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Le frasi più belle e famose di William Shakespeare

Shakespeare - Aforisticamente

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Presento una raccolta delle citazioni e frasi più belle e famose di William Shakespeare. Tra i temi correlati si veda Frasi, citazioni e aforismi di Albert Einstein e Le più belle frasi di Oscar Wilde.

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Le frasi più belle e famose di William Shakespeare

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Siamo fatti della materia di cui son fatti i sogni; e nello spazio e nel tempo d’un sogno è racchiusa la nostra breve vita.
(La tempesta)

Quando non sarai più parte di me ritaglierò dal tuo ricordo tante piccole stelle, allora il cielo sarà così bello
che tutto il mondo si innamorerà della notte.
(Romeo e Giulietta)

Il pazzo, l’amante e il poeta non sono composti che di fantasia.
(Sogno di una notte di mezza estate)

Ama, ama follemente, ama più che puoi e se ti dicono che è peccato ama il tuo peccato e sarai innocente.
(Romeo e Giulietta)

Rinuncia al tuo potere di attrarmi ed io rinuncerò alla mia volontà di seguirti.
(Sogno di una notte di mezza estate)

Non desidero una rosa a Natale più di quanto possa desiderar la neve a maggio: d’ogni cosa mi piace che maturi quand’è la sua stagione.
(Pene d’amore perdute)

Buonanotte, buonanotte! Separarsi è un sì dolce dolore, che dirò buonanotte finché non sarà mattino.
(Romeo e Giulietta)

Potrei essere rinchiuso in un guscio di noce e tuttavia ritenermi Re di uno spazio infinito, se non fosse che faccio brutti sogni.
(Amleto)


L’amore guarda non con gli occhi ma con l’anima.
(Sogno di una notte di mezza estate)

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Sappiamo ciò che siamo ma non quello che potremmo essere.
(Amleto)

La vita è un’ombra che cammina, un povero attore che si agita e pavoneggia la sua ora sul palco e poi non se ne sa più niente. È un racconto narrato da un idiota, pieno di strepiti e furore, significante niente.
(Macbeth)

È tutta colpa della luna, quando si avvicina troppo alla terra fa impazzire tutti.
(Otello)

Che epoca terribile quella in cui degli idioti governano dei ciechi.
(Re Lear)

– Polonio: “Che cosa state leggendo, mio signore?”
– Amleto: “Parole, parole, parole”.
(Amleto)

Io considero il mondo per quello che è: un palcoscenico dove ognuno deve recitare la sua parte.
(Il mercante di Venezia)

Date parole al vostro dolore altrimenti il vostro cuore si spezza.
(Macbeth)

Amore non è Amore se muta quando scopre un mutamento o tende a svanire quando l’altro s’allontana
(Sonetto 116)

Amami o odiami, entrambi sono a mio favore.
Se mi ami, sarò sempre nel tuo cuore,
se mi odi, sarò sempre nella tua mente.
(Sogno di una notte di mezza estate)

Ride delle cicatrici colui che non è mai stato ferito.
(Romeo e Giulietta)

Folle è l’uomo che parla alla luna. Stolto chi non le presta ascolto.


Ma tu chi sei che avanzando nel buio della notte inciampi nei miei più segreti pensieri?
(Romeo e Giulietta)

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Ci son più cose in cielo e in terra, Orazio, che non sogni la tua filosofia.
(Amleto)

Se sapessi scrivere la bellezza dei tuoi occhi.
E cantare in nuovi metri tutte le tue grazie,
il futuro direbbe: questo poeta mente;
Mai un volto sulla terra ebbe tratti così celesti.
(Sonetto 17)

L’amore fugge come un’ombra l’amore reale che l’insegue, inseguendo chi lo fugge, fuggendo chi l’insegue.
(Le allegre comari di Windsor)

Tutti gli uomini sanno dare consigli e conforto al dolore che non provano.
(Molto rumore per nulla)

Tutti i giorni son notti per me, finché io non ti vedo, e giorni luminosi son le notti quando mi appari in sogno.
(Sonetto 43)

