Sabaudo fa angolo con Corso Duca di Genova, e per iniziativa di un gruppo di studenti del Liceo Ginnasio più famoso di Torino, Il Massimo D’Azeglio. Juventus, una dizione che si sarebbe rivelata perfetta perché non ancorava sentimentalmente il nome della squadra all’una o all’altra città italiana e bensì a un valore e a una speranza universale, la “juventute”.
(Giampiero Mughini)

L’ideologia, la religione, la moglie o il marito, il partito politico, il voto, le amicizie, le inimicizie, la casa, le auto, i gusti letterari, cinematografici o gastronomici, le abitudini, le passioni, gli orari, tutto è soggetto a cambiamento e anche più di uno. La sola cosa che non sembra negoziabile è la squadra di calcio per cui si tifa.
(Javier Marías)

Sono diventato juventino il primo giorno che sono arrivato a Torino, quando mi sono reso conto quanto la Juventus fosse odiata dal resto delle tifoserie d’Italia. Il loro odio io l’ho trasformato in amore per la Juventus. Contro tutto e tutti. Quella maglia era una corazza.
(Paolo Montero)

Sono juventino da sempre, fin da quando sedicenne nel River Plate, in Argentina, avevo come allenatore Renato Cesarini (quello della zona Cesarini). L’uomo dei cinque scudetti vinti di fila, dal 1930 al 1935. Cesarini ogni giorno mi incantava con i suoi racconti sulla Juventus. Ascoltavo felice i nomi di quei campioni, le loro gloriose imprese e con la bocca spalancata, come un bambino che continuamente risente la sua fiaba preferita, sognavo di poter giocare anche io, un giorno, in questa squadra. E i sogni qualche volta si avverano.
(Omar Sivori)

La Juve non è soltanto la squadra del mio cuore. È il mio cuore.
(Gianpiero Boniperti)

Mi diverto ad abbinare i calciatori ai musicisti. Sivori aveva l’estro di Paganini. Del Piero è meraviglioso come Schubert. E Boniperti aveva la stessa grandezza monumentale di Bach.
(Salvatore Accardo)

Cos’ha fatto ieri la Juve? Tu pretendi di fare la rivoluzione senza sapere i risultati della Juve?
(Palmiro Togliatti)

L’Avvocato. Il Signore della Signoria della Signora. Altre squadra hanno avuto dei presidenti. Noi abbiamo avuto un Signore Rinascimentale.
(Luca Bagetto)

Mi sono innamorato della Juventus durante il quinquennio negli Anni 30, mio nonno mi portava agli allenamenti, al campo di corso Marsiglia e io ero impressionato in particolare dalla velocità di un giocato­re, l’ungherese Hirzer che venne soprannominato Gazzella. Io avevo appena quattro anni e ne rimasi affascinato. Per sempre.
(Gianni Agnelli)

E’ sempre un’emozione quando mi chiedono di parlare della Juventus. Perché significa non solo ripensare ai tanti successi sportivi, ma è percorrere un viaggio nella memoria, sul filo di tanti ricordi personali e della mia famiglia. Ed è un piacere immenso ricordare che tutto il ‘meglio’ del calcio è passato dalla Juve.
(Umberto Agnelli)

La Juve è sempre stata un meraviglioso dipinto, e un meraviglioso dipinti ha bisogno di una cornice meravigliosa come questa.
(Del Piero durante la cerimonia di inaugurazione del Juventus Stadium)

Sono felice che abbiate sorriso, esultato, pianto, cantato, urlato per me e con me. Per me nessun colore avrà tinte più forti del bianco e nero. Avete realizzato il mio sogno
(Alessandro Del Piero)

Nella Juve Del Piero ha trovato la protezione dell’organizzazione e del successo. La trasformazione non ha riguardato solo il corpo ma anche il gioco. La Juve ha cambiato il suo sistema di gioco e Del Piero è passato da centrocampista offensivo ad attaccante, senza che calasse il suo tasso di protagonismo nel gioco, e anzi aumentando la sua quota di gol. Quando entra in contatto con il pallone a venticinque metri dalla porta il suo calcio si riempie di soluzioni decisive e imprevedibili.
(Jorge Valdano)

