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Frasi Belle

Frasi, citazioni e aforismi sul primo giorno di scuola

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Il primo giorno di scuola rappresenta per molti l’inizio di un nuovo percorso di vita.

Presento una raccolta di frasi, citazioni e aforismi sul primo giorno di scuola. Tra i temi correlati si veda Frasi, citazioni e aforismi sulla scuola, Frasi, citazioni e aforismi sugli insegnanti e l’insegnamento, Frasi, citazioni e aforismi sullo studio e lo studiare e Frasi, citazioni e aforismi sugli esami.

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Frasi, citazioni e aforismi sul primo giorno di scuola

I vostri alunni sono trepidanti, perché il primo giorno di scuola attraversa il cuore di un ragazzo come uno stormo di promesse. Sperano che quel primo giorno sia un giorno nuovo, sintomo di un anno nuovo, una vita nuova, direbbe Dante. Rendete quel giorno la loro Beatrice.
(Alessandro D’Avenia)

La vita è il primo giorno di scuola. Tutti i giorni
(Anonimo)

Quando farò i compiti per le vacanze:
Giugno – 0%
Luglio – 0%
Agosto – 0%
Notte prima del primo giorno di scuola – 100%
(Droghiere, Twitter)

Primo giorno di scuola: 30 matite, 64 temperamatite, 20 penne, 12 righe, 20 quaderni Fine della scuola: 1 matita trovata per terra
(Anonimo)

Fa’ la punta alla matita
corri a scrivere la tua vita.
Scrivi parole diritte e chiare:
Amore, lottare, lavorare.
(Gianni Rodari)

Settembre settembrino,
matura l’uva e si fa il vino,
matura l’uva moscatella:
scolaro, prepara la cartella!
(Gianni Rodari)

A un pessimista. Se solo vedesse i bambini, la mattina, in classe, i loro occhi spalancati, le loro mani aperte verso la luce.
(Fabrizio Caramagna)

Lunedi ricominciamo con le mani alzate per andare in bagno e abbassate per tornare in classe, con i profspostiamolaverifica, con l’appello degli assenti (lunghissimo), con occhi e scarpe (equipotenti, spero), bigliettini nascosti sotto il banco (mai viceversa). Mi mancava tutto.
(orporick, Twitter)

Oggi primo giorno di scuola. Passarono come un sogno quei tre mesi di vacanza in campagna! Mia madre mi condusse questa mattina alla Sezione Baretti a farmi inscrivere per la terza elementare: io pensavo alla campagna e andavo di mala voglia.
(Edmondo De Amicis, Cuore)

Tutte le strade brulicavano di ragazzi; le due botteghe di libraio erano affollate di padri e di madri che compravano zaini, cartelle e quaderni, e davanti alla scuola s’accalcava tanta gente che il bidello e la guardia civica duravan fatica a tenere sgombra la porta. Vicino alla porta, mi sentii toccare una spalla: era il mio maestro della seconda, sempre allegro, coi suoi capelli rossi arruffati, che mi disse: – Dunque, Enrico, siamo separati per sempre? – Io lo sapevo bene; eppure mi fecero pena quelle parole
(Edmondo De Amicis, Cuore)

Lo rividi con piacere quel grande camerone a terreno, con le porte delle sette classi, dove passai per tre anni quasi tutti i giorni. C’era folla, le maestre andavano e venivano. La mia maestra della prima superiore mi salutò di sulla porta della classe e mi disse: – Enrico, tu vai al piano di sopra, quest’anno; non ti vedrò nemmen più passare! – e mi guardò con tristezza. Il Direttore aveva intorno delle donne tutte affannate perché non c’era più posto per i loro figliuoli, e mi parve ch’egli avesse la barba un poco più bianca che l’anno passato. Trovai dei ragazzi cresciuti, ingrassati.
(Edmondo De Amicis, Cuore)

