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Chi segue questo blog sa come nei miei articoli ho sempre privilegiato la qualità dell’aforisma. Per primo ho introdotto in Italia l’aforistica serba (in realtà mi ha preceduto una breve antologia di Mraovic pubblicata in una rivista nel lontano 1993), ho fatto conoscere gli inediti di Gomez de la Serna (nessuna rivista o giornale italiano ne ha parlato), ho fatto una gelida escursione in Finlandia dove l’associazione aforistica finlandese ha istituito la giornata nazionale dell’aforisma. Ho recensito due tra i più importanti autori italiani dell’aforistica contemporanea (Mario Postizzi e Rinaldo Caddeo), ho dedicato ampio spazio al Centenario di Ennio Flaiano. E più di una volta non mi sono prestato a promuovere libri di aforismi che non erano nelle mie “corde” personali
Se adesso mi metto a parlare di Samanthifera e dei suoi aforismi su Twitter (si veda link), forse qualcuno si stupirà. Ma vi posso assicurare che la qualità di questi aforismi è tale (in realtà io li definirei tweet-aforismi) che quando li ho letti per la prima volta sono rimasto impressionato (ho fatto il cosiddetto balzo sulla sedia) e ho subito pensato di recensirli. A mio personale parere, tra i tanti giovanissimi scrittori di aforismi, Samanthifera è quella più talentuosa e promettente.
Samantha Leone A.K.A “Samanthifera”, è nata “in un bollente Ferragosto da madre veneta e padre pugliese. L’ensemble è certa sortisca l’effetto di una macumba per la sua vita”, vive a Torino, “citta che non ha il mare”.
Si definisce “Samicentrica”, “San-antha”, ma Samantha in sanscrito significa anche “colei che sa ascoltare”. In perenne bilico tra una occupazione precaria e Ingegneria, (“Pensa che a far ingegneria sprechi potenzialità. Presto sulle strade, tra l’umido e l’indifferenziato, il Samantha, cassonetto per talenti”), da qualche mese scrive i suoi aforismi su Twitter attraverso un suo percorso creativo e originale (“Twitter è un pianeta con scritto all’ingresso Avanti, di mio presto solo cura a non scambiarlo per Avanzi”).
In Samanthifera c’è una consapevolezza stilistica e tematica che è davvero rara per una scrittrice così giovane. La forma stilistica maggiormente adottata è quella del paradosso e del doppio senso “Quando mi cerchi, basta che fai due passi fuori tema. Mi trovi seduta all’ombra del nonsense più grande che incontri” e “I doppi sensi son l’orgasmo dei feticisti delle parole. Per il resto,l’ambiguità mi spaventa, ma solo quella dei sentimenti”, ma Samanthifera percorre anche altre forme aforistiche, dalla notazione diaristica (Innamorarsi del cervello della gente, non la portava mai a niente. Si mise allora a cercare un cuore intelligente!”) al calembour (i migliori calembour che ho letto negli ultimi anni, da “Di necessità schiavitù”, Ci vorrebbe il vaccino contro l’influenza A-vatar”, “Penso dunque sonno agitato”), al frammento poetico (“Le foglie col loro rumore disidratato. Le mangerei, che abbracciarle come si fa”) alla battuta (“Scandali a destra e sinistra. Raggiunta la porn condicio”).
Tra i suoi modelli di riferimento ci sono De Andrè, Alda Merini (Samanthifera “Si vergogna per chi trascrive i versi della Merini scambiando ch con k”), persino Charlie Brown più volte citato. Tra quelli non citati l’autore che più le si avvicina (già sento lo schock dell’accostamento) è Canetti, cultore raffinatissimo di un genere diaristico caretterizzato da una estrema varietà di variazioni, anche con aforismi ridotti a una sola parola (Samanthifera ne scrive uno davvero canettiano “Bi/sogni”). L’autrice torinese è ironica e malinconica, ma non pessimista. Le tematiche sono la solitudine, l’incomunicabilità, la stupidità e la nevrosi della società contemporanea, la precarietà esistenziale, la scrittura.