La Juve vive di contraddizioni che ne fanno un fenomeno nazionale e identitario. E’ la squadra degli Agnelli, della Fiat, ma anche il sogno di tanti immigrati che dal mezzogiorno arrivano a Torino. Ha una dimensione nazionale una fama internazionale, pur mantenendo la sua dimensione torinese e sabauda.
(Umberto Gentiloni Silveri)

Omar Sivori. Mi faceva impazzire. Secondo me è stato pure meglio di Maradona: correva, scherzava con la palla, umiliava gli avversari, menava (eccome se menava!), si beccava anche sette giornate di squalifica, poi tornava in campo e ricominciava tutto da capo. Un fenomeno.
(Ezio Greggio)

Sivori è più di un fuori­classe. Per chi ama il calcio è un vizio.
(Gianni Agnelli)

La Juve degli anni cinquanta (ricordo ancora a memoria la formazione) giocava un calcio d’attacco, magari prendeva tanti goal, ma ne segnava sempre uno in più. Era la Juve della fantasia di Sivori, della generosità di Charles e delle lucidità di Boniperti.
(Linus)

Chi vince scrive, chi arriva secondo ha fatto un buon campionato ma non ha fatto la storia.
(Antonio Conte)

Questa maglia ha sempre fame.
(Claudio Marchisio)

Boniperti venne provato in un paludoso pomeriggio al Comunale, nel ruolo di centravanti, in una partitella contro le riserve del Fossano. Dal fango il futuro presidente della Juve sradicò sette palloni per infilarli nella rete del povero portiere fossanese. Il giorno dopo Carlin scrisse che alla Juve era nato un settimino.
(Sergio Barbero)

Io sono juventino, ma talmente juventino che pure alla televisione guardo solo film in bianco e nero!
(Gabriele Cirilli)

Antonio Conte iniziò a giocare – segno del destino – nella Juventina, una squadretta di Lecce, sognando Tardelli e la Juventus.
(Sergio Barbero)

Platini era aristocratico perché giocava al calcio guardando con distacco, dall’alto, tutto il suo circo. Platini non leggeva le pagelle del Lunedì. Ma solo i comunicati stampa del Pallone d’oro.
(Luca Bagetto)

Era Platini. Uno dei rarissimi numeri 10 capaci di vincere la classifica dei cannonieri quasi controvoglia, di sdraiarsi in mezzo al campo invece di aggredire l’arbitro per un goal annullato.
(Linus)

– Ma come Platini, lei fuma nell’intervallo di una partita – disse Gianni Agnelli.
– Avvocato, non si preoccupi se fumo io – rispose Michel – L’importante è che non fumi Bonini che deve correre anche per me!

Quando Platini mi re­galò uno dei suoi tre Palloni d’Oro, gli chiesi: ma è dav­vero tutto d’oro? Lui mi guardo sorridendo: “E secon­do lei, avvocato, se era tutto d’oro glielo regalavo?”.
(Gianni Agnelli)

Il Michelangelo della Cappella Sistina, lo scultore che sapeva trasformarsi in pittore.
(Gianni Agnelli su Gianluca Vialli)

Sono diventato juventino per amore. Proprio così. Per amore di mio padre. Lui era la persona che adoravo. Tutto quello che faceva o decideva per me era sacro. Mio padre era juventino. Io pure. L’unico caso anomalo e inspiegabile di fede calcistica nella nostra famiglia continua a rimanere sempre l’interista Rosario. Del resto anche lui qualche difetto lo deve pure avere.
(Giuseppe Fiorello)

Napoli campione d’Italia? Diciamo che abbiamo concesso allo scudetto un anno di libera uscita.
(Gianni Agnelli)

