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Frasi BelleL'aforisma in Portogallo

L’aforisma in Portogallo, Casimiro de Brito

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Uno dei padri dell’aforisma in lingua portoghese è Mariano José Pereira da Fonseca, nato nel 1773 a Rio De Janeiro e morto nella stessa città nel 1848. Visconte e marchese (in questo simile a un altro nobile, il duca La Rochefoucauld), Mariano José Pereira da Fonseca scrive quattro volumi di Máximas, Pensamentos e Reflexões, per un totale di oltre tremila aforismi, tra il 1837 e il 1841. Ovviamente qui in Italia, in un genere così trascurato come l’aforisma, nessuno conosce questo autore brasiliano.

Conosciuto da molti lettori italiani è invece è il portoghese Fernando Pessoa (1888-1935) di cui sono stati pubblicati e tradotti qui in Italia quasi tutti i suoi libri, tra cui quelli più aforistici come Il libro dell’inquietudine (Newton Compton e Feltrinelli) e La divina irrealtà delle cose. Aforismi e dintorni (Passigli, 2004). Pessoa, scrittore ironico e paradossale, ha coltivato per tutta la vita l’aforisma sotto il proprio nome o altri eteronimi. Come scrive Riccardo Zenith nella prefazione a La divina irrealtà delle cose: “Fernando Pessoa amava il motto di spirito, la massima graziosa, l’espressione sintetica, il paradosso (…) Gli aforismi di Pessoa spuntano nei quaderni manoscritti, nei margini o persino in mezzo a testi con i quali non hanno nessun rapporto. Compaiono anche isolati, scritti su pezzettini di carta strappati oppure in serie, separati da righe orizzontali”.

Tra gli aforisti contemporanei in lingua portoghese (il mio blog si occupa di aforisma contemporaneo degli ultimi 25 anni), vorrei segnalare Casimiro de Brito. Nato ad Loulé in Portogallo nel 1938, Casimiro de Brito è un autodidatta convinto, senza formazione accademica nell’ambito delle lettere e con un passato di dirigente bancario. Molto giovane pubblica il suo primo libro di poesia (Poemas da Solidão Imperfeita nel 1958) e presto scopre la poesia orientale (in particolare quella cinese e giapponese) che segnerà la sua scrittura poetica molte volte marcata da una densa concentrazione di segni e significati. Negli anni tra il 1958 e il 1960 dirige con António Ramos Rosa i “Cadernos do Meio-Dia”, progetto da cui nascerà poi il movimento Poesia61, a cui si affiancano nomi quali Luiza Neto Jorge, Fiama Pais Hasse Brandão, Gastão Cruz e Maria Teresa Horta, e destinato a segnare profondamente la moderna poesia portoghese. Casimiro de Brito è stato Presidente della “Association Européenne pour la Promotion de la Poésie” ed è stato Vicepresidente della “Associazione Portoghese di scrittori” e Presidente del PEN Club portoghese. Attualmente dirige gli incontri internazionali di poesia che si tengono nell’isola di Porto Santo ogni due anni e si dedica alla divulgazione della poesia nazionale e internazionale (“Sono appena tornato da un tour di letture poetiche nel Sud della Francia e nei Paesi Baschi e sto di nuovo per partire per ulteriori letture in Algeria nell’ambito dell’antologia ‘Les poétes de le Méditerranée’, 1000 pagine, 100 poeti di 24 paesi del Mediterraneo, 17 lingue differenti” mi scrive in una delle prime email in cui l’ho contattato).

Scrittore multiforme (poeta, romanziere, saggista e aforista), Casimiro de Brito ha pubblicato oltre 60 libri, tradotti in 26 lingue e inclusi in oltre 150 antologie.

