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Frasi, citazioni e aforismi su Palermo

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Presento una raccolta di frasi, citazioni e aforismi su Palermo. Tra i temi correlati si veda Frasi, citazioni e aforismi sulla Sicilia, Frasi, citazioni e aforismi su Napoli e Frasi, citazioni e aforismi su Roma.

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Frasi, citazioni e aforismi su Palermo

Nel giardino pubblico vicino al porto, trascorsi tutto da solo alcune ore magnifiche. È il posto più stupendo del mondo […] Monte Pellegrino è Il promontorio più bello del mondo.
(Johann Wolfgang von Goethe)

Chi ha visto una volta il cielo di Palermo non potrà mai più dimenticarlo.
(Johann Wolfgang von Goethe)

Palermo mi sembrò una città al contempo splendida e decadente, il cui aspetto un po’ in rovina mi affascinò moltissimo. Ebbi l’impressione di una città molto diversa dalle altre città italiane, con una sua identità molto particolare e una bellezza tutta sua.
(Daniel Pennac)

Palermo ti fa accomodare tra le sue piazze barocche e ti versa una bellezza senza fine.
(Fabrizio Caramagna)

Questo è l’ultimo giorno del nostro viaggio. Siamo andati sul monte Pellegrino durante una splendida mattinata, e ci siamo sentiti tristi al pensiero di lasciare così grandiosa e impareggiabile bellezza. Se soltanto uno potesse impadronirsene e serbarla entro di sé, sarebbe un dio.
(Bernard Berenson)

È la città greca per le sue origini, per la luminosità del suo cielo e per le mètopi del suo museo, di bellezza non inferiore a quelle di Olimpia. È città romana per il ricordo delle sue lotte contro Cartagine e per i mosaici della villa Bonanno. È città araba per le piccole cupole di alcune sue chiese, eredi delle moschee. È città francese per la dinastia degli Altavilla che l’abbellirono. È città tedesca per le tombe degli Hohenstaufen. È città spagnola per Carlo Quinto, inglese per Nelson e Lady Hamilton.
(Roger Peyrefitte)

Ho conosciuto la piena bellezza,
lo splendore nobile e pacifico
della luce, pura e immensa,
a Palermo, a Villa Tasca.
(Anna de Noiailles)

Non saprei descrivere con parole la luminosità vaporosa che fluttuava intorno alle coste quando arrivammo a Palermo in un pomeriggio stupendo. La purezza dei con­torni, la soavità dell’insieme, il degradare dei toni, l’armonia del cielo, del mare, della terra… chi li ha visti una volta non li dimentica per tutta la vita.
(Johann Wolfgang von Goethe)

Palermo, città di palazzi, chiese e vicoli formicolanti, ha un disegno barocco, ma qua e là appaiono riflessi orientali, spagnoli e normanni, che rendono la città un palcoscenico multiforme.
(Fabrizio Caramagna)

Io dico sempre che Palermo è come una donna bella che non sa abbigliarsi, non è mai in ghingheri, prova ne è che non sa mostrare il suo mare, ma alla fine è sempre una sorpresa. È una città che fa venire voglia di scoprirla. È come i grandi amori: ti manca quando sei lontana e ti soffoca quando ci vivi. E allora quando sono lontana mi manca l’emozione dello Spasimo, i mercati, l’Orto botanico, dove ogni tanto andavo a studiare, via Archirafi, e poi i luoghi della mia infanzia: via Pipitone Federico, dove abitava mia nonna, e quindi la chiesa San Michele e il bar omonimo, dove andavamo a comprare i pasticcini.
(Isabella Ragonese)

Palermo è la città col panorama più bello del mondo. (…) Stupenda è la vallata situata fra due mari, i boschetti di limoni e i giardini d’aranci così perfetti. Molti ragazzotti hanno volti che sanno di grecità, altri proprio da arabi, sembrano tante sculture che girano a cielo aperto
(Oscar Wilde)

Palermo, dove ci siamo fermati otto giorni, era splendida. La città posta nella miglior situazione del mondo, trascorre la sua vita nella Conca d’oro, la splendida valle che si stende tra due mari. I limoneti e gli aranceti erano così assolutamente perfetti che io sono ridiventato un preraffaellita
(Oscar Wilde)