Della juventus ho sempre amato la maglia. Il bianconero delle righe verticali donava un’eleganza speciale ai calciatori. Ricordo Platini, forse il più affascinante nella sua andatura tanto elegante.
(Giuseppe Fiorello)

Il sufi Zidane, l’uomo con la sfera unita al piede, l’uomo che descriveva sopra il prato archi perfetti di alta precisione, spire, vortici, scarti, nessi, legami, avvitamenti…
(Luigi Lo Cascio e Fabrizio Gifuni)

Quando sei la Juve del secondo o terzo posto non te ne fai nulla.
(David Trezeguet)

Trezeguet? E’ un vero Kamasutra del gol: le mette dentro da tutte le posizioni.
(Gabriele Cirilli)

Il pensiero è nei suoi piedi.
(Elvira Erbi su Andra Pirlo)

E poi c’è quello che ogni volta che ne sento il nome mi si torcono le budella, Andrea Pirlo, il più forte del mondo in quella zona di campo. Forte dentro la testa, sereno nell’anima, un mentale che gli fa riuscire cose impossibili anche nella morsa dell’acido lattico. E con i piedi fa quello che vuole, disse Cruijff.
(Lanfranco Pace)

Tra tanti campioni mi ha impressionato Pirlo. A Bardonecchia durante una partitella mi disse di dargli il pallone anche se si trovava in mezzo a due avversari. Io gli risposi che non volevo metterlo in difficoltà, lui replicò che non dovevo preoccuparmi. Giocando mi resi conto che potevo passargli il pallone anche in mezzo a cinque avversari, e non l’avrebbe mai perso. Questo mi ha impressionato. (Stephan Lichtsteiner)

Dio creò la porta e disse a Buffon: “Pensaci tu”.
(Anonimo)

Bettega era calcisticamente manigoldo e intelligente, aveva la potenza e la tecnica, svettava di testa e batteva magnificamente di piede, sapeva come stare in campo e come concludere il gioco. Impossibile più di così.
(Giampiero Mughini)

Qualcuno di voi che abbia amato il calcio ricorda una sola volta che Scirea sia entrato sulla palla fuori tempo, si sia sgraziato nel movimento di ostruire e far ripartire il gioco? Qualcuno di voi ricorda un suo gesto eccitato o fuori posto o sleale? Io non credo. O meglio quei gesti eccitati o fuori posto o sleali non ci sono mai stati.
(Giampiero Mughini)

Ho “rubato” qualcosa a ciascuno dei tecnici che ho avuto. Da Parola la capacità di responsabilizzare i giovani, da Trapattoni la capacità di tenere unito lo spogliatoio, da Marchesi la serenità. E da Bearzot quella straordinaria umanità che è la base di ogni successo
(Gaetano Scirea)

La prima volta che stette in ritiro con me, a Lisbona, con l’under 23, dissi che un ragazzo così era un angelo piovuto dal cielo. Non mi ero sbagliato. Me lo hanno rivoluto indietro troppo presto.
(Enzo Bearzot su Gaetano Scirea)

Era uno dei giocatori più forti del mondo, ma era troppo umile per dirlo o anche solo per pensarlo. Il suo essere silenzioso e riservato forse gli toglieva qualcosa in termini di visibilità, ma certamente gli faceva guadagnare la stima, il rispetto e l’amicizia di tutti, juventini e non.
(Marco Tardelli su Gaetano Scirea)

Pinturicchio del Piero. Mai definizione fu più azzeccata! Lui non calcia: dipinge. Lui non tira punizioni: disegna traiettorie.
(Gabriele Cirilli)

Quando Boniperti calciava la palla la faceva risuonare, tanto la colpiva alla perfezione.
(Giampiero Mughini)

In campo Omar Sivori è guascone fino in cima ai capelli di quel gran testone. Porta i calzettoni calati sulle caviglie, senza la protezione dei parastinchi, come a sbatterlo in faccia agli avversari che lui è talmente sgusciante e imprendibile che loro non riusciranno neppure a picchiarlo.
(Giampiero Mughini)