Casimiro de Brito deve la sua fama essenzialmente alla poesia. Dal primo libro Poemas da Solidão Imperfeita, pubblicato nel 1958, all’ultimo, un libro erotico a due voci con la cantante argentina di Tango Maria Cedro, pubblicato nel 2010, sono moltissime le pubblicazioni di poesia che gli hanno valso numerosi premi e riconoscimenti tra cui il premio internazionale Viareggio nel 1985, il premio del PEN club portoghese nel 2000 e il premio Senghor a Parigi, nel 2002. Come molti altri autori, Casimiro de Brito giunge tardi all’aforisma, soltanto intorno ai cinquant’anni. Tuttavia anche in questo nuovo genere di scrittura ottiene risultati eccellenti. Il primo libri di aforismi è Onde se acumula o Pó? (1987) a cui seguonoArte da Respiração (1988), Donde se acumula el polvo? (1989)e Da Frágil Sabedoria (2001). Attualmente Casimiro de Brito sta scrivendo quattro libri di frammenti tra cui Livro de Eros (di questo libro sono stati pubblicati 500 dei 2800 frammenti scritti), il Livro das Obsessões, (questões filosóficas), il Livro das Pequenas Coisas (sobre o quotidiano) e il Livro de Babel (sobre poesia e escrita na generalidade).

In Italia Casimiro de Brito è conosciuto soprattutto come poeta. Le sue poesie sono apparse in numerose riviste e antologie tra cui l’Antologia dei Poeti Portoghesi Contemporanei (Venezia 1999) e l’Antologia della Poesia Portoghese e Brasiliana (La Biblioteca di Repubblica, Roma 2004), ottenendo diversi riconoscimenti tra cui il già menzionato premio internazionale Viareggio nel 1985 e il Premio Sibilla Aleramo nel 2004. Purtroppo come aforista qui in Italia Casimiro de Brito è assai meno conosciuto. Trentasei frammenti del Livro de Eros sono stati tradotti da Mirella Abriani e pubblicati sulla rivista Crocevia , mentre non è mai stata tradotto nessuno dei suoi principali libri aforistici tra cui Arte da Respiração. Questo è davvero un peccato perché a mio parere Casimiro de Brito è uno dei più grandi aforisti contemporanei.

L’aforisma di Casimiro de Brito va ricondotto nell’alveo dell’aforisma poetico su cui ho già scritto diversi articoli, mostrando come esista una mappa mondiale dell’aforisma poetico contemporaneo, le cui forme sono ben diverse dall’aforisma tradizionale (freddo, cinico, di stampo rochefoucauldiano) che tutti conosciamo. Solo per citare alcuni esempi tra i tanti, anzi tantissimi, in Spagna Carlos Edmundo de Ory scrive gli “aerolitos”, aforismi magici di un verso e Fernando Menéndez le “dunas”,  in Marocco Abdelmajid Benjelloun scrive frammenti poetici (“silenzi cantati tra due spazi bianchi”), in Italia Donato di Poce scrive “poesismi” (ma non dimentichiamo gli aforismi poetici di Alda Merini, Alberto Casiraghy e Valentino Zeichen, in Francia René Char scrive “fogli d’ipnos” e Alain Bosquet “aforismi di rugiada” (ma l’elenco in terra francese è davvero lungo), nelle Isole Mauritius Yusuf Kadel scrive “aforismi magici” (ma prima di lui Malcolm De Chazal scriveva i suoi “plasticismi”), negli Stati Uniti James Richardson scrive “lyraphorics” (in italiano “liraforismi”). Ma l’elenco è lunghissimo.

Nel libro “Désir d’aphorisme“, che raccoglie gli atti del convegno di Clermont Ferrand, Christian Moncelet scrive che “aforisma e poesia sono due generi che si fanno la linguaccia. Due parole opposte come il fuoco e l’acqua, il netto e il vago, il laconico e il prolisso, il denotato e il connotato. Ma talvolta – miracolo! – certi scrittori trasformano l’antitesi concettuale in nozze ossimoriche”.

