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Dopo l’uscita nel 2010, anno del centenario della nascita di Ennio Flaiano, del volume Ennio Flaiano, Opere scelte (Adelphi) , curato dalla maggiore specialista dello scrittore pescarese, Anna Longoni, è appena uscito presso Carocci editore un saggio critico su Flaiano, scrittore di fulminei e memorabili aforismi e sceneggiatore di alcuni dei più importanti film di Fellini, “Lo sceicco bianco”, “I vitelloni”, “Il bidone”, “La dolce vita”, “Giulietta degli spiriti” e soprattutto “La strada”, “Le notti di Cabiria” e “Otto e mezzo”.

Il saggio si intitola Ennio Flaiano, una verità personale  (Carocci Editore, pag. 204, euro 25) e l’autore è Gino Ruozzi.  Gino Ruozzi, che insegna letteratura italiana nell’Università di Bologna, ha scritto studi fondamentali sull’aforisma ed è un profondo conoscitore di Ennio Flaiano  al quale ha riservato le pagine 1041-1090 del secondo dei due volumi di Scrittori italiani di aforismi, da lui curati per i Meridiani Mondadori. Ebbene, Gino Ruozzi, in questo libro Ennio Flaiano, una verità personale, quasi rimuove l’etichetta di “scrittore di aforismi” che a Flaiano è stata appiccicata in vita e ne deforma la fama postuma.

Gino Ruozzi mette in luce l’aspetto eclettico di Flaiano, soffermandosi sui generi letterari frequentati in quarant’anni di attività: il romanzo, il diario, il racconto, la poesia, l’aforisma, l’epigramma, la piece teatrale, la sceneggiatura, la cronaca, l’articolo di costume, l’elzeviro, il saggio d’arte e d’architettura. Come scrive Raffale Liucci sul Sole 24 Ore, nella recensione al libro di Gino Ruozzi, “Sgomenta la padronanza assoluta sfoggiata da Flaiano in ogni registro. Mai una sbavatura o una ripetizione. Un talento proteiforme, tutto arrosto e niente fumo, passato come una meteora nell’italia inebriata dal boom economico”.

Ovviamente Gino Ruozzi si sofferma anche sulla scrittura aforistica di Flaiano quale emerge nei diari, racconti, articoli di giornale e interviste, opere teatrali, ricostruendone la genesi a partire dal quaderno Aethiopa, appunti per una canzonetta steso da Flaiano una decina di anni prima del romanzo Tempo di uccidere, anch’esso ricco di “segmenti aforistici”.  Però, come sottolinea Gino Ruozzi, “per Flaiano non si può parlare di stanze separate. Le sue occupazioni e le sue opere sono state comunicanti e si sono intrecciate lungo l’intera esistenza” e questo vale a maggior ragione per la scrittura breve e i suoi aforismi che sono spesso legati ad altri generi letterari come il cinema, il teatro e il romanzo.

A proposito del Diario degli Errori Ruozzi spiega che questa opera di Flaiano “non è propriamente un’opera di aforismi, anche se ne presenta parecchi. Appartiene alla natura del libro di frammenti: fogli staccati, pezzi di diario e di quaderno; un ampio e libero contenitore di scritture diverse, non soggette alla rigidità del genere”. Gino Ruozzi cerca di mettere ordine nella “produzione breve” di Flaiano, e ciò significa “in primo luogo distinguere tra libri di aforismi e libri di altro genere; tra gli aforismi in libri di aforismi e gli aforismi in libri di altro genere (…) tra sostantivo aforisma e aggettivo aforistico”.

In questo ritratto a 360 gradi di un “malpensante” – a metà tra la biografia e il saggio critico – esce una figura inedita e assolutamente originale di Flaiano, utile per gli appassionati dello scrittore pescarese, ma anche per chi non lo conoscesse.