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Stefano Elefanti, Origini e sviluppo dell’aforisma poetico nel Novecento italiano

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Nonostante l’aforisma sia un genere nascosto e riservato, snobbato dall’editoria e dai media, sono davvero molti i libri di riflessione teorica sul genere. Per citare gli studi più recenti in lingua italiana sull’aforisma, ecco un elenco dei più importanti: Configurazioni dell’aforisma. Ricerca sulla scrittura aforistica diretta da Corrado Rosso, a cura di G. Cantarutti, G. Ruozzi, C. Biondi, C. Pellandra ed E. Pessina, vol. I, II e III, Bologna, CLUEB, 2000, La scrittura aforistica, a cura di G. Cantarutti, Bologna, Il Mulino, 2001, Alain Montandon, Le forme brevi, Roma, Armando, 2001, Maria Teresa Biason, Retoriche della brevità, Bologna, Il Mulino, 2002, Teoria e storia dell’aforisma, a cura di G. Ruozzi, Milano, Mondadori, 2004, La brevità felice. Contributi alla teoria e alla storia dell’aforisma, a cura di M. A. Rigoni, Venezia, Marsilio, 2006, Aforismi d’oriente, a cura di G. Ruozzi, Bologna, Gedit, 2007.

Molti di questi libri di riflessione teorica si devono all’eccellenza di Università come Bologna, Venezia e Padova dove insegnano professori che all’aforisma hanno dato moltissimo in termini di contributi e ricerche. Proprio in questi giorni esce presso Joker Edizioni uno studio sull’aforisma poetico che è nato all’interno dell’Università di Bologna. Il libro si intitola Origini e sviluppo dell’aforisma poetico nel Novecento italiano ed è la tesi di laurea che Stefano Elefanti ha discusso nel luglio 2012 presso il Dipartimento di Italianistica di Bologna con relatore Gino Ruozzi.

Origini_sviluppo

Il libro di Stefano Elefanti affronta una della forme più creative dell’aforisma contemporaneo: l’aforisma poetico (molti degli articoli del mio sito riguardano proprio l’aforisma poetico in ambito internazionale). In Désir d’aphorisme, che raccoglie gli atti del convegno di Clermont Ferrand, Christian Moncelet scrive che “aforisma e poesia sono due generi che si fanno la linguaccia. Due parole opposte come il fuoco e l’acqua, il netto e il vago, il laconico e il prolisso, il denotato e il connotato. Ma talvolta – miracolo! – certi scrittori trasformano l’antitesi concettuale in nozze ossimoriche”. E Gino Ruozzi scrive che l’aforisma, nel continuo rinnovarsi delle sue forme, “è un genere letterario che sembra perfettamente conscio dei propri confini umani e insofferente di quelli territoriali”.

Stefano Elefanti (che è anche scrittore di aforismi) traccia nella prima parte del suo libro un’acuta e illuminante riflessione sulle caratteristiche dell’aforisma e sul rapporto tra poesia e aforisma, mentre nella seconda parte del libro prende in esame alcuni degli autori italiani che più si sono distinti nell’ambito dell’aforisma poetico del Novecento. In primis Giovanni Boine, considerato il precursore, Camillo Sbarbaro in bilico tra prosa e poesia e poi Franco Fortini e Lorenzo Morandotti, ambedue autori di epigrammi poetici. Seguono autori che i frequentatori del mio sito Aforisticamente conoscono: Cesare Viviani, Alda Merini, Alberto Casiraghy, Donato Di Poce, Fabrizio Caramagna, Luigi Trucillo e Valentino Zeichen.  Su questi sette autori (tutti viventi a parte Alda Merini) Stefano Elefanti traccia una analisi davvero lucida (e ricca di citazioni e riferimenti bibliografici) riuscendo a cogliere – dal visionario e onirico Cesare Viviani all’arguto ed epigrammatico Zeichen – quella che è l’essenza dell’aforisma poetico di ognuno di essi.

Origini e sviluppo dell’aforisma poetico nel Novecento italiano, che è pubblicato con la collaborazione di Aipla – Associazione Italiana per l’Aforisma, è un libro che non deve mancare nella biblioteca di ogni studioso e appassionato dell’aforisma, e che può anche essere di interesse per chi scrive aforismi, vista la sapienza con cui Stefano Elefanti esplora il delicato meccanismo di creazione dell’aforisma contemporaneo.

L’auspicio è che sempre più tesisti seguano Stefano Elefanti nello studio di questo genere poco conosciuto ma con una grande tradizione letteraria.

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