Bella ed immensa città, il massimo e splendido soggiorno, Palermo ha edifici di tanta bellezza che i viaggiatori si mettono in cammino attratti dalla fama delle meraviglie che offre qui l’architettura, lo squisito lavoro, l’ornamento di tanti peregrini trovati dall’arte.
(Idrisi)

La bellezza di Palermo non è solo un fatto estetico. È capacità di riflessione filosofica. Non a caso la filosofia è nata in Sicilia. E si sente, ancora oggi. Ieri mattina, parlando con i ragazzi di un liceo, sono rimasta colpita dai loro ragionamenti.
(Dacia Maraini)

A Palermo, più che altrove in Sicilia, le epoche storiche rivelate dai differenti stili architettonici si sovrappongono. Il centro testimonia di un tempo più vicino, quando la città con i suoi teatri, i suoi palazzi, le sue piazze barocche e suoi trionfali accessi al mare, contendeva a Napoli il primato urbano del Regno della due Sicilie. Ricordi di un tempo ben più remoto cela invece il Monte Pellegrino: a poca distanza dai grattacieli, in caverne abitate dall’uomo preistorico, sono venuti alla luce graffiti rupestri di arcaica bellezza.
(Leonardo Sciascia)

L’ingresso di Palermo colpisce il visitatore, non tanto per la città in sé (la quale è piatta e perciò non si presenta come Napoli con l’imponente castello di Sant’Elmo) quanto per lo stupendo anfiteatro di montagne che formano la baia, e specialmente per la collina di Santa Rosalia, generalmente chiamata Monte Pellegrino, dall’eremo che sorge al sommo. Questo monte, che ha una sagoma singolare, scende a picco sul porto.
(Arthur John Strutt)

La più bella città della Sicilia, sede del re, è Palermo.
Essa è il soggiorno principale dei cittadini mussulmani,
che vi tengono delle moschee, dei mercati loro propri e molti sobborghi.
(Ibn Gubayr, XII secolo)

«Tra dieci giorni, se non hai niente in contrario, potremmo andare a Palermo» le disse. «Preferisco Ginevra» rispose lei. Stava in piedi davanti al cavalletto ed esaminava una tela iniziata. «Come puoi vivere senza conoscere Palermo?».
(Milan Kundera)

Palermo è un miscuglio esplosivo di cose, di splendori e miserie, di palazzi e viuzze, di maestosità e di decadenza, di colori forti e di monasteri silenziosi.
Qui la vita con le sue contraddizioni ti esplode negli occhi, affonda nei battiti e ti scorre sottopelle.
(Fabrizio Caramagna)

Come Palermo ci abbia accolti, non ho parole bastanti a dirlo: con fresche verzure di gelsi, oleandri sempre verdi, spalliere di limoni ecc. In un giardino pubblico c’erano grandi aiuole di ranuncoli e di anemoni. L’aria era mite, tiepida, profumata, il vento molle. Dietro un promontorio si vedeva sorgere la luna che si specchiava nel mare; dolcissima sensazione, dopo essere stati sballottati per quattro giorni e quattro notti dalle onde!
(Johann Wolfgang von Goethe)

A Palermo la rossa, a Palermo la bambina. Rossa, Palermo, come immaginiamo fosse Tiro o Sidone, fosse Cartagine, com’era porpora dei Fenici; di terra rossa e grassa, con polle d’acqua, da cui alto e snello, pieghevole ai venti, s’erge il palmeto fresco d’ombra, eco e nostalgia di oasi, verde: moschea, tappeto di ristoro e di preghiera, immagine dell’eterno giardino del Corano. Bambina perché dormiente e ferma, compiaciuta della sua bellezza, perché da sempre dominata da stranieri, e dominata soprattutto dalla madre, la fatale madre mediterranea che blocca i figli in un’eterna adolescenza. S’adagia, rigogliosa e molle, su una felice conca.
(Vincenzo Consolo)

Città elegante, pulita, estremamente ricca di edifici e dotata di tutto quanto si possa pretendere, quasi come Firenze.
(Sigmund Freud)