Al pian terreno, dove s’eran già fatte le ripartizioni, c’erano dei bambini delle prime inferiori che non volevano entrare nella classe e s’impuntavano come somarelli, bisognava che li tirassero dentro a forza; e alcuni scappavano dai banchi; altri, al veder andar via i parenti, si mettevano a piangere, e questi dovevan tornare indietro a consolarli o a ripigliarseli, e le maestre si disperavano. Il mio piccolo fratello fu messo nella classe della maestra Delcati; io dal maestro Perboni, su al primo piano.
(Edmondo De Amicis, Cuore)

Alle dieci eravamo tutti in classe: cinquantaquattro : appena quindici o sedici dei miei compagni della seconda, fra i quali Derossi, quello che ha sempre il primo premio. Ripensavo al mio maestro di seconda, così buono, che rideva sempre con noi, e piccolo, che pareva un nostro compagno, e mi rincresceva di non vederlo più là, coi suoi capelli rossi arruffati. Il nostro maestro è alto, senza barba coi capelli grigi e lunghi, e ha una ruga diritta sulla fronte; ha la voce grossa, e ci guarda tutti fisso, l’un dopo l’altro, come per leggerci dentro; e non ride mai. Io dicevo tra me: – Ecco il primo giorno. Ancora nove mesi. Quanti lavori, quanti esami mensili, quante fatiche!
(Edmondo De Amicis, Cuore)

Avevo proprio bisogno di trovar mia madre all’uscita e corsi a baciarle la mano. Essa mi disse: – Coraggio Enrico! Studieremo insieme. – E tornai a casa contento. Ma non ho più il mio maestro, con quel sorriso buono e allegro, e non mi par più bella come prima la scuola.
(Edmondo De Amicis, Cuore)

Suona la campanella
scopa scopa la bidella,
viene il bidello ad aprire il portone,
viene il maestro dalla stazione
viene la mamma, o scolaretto,
a tirarti giù dal letto…
Viene il sole nella stanza:
su, è finita la vacanza.
Metti la penna nell’astuccio,
l’assorbente nel quadernuccio,
fa la punta alla matita
e corri a scrivere la tua vita.
Scrivi bene, senza fretta
ogni giorno una paginetta.
Scrivi parole diritte e chiare:
Amore, lottare, lavorare.
(Gianni Rodari)

Il giorno dell’inizio è già arrivato
e indossi il grembiulino di bucato.
I bimbi hanno cestini o zainetti.
E dentro tu lo sai cosa ci metti;
la gomma, le matite colorate,
le forbici con le punte arrotondate.
In classe la lavagna trovi pure
e i cartelloni pieni di figure.
(Vivian Lamarque)

Quest’anno per la maestra c’è una classe nuova e un cambio di creature e vocali, e sarà una festa anche per i banchi che aspettano i bambini come rami antichi che attendono nuove farfalle.
(Fabrizio Caramagna)

Papà, radice e luce, portami ancora per mano
nell’ottobre dorato del primo giorno di scuola.
Le rondini partivano, strillavano:
fra cinquant’anni ci ricorderai.
(Maria Luisa Spaziani)

Ricordo il primo giorno di scuola
29 bambini e la maestra Margherita
Tutti mi chiedevano in coro
Come mai avessi un occhio nero
(Ermal Meta)

Primo giorno di scuola in prima elementare.
I bambini arrivano con i loro vestiti colorati davanti al portone dell’edificio, sembrano tante piccole api operose che si accingono a fare un miele nuovo.
(Fabrizio Caramagna)

Mi manca quel periodo in cui l’ansia del primo giorno di scuola era il problema più grande che avevi nella vita.
(Masse78, Twitter)

Una bambina torna a casa dopo il suo primo giorno di scuola. La madre le chiede: “Che cosa hai imparato oggi?”
La bambina risponde: “Non abbastanza, vogliono che torni anche domani”.
(Anonimo)

– Amore com’è andato il primo giorno di scuola?
– Bene, ci ho messo un po’ a far capire alla Maestra cosa doveva fare ma poi tutto ok.
(MaxMangione, Twitter)

Il primo giorno di scuola vuol dire solo una cosa: guerra per accaparrarsi l’ultimo banco.
(dudek_kvar, Twitter)