Guarda come appoggia la guancia alla sua mano: Oh, potessi essere io il guanto di quella mano e poter così sfiorare quella guancia!
(Romeo e Giulietta)

Che cosa c’è in un nome? Ciò che noi chiamiamo con il nome di rosa, anche se lo chiamassimo con un altro nome, serberebbe pur sempre lo stesso dolce profumo.
(Romeo e Giulietta)

Basta una stilla di male per gettare un’ombra infamante su qualunque virtù.
(Amleto)

Sei tu la parte migliore di me stesso, il limpido specchio dei miei occhi, il profondo del cuore, il nutrimento, la fortuna, l’oggetto di ogni mia speranza, il solo cielo della mia terra, il paradiso cui aspiro.
(Sonetto 39)

D’ora in avanti tu chiamami “Amore”, ed io sarò per te non più Romeo, perché m’avrai così ribattezzato.
(Romeo e Giulietta)

Dubita che le stelle siano fuoco;
dubita che il sole si muova;
dubita che la verità sia mentitrice:
ma non dubitare mai del mio amore.
(Amleto)

Finché possiamo dire: “quest’è il peggio”, vuol dir che il peggio ancora può venire.
(Re Lear)

Ama tutti, credi a pochi e non far del male a nessuno.
(Amleto)

Non c’è mai stato un filosofo che potesse sopportare pazientemente il mal di denti.
(Molto rumore per nulla)

Se non ricordi che Amore t’abbia mai fatto commettere la più piccola follia, allora non hai amato.
(Come vi piace)

La fortuna guida dentro il porto anche navi senza guida.
(Cimbelino)

Vivi per essere la meraviglia e l’ammirazione del tuo tempo.
(Macbeth)

Quegli amici che hai e la cui amicizia hai messo alla prova, aggrappali alla tua anima con uncini d’acciaio.
(Amleto)

Quando è vero amore, anche il più banale dei sospetti incute paura; e se la paura cresce l’amore lo segue avvampando impetuosamente.

E qualsiasi angoscia che adesso sembra mortale, in confronto al perderti, non sembrerà uguale.
(Sonetto 90)

Essere o non essere, questo è il problema. È forse più nobile soffrire, nell’intimo del proprio spirito, le pietre e i dardi scagliati dall’oltraggiosa fortuna, o imbracciar l’armi, invece, contro il mare delle afflizioni, e combattendo contro di esse metter loro una fine? Morire per dormire. Nient’altro. E con quel sonno poter calmare i dolorosi battiti del cuore, e le mille offese naturali di cui è erede la carne! Quest’è una conclusione da desiderarsi devotamente. Morire per dormire. Dormire, forse sognare. È proprio qui l’ostacolo; perché in quel sonno di morte, tutti i sogni che possan sopraggiungere quando noi ci siamo liberati dal tumulto, dal viluppo di questa vita mortale, dovranno indurci a riflettere. È proprio questo scrupolo a dare alla sventura una vita così lunga! Perché, chi sarebbe capace di sopportare le frustate e le irrisioni del secolo, i torti dell’oppressore, gli oltraggi dei superbi, le sofferenze dell’amore non corrisposto, gli indugi della legge, l’insolenza dei potenti e lo scherno che il merito paziente riceve dagli indegni, se potesse egli stesso dare a se stesso la propria quietanza con un nudo pugnale?
(Amleto)

Le gioie violente hanno violenta fine, e muoiono nel loro trionfo, come il fuoco e la polvere da sparo, che si consumano al primo bacio. Il più squisito miele diviene stucchevole per la sua stessa dolcezza, e basta assaggiarlo per levarsene la voglia. Perciò ama moderatamente: l’amore che dura fa così.
(Romeo e Giulietta)

Col tempo finiamo con l’odiare ciò che spesso temiamo.
(Antonio e Cleopatra)

Quanto è più crudele del morso di un serpente l’ingratitudine di un figlio
(Re Lear)

La gloria è simile a un cerchio nell’acqua che va sempre allargandosi, sin quando per il suo stesso ingrandirsi si risolve nel nulla.
(Enrico VI)