I temi dell’aforisma di Casimiro De Brito sono tipicamente poetici: il tempo e spazio, il respiro cosmico, il senso del fluire del mondo e la morte, la nostalgia di luoghi e situazioni lontane, l’eros e l’amore. Tuttavia essi vengono elaborati e mescolati con la consapevolezza e la saggezza tipica dell’aforista che osserva le cose in modo distaccato, forte della complessità acquisita dalla esperienza e dal sapere. Alcuni aforismi nella forma ricordano gli haiku (Casimiro De Brito ha dedicato alcuni suoi scritti alla poesia di Basho ed è stato per alcuni anni consulente della World Haiku Association, con sede a Tokio), altri aforismi sono più lunghi e intessuti di sapienza orientale e presocratica (il filosofo Zenone è citato diverse volte).

Sulla forma breve Casimiro de Brito, nel libro Arte da Respiração, scrive: “Prendere tutti i fili e tutti abbandonare. La ricerca del frammento è una forma viscerale di dongiovannismo, seduzione, ossessione dello zero. Una accumulazione di piccoli oggetti ridotti all’osso. L’uovo?” (“Agarrar todos os fios e a todos abandonar. A perseguição do fragmento é uma forma visceral de donjuanismo, sedução, obsessão do zero. Uma acumulação de pequenos objectos reduzidos ao osso. Ao ovo?”)

L’aforisma è concepito come concentrazione, nodo di pensiero, pienezza essenziale, ricerca della frase originaria in cui stanno tutte le altre, ma può anche essere ironicamente una “porcheria” (“Dannazione. Trasformare il dolore che mi perseguita nel mezzo della notte nella porcheria di un aforisma” (Maldição. Transformar a dor que me assalta no meio da noite na porcaria de um aforismo) oppure una impossibilità: “Non dovrei scrivere nulla. Quello che penso e sento è più semplice e più complesso di quei frammenti ossessivi a cui si riduce la mia espressione (“Eu não devia escrever mais nada. O que penso e sinto bem mais simples e complexo do que os fragmentos obsessivos a que reduzi a minha expressão”).

Presento qui di seguito una selezione di aforismi tratti da

Arte da Respiração (1988) e da Livro do Eros (inediti apparsi sulla rivista Croceva, 2006). In Arte da Respiração il frammento ha una sua precisa identità aforistica, mentre nel Livro do Eros si avvicina di più all’haiku e al poema in prosa.

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Casimiro De Brito, Arte da Respiração, 1988 (traduzione Aforisticamente blog)

Cansado do “levanta-te e caminha” de que fui impregnado desde o nascimento sentei-me enfim sob esta árvore e aprendo agora humildemente a arte da respiração.

Stanco del “alzati e cammina” di cui fui impregnato fin dalla nascita, mi sedetti infine sotto questo albero e adesso apprendo umilmente l’arte della respirazione.

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Árvores e pedras. Sensíveis, intelectuais. Eu é que não sei ver as marcas, entender a memória das suas errâncias. Nem elas de mim quando passo poderão ler os signos da minha impotência. E no entanto não é pacífica a nossa indiferença mútua, esta solidão. Pois não pisamos e comemos a mesma terra, o mesmo ar? Não viajamos nas mesmas águas, não regressamos ao mesmo fogo?

Alberi e pietre. Sensibili, intellettuali. Sono io che non so vedere le loro impronte, intendere la memoria del loro vagare. Neanche loro, quando passo, potranno leggere i segni della mia impotenza. E non è dunque evidente la nostra mutua indifferenza, questa solitudine. Forse non calpestiamo e mangiamo la stessa terra, la stessa aria? Non viaggiamo nella stessa acqua, non ritorniamo allo stesso fuoco?

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O figo maduro vai cair, apodrecer. E também a boca que o vai colher.

Un fico maturo è destinato a cadere, marcire. Come anche la bocca di chi lo raccoglie.

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Onde não posso deixar de ser metódico é na dúvida.

Dove non posso evitare di essere metodico è nel dubbio

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Atravessar o deserto para construir uma cidade? Deito-me nas dunas. A lagarta deixará o seu casulo e será banhada pelas mil cores do sol.