Si scrive: Primo giorno di scuola.
Si legge: Giornata mondiale per la lotta contro i parcheggi in quinta fila delle mamme con il SUV.
(Masse78, Twitter)

Il problema non è il primo giorno di scuola Ma gli altri 279.
(Anonimo)

I miei genitori erano talmente poveri che quando andavo a scuola non solo mi compravano i libri usati, ma addirittura i diari usati. Il primo giorno di scuola avevo già compito per tutto l’anno.
(Mario Zucca)

Per i tipi esigenti come me, decidere dove sedersi il primo giorno di scuola può essere drammatico. Un passo falso e trascorrerai un anno intero accanto a un completo idiota.
(Dal film Diario di una schiappa)

Manuale per lo studente perfetto: 1. Studia; 2. Alzati solo quando c’è la ricreazione; 3. Segui attentamente quello che dicono i professori e annuisci spesso; 4. Non chiacchierare con i compagni di banco; 5. Non copiare durante le verifiche di matematica; 6. Butta nel cestino questo messaggio! Buon anno scolastico!
(Anonimo)

Il primo giorno di scuola eravamo tutti come delle bocce lanciate a caso su un biliardo, qualcuna un po’ prima e qualcuna un po’ dopo, secondo l’ordine d’arrivo nei banchi. Ma Pucci notava che gli scolari arrivati nei banchi più avanti erano quelli che andavano avanti bene negli studi, e gli scolari arrivati nei banchi più indietro erano quelli che restavano indietro.
(Gianni Celati)

La mia infanzia, nella sua semplicità, è stata accompagnata da un’assoluta certezza: il primo giorno di ottobre iniziava la scuola.
Una data, sempre quella, fissa come Natale o ferragosto. Sembra cosa di poco conto, eppure ha rappresentato per anni un punto di riferimento fermo e sicuro. Un punto intorno al quale girava il tempo, che allora pareva più vasto, lento e disponibile a seguire i miei ritmi.
(Letizia Nucciotti)

Tutti ricordano il loro primo giorno di scuola come un momento solenne ed emozionante. Io ricordo un’immensa cartella di cartone rosso e una mano che mi accompagnò oltre la soglia della porta fino al primo banco e poi mi lasciò al mio destino per correre in ufficio.
Io e la bambina bionda seduta accanto a me ci guardammo e capimmo subito che quella di mettersi al primo banco era stata una pessima idea. I bambini sono perspicaci.
(Federica Bosco)

«Sei pronta ad affrontare il tuo primo giorno di scuola?», chiesi al mio riflesso nello specchio. «No!», esclamai sedendomi sul letto e guardando sconsolata la mia borsa vuota. Sospirai e mi sdraiai coprendomi la faccia con le braccia.
(Federica Bosco)

Il primo giorno di scuola può essere per taluni drammatico perché rappresenta un secondo taglio del cordone ombelicale, per altri invece la possibilità di incontrare bambini con cui giocare.
(Antonio Piva)

Il primo giorno di scuola non si dimentica mai, più o meno come il primo bacio. Varcai il portone della scuola Giacomo Matteotti di Firenze con l’emozione di conoscere i nuovi compagni della prima elementare e il volto dell’insegnante che mi avrebbe accompagnato per ben cinque anni della mia vita.
(Carlo Conti)

Io me lo ricordo. Prima liceo, scienze con la signora Nagutuck, Pearl è entrata, il primo giorno di scuola, si è seduta e tu guardandola mi hai detto “Io sposerò quella ragazza
(Dalla serie tv Fargo)

Il primo giorno di scuola mia madre mi aveva accompagnato. Indossavo un grembiule nero e un bel fiocco bianco ed ero emozionato e orgoglioso del traguardo raggiunto. Eravamo molti bambini perché, secondo le disposizioni di allora la classe doveva essere formata da quaranta alunni.
(Salvatore Savino)

Nulla è più emozionante del primo giorno di scuola. Me lo ricordo: era già dal 23 luglio che facevano la disinfestazione per i topi, avevano vinto i topi e ce ne erano alcuni grossi come cammelli.
Il bidello sorrise e aprì il portone; il portone cadde e aprì il bidello, che ancora sorride: è rimasto sotto ridotto come una specie di radiografia. Lo portarono in ospedale in busta chiusa.
(Giobbe Covatta)

