Skip to main content
Frasi Belle

Scrittori di aforismi su Twitter, Godzyperplesso

Annunci

Nella sezione Scrittori di aforismi su Twitter l’articolo di oggi è dedicato a @godzyperplesso (Godzilla è perplesso). Nella breve nota biografica che mi ha inviato, l’autrice scrive di sé: “Dopo più di un trentennio di tentativi di successo malriusciti, ho deciso di dedicarmi a un’attività che mi riesce egregiamente: fallire con brio. Amo lo sport, i tramonti, le passeggiate in spiaggia e mentire spudoratamente sulle mie passioni mentre sorseggio del vino stravaccata su una superficie orizzontale qualsiasi”.

@godzyperplesso ha iniziato a usare Twitter nel 2015 con un vecchio account e poi si è di nuovo iscritta nel febbraio 2017. “Scrivo su Twitter per cercare di tenere un contegno nella vita reale. Godzilla è perplesso riassume due delle mie più grandi capacità: distruggere cose e inarcare il sopracciglio”.

@godzyperplesso è tante cose: è cinismo (“Impressionante quante persone non sappiano leggere e lo facciano vedere scrivendo”), menefreghismo (“Ogni persona che incontri sta combattendo una battaglia di cui tu non sai nulla. Fingi di fare una telefonata prima che te la racconti”), leggerezza (“Rifarei tutto da capo, ma con più paillettes), delusioni e imprecazioni (“Mi sto facendo una meravigliosa collana di delusioni da abbinare al bracciale di imprecazioni”), disappunto (“Sto cercando di ricordare quando è iniziato questo mio profondo disappunto verso la vita e credo sia stato con la pestilenza del 1347”), asocialità (“Che certi mi trovino antipatica, onestamente, lo vedo come un successo personale”), carenze affettive (“Carenze affettive così palesi che se stanotte arriva la bambina di the ring a uccidermi le chiedo se possiamo dormire abbracciate, prima”), inettitudine e fragilità (“Ho una versione tutta mia del salto a ostacoli in cui sto ferma e li guardo accigliata aspettando che cadano”), autodistruttività (“So cosa voglio e farò di tutto per sabotarlo”) ed è anche tante ferite e ammaccature (“Ne sono uscita nell’unica maniera possibile: ammaccata”).

Ma in questa specie di disastro, dove non c’è una cosa che non sia sbagliata, (“Non so cosa sto facendo né perché, ma so per certo come lo sto facendo: sbagliato”), non si può non provare una sorta di ammirazione per questo groviglio di difetti e velleità, dove l’intelligenza brilla limpida anche se non vorrebbe brillare (“La struttura del mio cervello non è adatta al pensiero, ma lui non lo sa e infatti continua a partorire cretinate”), dove l’anticonformismo è un diamante troppo puro per adeguarsi al mondo, dove l’autenticità e l’essere se stessi – nelle proprie contraddizioni – sbriciolano qualsiasi forma di ipocrisia e falsità.

Non c’è un solo difetto di @godzyperplesso che non sia autentico, che non sia pieno di luce, pur nella sua negatività, e a noi lettori viene da prendere questi difetti a uno a uno e – come vorrebbe fare l’autrice in un suo tweet – “spolverarli e allinearli in pieno sole” e dire: sono bellissimi” perché sono fragili, ribelli, urlanti, e proprio per questo pieni di umanità.

Presento una raccolta dei migliori tweet di @godzyperplesso:

**

@godzyperplesso, Tweet scelti

Quindi ti piacciono i viaggi e la musica, pazzesco, io invece sono appassionata di cartelle di Equitalia e infezioni alle vie urinarie.

Ogni persona che incontri sta combattendo una battaglia di cui tu non sai nulla. Fingi di fare una telefonata prima che te la racconti.

Che fatica tenere su un profilo Instagram senza essere figa.

Non t’ama chi amor ti dice,
ma chi ti vede con gli auricolari e tace.

A spasso col cane, due gentiluomini non proprio sobri mi urlano “ehi bella, vieni qua”.
Poi vedono la belva e si correggono in “scusi signorina, buona serata”.
Visto che non tutte girano con un mastino di 60 kg, proporrei di smetterla con queste cazzate.

Undicesimo comandamento: lascia perdere.

Il primo giorno di ciclo odio tutti senza distinzione.
Il secondo divento specifica, odio tutti ma ciascuno per un motivo preciso.