Attreversare il deserto per costruire una città? Mi sdraio tra le dune. Il bruco lascerà il suo bozzolo e sarà bagnato dai mille colori del sole.

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São raros os que aderem ao ritmo. Uns nascem mortos, outros póstumos.

Sono rari quelli che aderiscono al ritmo. Gli uni nascono morti, gli altri postumi.

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A morte, ainda. Máquina perfeita de limpar o feio, o que não presta. Raramente se engana.

La morte, ancora. Macchina perfetta per pulire lo sporco, che non serve. Raramente si inganna.

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Os dias e as noites, os passos que tu dás, a onda incessante modelando a rocha, as mesmas sílabas em palavras diferentes, ouves o coração? Todo é repetição. As cenas do corpo, o espectáculo da morte, águas do rio, barro, civilizações. Todo é repetição. Não inventas nada porque tudo é recurso sistemático ao todo e todas as mulheres a mesma mulher e todos os livros o Livro do teu corpo.

I giorni e le notti, i passi che fai, l’onda incessante che modella la roccia, le stesse sillabe in parole diverse, ne senti il cuore? Tutto è ripetizione. Le scene del corpo, lo spettacolo della morte, l’acqua del fiume, il fango, le civiltà. Tutto è ripetizione. Non inventare nulla perché tutto è una ritorno sistematico in tutto e tutte le donne la stessa donna e tutti i libri il Libro del vostro corpo.

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Fechar os olhos. Saltar do mundo e ouvir, apenas ouvir, O íntimo rumor dessa água.

Chiudere gli occhi. Saltare il mondo e ascoltare, solo ascoltare, il suono intimo dell’acqua.

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Cento e sessenta pessoas morreram de frio, dizem na TY, mas devereï deïxar-me perturbar por noticias tão incompetas? Não ouvi noticiar quantas árvores caíram, quantos morreram nas outras tribos. Nem quantas bocas vão ser alimentadas por esses cadáveres.

Cento e sessante persone sono morte di freddo, dicono in Tv, ma dovrei farmi sconvolgere da notizie così incomplete? Non ho avuto notizia di quanti alberi sono caduti, quanti sono morti in altre tribù. Né quante bocche saranno alimentate da questi cadaveri.

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Ambição suprema: aprender a perder.

Ambizione suprema: apprendere a perdere.

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Sento-me e olho Para dentro onde tudo se condensa numa só palavra aparentemente imóvel.

Io sono seduto e guardo dentro dove il tutto si condensa in una parola apparentemente immobile.

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O corpo do caracol vale mais, dura mais do que a baba do caracol. A casca do caracol vale mais do que o seu corpo. E as pedras? A septária, a concha milenária? E um homem, quanto vale um homem?

Forse il corpo della lumaca vale più, dura più che la bava della lumaca. Il guscio della lumaca vale più del suo corpo. E la pietra? Il lapislazzulo, la conchiglia millenaria? E un uomo, quanto vale un uomo?

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Maldição. Transformar a dor que me assalta no meio da noite na porcaria de um aforismo.

Dannazione. Trasformare il dolore che mi perseguita nel mezzo della notte nella porcheria di un aforisma.

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Sábios, cheios de que sabedoria? Roídos por ela. Não sabem nada..

Sapienti, pieni di quale sapienza? Corrosi da essa. Non sanno niente…

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A suprema condenação não é a morte, símbolo e princípio da errância infinita, mas a sua impossibilidade.

La suprema condanna non è la morte, simbolo e principio dell’erranza infinita, ma la sua impossibilità.

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Contemplo a minha imagem no espelho. E sou apenas isso: a minha imagem, as minhas mãos vazias. Nada.

Contemplo la mia immagine nello specchio. E sono appena questo: la mia immagine, le mie mani vuote. Nulla.

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Alimento as minhas dúvidas com estes pequenos peixes que vão morrer na margem arenosa de um livro.

Alimento i miei dubbi con questi piccoli pesci che vanno a morire nei margini arenosi di un libro.

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A morte, qual morte? O que morre é o vaso, apenas o vaso.