Credo che il monte Pellegrino sia la migliore posizione per ammirare Palermo. La magnifica città si adagia all’estremo di un anfiteatro naturale, formato da alte montagne rocciose, ed il paesaggio che si estende fra la città e queste montagne è uno dei più ricchi e dei più belli del mondo. Il complesso appare quale un meraviglioso giardino ricco di alberi fruttiferi di ogni specie, bagnati da chiare fonti e da ruscelletti, che con le loro curve sinuose danno un variato aspetto alla pianura.
(Patrick Brydone)

Arrivaru li navi
tanti navi a Palermu,
li pirati sbarcaru
cu li facci di ‘nfernu.
(Ignazio Buttitta)

Andate a Palermo per mare, e vi accorgerete se arrivate in un paese qualsiasi. Le montagne che fanno corona alla città appaiono splendide, come d’agata, e Monte Pellegrino come un meraviglioso spalto naturale. Certo, dovrete digerire anche diversi chilometri di cattiva architettura e chiedervi se è qui la città degli emiri, delle delizie di Federico II, la Palermo orientale che meravigliava gli scrittori arabi. Ma poi la troverete, con i suoi mosaici che neanche a Venezia hanno maggior fulgore e con l’architettura araba che splende nella Zisa come neanche a Marrakesh.
(Cesare Brandi)

E poi da nessuna parte, neppure a Ravenna, ho visto mosaici simili. Nella Cappella Palatina, che dai pavimenti ai soffitti a volta è tutta d’oro, ci si sente come si fosse seduti nel cuore di un enorme nido, guardando gli angeli cantare.
(Oscar Wilde)

(Riferendosi al Duomo di Monreale). Visione anticipante del Paradiso, quanto la Gerusalemme tutta d’oro del libro degli Inni
(Bernard Berenson)

Il disegno dei monti e degli scogli che circondano il porto, tendenti all’ocra ed al violetto, sulle acque d’un azzurro carico, quale lo si contempla dal Pellegrino, è meno dolce, meno tenero, ma più puro dei monti circondanti Napoli. Come in Grecia, in Sicilia la natura è rimasta ferma a modelli eterni, e hanno mutato invece gli uomini. Il contrasto fa la natura anche più alta e più lontana; l’animo di chi guarda è costretto a una specie di altalena perpetua.
(Guido Piovene)

I nuovi quartieri eleganti, le nuove vaste piazze alberate, i nuovi magnifici passeggi pubblici, veri luoghi di delizie, degni di Parigi e di Londra, non hanno mutato la sua antica fisionomia originalissima che è sempre costituita dalle sue interminabili vie diritte – Maqueda e Vittorio Emanuele – che s’incrociano nel suo centro
(Edmondo De Amicis)

A giudicare dal movimento di quelle due strade si direbbe che Palermo è una città di due milioni di abitanti. Corrono in ciascuna, da un capo all’altro e dalla mattina alla sera, due torrenti di gente, di carrozze, di carri, di carrette che continuamente serpeggiano per non urtarsi, che in mille punti si intrecciano e si confondono, s’arrestano, s’addensano, ondeggiano. È un formicolio che vi confonde la vista, uno strepitio che vi introna la testa, una varietà di veicoli, di carichi, d’aspetti umani, di gesti e di voci, un contrasto di allegrezza e di furia, di fatica e di spasso, di lusso e di povertà, quale in nessun’altra città del mondo credo si possa vedere.
(Edmondo De Amicis)

Palermo, Museo del Mediterraneo: se volete sapere quel ch’è passato su questi flutti azzurri venite a Palermo. E’ una città deliziosa, una città dolce, una città profumata. Le sue piazze, le sue vie, i suoi giardini, i suoi monumenti sono magnifici. Ecco la Sicilia: capolavoro della natura, centro d’un mondo, terra illustre, si commovente e si nobile nel suo misterioso destino.
(Gabriel Hanotaux)

Palermo non mi piaceva, per questo ho imparato ad amarla. Perché il vero amore consiste nell’amare ciò che non ci piace per poterlo cambiare.
(Paolo Borsellino)

La contraddizione definisce Palermo. Pena antica e dolore nuovo, le pietre dei falansteri impastate di sangue ma anche di sudore onesto. La Mafia che distribuisce equamente lavoro e morte, soperchierìa e protezione.
(Leonardo Sciascia)

Palermo è bella. C’è sempre il sole. E anche se dicono che c’è la mafia, la mafia ha questa cosa che non si vede. Basta non pensarci.
(Dalla serie tv La mafia uccide solo d’estate)