Ho il dono della sintesi, nel senso che alle volte qualcuno mi fa discorsi lunghissimi che il mio cervello riassume con “è un coglione”.

Che certi mi trovino antipatica, onestamente, lo vedo come un successo personale.

Dio,
concedimi la serenità di accettare le cose che non posso cambiare,
il coraggio di cambiare le cose che posso
e abbastanza alcool da non mandare affanculo nessuno nel mentre.

Il corpo umano è una macchina meravigliosa ma io francamente mi sento una Panda del 1983.

Faccio cose, allontano gente.

Impressionante quante persone non sappiano leggere e lo facciano vedere scrivendo.

Se ci resto male ancora un paio di volte, completo la raccolta e vinco l’ambita maglietta con scritto cretina.

Carenze affettive così palesi che se stanotte arriva la bambina di the ring a uccidermi le chiedo se possiamo dormire abbracciate, prima.

Le cose che fanno paura vanno fatte cantando a volume molto alto.

La risposta è dentro di te e ti consiglio di lasciarla lì.

Io vorrei essere davvero bellissima per poter uscire di casa struccata senza sembrare un calamaro, invece sono solo menefreghista e quindi lo faccio lo stesso.

Io spero solo che tutte queste giornate in salita almeno mi rassoderanno il culo.

Tutto questo sforzo per essere una brava persona mi ha profondamente annoiato, da oggi sarò un bravo cactus.

Mamma mi vorrebbe felice.
Il cane mi vorrebbe sempre a casa.
Papà mi vorrebbe di successo.
Io simpatizzo col mio ex che mi vorrebbe morta.

Ogni giorno cerco di fare qualcosa di nuovo, qualcosa di vecchio, qualcosa di blu e una figura di merda.

È importante avere un piano di riserva, ecco perché tengo un apribottiglie attaccato alle chiavi di casa.

Io la linea gialla me la disegno intorno.

La mia parte preferita della giornata è quella in cui comincio a perdere lucidità.

A sentire quello che promette la mia crema viso, domattina mi sveglio Charlize Theron.

Non discutere mai con un sessista, ti trascina al suo livello e poi ti chiede se hai il ciclo.

So cosa voglio e farò di tutto per sabotarlo.

Vorrei dare alla gente una seconda possibilità, ma ho controllato e mi servono tutte.

Quando è ora di voltare pagina, di solito perdo tempo disegnando cazzetti sui margini.

Chi tace va ringraziato.

Noi figli dell’era informatica ogni sera ci spegniamo sperando, al riavvio, di funzionare meglio.

Sono in quella fase della vita che spero sia solo in una fase della vita.

Ogni tanto è importante fermarsi, tirare un bel respiro, alzare lo sguardo al cielo e imprecare alle nuvole come Nonno Simpson.

Se vedo una pozzanghera mi viene un saltello, non un pensiero melenso, ed ecco perché ho i piedi bagnati e la testa vuota.

Il problema di noi analitici e che sezioniamo la felicità per vedere se é viva.

Non so quasi mai niente, ma la mancanza, quella la so benissimo.

Ciao, vuoi salire da me a cronometrare quanto poco ci mettiamo a litigare?

Rifammi quella cosa con la bocca, si quale, quella in cui la tieni chiusa così almeno non dici cazzate.

Oggi festeggio 12408 giorni di sopracciglio inarcato con supponenza.

Dopo 36 ore dalla visualizzazione di un messaggio, la tua non è una risposta, è una resurrezione.

Rifarei tutto da capo, ma con più paillettes.

La struttura del mio cervello non è adatta al pensiero, ma lui non lo sa e infatti continua a partorire cretinate.

Ho preso i miei difetti, li ho spolverati e allineati lì in pieno sole e, fatemelo dire, sono bellissimi.

I deboli piangono, i duri coltivano la gastrite nervosa.

Che bel ragionamento, scrivimelo su una pergamena finissima, così non graffia quando mi ci pulisco il culo.

Il tramonto è finito, andate in pace.

Mi sto facendo una meravigliosa collana di delusioni da abbinare al bracciale di imprecazioni.

Straziami ma di pizza saziami.

Sto cercando di ricordare quando è iniziato questo mio profondo disappunto verso la vita e credo sia stato con la pestilenza del 1347.

Solidarietà ai poveri culi senza un’erezione appoggiata contro.

Mi duole ricordare che, anche a coprirla con una montagna di cazzate, la realtà esiste lo stesso.