La produzione di Samanthifera su Twitter è piuttosto ampia, il suo talento e la genialità è tale che vorrei citare molti più aforismi di quelli che il lettore troverà qui di seguito. Mi riprometto di tornare a parlare presto di Samanthifera.
Per quanto riguarda la selezione dei testi la questione non è filologicamente irrilevante. E’ l’eterno dilemma di chi compila un’antologia: scegliere una selezione dei migliori pensieri o scegliere un continuum (tematico o temporale)? Alla fine ho scelto un continuum temporale (gli ultimi 4 mesi) elidendo alcuni aforismi poco significativi.
Ecco una prima selezione tratta da Twitter (il periodo temporale selezionato va da novembre 2009 a inizi marzo 2010). Come ho già ricordato nel precedente articolo, gli aforismi su Twitter non possono superare i 140 caratteri:
Di necessità schiavitù
La quantità è la qualità che meno mi interessa
“Le parole sono nate dai pensieri e rimpiango il tempo in cui scaturivano dal mio respiro” (Joe Bousquet)
Insegno ad una farfalla a disegnare, così mi fa vedere come si vola
Denuncerò il carpe diem per stalking
Il difetto maggiore di un posto vuoto è che non è pieno e non è vuoto
Abito nella pagina accanto, ma non trovo la parola per uscire da questa
Non si può riempire il vuoto di chi non c’è, solo occuparlo
Ci sono luci inenarrabili dal sole
Accettare di essere un mammifero è tra i miei obiettivi
Allegra scoperchia il vaso di Pandoro, vivrà le feste vestita di solo zucchero a velo
Samicentrica
Devo scandirmi, mi sono detta desistere o d’esistere, non ho capito
Se vuoi fare un favore una gentilezza un atto d’amore, impara a farlo gratis. O impara a non farlo
Ho gli occhi colle tasche bucate. Quel che guardo non fa compagnia a quel che hanno già visto
“Bisogna scrivere versi tali che a gettare una poesia contro la finestra il vetro si deve rompere” [Daniil Charms]
Le cose che si dicono prima di iniziare a parlare
I bugiardi mi attraggono, perchè loro la verità la sanno
Seta che sa farsi fune forte
L’amore è una resa, sa di cuscini, sprofondare. Una resa, forse tarda, ma ambita
Charlie Brown: “Certi cani son nati per andare a caccia, altri per far la guardia. Snoopy: “E’ matto, i cani sono nati per dormire al sole.”
Innamorarsi del cervello della gente, non la portava mai a niente. Si mise allora a cercare un cuore intelligente.
“Eccezionale. Se c’è una parola che odio è eccezionale. È talmente fasulla” [Salinger, Il giovane Holden]
Raddoppia il caffè della mattina. Per raggiungere il minimo risultato col massimo nervosismo
Ci vorrebbe il vaccino contro l’influenza A-vatar
Chi sa sempre dirti dopo cosa avresti dovuto fare prima cretino che sei. Chi sa sempre tutto. Anche insegnarti a nuotare per corrispondenza.
Un’altra notte operaia, sogni in catena di montaggio, ho perso una certezza sotto la pressa, l’alba mi alza ridimensionata, fuori contesto
Amo le vie di salvezza orizzontali, che ti sporchi che cammini tu, non le vie verticali, preghiere che rendono inutile l’orizzonte
Impacchi di coscienza
E’ in liturgica concentrazione per esami. L’unico moto erotico è del suo libro che, sfogliato, la sfiora.