Quando non c’è più rimedio è inutile addolorarsi, perché si vede ormai il peggio che prima era attaccato alla speranza. Piangere sopra un male passato è il mezzo più sicuro per attirarsi nuovi mali. Quando la fortuna toglie ciò che non può essere conservato, bisogna avere pazienza: essa muta in burla la sua offesa. Il derubato che sorride, ruba qualcosa al ladro, ma chi piange per un dolore vano, ruba qualcosa a se stesso.
(Otello)

Folle è chi si fida della docilità del lupo,
della salute di un cavallo,
dell’amore di un ragazzo,
del giuramento di una puttana.
(Re Lear)

Il silenzio è l’araldo più perfetto della gioia: sarei ben poco felice se fossi capace di dire quanto.
(Molto rumore per nulla)

Non sei senza ambizione, ma ti manca la crudeltà che deve accompagnarla.
(Macbeth)

Assomiglia al fiore innocente, ma sii il serpente sotto di esso.
(Macbeth)

Se l’amore è cieco tanto meglio: si accorda con la notte.
(Romeo e Giulietta)

Ci sono pugnali nei sorrisi degli uomini.
(Macbeth)

Eppure altro non desidero se non ciò che gia’ possiedo; il cuore mio, allo stesso modo del mare, è privo di limiti; e ancora come il mare il mio amore e’ profondo: più te ne do e più ne ho, poiché entrambi sono infiniti
(Romeo e Giulietta)

L’amore è vaporosa nebbiolina formata dai sospiri; se si dissolve, è fuoco che sfavilla scintillando negli occhi degli amanti; s’è ostacolato, è un mare alimentato dalle lacrime degli stessi amanti. Che altro è esso? Una follia segreta, fiele che strangola e dolcezza che sana.
(Romeo e Giulietta)

La bellezza tenta i ladri più dell’oro.
(Come vi piace)

L’amore corre ad incontrar l’amore con la gioia con cui gli scolaretti fuggon dai loro libri; ma l’amore che deve separarsi dall’amore ha il volto triste degli scolaretti quando tornano a scuola.
(Romeo e Giulietta)

Con le ali dell’amore ho volato oltre le mura, perché non si possono mettere limiti all’amore e ciò che amor vuole amore osa.
(Romeo e Giulietta)

Chi ha la barba è più che un giovane, e chi non ha barba è meno che un uomo.
(Molto rumore per nulla)

Se ci pungete, non sanguiniamo, e se ci fate il solletico, non ridiamo? Se ci avvelenate, non moriamo? E se ci fate torto, non ci vendicheremo?
(Il mercante di Venezia)

La sostanza degli ambiziosi è l’ombra di un sogno.
Un sogno non è che un’ombra.
Davvero e l’ambizione la ritengo di natura così aerea e leggera da essere soltanto l’ombra di un’ombra.
(Amleto)

La sventura fa di un’ora un giorno.
(Riccardo II)

Perché la verità è la verità, sempre la stessa, fino all’infinito.
(Misura per misura)

Se fare fosse facile quanto sapere ciò che va fatto, le cappelle sarebbero chiese e le catapecchie dei poveri palazzi principeschi.
(Il mercante di Venezia)

Attraverso le vesti stracciate si mostrano i vizi minori: gli abiti da cerimonia e le pellicce li nascondono tutti.
(Re Lear)

La bellezza da sola basta a persuadere gli occhi degli uomini, senza bisogno d’oratori.”
(Il ratto di Lucrezia)

Se è un peccato essere avido di onore, allora sarò l’anima più peccatrice di questo mondo.
(Enrico V)

La bellezza tenta i ladri più dell’oro.
(Come vi piace)

Commetti il più vecchio dei peccati nel più nuovo dei modi.