Grembiule nero e fiocco azzurro: per un bambino milanista il primo giorno di scuola è un trauma.
(Diego Abatantuono)

Come al primo giorno di scuola. Sei emozionato, stupito e curioso. Solo che in realtà era il Suo primo giorno. D’Asilo.
(AlbertHofman72, Twitter)

Il primo giorno di scuola, il mio docente disse: “Impegnatevi, perché l’ignoranza e i pregiudizi di domani nascono oggi”. Gliene sono grata.
(Samanthifera, Twitter)

La professoressa di Greco entrò in classe il primo giorno di scuola e ci disse: «Iniziamo subito la lezione, perché il tempo è l’unica cosa che nessuno potrà mai restituirvi»
(Giovanni Floris)

Che cosa avrei voluto sentirmi dire il primo giorno di scuola dai miei professori o cosa vorrei che mi dicessero se tornassi studente? Il racconto delle vacanze? No. Quelle dei miei compagni? No. Saprei già tutto. Devi studiare? Sarà difficile? Bisognerà impegnarsi di più? No, no grazie. Lo so. Per questo sto qui, e poi dall’orecchio dei doveri non ci sento. Ditemi qualcosa di diverso, di nuovo, perché io non cominci ad annoiarmi da subito, ma mi venga almeno un po’ voglia di cominciarlo quest’anno scolastico. Dall’orecchio della passione ci sento benissimo.
(Alessandro D’Avenia)

Dimostratemi che vale la pena stare qui per un anno intero ad ascoltarvi. Ditemi per favore che tutto questo c’entra con la vita di tutti i giorni, che mi aiuterà a capire meglio il mondo e me stesso, che insomma ne vale la pena di stare qua. Dimostratemi, soprattutto con le vostre vite, che lo sforzo che devo fare potrebbe riempire la mia vita come riempie la vostra. Avete dedicato studi, sforzi e sogni per insegnarmi la vostra materia, adesso dimostratemi che è tutto vero, che voi siete i mediatori di qualcosa di desiderabile e indispensabile, che voi possedete e volete regalarmi
(Alessandro D’Avenia)

Parlatemi di quanto amate la forza del sole che brucia da 5 miliardi di anni e trasforma il suo idrogeno in luce, vita, energia. Ditemi come accade questo miracolo che durerà almeno altri 5 miliardi di anni. Ditemi perché la luna mi dà sempre la stessa faccia e insegnatemi a interrogarla come il pastore errante di Leopardi. Ditemi come è possibile che la rosa abbia i petali disposti secondo una proporzione divina infallibile e perché il cuore è un muscolo che batte involontariamente e come fa l’occhio a trasformare la luce in immagini.
Ci sono così tante cose in questo mondo che non so e che voi potreste spiegarmi, con gli occhi che vi brillano, perché solo lo stupore conosce
(Alessandro D’Avenia)

Oggi non è il mio primo giorno di scuola. Non indosso grembiuli che mal si accorderebbero con la mia mole, la mia dignità generica, i miei occhiali pensosi, che sono la mia parte più squisitamente intellettuale. Sono esentato dalla marmellata, dai quaderni, dalle campanelle, e nessun bidello, nell’intera penisola, ha alcun potere su di me. Dal punto di vista della scuola, e di questo, fatale, iniziatico primo giorno, io sono un uomo libero. Non è un risultato da poco, e qualcuno vorrà sapere come mai io, che sono, tutto considerato, un inetto, sia riuscito a tanto. Il metodo è semplice: invecchiando
(Giorgio Manganelli)

Buongiorno con gli occhi stupiti di un bimbo che per mano alla madre va incontro al suo primo giorno di scuola.
(AlbertHofman72, Twitter)

Auguri per il tuo primo giorno di scuola! Affronta le nuove sfide a testa alta e ricordati che noi ci saremo sempre per te.
(Anonimo)