Cerca di darsi fuoco con un incenso
Datemi una VeLa e vi solleverò il mare
Il vento spinge, ma direi che la vela tira
Se l’egoismo rendesse grandi, i letti matrimoniali andrebbero fatti enormi
Quando ti convinci di poter prendere ostriche con la canna da pesca. Perchè la tua, è una canna da pesca diversa
Penso dunque sonno agitato
Le si è rovesciato il bicchiere d’acqua sugli appunti scritti a matita. No, lei non è sfortunata. E’ diversamente fortunata
Sorridendo disse: “Sai cosa accade se uno apre il cuore?”. “Si guarisce!” [Murakami]
“Passa il tempo”, pensa l’uomo. “Passa l’uomo”, ride il tempo
Si fa di “ero”. Che il suo presente è quello che è.
Quando ci si trova nel tempo perso da qualcun altro.
The dark side of the snow
Ogni giorno c’è un cambio di pelle. Ogni giorno si nasce e si muore. Un piccolo infinito.
Le abitudini, che ci confermano come uno specchio, ma bendano chi siamo.
Spellare le apparenze
Pensava, è bello che dove finiscono le mie dita debba in qualche modo iniziare un libro di Sistemi informativi
Si domanda se anche sotto la neve ci sia scritto Made in China.
Più che altro diciamo addio a foreste millenarie giacchè i fazzoletti son figli loro. Mi soffio il naso con l’Amazzonia.
Grazie all’influenza vive in un cimitero di fazzoletti di carta. Epigrafi biodegradabili
Che le attenzioni si rubano semmai, non si chiedono
Il fuori è roba deperibile come dico io, il dentro è work in progress e lo sarà tutta la vita
Amami per i miei soli capelli biondi” [Marilyn Monroe]
Le feste mi rendono silenziosa. Ho indole cuscinettata come le zampe dei gatti
Se vede passare la cometa le mette il sale sulla coda, per dispetto
E’ che i pensieri hanno natura circolare. Se per rabbia non gli lasci fare il loro corso tornano e tornano e tornano
Scopre che la parola Love deriva dal sanscrito lobha, che significa avidità. Si spiega così molti suoi fidanzamenti mandati a rottamare
Ha il cuore che sbaglia sempre. Persino i battiti sono solecismi
Un occhio che non ha bisogno di luce per vedere bene. Affronterei un bosco di notte vestita solo del suo punto di vista.
A gran sorpresa, in amore vince chi fugge.
E quelli che ti parlano di cosa fanno nella vita come fosse una cosa iniziatica. Che gli altri o non ci arrivano o non ci possono entrare.
Bi/sogni
Il suo calendario interiore oggi festeggia Sant’Ansia.
Aspettare è la non cosa che so fare meglio.
“Una vita tragica è romantica quando capita a qualcun altro” (Sally Brown)
Che poi, chi ti dice di accontentarti di scoprire il mondo che già hai sotto gli occhi, di 100 che ce ne sono te ne ruba 99.
Guarda le sue piante grasse, che riducono la foglia ad una spina. Solo dalla Natura si dovrebbero prendere consigli
E dire che basterebbe ignorarsi per capirsi.
C’è interazione. Sono un ecosistema perfetto. Riesco benissimo a torturarmi da sola
Raccolgo in me una forma insolita di ermafroditismo. Sono sia la goccia cinese che la roccia bucata
“Pensavo che dio fosse più raffinato” [Kafka]
Guardandoti allo specchio….rischi la sindrome di Stendhal
Chissà perchè, se lo spirito è forte e la carne è debole, vince sempre la carne
Quando mi cerchi, basta che fai due passi fuori tema. Mi trovi seduta all’ombra del nonsense più grande che incontri
Sconvolta dal fatto che l’anagramma di “Cuore materno” sia “Un amore certo”. Non se ne esce
Teletrasporto emozioni, da me a me, facendo il giro largo. Chiamami Caronte
Autunno: rivolta cromatica.
Contavo di rimanere single fino a Natale, Natale 2060. Single bells, single bells!