La morte, quale morte? Quello che muore è un vaso, appena un vaso.

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Tiansformar o mundo não posso mas talvez possa transformar o mundo à minha volta.

Cambiare il mondo non posso, ma talvolta posso cambiare il mondo intorno a me.

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Tènho mais consideração por um camponês que se suicida do que por ‘um poeta que se repete.

Ho più rispetto per un villico che si suicida che per un poeta che si ripete.

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Húmidas ilhas silenciosas, somos. Mas não sei onde se encontra a película que separa o meu corpo do corpo da terra.

Umide isole silenziose, noi siamo. Ma non so dove si trova la pellicola che separa il mio corpo dal corpo della terra.

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Tal como Eros, filho de Poros e Pénia, jamais fui pobre. Nem rico. O amor nunca me basta, nem sobra..

Così come Eros, figlio di Poros e Penia, giammai fui povero. Né ricco. L’amore non mi basta né mi avanza.

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O poder terrível de quem renuncia; de quem se aproxima da terra.

Il potere terribile di chi rinuncia; di chi si avvicina alla terra.

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Também eu, como o doutor Fausto, saúdo a minha última manhã de vida. Ontem, hoje e amanhã.

Anche io, come il dottor Faust, saluto la mia ultima settimana di vita. Ieri, oggi e domani.

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Límpida a morte.
Quando fores sábio.

Limpida la morte.
Quando diventerai saggio.

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O vazio (tal a morte) não tem nome: podes enchê-lo com todos os nomes que souberes, para ele é igual. Mas em cada um deles o animal que vai nascer criará a sua forma.

Il vuoto (come è la morte) non ha nome: puoi riempirlo con tutti i nomi che conosci, per lui è uguale. Ma in ognuno di essi, l’animale che nascerà creerà una sua propria forma.

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“Propriedade fundiária: elemento permanente e feminino. Propriedade mobiliária: elemento masculino e revolucianário por natureza”, dizia o romântico Adam Muller. Por mim, que não quero possuir nada nem ninguém, adiro ao feminino. Um dia.

“Proprietà fondiaria: elemento permanente e femminile. Proprietà mobiliare: elemento maschile e rivoluzionario per natura”, disse il romantico Adam Muller. Io, che non voglio possedere niente o nessuno, aderirò al femminino. Un giorno.

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O que venho eu buscar a este subsolo? O azul entre as nuvens dá melhor testemunho.

Che cosa ho cercato in questo sottosuolo? L’azzurro tra le nuvole dà una migliore testimonianza.

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Afastam-se do chão os que nascem: perdem terreno.

Si allontanano da terra quelli che nascono: perdono terreno.

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Decifro em cada partícula – pedra ou fio de água, árvore pássaro – a perfeição e a proporção do vasto animal cósmico, o ritmo e a ordem do caos visceral jamais em repouso.

Decifrare in ogni particella – pietra o filo d’acqua, albero uccello – la perfezione e la proporzione del grande animale cosmico, il ritmo e l’ordine di un caos viscerale mai a riposo.

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Amor incorrupto? Talvez o amor oval des viajantes que não têm bagagem.

L’amore incorrotto? Talvolta l’amore ovale dei viandanti che non hanno alcun bagaglio.

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A perfeição, para a mulher, reside no nascimento: de si própria ou de outro ser de si. Para o homem a perfeição reside na morte.

La perfezione, per la donna, risiede nella nascita: di se stessa o di un altro da sé. Per un uomo la perfezione risiede nella morte.

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Recolher aos aposentos das várias peles: a casa, a língua, a reflexão, o sono, o sonho… e sempre ficar indefeso e desabrigado.

Raccogliere i brandelli di varie pelli: la casa, la lingua, la riflessione, il suono, il sogno… e sempre sentirsi impotenti e senza rifugio.

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Do masculino: a lei, a mente a febre fálica; do feminino: a sombra, o caos, as águas primordiais. Ritmos que se fundem e são mistério em movimento.

