Skip to main content
Frasi Belle

Scrittori di aforismi su Twitter, 9elsol (Diorama)

Annunci

Nella sezione Scrittori di aforismi su Twitter l’articolo di oggi è dedicato a @9elsol (Diorama). Nella breve nota biografica che mi ha inviato, l’autrice scrive di sé: “Non eri in progetto, mi dissero; poi però sono arrivata, un giorno, giusto per scombussolare i piani degli altri. E sono andata via via avanti così negli anni anche se, ancora oggi, non so se poi li ho rovinati”.

9elsol_a.jpg

@9elsol si è iscritta a Twitter nel gennaio 2012. “Non ho mai avuto un diario” mi scrive l’autrice. “Forse per inerzia o, più semplicemente, perché tendo all’implosione. Twitter è capitato per caso, come tutte le cose non prefissate della vita; poi niente, è successo e mi è piaciuto. Scrivo su Twitter perché è uno dei pochi posti dove posso esprimermi come meglio credo, fuori da clichés tradizionali e comportamenti abituali; perché mi fa meditare, divertire, giocare e, soprattutto, perché mi da quel senso di libertà assoluta. La scelta del nome è curiosa: ho scelto Diorama perché, oltre a ricordarmi una canzone, come me, ricrea scene di vario genere in scala ridotta dove realtà e fantasia non hanno confini”.

@9elsol è un’autrice che ama giocare (“Arriverà il giorno in cui inizierò a prendere le cose seriamente, lo so, e sarà un giorno molto triste”). Gioca con le parole ovviamente, ma anche con gli stati d’animo (“Oggi volevo salutare la malinconia, e poi tutti gli altri stati d’animo che mi conoscono”) e gioca anche con la percezione del mondo che la circonda (“Mi riconoscerai; sarò quella che prima bianco e poi nero, ancora tutto nero e improvvisamente bianco”). Non ci sono regole del gioco, perché tutto cambia, anche se una delle caratteristiche di questo giocare è la complicazione delle cose semplici (“-Guarda, è semplice. -Bene, complichiamolo”). E tra le tante tessere che compongono questo gioco, la tessera principale è la parola.

L’idea che sta dietro la scrittura di @9elsol è quella di un umorismo che mostra la percentuale di assurdo che è insito nel linguaggio se le cose vengono prese nel loro esatto significato letterale. “E’ arrivato il momento di prendere una posizione. Bene, mi siedo” scrive l’autrice in uno dei suoi tweet. E in un altro scrive: “Riconosco sempre i miei sbagli, e li saluto” e anche “Mantengo la calma e cade qualcos’altro”. Espressioni come “prendere una posizione” o “riconoscere qualcosa” o “mantenere la calma” vengono interpretate alla lettera, e quello che ne scaturisce è un cortocircuito del senso. Ovviamente l’autrice, nel suo giocare con il linguaggio, usa anche altri modelli quali il calembour o l’antitesi, ma l’effetto è sempre quello di uno spaesamento logico all’interno del fluire consueto del linguaggio quotidiano. E’ come se l’autrice (con un misto di ironia e di sorpresa) piazzasse uno scacco matto nel bel mezzo di una partita tranquilla con le parole ovvero facesse un arrocco. Il lettore riflette e deve ammettere che lo scacco matto linguistico che sta sotto i suoi occhi è possibile e che il senso delle cose è deragliato per sempre, lasciando il posto a un senso differente. “No niente; sono solo doppi sensi che una volta usciti non vogliono rientrare” scrive l’autrice in uno dei suoi tweet.

Il vortice dei doppi sensi contamina il linguaggio e se ogni parola vacilla, vacilla anche la rappresentazione della realtà che non è più schematica e ovvia come appare. Del resto in uno dei suoi tweet l’autrice scrive: “Cara Realtà mi dispiace ma tu già esisti, non puoi anche prevalere”.

Presento una selezione di tweet di @9elsol

**

@9elsol, Tweet scelti

E’ arrivato il momento di prendere una posizione. Bene, mi siedo.

Ora mi sistemo e aspetto che sia troppo tardi.

Tendiamo a sottrarci solo perché dimentichiamo quanto sia bello sommarsi, a volte.

Ho bisogno di una pausa di ribellione.

Riconosco sempre i miei sbagli, e li saluto.

Mantengo la calma e cade qualcos’altro.

Ora, per fare ordine: le cose finite da una parte, quelle infinite dall’altra, quelle mai iniziate dietro, e quelle sfinite in mezzo con me.

Ho gli occhi grandi. Ci conservo tutto quello che non dico.

Di che segno indelebile sei, mi chiedevo.

Che piangersi addosso non serviva a niente, l’ho capito quando riderci su andava oltre tutto.

