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Frasi BelleL'aforisma in Francia

Alain Bosquet, Aforismi sulla poesia

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Povero aforisma, se persino Wikipedia inserisce due dei libri di aforismi più importanti della letteratura francese contemporanea, Le gardien des rosées e La Fable et la fouet di Alain Bosquet, tra i libri di poesia!

Alain Bosquet (pseudonimo di Anatole Blisk) nasce a Odessa in Ucraina nel 1919. Passa l’infanzia e l’adolescenza in Belgio e dal 1951 si trasferisce a Parigi dove muore nel 1998. Scrittore in lingua francese, poeta molto prolifico e conosciuto (autore di quasi venti raccolte di poesia raggruppate nel 1996 nella raccolta “Je ne suis pas un poéte d’eau douce“, pluripremiato e tradotto in diverse lingue – in italiano Livre du doute et de la grâce è stato tradotto dalla poetessa e aforista Maria Luisa Spaziani), romanziere altrettanto prolifico, critico letterario, giornalista e traduttore (profondo conoscitore della lingua inglese, che insegna per un certo periodo in alcune università francesi e curatore di una “Anthologie de la poésie américaine” nel1956  e di “35 jeunes poètes américains”  nel 1961) , Alain Bosquet è stato anche membro della “Académie royale de langue et de littérature françaises de Belgique” .

Bagliori aforistici si trovano già nelle raccolte poetiche di Bosquet, in particolare nella trilogia 100 Notes pour una solitude (1970), Notes pour un amour (1972) e Notes pour un pluriel (1974) dove le poesie sono brevi, dai versi irregolari, evocanti – nel disegno di un paesaggio, nella scelta di una metafora, nella riflessione morale – gli haiku giapponesi. Tuttavia per vedere il primo libro di aforismi di Bosquet bisogna aspettare il 1990 con la pubblicazione presso Gallimard (il suo editore di riferimento) di Le gardien des rosées, aphorismes. Seguono La Fable et le fouet nel 1995 e Le Verbe est un navire (pensée et aphorismes) nel 1998, diario intimo della sua battaglia contro la morte.

Nell’aforisma di Alain Bosquet tornano i temi conduttori delle sue poesie. Come scrive molto bene il critico Robert Fricks, Bosquet descrive “l’impossible coincidenza tra il sé e il mondo, le illusioni del linguaggio e la disfatta della poesia che non impediscono la ricerca del meraviglioso e del derisorio”

L’aforisma di Bosquet è rapido, leggero, denso di metafore e di allusione, soprattutto poetico. A differenza di molti suoi colleghi aforisti che scrivono aforismi sull’aforisma, Bosquet scrive soprattutto aforismi sulla poesia. In Le gardien des rosées, i primi due capitoli “Poème poésie poéte poétique” e “Ecrit écriture écrivain écrivain” sono infatti dedicati a riflettere sui rapporti tra l’io, il mondo, la poesia e il linguaggio.

Bosquet non è l’unico che scrive aforismi sulla poesia. In Italia, tra i tanti aforismi dedicati alla poesia, Alda Merini scrive “Non prendete i poeti perché vi scapperanno tra le dita”, Donato Di Poce “Anche gli alberi a primavera scrivono poesie. E gli stupidi pensano che siano fiori”, Alberto Casiraghy “Il poeta è un abisso che vede in tutte le direzioni”. Alain Bosquet però è forse l’unico autore dove la riflessione in forma aforistica sulla poesia è così intensa. Già in un poeta statunitense Carl Sandburg (1878-1967), che Bosquet traduce in francese, ci sono aforismi molto simili a quelli che poi compariranno in Le gardien de la rosé.