Un vero talento. Non potrò fare a meno di continuare a leggerla su Twitter in futuro. E complimenti anche a chi scopre simili perle aforistiche, come l'autore di questo blog.
bellissimiBravissima SamanthaTorino è sempre stata una "fucina" in tutti i sensi…Anche se poi ha la maledizione di perdere i pezzi per strada, di non saper tenere presso di sé i "fuoriclasse" che ha generato…(vedi il Mistero di Torino, Messori-Cazzullo)
In quel labirinto che è Twitter ho ho avuto la fortuna di scoprire Samanthifera casualmente. E' davvero un talento aforistico, peraltro l'aforisma declinato al femminile, anche se meno frequente, ottiene dei risultati davvero fulgidi. Alda Merini, Maria Luisa Spaziani e Marcella Tarozzi Goldsmith in Italia, Vesna Den?i? in Serbia, Mirkka Rekkola ed Helena Anhava in Finlandia. Continuando la rassegna in giro per l'Europa c'è Patricia Holeková in Cecoslovacchia, ci sono esempi anche in Germania. Magari un giorno, in questo mio blog – un vero e proprio laboratorio di brevità applicata – scriverò un articolo sopra l'aforisma femminile
Vi ringrazio, troppo buoni. L'aforisma specchia il modo in cui cerco la vita. Bellezza che cresce nell'essenziale. Bellezza che ingrassa quando riduci tutto il resto all'osso.S.
Seguo Samanthifera su Twitter da diversi mesi e la sua scrittura mi ha colpito dal primo istante. Sono molto contenta che tu le abbia dedicato un post. Se lo merita davvero.
Grazie, credo che Samanthifera si meriterà anche qualcosa di più in termini di riconoscimento letterario. Spero che questo mio articolo sia solo il primo dei tanti riconoscimenti.
Fabrizio
Sgomenta, incuriosisce, talvolta toglie il fiato per la bellezza di un termine, a volte per la drammaticità di un argomento. Cavalca impavida la forza delle parole e le rende mansuete e docili. Accanto a lei significherebbe viaggiare in mondi caleidoscopici. Sembra quasi che non sia di questa Terra, anzi per me non esiste neppure, è un’entità celeste mandataci da qualche somma divinità, per riconoscere i nostri limiti, per illuderci che tanto noi non potremo mai abitare il suo corpo, quel suo esile corpo di gigante.. Fabrizio F.
Merci Fabrizio F. Ho letto è ho ricordato uno stralcio del libro-diario di Colin Clark, colui che, assistente alla regia sul set di Il principe e la ballerina, per una settimana, assente Arthur MIller, diventò confidente e amico intimo di Marilyn Monroe. Egli le diceva che non avrebbe mai saputo amarla come persona, perché avrebbe voluto dire possederla e nessuno uomo sarebbe mai stato in grado di farlo, anzi, non avrebbe nemmeno dovuto provarci. Ella allora gli rispose che non voleva essere irrangiungibie, bensì amata come una ragazza qualunque, in un letto qualunque. Che c’è di male? E Colin le rispose, non c’è nulla di male, Marilyn. Solo che le cose non stanno così.
Samantha
Ho un’idea molto chiara del possesso: nessuno appartiene a nessuno. Neppure il nostro corpo ci appartiene, l’abbiamo in prestito e lo restituiremo a tempo debito. Ciò di cui si può godere è la coscienza di vivere accanto a un altro essere simile a noi, apprezzarne le differenze che ci arricchiscono, lo scambio di sensazioni, il dono della libertà, sempre ovunque. Siamo belli e misteriosi come le bolle di sapone, delicate sono le coesioni dei nostri involucri rilucenti. Non si possono possedere le bolle di sapone, si possono solo contemplare. Siamo eternamente irraggiungibili, anche quando si sta fianco a fianco. Ma ci è dato godere del calore, della bellezza e della parola, anche se esistiamo costretti dietro i nostri invisibili confini, ed è già una grande cosa. Ritengo che gli aforismi nascano in buona parte da questa condizione. F.F.