L’amore dei giovani non sta nel cuore, ma negli occhi.
(Romeo e Giulietta)

La brevità è l’anima del senno, e il parlar troppo un fronzolo esteriore.
(Amleto)

I nostri corpi sono i nostri giardini dei quali le nostre volontà sono i giardinieri.
(Otello)

Abbi più di quanto mostri, parla meno di quanto sai.
(Re Lear)

Io oso ciò che è umano; chi osa di più non è uomo.
(Macbeth)

L’uomo morendo salda tutti i debiti.
(La Tempesta)

Eretico sarà chi accenda il rogo, non già colei che vi brucerà dentro!
(Il racconto d’inverno)

Ah, è cosa eccellente possedere la forza d’un gigante, ma usarla da gigante, è tirannia!
(Misura per misura)

È una bella prigione, il mondo.
(Amleto)

Come arrivano lontano i raggi di una piccola candela: così splende una buona azione in un mondo malvagio.
(Il mercante di Venezia)

Pochi amano sentir parlare dei peccati che amano commettere.
(Pericle, il principe di Tiro)

Quand’anche foste casta come il ghiaccio, e pura come la neve, non sfuggireste per questo alla calunnia.”
(Amleto)

Eppure non mi pare peccato imbrogliare colui che spera di vincere barando.

Oh che amore potente!
Che a volte fa di un uomo una bestia,
e altre, di una bestia un uomo.

Se uno passasse un anno intero in vacanza, divertirsi sarebbe stressante come lavorare.
(Enrico IV)

Le azioni dei malvagi non possono sfuggire agli occhi degli uomini. Con tutto il suo sforzo la terra non riesce a nasconderle.
(Amleto)

Giulietta,
la morte ha libato il miele del tuo respiro
ma nulla ha potuto sulla tua bellezza.
(Romeo e Giulietta)

Quando arrivano i dispiaceri, non arrivano come singole spie, ma in battaglioni.

Il diavolo sa ben citare la Sacra Scrittura per i suoi scopi.
(Il mercante di Venezia)

L’ordine è la virtù dei mediocri.

Non si è mai vista bella donna che non facesse smorfie davanti a uno specchio.

Ah! Com’è amaro guardare la felicità attraverso gli occhi di un altro!
(Come vi piace)

L’uomo che non ha alcuna musica dentro di sé, che non si sente commuovere dall’armonia di dolci suoni, è nato per il tradimento, per gli inganni, per le rapine.
(Il mercante di Venezia)

Noi siamo per gli dei quel che sono le mosche per un ragazzo capriccioso: ci uccidono per divertirsi.
(Re Lear)

E ogni angoscia che ora par mortale, di fronte al perder te, non parrà eguale.

Gli uomini muoiono sempre e i vermi li distruggono, ma non si distrugge l’amore.

Ma quando penso a te, mio caro amico, ciò che era perduto è ritrovato, e ogni dolore ha fine.

Sarai stanco amore, perché è tutto il giorno che cammini nella mia testa.
(Romeo e Giulietta)

Non t’ama chi amor ti dice ma t’ama chi guarda e tace.

La tua virtù è la mia sicurezza.
E allora non è notte se ti guardo in volto,
e perciò non mi par di andar nel buio,
e nel bosco non manco compagnia
perché per me tu sei l’intero mondo.
E come posso dire d’esser sola
se tutto il mondo è qui che mi contempla?
(Sogno di una notte di mezza estate)

Chi si accorcia di vent’anni la vita, accorcia di altrettanto la paura della morte.
(Giulio Cesare)

Gli unicorni possono essere indotti in inganno per mezzo degli alberi; gli orsi per mezzo degli specchi; gli elefanti per mezzo delle buche; i leoni per mezzo delle reti, e gli uomini, infine, per mezzo dell’adulazione.
(Giulio Cesare)

La parte migliore del coraggio è la discrezione.
(Enrico IV)

Non aver paura della grandezza: alcuni nascono grandi, alcuni la conquistano e alcuni la ricevono dall’alto.
(La dodicesima notte)

La colpa, caro Bruto, non è delle stelle, ma nostra, che ne siamo dei subalterni.
(Giulio Cesare)