Abbiamo esaurito i lietofine, ma ci sono quelli così così in sconto.

La carta della bellezza me la sono giocata a 17 anni, quella dell’intelligenza a 25, ora mi resta solo quella delle rughe da disappunto.

Per una dieta migliore, invece di una birra mi sono presa un estratto alla pera.
Corretto rum, perchè ho detto migliore, non perfetta.

Ora prendo un aspirapolvere e mi raccolgo un attimo.

Sono abbastanza sicura che questa nausea dipenda dal mondo.

Ne sono uscita nell’unica maniera possibile: ammaccata.

Sai, la gente è strana,
Prima si odia
E poi è ora dell’aperitivo e voglio bene a tutti.

È il momento di chiudersi in un bozzolo di cemento armato.

Ma io quasi quasi mi sdraio sul balcone e aspetto che la brina mi ricopra.

Sono abbastanza sicura che, se restassi ferma seduta in silenzio, i guai mi verrebbero a cercare per dirmi che gli manco.

Il cuore dice “Fai questa follia!”.
Il cervello chiede “Perché?”.
Dal fondo, una voce risponde “Perché tanto si sa comunque che sei cretina”

Siamo tutti d’accordo che il vino conta come generico del sesso, spero.

Che momento storico soddisfacente, per chi aspira a fare una vita di merda.

Fregarsene quante calorie fa?

L’Italia è famosa nel mondo per la pizza e la pasta, quindi il mio non è un culone, è un segno dell’amore per il mio Paese.

Mi spaventano i film horror, l’idea di morire e quelle che dicono che il risotto fatto col Bimby è più buono.

Tutto questo tempo perso a sfottere la gente sul web potrebbe essere usato per fare qualcosa di utile, tipo vergognarsi di se stessi.

Teniamo presente che c’è sempre qualcuno che ci osserva.
Scuotendo la testa.

Sono fatta al 70% di razionalità, il resto poi è quasi tutto gastrite.

C’ho la pazienza in riabilitazione.

Sulla carta d’identità, alla voce segni particolari, ho il “eri così bella da piccola” di mia madre.

L’amore è guardarlo pensando che non esiste creatura più bella, mentre lui ti guarda pensando che sarebbe ora di dargli le crocchette.

Quella rifatta critica chi si rifà, quello che lavora nell’azienda di famiglia ci spiega come dev’essere un curriculum, io bestemmio.

Entro in casa e il cane mi accoglie mettendosi autonomamente in castigo con aria colpevole.
Nel dubbio l’ho sgridato, ora resta da capire che cosa aveva fatto.

È tardi, fai il bravo, esci dalla mia testa e vai a dormire.

Non faccio sesso da così tanto tempo che se mai ricapita mi servirà l’aiuto del pubblico.

Gioco col cane, mi dà un morsino, sangue.
Cerco di mettere un cerotto, il cane lo morde.
Ne prendo un altro, il cane morde la scatola.
La metto in un cassetto, il cane morde il cassetto.
Se cercate casa mia su Google Earth, è quella con un morso sul tetto.

Colpo di scena: gli idioti sono veramente idioti.

Quando sento di non farcela, tiro un bel respiro.
Non ce la faccio uguale ma almeno mi godo il fumo passivo di chi mi sta intorno.

Il mio cane scorreggia, annusa l’aria, mi guarda con aria oltraggiata e se ne va.
Ha un futuro in politica.

Vi auguro un sereno e felice mah.

Sono adorabile, se tieni la luce bassa e ignori quel che dico.

Tengo le distanze a farmi compagnia.

Renditi utile, decomponiti e diventa nutrimento.

Cara Madre Natura, hai cominciato tu.

Cercasi farfalle per buco nello stomaco.

Sii il disastro che vorresti evitare.

Siamo degli illusi che credono che ogni cosa abbia un senso e ogni anima abbia il suo posto e questo, diciamolo, per colpa di Tetris.

Siamo quelle che perdono mezz’ora per truccarsi in modo da non sembrare truccate, mi pare ovvio che abbiamo dei problemi anche gravi.

Non me la canto, non me la suono e soprattutto non me la sento.

Il corpo sa cose che grazie all’alcool la mente rimuove.

Dio, capisco che non c’erano cervelli per tutti e qualcuno è rimasto senza.
Ma la bocca per parlare però gliel’hai data lo stesso, non vale.