Mascolino: la legge, la mente la febbre fallica; femminini: il caos, l’ombra, le acque primordiali. Ritmi che si fondono e mistero in movimento.

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Neste mundo há apenas um habitante. Um habitante solitário que, sem nada possuir, é presenteado com todos os nomes.

In questo mondo vi è un solo abitante. Un abitante solitario, che non avendo nulla, si presenta con tutti i nomi.

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Mas que diferença faz, na balança de pagamentos do universo que os meus setenta quilos se movimentem sob a forma de um homem ou sob outra qualquer das mil formas de que se compõe esta feira funesta?

Ma che differenza fa, nella bilancia dei pagamenti dell’universo, che i miei settanta chili si muovano sotto la forma di un uomo o in qualsiasi altro delle mille forme che compongono questa venerdì funesto?

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Duvido que a consciência que tenho de mim seja muito differente da consciência que o todo tem de si.

Dubito che la coscienza che ho di me sia molto differente dalla coscienza che il tutto ha di sé.

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Se não perco nenhum minuto
onde se acumula o tempo?

Se non perdo neanche un minuto
dove si accumula il tempo?

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Raramente leio jornais. O que dizem ter acontecido ontem já aconteceu há muito tempo.

Raramente leggo i giornali. Quello che dicono essere successo ieri è già successo tempo fa.

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Quantas vezes algo de mim nasceu em vão, quantas vezes em vão algo de mim morreu?

Quante volte qualcosa di me è nato invano, quante volte invano qualcosa di me è morto?

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E subitamente uma pedra em flor: o silèncio.

E all’improvviso una pietra in fiore: il silenzio.

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Águas de som infinito
sob o sol cada vez mais frio.

Le acque del suono infinito
sotto il sole sempre più fredde.

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Acreditar em mim, no meu clã, é pura tolice. Se até a pedra em que me sento diante do mar é devorada pelo vento!

Credere in me, nel mio collettivo, è pura stupidità. Se perfino la pietra nella quale mi sento di fronte al mare è divorata dal vento!

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Desembaracei-me dos meus vícios, dizia eu há bem pouco tempo. Esquecia-me do maior de todos: o vício da vida.

Sbarazzati dei miei vizi, dissi poco tempo fa. Mi dimenticai del maggior vizio: il vizio della vita.

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Eu não devia escrever mais nada. O que penso e sinto bem mais simples e complexo do que os fragmentos obsessivos a que reduzi a minha expressão.

Non dovrei scrivere nulla. Quello che penso e sento è più semplice e più complesso di quei frammenti ossessivi a cui si riduce la mia espressione.

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A morte (devoradora natural dos seus filhos) é a medida do homem e dos outros corpos; o seu único princípio de medida. Por isso ela se instaurou em religião universal.

La Morte (divoratrice naturale dei suoi figli) è la misura dell’uomo e degli altri corpi, il suo solo principio di misura. Per questo essa si è instaurata nella religione universale.

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O suicida ê um terno assassìno que não aceita o julgamento dos outros. Será ele o próprïo justïceiro dos seus crimes.

Il suicida è un nero assassino che non accetta il giudizio degli altri. Egli sarà il giustiziere dei propri crimini.

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O homem. Um louco desfeito pelo brinquedo que ele inventou: a História.

L’uomo. Un matto disfatto dal giocattolo che ha inventato: la Storia.

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Apodrece na posse o que floresce no desejo.

Non può appassire ciò che fiorisce di desiderio.

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A dignidade com que morrem os animais: não têm nada para deixar.

La dignità con cui muoiono gli animali: non hanno nulla da lasciare.

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Se o mundo contém tudo
não preciso de nada.

Se il mondo contiene tutto
non ha bisogno di nulla.

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O círculo e o quadrado. Mastigam-se mutuamente o templo e a cidade enquanto ao alto e ao fundo reina o vazio a que tu aspiras.

Il cerchio e il quadrato. Si masticano l’un l’altro il tempio e la città, mentre nell’alto e nel basso regna il vuoto a cui aspiri.

