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Nella sezione Scrittori di aforismi su Twitter l’articolo di oggi è dedicato a @pea_terrible (Pamela Regis). Nella breve nota biografica che mi ha inviato, l’autrice scrive di sé: “Nasco, cresco e vivo tra risaie e colline, con gli occhi rivolti al mare. Ho studiato, lavorato, e imparato l’arte dell’equilibrio. Sono un cuore ribelle vestito di gentilezza. Un cuore buffone che ama la malinconia. Amo i libri, le drogherie, il Medioevo e i luoghi pieni di ricordi. Il cinema e la buona tavola. ho sposato un uomo buonissimo, che rende possibile la mia felicità”.
@pea_terrible si è iscritta a Twitter nel luglio 2011.”Sono approdata a Twitter per caso. Ma io non credo al caso. E per curiosità. Ci ho trovato persone che non mi aspettavo e orizzonti che non speravo. Twitter è una grande possibilità di condivisione, e di incontro, seppur virtuale con persone di cui mai avrei saputo l’esistenza. Mi sono affezionata ad alcuni follower, anche senza averli conosciuti. Alle loro parole, alle emozioni che sanno comunicare. Per questo resto, anche quando la noia, le offese e le zuffe farebbero passar la voglia. Scrivo per raccontare il mio mondo e per incontrare quello degli altri”.
Quello che colpisce in @pea_terrible è la saggezza e l’estrema lucidità con cui legge se stessa e il mondo che la circonda. Twitter, si sa, è un posto dove riversiamo le nostre insicurezze, le nostre nevrosi e anche le nostre paure. C’è una battuta di @ilmarziano1 che riassume in modo molto ironico Twitter: “Venite su Twitter senza nessuna paura di disturbare che tanto siamo già tutti disturbati”.
Ecco, leggendo @pea_terrible si coglie invece un sentimento contrario. L’autrice non racconta le sue debolezze, ma la sua forza e ci dice che nella vità ci sono interruzioni, ma anche continuità, meschinità ma anche altezze, errori ma anche rimedi: “Siamo fatti di interruzioni e di continuità. Siamo fatti di altezze e di meschinità. Siamo fatti di errori e di rimedi. E siamo bellissimi”. Quello di @pea_terrible non è un pensiero debole, che affida all’ironia/autoironia e allo scetticismo le sue considerazioni sul mondo, ma è un pensiero forte e vitale. Dagli errori si può imparare “Sbaglio almeno una volta al giorno, per non dimenticare come si impara”, dalle macerie si può ricostruire e crescendo si impara a mandar giù i rospi “come fossero caramelle. Al gusto fiele di acacia”.
Un’altra cosa che colpisce – in un mondo un po’ squilibrato come Twitter – è l’equilibrio e la lucidità dell’autrice nel descrivere il funzionamento di certi meccanismi di interazione del social su cui scrive. Forse perché @pea_terrible, grande lettrice di libri (quotidianamente condivisi nella sua timeline attraverso foto e citazioni, spesso vicini all’immancabile tazza di caffè), si sente appartenere più al mondo della letteratura che a Twitter e riesce quindi con distacco a valutare e osservare dall’esterno certe dinamiche: “Giorni fa la TL era invasa dallo sdegno per Daniza. Oggi, che decapitano uomini e cultura occidentale, niente.Strano mondo, strane persone” o “Avviso: il tasto RT non comporta oneri contrattuali, fiscali, previdenziali o di urbanizzazione. E non si prende nessuna scossa nell’usarlo” o anche “Seguo migliaia di solitudini, su Twitter. Solitudini che cercano una vicinanza che resti assenza. Che gli sorrida, senza fargli del male”.
In questo grande equilibrio esistenziale che traspira dai suoi tweet (si intuisce che dietro ci sono tante letture di libri buoni ma forse anche esperienze dolorose di vita, “cicatrici come cartoline di posti lontani”) @pea_terrible ci insegna a guardare la vita in modo positivo e a coglierne le poche cose davvero essenziali: “È stato un buon giorno se, la sera, io sono ancora io. Se non mi devo pentire di niente. Se, pur avendo toccato la terra, ho le mani pulite”.