Eruttava fuoco e fiamme alla metà del campo. Inferiore al metro e settanta d’altezza, e minuto anche di spalle e di torace, seppure intuissi che c’era della roccia sotto quei vestiti.
(Giampiero Mughini a proposito di Beppe Furino)

C’erano Causio, Haller, Bettega. La velocità insieme alla fantasia, la classe mescolata al dinamismo. Dopo arrivò gente come Benetti e Boninsegna, che aumentò forza fisica ed esperienza del gruppo. Ma quella prima Juve mi è rimasta nel cuore.
(Dino Zoff)

Franco Causio era più brasiliano che leccese. Fin dal 1972, anno in cui debuttò in Nazionale, il suo dribbling bruciante fece il giro del mondo e alcuni cronisti si chiesero perché un jongleur così bravo non indossasse la maglia verde-oro del Brasile.
(Sergio Barbero)

Lo stadio della Juventus mi fa lo stesso effetto di una donna: non riesco a resistere a una curva.
(Gabriele Cirilli)

La Juventus è conosciuta come la fidanzata d’Italia. E’ probabilmente la donna con cui ognuno vorrebbe stare.
(Andrea Agnelli)

La Juventus è l’unica donna della nostra vita che non c’ha mai tradito.
(Giampiero Mughini)

Non rinuncerei a uno scudetto della Juve per il mondiale della Ferrari
(Gianni Agnelli)

Uno scudetto vinto da altre è sempre perso dalla Juventus: e proprio questo è il fascino del campionato.
(Gianni Brera)

La Juventus è un po’ nel mio DNA, quindi la conosco bene. È come un drago a sette teste, gliene tagli una ma ne spunta sempre un’altra. Non molla mai, e la sua forza è nell’ambiente.
(Giovanni Trapattoni)

La Juventus è la squadra di adulti. Non sei mai sicuro di vincere contro di loro finché non muoiono
(Arrigo Sacchi)

La Juventus è la mia Nazionale.
(Sergio Brio)

La Juve è la Juve, deve stare sempre in alto.
(Fabio Capello)

Quando vinceva la Juve vinceva la storia.
(Mario Soldati)

La prima grandissima Juve che ricordo nettamente è stata quella del Trap, a cavallo tra gli anni Settanta e Ottanta. Fornivamo più della metà dei pezzi del motore alla Nazionale campione del mondo in Spagna nel 1982. Ma prima di loro c’era stata la Juve d’acciaio delle tre “B”, Bettega, Boninsegna, Benetti. E dopo di loro la Juve spettacolo di Platini, Boniek e Laudrup.
(Lamberto Sposini)

Quando nel 1905 la Juventus vince quello che noi oggi chiamiamo scudetto, La Stampa diede la notizia in dieci righe, il tempo di elencare i giocatori della squadra.

Tutti i giorni ringrazio il destino di essere nato juventino, mi chiedo il perché di tanta fortuna. Penso a quei “disperati” che non sono juventini e che si identificano e si gratificano soltanto in negativo, come antijuventini.
(Tullio Bandini)

Forse la perfezione non esiste, e pure è esistito Eistein, e insomma c’è stato Platini, tra i giocatori più perfetti della sua professione.
(Vladimiro Caminiti)

Platini l’abbiamo com­prato per un tozzo di pane, poi lui ci ha messo sopra il foie gras.
(Gianni Agnelli)

Ho giocato nel Nancy perché è la squadra della mia città, nel Saint-Étienne perché è la squadra più forte di Francia, e nella Juventus perché è la squadra più forte del mondo.
(Michel Platini)

Con la Juventus ho imparato a vincere. Non so come è successo, è qualcosa che si re­spira nell’aria dello spoglia­toio, sono concetti che vengo­no tramandati da giocatore in giocatore, è il sentimento che ti trasmettono milioni di tifosi e non c’è club nel mon­do che ti faccia lo stesso effetto.
(Edgar Davids)