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Quem sabe amanhã o que foi hoje, hoje o que será amanhã? Espuma à tona de água.

Chi sa che cosa domani era oggi, oggi che cosa è domani? Schiuma sul pelo dell’acqua.

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– Se o que buscas é o silêncio por que não deixas de escrever?
– Talvez eu possa apreender a forma do vazio… mas só depois de ver o vazio da forma.

– Quello che si cerca è il silenzio per il quale non si cessa di scrivere?
– Talvolta posso apprendere la forma del vuoto… ma solo dopo aver visto il vuoto della forma.

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Da quintessência: a transmutação do barro em ouro ou do ouro em tempo?

La quintessenza: la trasformazione del fango in oro o dell’oro in tempo?

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E no entanto eu possuo alguma luz. Tateio, tateio mas não sou apenas obscuridade. Possuo alguma coisa. A luz de uma lâmpada sob o sol do meio dia.

E tuttavia io possiedo un po’ di luce. A tentoni, a tentoni, ma non tutto è nero. Io possiedo qualcosa. La luce di una lampada sotto il sole di mezzogiorno.

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O tempo não nos oferece mais do que duas alternativas: a maturidade ou a velhice. Maduro é o homem que aprendeu a conduzir, através das suas metamorfoses, a criança que foi. E são velhos os que a asfixiaram e se suicidaram. Conheço velhos de vinte anos.

Il tempo non offre che due alternative: la maturità e la vecchiaia. Maturo è l’uomo che ha imparato a guidare, attraverso le sue metamorfosi, il bambino che è stato. E vecchio è quello che l’ha soffocato e suicidato. Si comincia ad essere vecchi a vent’anni.

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Às máscaras masculinas e verticais da santíssima Tiindade (Pai, Filho, Espírito Santo) o feminino opõe as ondulantes figuras horizontais do primeiro drama mitológico: Eva, a maçã e a serpente.

Alle maschere mascoline e verticali della Santissima Trinità (Padre, Figlio, Spirito Santo) il femminino oppone le ondulanti figure orizzontali del primo dramma mitologico: Eva, la mela e il serpente.

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Agarrar todos os fios e a todos abandonar. A perseguição do fragmento é uma forma visceral de donjuanismo, sedução, obsessão do zero. Uma acumulação de pequenos objectos reduzidos ao osso. Ao ovo?

Prendere tutti i fili e tutti abbandonare. La ricerca del frammento è una forma viscerale di dongiovannismo, seduzione, ossessione dello zero. Una accumulazione di piccoli oggetti ridotti all’osso. L’uovo?

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Quando vi Deus foi um pássaro que eu vi. Um pássaro com os olhos furados.

Quando vidi Dio fu un passero che io vidi. Un passero con gli occhi annoiati.

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Entre a doxa e a episteme prefiro as máscaras oblíquas do mito. As areias ondulantes onde se movem o desejo e o desespero.O ardor das trevas.

Tra la doxa e l’episteme preferisco la maschera obliqua del mito. Sabbie ondulanti dove si muovono il desiderio e la disperazione. L’ardore delle tenebre.

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Olhasses tu o mundo da perspectiva da rã, ou da relva e serias tão humilde e discreto como elas.

Guarda il mondo dalla prospettiva della rana o dell’erba e sarai umile e discreto come loro.

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I gata respira. Sob a tenda dos meus joelhos dobrados a gata ensina-me a respirar.

Il gatto respira. Sotto la tenda delle mie ginocchia piegate il gatto mi insegna a respirare.

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Pesa-me nos ombros
o pó dos caminhos
que não percorri.

Mi pesa sulle spalle
il poco di cammino
che non percorsi.

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Ainda a humildade. Não se mostra nem se afirma nem profere. Aproxima-se do silêncio.

Ecco l’umiltà. Non si mostra non afferma non proferisce. Si avvicina al silenzio.

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Epitáfio: Aqui não jaz. Anda em viagem e não se sabe onde.