Crescendo iniziai a capire che a Palermo nulla è come sembra.
(Dalla serie tv La mafia uccide solo d’estate)

Qui c’è soltanto primavera ed estate.
(Richard Wagner)

La cosa più bella di Palermo è la qualità della vita, dieci volte migliore che a Milano. A Palermo c’è la cultura più alta di tutto il Sud.
(Maurizio Zamparini)

A Palermo ci sono talmente tante cose e così complesse che io posso mostrare soltanto un piccolo aspetto della città. Non posso, in una breve serata, dire tutto su Palermo. Posso soltanto rappresentare le sensazioni che mi hanno colpita, e anche di queste soltanto una minima parte.
(Pina Bausch)

Siamo alloggiati a Villa Igiea, il grande albergo in riva al mare. Dalle sue fastose sale per leggere, scrivere, conversare o sorbire bevande, dal vasto giardino pieno di palme di ogni specie e di piante subtropicali, dalle ampie terrazze, si gode da un lato la veduta sul golfo e la frastagliata linea dei monti lungo la costa, mentre dall’altro, affacciandosi sul mare aperto, sembrerebbe di vivere a bordo di un transatlantico di lusso che navighi così liscio da non avvertirne il movimento. Per ottenerlo ordine esemplare, cura e buon gusto in tutto non fu certo badato a spese da parte di chi ne ebbe l’incarico.
(Bernard Berenson)

Aprì una delle finestre della torretta. Il paesaggio ostentava tutte le proprie bellezze. Sotto il lievito del forte sole ogni cosa sembrava priva di peso: il mare, in fondo, era una macchia di puro colore, le montagne che la notte erano apparse temibilmente piene di agguati, sembravano ammassi di vapori sul punto di dissolversi, e la torva Palermo stessa si stendeva acquetata attorno ai conventi come un gregge al piede dei pastori.
(Giuseppe Tomasi di Lampedusa)

Ma cosa forse più ammiranda e forte
Colà m’apparve: spazïose, oscure
Stanze sotterra, ove in lor nicchie, come
Simulacri diritti, intorno vanno
Corpi d’anima vôti, e con que’ panni
Tuttora, in cui l’aura spirar fur visti.
(Ippolito Pindemonte, a proposito delle Catacombe dei Capuccini)

E su quel palmo di terra, tra moreschi archi ogivali dei portici, è cresciuto ed è fiorito tutto quello che con folle generosità il cielo ha versato nel grembo della Conca d’Oro del golfo di Palermo. Alcuni aranci e limoni si incurvano sotto il peso dei frutti maturi e ciò nonostante fioriscono: palme di datteri, roseti carichi, cespugli, con fiori a mo’ di tromba della capacità di un litro buono, una vegetazione a me sconosciuta, ingarbugliata di fiori e di profumi. Su un cielo terribilmente azzurro si stagliano cinque rosse cupole saracene, simili a strani globi. Dio mio, forse è l’angolo più bello.
(Karel Čapek)

Ed è Palermo, la fastosa e miserabile Palermo, con i suoi palazzi nobiliari che imitano le regge dei Borboni tra i «cortili» di tracoma e tisi, con le ville-alberghi in stile moresco-liberty di imprenditori come i Florio che s’alzavano sopra i tetti dei tuguri; la Palermo delle strade brulicanti d’umanità come quelle di Nuova Delhi o del Cairo e dei sotterranei dei conventi affollati di morti imbalsamati, bloccati in gesti e ghigni come al passaggio di quello scheletro a cavallo e armato di falce che si vede nell’affresco chiamato Trionfo della morte del museo Abatellis.
(Vincenzo Consolo)

Palermo non è la città di Lauricella, Riina e i Graviano: è la città di Falcone, Borsellino, Giaccone, Agostino, Iannì, Domè e moltissime altre vittime innocenti che la mafia l’hanno combattuta a viso aperto!.
(Sonia Alfano)

Una volta ogni due mesi vado, è proprio un’esigenza fisica per me Palermo, nel senso che è la mia città, è la mia terra, il posto in cui in assoluto mi diverto di più, e credo e dico sempre a tutti che, secondo me, non c’è niente di più bello che la vita notturna di Palermo. Noi siciliani siamo i brasiliani d’Europa.
(Eva Riccobono)