Cara Realtà mi dispiace ma tu già esisti, non puoi anche prevalere.

C’è sempre un motivo, ma spesso è poco orecchiabile.

Non riuscire ad uscirne. E mettersi comodi.

Chissà dov’è che andrò a finire, con tutto questo sorvolare.

Sto cercando di limitare i dammi.

Le cose iniziate, vanno sfinite.

Mi sto scavando la fissa da sola.

Perdere parole e non aver voglia di ritrovarle. Dev’essere questo il silenzio.

Fuori controllo, dentro lascio andare.

L’amore ai tempi del cos’era.

Ti ho dato la mia parola. Bene, ora la rivoglio.

Io non lo so, so solo che è più forse di me.

A pensarci bene, ora, potrei concentrarmi per cercare di capire in quale nuovo nulla mi son persa oggi.

Il tasto RT sta bene con tutto. Dovreste provarlo.

Se ci sei, traccia un solco.

Non so mai come venirne fuori, ma a introdurmi riesco benissimo.

Sto pensando intensamente a cosa mettermi per uscire di scena.

Mai un’amnesia quando serve.

Bisogna provare, almeno una svolta nella vita.

Mi piacerebbe invitarti a riuscire.

Dopo aver catturato l’attenzione, ricordatevi di rilasciarla, grazie.

Sollevano un polverone e poi non puliscono.

Tutti, nella vita, hanno un punto di riferimento. Il mio è il punto critico.

Un solo corpo. E così tanta agitazione.

Vivere, al disordine del giorno.

Basta guardarsi bene attorno, per trovare quello che si cerca, mi dissero. E niente, da quella volta, è un continuo e vano capogiro.

L’innamoramento è quella cosa che, mentre tu cammini adagio su una lastra di ghiaccio, l’altro arriva saltellando. Però l’amore è bello eh.

In attesa di un’esplosione, perfezionare l’implosione.

Ma tu guarda com’è possibile l’impossibile.

Di tanto intanto voglio tutto.

Non so cosa mi prende, so soltanto che mi prende.

Credo che dovremmo mantenere le distanze di due o tre millimetri.

Se ti va, possiamo fraintenderci presto.

Come sarebbe a dire che se non riesco più a reggere le situazioni non posso posarle?

I non dovrei mi parlano e io mi fingo morta.

Cara notte, ora però ascoltami un po’ tu che ti sconsiglio io.

Ci sarebbe da andare via velocissimo, e invece niente, mi viene solo da rimanere fortissimo.

Come diversivo, contare i buchi della tapparella.

Fate piano con le parole che mi svegliate i pensieri.

Sii cura di me.

Aveva un sacco di cose da dire che era meglio non dire, e mentre non le diceva, le provava.

Siamo esseri dotati di umana incomprensione.

Dammi un attimo; prendo un’indecisione al volo e continuiamo.

Sono una tipa piuttosto attenta, quando voglio. Riesco a cogliere anche i più piccoli deragli.

Cosa insiste il soffitto a fissarmi io non lo so.

Dare un po’ di spazio all’immaginazione è quella cosa che poi, appena può, se lo prende tutto.

Il giorno che passa così troppo in fretta, e io non so mai che sera indossare.

No, non volevo attirare la tensione.

Oggi volevo salutare la coerenza e tutte quelle cose che non mi conoscono.

Contieniti. E avrai solo voglia di esplodere.

No, oggi non posso; devo capire come si disattiva questa modalità automatica che riempie la mente non appena svuotata.

Mi sembra l’ora perfetta per far rientrare la ragione e far uscire l’immaginazione.

Ho avuto una giornata molto pensante.

Sì, tu sei un tormento, entra pure.

Andare a letto senza sonno, e ritrovarselo accanto al mattino.

Ho toccato il cielo con un mito.

Poi avere un punto fermo che chiede insistentemente di diventare virgola e mi confonde.

Svegliarsi con accanto un certo Entusiasmo, guardarlo, e capire di essere due perfetti sconosciuti.

La risolutezza temo sia esaurita, però ho una scorta di perplessità ancora intatta.

Una volta camminavo mano nella mano con un certo Equilibrio. Poi non so cos’è successo, mi ha lasciata.

No, oggi sono impegnata; devo guardare tutti quei bellissimi buchi nell’acqua che faccio.

Non sono per le mezze misure, io; o mi dai tutto, oppure tutto insieme.

Non capisco perché devo smetterla di giocare con le parole se queste poi, se non ricomincio, si offendono.

Se mi cercate, sono in un mordo tutto mio.

Le cose, vanno affondate di persona.

Quello che le parole abilitano, le azioni debilitano.