“La poesia è il diario di un animale marino che vive sulla terra e che vorrebbe volare”
“La poesia è un documento immaginario che spiega come si creano gli arcobaleni e perché spariscono”
“La poesia è il perfezionamento di una sintesi tra il giacinto e il biscotto”
“La poesia è l’arrangiamento cinetico delle sillabe statiche”
“La poesia è l’imitazione del grido che si proferisce trovando 1 milione di $, e l’imitazione del grido che si proferisce perdendoli”
“La poesia è un teatro di marionette, dove gli occupanti di razzi e di sottomarini spettegolano sul sesto senso e la quarta dimensione”
(Carl Sandburg)

Nei due capitoli di Le gardien de rosées la riflessione aforistica di Bosquet sulla poesia e sul linguaggio è intensissima. “Il poeta dapprima trova. Egli cerca dopo” (“Le poète trove d’abord. Il cherche ensuite”), “Il mare è un trattato di pace tra la stella e la poesia” (“La mer est une traité de paix entre l’étoile et le poème”, Il poeta trasmette: il comprendere è superfluo” (“Le poéte transmet: le comprendre est superflu”) sono solo alcuni dei tantissimi aforismi sulla poesia (nel solo primo capitolo ne troviamo 150) scritti da Bosquet.

Vorrei riportare qui una selezione dei migliori aforismi sulla poesia tratti dal primo capitolo “Poème poésie poéte poétique” e dal secondo “Ecrit écriture écrivain écrivain” del libro Le gardien des rosées (gli altri capitoli del libro sono “Entre le moi et le je”, “Dieu dieux divinités”, “Femmes, femelles, féminités”, “Absurd, absolu, aberrations”). Per la traduzione segnalo che il termine francese poème è praticamente intraducibile in italiano. Analogo all’inglese poem, va inteso nella accezione elementare di “componimento poetico, lungo o breve. In questa mia traduzione poème viene tradotto con poesia, tranne che in un caso dove viene tradotto con “componimento poetico”.

Alain Bosquet, Le gardien des rosées (aforismi scelti tratti dai capitoli “Poème poésie poéte poétiqueeEcrit écriture écrivain écrivain) 

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A’ intervalles réguliers, on me demande ce que personne ne peut donner: une définition de la poésie. Aujourd’hui – mais j’aurai d’autres formules demain – je réponds: “La prose est une chasse à l’homme, la poésie une chasse à la licorne”.

A intervalli regolari, mi si chiede quello che nessuno può dare: una definizione di poesia. Oggi – mai avrei delle altre formule domani – rispondo: “La prosa è una caccia all’uomo, la poesia una caccia all’unicorno”

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Aucun poète n’a le droit de s’habiter.

Nessun poeta ha il diritto di abitarsi.

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Le poète trouve d’abord. Il cherche ensuite.

Il poeta dapprima trova. Egli cerca dopo.

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La mer est une traité de paix entre l’étoile et le poème.

Il mare è un trattato di pace tra la stella e la poesia.

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La poème apporte pour le moins cette consolation: en captant l’incréé, l’incréable, il lui donne quelque chance de passer pour créé.

La poesia ci dà perlomeno questa consolazione: captando l’increato, l’increabile, gli dà qualche possibilità di passare per creato.

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Je ne garantis pas que le temps de mes vers est le temps de l’homme, mais je jure qu’il est le temps du colibri, le temps du jour sans fin.

Non garantisco che il tempo dei miei versi sia il tempo dell’uomo, ma io giuro che è il tempo del colibri, del giorno senza fine.

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Le poème écrit son poète.

La poesia scrive il suo poeta.

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Avant mon poème, j’etais un non-moi; pendant l’acte d’écriture, j’étais un pré-moi. Il est là, je vais le lire: je suis moi.

Prima della mia composizione poetica, io ero un non-me: durante l’atto di scrittura, io ero un prima-di-me. Adesso è là, vado a leggerla: io sono me.

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En poésie la désertion est payante: Villon parti sans laisser d’adresse, Lautréamont mort sans photo, Rimbaud caché en Abyssinie.

In poesia la diserzione paga: Villon partito senza lasciare indirizzo, Lautréamont morto senza foto, Rimbaud nascosto in Abissinia.

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Le poète vit d’enchantements rusés.

Il poeta vive di incantesimi astuti.

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Le poète n’a que un droit: se contredire.

Il poeta non ha che un diritto: contraddirsi.

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La poésie: un viol de l’univers, sans caresse ni le moindre contact.

La poesia: uno stupro dell’universo, senza carezza né il minimo contatto.

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Premier homme sur terre, dernier homme sur terre: tel doit être l’effrayant pouvoir du poète.