@pea_terrible ci insegna che la vita è l’arte della gentilezza (virtù scomparsa), della comprensione, del perdono – anche verso se stessi – e del sorriso (“C’è chi diventa un premio Nobel, chi un artista, chi un buon genitore. E c’è chi, la sera, si guarda allo specchio, si perdona e si sorride”). E ci mostra anche come essere felici con davvero poco (“Programma della giornata: Musica a rivestire la casa, libri a trasformarla, abbracci a riscaldarla”). “Ci ho messo una vita a essere quello che sono” – ci dice ancora @pea_terrible – e adesso “cerco di cambiare senza cambiare troppo.”
Presento una selezione di tweet di @pea_terrible. Nella sua timeline le riflessioni e le annotazioni di natura psicologica (“pezzi di me”) si accompagnano in modo quasi indistricabile con fotografie, immagini, recensioni e citazioni in 140 caratteri di libri, opere, luoghi a comporre un patchwork inconfondibile.
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@peaterrible, Tweet scelti
Non aspettatevi amore dai Narcisi, che siano uomini o donne. I Narcisi amano solo se stessi. E di voi, amano solo il vostro amore per loro.
Trovo pazzesco come tutti si scoprano scrittori e nessuno panettiere.
Giorni fa la TL era invasa dallo sdegno per Daniza. Oggi, che decapitano uomini e cultura occidentale, niente.
Strano mondo, strane persone.
Amo le persone solubili. Quelle che si sciolgono davanti a un complimento e a un tramonto. Quelle che nel tempo hanno imparato a risolversi.
Ti defollowano se:
– segui …
– interagisci con …
– retuitti …
– sei amica di …
– scrivi di …
– non scrivi di …
Medioevo Twitter.
È difficile spiegare Twitter a chi non usa Twitter. Perché è difficile capire come sia possibile affezionarsi a sconosciuti fatti di parole.
Purtroppo, nell’elenco delle malattie contagiose non figura la gentilezza.
Donne che odiano le donne che odiano le donne che odiano le donne che odiano le donne che odiano le donne. Inutile parlare di emancipazione.
Scusate, non sono femminista. Vorrei che donne e uomini avessero pari diritti e dignità. Ma l’uguaglianza, certo no. Sono donna, non uomo.
La malattia, come il dolore, non ti toglie il sorriso. Te lo cambia soltanto.
Se fingi di essere quello che non sei, costruirai rapporti che non sono quel che sembrano.
Il non fare del male, è una scelta precisa. Esattamente come il fare del bene.
Quando tratti male una persona gentile, la persona gentile non ricambia. La persona gentile, più semplicemente, se ne va.
C’è chi diventa un premio Nobel, chi un artista, chi un buon genitore. E c’è chi, la sera, si guarda allo specchio, si perdona e si sorride.
L’11 aprile del 1814 Napoleone abdica e viene poi mandato in esilio sull’Isola d’Elba. Non esistevano ancora i servizi sociali.
Qui litigano sempre per chi ha copiato un tweet. Ringraziate che Brecht e Bukowski siano morti e non su Twitter, se no, vedreste che zuffe.
Ci sono giorni stretti come un vestito sbagliato. In cui puoi solo sperare di levartelo di dosso in fretta. Il giorno, ma anche il vestito.
#FF a chi continua a voler bene ai rami che ha tagliato. Anche se sa perfettamente di aver fatto la cosa giusta.
Siamo i figli di chi ci ama e ci fa crescere, siamo i figli di chi ci sceglie, di chi lotta per noi e con noi.
E non sempre sono i genitori.
Avviso: il tasto RT non comporta oneri contrattuali, fiscali, previdenziali o di urbanizzazione. E non si prende nessuna scossa nell’usarlo.
Seguo migliaia di solitudini, su Twitter. Solitudini che cercano una vicinanza che resti assenza. Che gli sorrida, senza fargli del male.
Una bella visita. Una bella vista. Una bella vita. Una bella via.
Non è sempre vero che sottraendo qualcosa si tolga bellezza.
#FF a chi legge ancora. A chi cerca nuovi mondi e nuove parole. A chi trova il tempo per allenare anima e pensieri, non solo i muscoli.
Ho appena letto che la fecondazione eterologa sarebbe “un adulterio in provetta”.
Mi devo ancora riprendere.
Voler bene è dimenticarsi di aver ragione.
Alle persone non puoi chiedere di cambiare. Puoi solo restare o andare.