– Cleopatra: “Se è amore davvero, dimmi quant’è”.
– Antonio: “È un amore miserabile quello che si può misurare”.
– Cleopatra: “Voglio fissare un limite sino al quale essere amata”.
– Antonio: “Allora dovrai per forza scoprire nuovo cielo, nuova terra”.
(Antonio e Cleopatra)

– Come e dimmi, perchè, sei entrato qui dentro?
– Sulle ali leggere dell’amore ho scavalcato questi muri. L’amore non teme ostacoli di pietra. Amore quando a una cosa tende, è ardimentoso e pronto.
(Romeo e Giulietta)

Romeo: “io giuro il mio amore sulla luna.”
Giulietta: “Non giurare sulla luna, questa incostante che muta di faccia ogni mese, nel suo rotondo andare!”
(Romeo e Giulietta)

Il saggio sa di essere stupido, è lo stupido invece che crede di essere saggio.
(Come vi piace)

Parlare in favore della verginità significa accusare vostra madre.
(Tutto è bene quel che finisce bene)

Se i baci fossero l’unico piacere che il letto può dare,
una donna vorrebbe sempre un’altra donna sposare.

La pazzia, signore, se ne va a spasso per il mondo come il sole, e non c’è luogo in cui non risplenda.
(La dodicesima notte)

La moglie del generale è il generale del generale.
(Otello)

I vigliacchi muoiono molte volte prima della loro morte. L’uomo coraggioso non ha l’esperienza della morte che una volta sola. Di tutte le meraviglie che ho sentito fino ad oggi, la più strana mi sembra quella che gli uomini dovrebbero temere, vedendo quella morte, una fine necessaria. Arriverà quando deve arrivare
(Giulio Cesare)

Quando la legge non può far valere i propri diritti, rendete almeno legittimo che la legge non impedisca di infliggere i torti.
(Re Giovanni)

Gli innamorati hanno, come i pazzi, un cervello tanto eccitabile e una fantasia tanto feconda, che vedono assai più cose di quante la fredda ragione riesca poi a spiegare.
(Sogno di una notte di mezza estate)

Chi non ha denaro, mezzi e pace, manca di tre buoni amici.

Guardatevi dalla gelosia, mio signore! E’ un mostro dagli occhi verdi che dileggia la carne di cui si nutre.
(Otello)

Piacere e vendetta sono più sordi delle bisce alla voce di una decisione giusta.
(Troilo e Cressida)

Il tempo avanza a passo diverso con diverse persone. Ti dirò con chi il tempo va d’ambio, con chi il tempo va al trotto, con chi il tempo va al galoppo, e con chi sta fermo.

Non l’amore bisogna dipingere cieco, ma l’amor proprio.

Le più feroci non hanno un cuore come il tuo. Fuggi quando vuoi, e la storia sarà invertita: Apollo scappa e Dafne lo rincorre; la colomba insegue il grifone; la mite cerva corre ad afferrare la tigre. Vana corsa, quando la vigliaccheria ci insegue e la prodezza fugge.
(Sogno d’una notte di mezza estate)

Maestro, vorrei sapere come vivono i pesci nel mare. “Come gli uomini sulla terra: i grandi si mangiano quelli piccoli”
(Péericle, Principe di Tiro)

Le cose senza rimedio dovrebbero essere anche senza interesse.
(Macbeth)

È meglio un imbecille spiritoso che un savio imbecillito.
(La dodicesima notte)

– Orazio! Pensa, con la fantasia noi potremmo seguire tutto il corso della polvere illustre di Alessandro fino a trovarla a fungere da tappo a un barile di birra. Non ti pare?
– Congettura un po’ strana, in verità.
– Niente affatto. Si tratta di seguirla camminando sul filo della logica. Ecco: Alessandro, morto e seppellito, ritorna polvere. Polvere è terra; e con la terra che si fa? La creta. E perché con la creta in che è ridotto non possiamo turare un barilotto?
(Amleto)

Un cavallo! Un cavallo! Il mio regno per un cavallo!
(Riccardo III)

Sei tu sicuro
che siamo svegli? —
Mi sembra
che ancora dormiamo, sogniamo.
(Sogno di una notte di mezza estate)