Primo uomo sulla terra, ultimo uomo sulla terra: questo deve essere lo spaventoso potere del poeta.

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Le poète est bigame: tôt ou tard, il epouse aussi son rêve.

Il poeta è bigamo: presto o tardi, sposa anche il suo sogno.

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Le poème est de même nature que l’île dans l’océan, le saule au bout du jardin, la nèfle qui roule parmi les cailloux, le crépuscule qui s’habille de vert et abandonne sa pourpre, la gazelle venue boire la rosée et qui s’enfuit parce que le nuage, trop bas, a la forme du lion.

La poesia è della stessa natura che l’isola nell’oceano, il salice in fondo al giardino, la nespola che rotola tra i sassi, il crepuscolo che si veste di verde e abbandona la sua porpora, la gazzella venuta a bere la rugiada e che fugge perché la nuvola, troppo bassa, ha la forma del leone.

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Je veux bien mourir en mon poème; je veux bien vivre sans moi par mon poème.

Io voglio ben morire nella mia poesia; io voglio ben vivere senza di me attraverso la mia poesia.

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Le poème est sang devenu fleur.

La poesia è sangue diventato fiore.

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Le poéte transmet: le comprendre est superflu.

Il poeta trasmette: il comprendere è superfluo.

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Poète: traducteur du néant.

Poeta: traduttore del niente.

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Je me glisse sous la peau de mon poème, ou je me tiens au chaud, et j’interdis au monde d’y pénétrer.

Io scivolo sotto la pelle della mia poesia, dove mi tengo al caldo, e impedisco al mondo di penetrarvi.

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Tu entre dans mon poème, femme ou homme, tu en sors androgyne.

Te entri nella mia poesia, donna o uomo, tu ne esci androgino.

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L’homme dit: “Il est beau, le peuplier”. Le poète répond: “Parce que il est un oiseau”.

L’uomo dice: “E’ bello, il pioppo”. Il poeta risponde: “Perché è un uccello”.

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J’écris pour vous troubler, vous déchirer, vous rendre insopportable à vous-mêmes.  Je publie pour vous plaire.

Scrivo per scuotervi, lacerarvi, rendervi insopportabili a voi stessi.  Pubblico per piacervi.

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Je n’ai pas réalisé cette ambition: assister à la naissance d’une voyelle.

Non ho mai realizzato questa ambizione: assistere alla nascita di una vocale.

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Seul un mot peut blesser l’azur.

Sola una parola può ferire l’azzurro.

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Les livres sont sédentaires. Seuls le bibles partent à l’aventure.

I libri sono sedentari. Solo le bibbie partono all’avventura.

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Dire trop et dire trop bien: mes deux épouvantails.

Dire troppo e dire troppo bene: i miei due spaventapasseri.

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Verbe migrateur, laisse-moi quelques plumes.

Verbo migratore, lasciami qualche piuma.

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Dieu se prosterne devant mon poème, plus divin que lui. J’exagère?

Dio si prosterna davanti alla mia poesia, più divina che lui. Sto esagerando?

5 Comments

  • Luisa Penzo ha detto:

    J’aime aphorismes. Symboles de nos vies, vraiment purs. J’aime écrire des poèmes.
    Salutations de l’enchanteur de Venise
    Luisa Penzo

  • Simbolo della nostra vita, l’aforisma mette il lettore non a confronto con una storia o un avventura come il romanzo o con un sogno, ma lo mette a confronto con se stesso. Lo costringe a pensare, a guardarsi dentro. Salutations de Turin

  • Osservatore Romano ha detto:

    Quella dell’animale è di Carl Sandburg:
    thinkexist.com/quotation/poetry_is_the_journal_of_a_sea_animal_living_on/156395.html

  • Osservatore Romano ha detto:

    …dimenticato un pezzo: è di Sandburg che firmò la migliore:
    Poetry is an echo asking a shadow to dance.

  • Infatti nell’articolo ho scritto: “Già in un poeta statunitense Carl Sandburg (1878-1967), che Bosquet traduce in francese, ci sono aforismi molto simili a quelli che poi compariranno in Le gardien de la rosé.”