O restare, con la voglia di andare.
La profondità appartiene a chi conosce le profondità.
A chi conserva le cicatrici come cartoline di posti lontani dove non tornare mai più.
Augurati di non essere mai il punto di rottura di una persona gentile.
La verità è che i talenti di Twitter sono solo talenti di Twitter.
E che, se Twitter chiudesse di colpo, tornerebbero le persone di sempre.
Amo le cose belle che non servono a niente. Quelle la cui unica funzione è la bellezza. E la cui unica velleità è di essere contemplate.
C’è chi si perde in mille persone, e chi sceglie di darsi solo a poche. Proprio per non perdersi.
A volte il nostro cuore parla al cuore delle persone che amiamo. Usa tre parole: Andrà tutto bene.
La mente assiste muta, sperando funzioni.
I leccapiedi potranno conquistare sempre e soltanto i piedi. Il cuore, mai.
Anche le persone prigioniere della gentilezza dovrebbero sentirsi libere di non rispondere alle domande stupide
Tutti scrivono sull’ironia, molti credono di saperla usare, pochi la padroneggiano, quasi nessuno la capisce.
#FF a chi si ricorda di noi anche quando il computer e il telefono sono spenti. A chi, senza accorgersi, ci porta con sé anche fuori da qui.
“Da una donna stupida avrai quello che vuoi. Da una donna intelligente avrai quello che meriti.”
240 RT la copia, 4 RT l’originale.
Voilà.
Grazie per i defollow da mancato follow back. Mi confermano che avevo fatto la scelta giusta.
Leggo spesso di defollow di massa. Ognuno fa come crede, ma chissà perché succede solo a chi diventa grande nei numeri. E nella presunzione.
C’è chi mostra le tette spacciandole per cervello. E chi, viceversa.
Ci sono cose che riesci a fare solo se le fai per te stesso, e altre che riesci a fare solo se le fai per qualcun altro.
Per andare d’accordo non è obbligatorio amare le stesse cose.
E nemmeno odiare le stesse cose.
Ma non si può odiare quello che l’altro ama.
Siamo fatti di interruzioni e di continuità. Siamo fatti di altezze e di meschinità. Siamo fatti di errori e di rimedi.
E siamo bellissimi.
Ho annusato tartufi, ho ascoltato il vento, mi sono persa tra colline rosse e viti blu, ho respirato allegria e ho fatto scorta di ricordi.
#FF a chi retuitta. Twitter è nato per questo. Per condividere. Le stelline fanno sempre piacere, ma i pensieri viaggiano con i RT.
Sergio voleva essere franco.
Franco voleva essere felice.
Felice voleva essere fortunato.
Alla fine, tutti cambiarono nome.
#scritturebrevi
– Cosa usi per lo stress?
– Bach
– E per la malinconia?
– Tom Waits
– E per la memoria?
– Dylan
– Li trovo in farmacia?
– Se son malati, sì.
Nel silenzio della sera i ricordi diventano un’orchestra. Nel buio le cicatrici diventano fosforescenti.
Il passato prova a farsi presente.
Ci sono mattine così, dove il cielo è indeciso sul da farsi, esattamente come te. E a tratti sorride, esattamente come te.
Sbaglio almeno una volta al giorno, per non dimenticare come si impara.
Trovo terribili i tweet di certe donne, autoproclamatesi bellezze, che danno del cesso ad altre donne.
Per me, femminicidio, è anche questo.
A volte si ha bisogno di chiudere una porta, anche solo per dimostrare a se stessi di saperlo fare.
A volte, la vita ti fa rincontrare le persone che hai perso. In certi casi, perché sa che ti mancano; in altri, per dirti che è meglio così.
Donne con figli che guardan con pietà donne senza. Persone in coppia che guardan con pietà chi è single. La pietà, lasciatela in San Pietro.
Ci sono persone che amano fare la somma, accumulando cose e persone. E poi ci sono persone che amano fare la differenza.
Mattine in cui lo specchio riflette il tuo dentro e sorride, perché si ricorda di averti visto bambina ed è fiero di quel che sei diventata.
(Mi “perplimo” nel leggere che mentre guardavate La Grande Bellezza, ne tuittavate. Quello non è vedere un film, amici. Pardon, ma è così.)