Palermo è sontuosa e oscena. Palermo è come Nuova Delhi, con le reggie favolose dei maharajà e i corpi agonizzanti dei paria ai margini dei viali. Palermo è come Il Cairo, con la selva dei grattacieli e giardini in mezzo ai quali si insinuano putridi geroglifici di baracche. Palermo è come tutte le capitali di quei popoli che non riuscirono mai ad essere nazioni. A Palermo la corruzione è fisica, tangibile ed estetica: una bellissima donna, sfatta, gonfia di umori guasti, le unghie nere, e però egualmente, arcanamente bella. Palermo è la storia della Sicilia, tutte le viltà e tutti gli eroismi, le disperazioni, i furori, le sconfitte, le ribellioni. Palermo è la Spagna, i Mori, gli Svevi, gli Arabi, i Normanni, gli Angioini, non c’è altro luogo che sia Sicilia come Palermo, eppure Palermo non è amata dai siciliani. Gli occidentali dell’isola si assoggettano perché non possono altrimenti, si riconoscono sudditi ma non vorrebbero mai esserne cittadini. Gli orientali invece dicono addirittura di essere di un’altra razza: quelli sicani e noi invece siculi.
(Giuseppe Fava)

Non credo di conoscere nessun altra città in cui il senso della vita è così forte. Forse perché è altrettanto forte il senso della morte.
(Wim Wenders)

Palermo mi piace moltissimo. È una città splendida…gli alberi…Hanno anche un orto botanico che ho visto anni fa, meraviglioso. Ho visto un paio di volte la sala di Serpotta. Lo trovo magnifico. Queste statue sono di una tale eleganza! Sono tra le donne più belle del mondo, si potrebbe dire. Son bellissime.
(Fleur Jaeggy)

Ma in Palermo non c’è solamente il Corso: c’è anche la Villa Giulia e c’è il Giardino Inglese. Ci sarebbe anche il Foro Italico, sulla spiaggia del mare, ma serve solamente per l’estate. Eppure, nelle sere d’inverno, è così bello! Il mare cangia di colori e di toni: oggi è nero come l’inchiostro, domani riscintilla quasi fosse d’argento; oggi è placido come un sogno di bimbo, domani è torbido come la fantasia d’un poeta. In fondo, sulla prua delle barche, le torce dei pescatori di polipi mandano una luce fosca, e, più in fondo ancora, risplende la lanterna del molo.
(Enrico Onufrio)

Non di solo barocco è fatta Palermo. C’è anche una città modernista che tra la fine dell’Ottocento e l’inizio del Novecento scelse l’art-nouveau per realizzare i teatri, le ville e i palazzi di una borghesia che voleva sentirsi all’altezza della vecchia aristocrazia cittadina. Per sensazioni ed immagini lontane, di quando ci sono venuto per la prima volta verso il 1930, spesso riesco a estrarre dal bellissimo caos che è Palermo una città essenzialmente liberty, quasi una piccola capitale dell’art-nouveau.
(Leonardo Sciascia)

Mi mandano in una realtà come Palermo, con gli stessi poteri del prefetto di Forlì.
(Carlo Alberto Dalla Chiesa)

Eravamo a un vertice e si parlava di un bilaterale. Nella mia testa bisogna farli nella città e allora ho proposto di farlo a Palermo. Il leader UE mi ha detto: a Palermo si spara nella strada. Gli ho risposto: Come si spara nella strada? Io non voglio più sentire una cosa del genere. È un racconto per stereotipi che diamo all’estero che grida vendetta.
(Matteo Renzi)

Era il 1945, la guerra era finita da poco e intorno erano macerie. Eppure, Palermo mi apparve bellissima. Lo sa perché? Perché c’erano i palermitani, c’era la coscienza della città. Anche tra i più poveri.
(Elda Pucci)

Sì, mi manca ma si può anche vivere lontano portandosela appresso. Vorrei starci di più ma io mi sento un palermitano a Roma. Palermo è qualcosa che mi è stata data e che mi rimane dentro. Vediamo sempre Palermo intorno a noi. Forse è un modo per cercare di far aderire una città imperfetta come Palermo alla nostra città ideale.
(Luigi Lo Cascio)