Epitaffio: qui non giace. Va vagando e non si sa dove.

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Olho para trás e vejo o pai do meu pai – olho em frente e vejo o filho do meu filho e sìnto-me um pequeno barco de água no meio desse rio obscuro.

Mi guardo indietro e vedo il padre di mio padre – guardo avanti e vedo il figlio di mio figlio e io sono una piccola barca in mezzo a quel fiume d’acqua scura.

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‘Vozes, essas vozes, esse ruído quando precisava de silêncio. E o silêncio, seco, quando me faz falta o fio da tua voz.

Voci, queste voci, questo rumore quando avevo bisogno del silenzio. E il silenzio, secco, quando mi serviva un filo della tua voce.

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Sou mais pobre do que o último dos ascetas: sou um asceta falhado.

Sono più povero dell’ultimo degli asceti: sono un asceta fallito.

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Casimiro De Brito, Livro De Eros, 2006 (estratto da Rivista “Crocevia”, Maggio 2006. Traduzione di Mirella Abriani)

Non ho paura della morte, è già qui – mi dice Sibilla. Ma dove è che la passione, che non è ancora, o che fu e si lasciò coprire di neve, dov’è che comincia a farsi ardente? Come si espelle ciò che non potrà mai finire?

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C’è una musica ma non la sento. Mi sporgo sul suono del mare. Dopo sul tuo sonno, come se tu fossi un’altra.

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Il tuo sesso scuro
non è un luogo vuoto –
tante stelle!

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La verità è un’altra: cadiamo dall’ombra alla luce eccessiva. L’Eden è stato il ventre materno e l’espulsione dolorosa del parto è solo l’inizio di una partenza che non terminerà. Non c’è ritorno ma dolci simulacri. Isole (sessi maschili) che ritornano al mare. Laghi (sessi femminili) che recuperano il figliol prodigo. Tanta fondazione! I dolci viaggi dell’infanzia illuminata. Che tu scriva o no, dipinga o no, ricordare è cantare. Per questo ritorni o attendi che lui ritorni. Il sesso al sesso, le ceneri alle ceneri. Non c’è più niente ma posso cantarlo in mille modi.

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Fu Eros che fondò la parola e la cosa – il cielo e la sua memoria

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Il mio desiderio, nell’amore e nella poesia, è lo stesso: sesso e canto in tutto ciò che tocco. Le parole raramente si allontanano mentre amo – forse solo quando la morte mi vive. La pulsione erotica mai si esilia dalle mie poesie, anche se parlassi di pietre che sarebbero sempre colme di tensione. Vengono a letto con me. Il mio corpo ancora vuole festa e ancora e ancora. Il bello è che mi hanno liberato dalla monogamia.

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Le mani della donna sul volto dell’uomo, e dopo sulle spalle – le mani dell’uomo alla vita della donna, e dopo sulle natiche. Movimenti in cui quasi indugiano. Sembrano fermi nel tempo per un attimo. Ma dopo c’è altro, i corpi si aprono e si chiudono a spirale, nei vari modi in cui si invoca la morte, che non si fa attendere. Vaga qui un simulacro di religiosità, di cosa mistica, di chiamata di un deserto più riposante di un’oasi. Cose affini. Ma sempre il ritorno al corpo. Le gambe dell’uomo concentrate nel cristallo affascinante fra loro, quelle della donna, tutta lei aperta, sulle spalle dell’uomo. Scintillano.

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Il tuo cranio
nelle mie mani lancinanti –
e là dentro, la morte

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Cammino sul terreno
della mia amata, nelle nuvole
dalla bocca sigillata

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Un mistero che mai saprò decifrare: le ali spezzate ancora volano. La voce roca ancora canta. Il sesso stanco ancora si eleva. E che dire di donne che non saprei mai decifrare? Aprono la bocca e dicono, Cadi, ri-torna al tuo posto. Mai smetterò di cantare

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La passione è una malattia che trasforma l’uomo in una libellula incendiata. Dura meno delle sue ceneri.