Studiare è un diritto, non un rovescio. #studioper raddrizzare le cose. #dica34 #scritturebrevi
Copioni a parte, ormai è da un po’ che scriviamo quasi tutti le stesse cose, variandole di poco. La noia è dietro l’angolo.
L’unico reality show che guardo è Twitter.
Ma non ho ancora capito come funziona.
Crescendo si impara l’arte del “far finta di niente”. E a mandar giù rospi come fossero caramelle. Al gusto fiele di acacia.
C’è una luce diversa nell’autunno. C’è una velleità di tregua, un bisogno di lasciare le folle estive e avvolgersi nei colori e nelle case.
Ammazza il tempo chi non sa viverlo.
Dalla pettinatrice: io con in mano Isaac B. Singer sfido a singolar tenzone le signore bene con in mano Chi.
Chi, vincerà?
I miei occhi azzurri piangono l’assenza di un’azzurra estate. I miei occhi grigi piangono l’arrivo di un grigio autunno.
Occhi di ragazza.
E poi arriva la sera, a spegnere le parole accese, a ricucire gli strappi del giorno, a sfumare le incomprensioni.
Buonanotte.
Mi segue una ragazza che per la sua Bio ha usato un mio tweet, non citandomi ovviamente. Non mi era mai successo.
Rido, ovviamente.
Le tette sono solo tette, ragazze. Voi che le avete, postatele pure, ma non fatele passare per una laurea alla Normale di Pisa.
A chi ha inserito Twitter tra i suoi gesti automatici del mattino, a chi non ricorda più com’era fare colazione senza leggerci, Buongiorno.
Prima del caffè, è ancora ieri.
Si può augurare il male o si può augurare il bene. Bisogna solo decidere che tipo di persona vogliamo essere.
È stato un buon giorno se, la sera, io sono ancora io.
Se non mi devo pentire di niente.
Se, pur avendo toccato la terra, ho le mani pulite.
E quando il mare è blu come il cielo, capisci che ci si può mescolare senza confondersi, che si può appartenere senza perdersi.
E buongiorno
E quando la sera ci spogliamo delle armature del giorno, la nostra pelle ritrova il suo cielo, e le nostre cicatrici ringraziano le stelle.
Amo le persone lente, che sanno prendersi il tempo per vivere e capire.
Amo le persone lenti, che sanno mettere a fuoco il senso delle cose.
Che strano passatempo, Twitter.
Milioni di parole, dalle più liriche alle più inutili.
E persone.
Che ti entrano nel cuore.
Senza rimedio.
I luoghi in cui siamo stati felici conservano per sempre quella felicità e, ogni volta che torniamo, ce ne restituiscono un po’.
Non vuoi la tristezza? Allora non avrai nemmeno la felicità.
(Stanotte non riuscivo a dormire e ho aperto Twitter. C’era solo Arisa, ovunque. Ho pensato a un virus e ho dato la tachipirina all’iPhone.)
Siamo fatti di pezzi. Pezzi che vorremmo cambiare, pezzi che vorremmo incastrare, pezzi che vorremmo capire.
Pezzi, che temiamo di perdere.
Programma della giornata:
Musica a rivestire la casa, libri a trasformarla, abbracci a riscaldarla.
Cerco di cambiare senza cambiare troppo.
Ci ho messo una vita a essere quello che sono.
Le finestre che si svegliano più tardi, i motori che riposano, le case che profumano di ricordi, le corse che diventano danze. È domenica.
E poi pianterò un campo di luci per illuminare i tuoi giorni senza sole.
Ognuno di noi ha le sue piccole manie che lo definiscono, giorno dopo giorno. Alla pari del colore degli occhi. Come fregi di cui far tesoro
P.S. Ma forse è perché defollowando di notte pensate che nessuno se ne accorga. Agatha Christie sarebbe fiera di voi.
Twitter mi ha insegnato a dare un senso nuovo alle parole. A raffinarle, a soppesarle, a equilibrarle.
A non abusarne, per non impoverirle.
Per chi è sempre alla ricerca di se stesso, i programmatori stanno elaborando una app dotata di servizio di egolocalizzazione.
In tre anni di Twitter ho incontrato arte, letteratura, poesia, economia, geografia, fotografia, storia, colori, cuori, storie, amori, vite.