Pavel Nedvěd è il più grande professionista mai conosciuto. Un giorno sento una sua intervista in cui racconta che la mattina, a casa, va sempre a correre prima di venire all’allenamento. Non ci credo e il giorno dopo lo prendo in disparte: “Pavel, mica sarà vero quello che hai detto”… Resto senza parole: è proprio così. Si svegliava, correva da solo e poi nel pomeriggio si allenava. E arrivava sempre davanti a tutti noi!!
(Paolo Montero)

Quando batto i calci di punizione penso: in che modo segno stavolta?
(Alessandro Del Piero)

O passa la palla o la gamba: entrambe no!
(Paolo Montero)

La Juventus è stata un esempio per il mio Man­chester United. Facevo vedere ai miei giocatori le videocassette della squadra di Lippi e dicevo: non guardate la tatti­ca o la tecnica, quella ce l’ab­biamo anche noi, voi dovete imparare ad avere quella vo­glia di vincere.
(Alex Ferguson)

La Juve è una fede che continua ad essermi appiccicata addosso. Sono da compatire quelli che tifano per altri colori, perché hanno scelto di soffrire. Sembrava una battuta, invece lo pensavo e lo penso tutt’ora.
(Giampiero Boniperti)

La società più società, la squadra più squadra.
(Carlo Mazzone)

Si scrive Juventus si pronuncia scudetto. “Vincere sempre, e con classe” è l’imperativo categorico della Signora. Nata come la seleção della borghesia torinese, via via è assurta a modello: una riserva dov’è vietato illudersi, dove giocare fa rima con lavorare, dove la vocazione ha il sigillo della professione. È un carattere di ferro la fidanzata d’Italia. Dentro lo stile, c’è lo stiletto.
(Giovanni Arpino)

Io so cosa rappresenta la Juventus in Italia, non c’è bisogno che lo dica anche oggi, ogni volta. In Italia o si è juventini o si è contro. Quindi noi siamo sempre soli contro tutti. Magari per loro è un fatto sporadico pensarlo, per noi è un fatto sistematico. È stato sempre così, sarà ancora così, finché la Juventus vince sarà sempre sola contro tutti.
(Antonio Conte)

La Juventus mi ha ridato la voglia di giocare a calcio. La cosa migliore per un giocatore: tornare a essere felice.
(Carlos Tevez)

Che vinca la Juve o che vinca il migliore? Sono fortunato, spesso le due cose coincidono.
(Gianni Agnelli)

Ormai in Italia non c’è più ritegno se anche il mio cuoco può comprare una squadra di calcio.
(Gianni Agnelli quanto Ernesto Pellegrini diventa presidente dell’Inter)

Un paio di anni fa sono quasi andato alla Juve. La gente mi aveva parlato di Torino e aveva detto questo e quest’altro e che Milano sarebbe più piacevole. Ho detto: io non vado per i dannati negozi; vado perché si tratta della Juventus.
(Roy Keane)

La vera gara tra noi e le milanesi sarà a chi arriverà prima: noi a mettere la terza stella, loro la seconda.
(Gianni Agnelli)

Buscetta ha detto di essere ossessivamente un tifoso della Juventus? Se lo incontrate ditegli che è la sola cosa di cui non potrà pentirsi.
(Gianni Agnelli)

Si scrive Juventus si pronuncia scudetto.
(Mario Arpino in occasione del ventesimo scudetto vinto dalla Juventus nel 1981-82)

Quando leggo un quotidiano, sia esso anche di finanza o altro dallo sport, e l’occhio mi cade involontariamente sulla lettera J di Juventus, il cuore mi sussulta, ricevendo una grande emozione.
(Gianni Agnelli)

Le strade della juventinità sono infinite. Sono strade che attraversano le appartenenze politiche, le generazioni, le classi sociali, le identità regionali e cittadine. Tifa Juve il 31 e passa per cento di tutti quelli che amano il calcio, il che vuol dire oltre dieci milioni di tifosi di Madama in tutta Italia. Ci sono forse più juventini in Romagna che in Piemonte.
(Giampiero Mughini)