Certo che sono antipatica, dovrò pur farmi ricordare per qualcosa.

Il mio segreto è non farcela ma con dei capelli straordinariamente setosi.

Non so cosa sto facendo né perché, ma so per certo come lo sto facendo: sbagliato.

Punto tutto sulla mortalità.

Ogni mattina una gazzella si sveglia e sa che, appena entrerà in doccia, il leone aprirà l’acqua calda in cucina per nessun motivo apparente

Non ti chiedo molto, solo di scusarti per ogni notte che il ricordo di te mi ha rovinato.

Il mio sogno nel cassetto è ubriacarmi con le caramelle gusto spritz.

Il cane ha imparato a nascondere le mie spugnette da trucco per mangiarsele con calma.
Batte in intelligenza metà delle persone che conosco.

Quando incontro una difficoltà insormontabile, la fisso sdegnosamente e passo oltre con decisione.
Fino a girare l’angolo, così posso piangere di nascosto.

Il momento più intensamente soddisfacente di questo 2017 è stato cambiare la pellicola allo schermo senza fare nemmeno una bolla.

La vita sembrava più facile, vista dalla pancia di mamma.

La sovrappopolazione del pianeta diventa lampante, quando hai bisogno del bagno.

Diamo inizio a sta maratona di risposte qualunquiste ad auguri randomizzati, dai.

Credo, ci si,a una certa, confusio,ne su, dove vada m,essa la, virgola.

Sento il bisogno di un bagno di mezzanotte nella vodka.

Professione: allevatrice di rancori.

Potete farvi sta scopata e smetterla di ammorbare la vita altrui coi preliminari verbali? Grazie.

Ora mi avvolgo nel piumone e domani mi sveglio come un kebab ripieno di astio.

Ho questa smania di ordine per cui tolgo il superfluo da cucina, soggiorno, bagno e sposto tutto nella mia testa.

Ho una versione tutta mia del salto a ostacoli in cui sto ferma e li guardo accigliata aspettando che cadano.

Se scavo a fondo nella mia anima, arrivo a solide fondamenta di disinteresse.

Scusa, non posso parlare con te, sto cercando di farmi passare l’idea di essere più intelligente della media e tu le dai troppe conferme.

Oggi vorrei solo accasciarmi abbracciata a una pizza e asciugarmi le lacrime con le croste avanzate, ma io le croste non le avanzo e quindi niente, piano abolito.

Ho sentito distintamente i miei anticorpi urlare “la battaglia è persa, ritirata!”.

Non rimandare a domani l’incazzatura che potresti sfogare oggi.
Tanto domani avrai di nuovo motivo di fare una scenata, tranquillo.

Il primo passo è sempre il più difficile, poi inciampi, inizi a rotolare e l’inerzia fa il resto.

Il problema delle relazioni è che finiscono e poi sei obbligata a truccarti per vederlo e non essere troppo più cessa della sua nuova tipa.

La giornata parte così bene che, se nel pomeriggio dovessi venire aggredita da un coccodrillo, sarebbe un palese miglioramento.

Il sole splende, gli uccellini cinguettano, la vita sorride e non vedo l’ora di sapere come farò casino oggi.

Andate e motiplicatevi, possibilmente per zero.

La scusa del mal di testa la uso persino con me stessa.

La polvere ci sta fissando, diamoci un tono.

Sto tentando di smettere di essere autodistruttiva, ma la mia costanza nel mancare le porte e prendere spallate sugli stipiti è un chiaro presagio di fallimento annunciato.

Gli asintoti sono rette a cui una curva tende ad avvicinarsi all’infinito, senza mai riuscire a incontrarle.
Il mio asintoto è la voglia di fare.

Il sonnellino pomeridiano ti lascia quella fragilità che potresti piangere per un nonnulla oppure mangiarti il frigo, sportello e calamite compresi.

Ho una ciocca di capelli che proprio non vuole stare legata, come la capisco.

Scrivo e cancello, riscrivo e cancello, tentando di simulare un cervello che, palesemente, è scappato senza di me.

Potevo far peggio, ma sarebbe stato faticoso.

Se dovessi fare un elenco di cose da fare oggi, sarebbe così grande da poterlo usare come coperta mentre dormo tutto il giorno.

Quando morirò, sulla lapide vorrei l’elenco degli hashtag che ho silenziato.

Era tutto più divertente quando si faceva sesso e le endorfine ballavano la macarena nel mio cervelletto.

2 Comments