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Nella sezione Scrittori di aforismi su Twitter l’articolo di oggi è dedicato a @AlbertHofman72 (Brian Hoffman). Nella breve nota biografica che mi ha inviato, l’autore scrive di sé: “Ho 42 anni, faccio un lavoro che con le parole non c’entra niente (faccio il magazziniere). Sono diplomato in ragioneria perché a scuola mi dicevano sempre che ero più portato per i numeri che per le parole. Infatti me ne sono tenuto sempre a debita distanza. Fino a due anni e mezzo fa e a Twitter”.
@AlbertHofman72 si è iscritto a Twitter nel maggio 2012 “E niente, passavo di qui ad ho pensato di lasciare qualche pensiero e un po’ di parole, in disordine. E sono passati due anni” scrive in un suo tweet. “Prima di iscrivermi a Twitter io non avevo mai scritto nulla se non la lista della spesa” mi confessa l’autore che a proposito della scelta del suo nickname spiega: “Io mi chiamo davvero Brian, ho scelto Hofman per l’lsd (lo so che ci vanno due F, ho sbagliato al momento dell’iscrizione)”.
“- Cosa fai nella vita? – Mi guardo sbagliare e sorrido rassegnato” scrive @AlbertHofman72 in un suo tweet, ma si capisce subito che in lui il sorriso supera di gran lunga la rassegnazione. Perché è con grande senso dell’ironia che l’autore descrive la sua visione della vita, espressa simbolicamente nella fetta di focaccia “Come quando guardi Quella precisa fetta di focaccia e poi te ne danno un’altra. Così la vita”, ed è sempre con senso dell’ironia che l’autore costruisce castelli per aria e poi si tappa le orecchie per non sentirli crollare (“Qual è il tuo talento? -Costruisco castelli in aria grandissimi. -E poi? -Tappo le orecchie per non sentire il rumore che fanno crollando”).
Il fatto è che @AlbertHofman72 è un bambino (“Vi ricordate quando eravate piccoli, fuori pioveva e stavate con il naso appoggiato al vetro a guardare fuori? Ecco, io lo faccio ancora”) e come tutti i bambini esprime una visione del mondo fatta di delicatezza, leggerezza, buon umore e di tinte color pastello. Così in lui non c’è nessun sarcasmo né risentimento o severità verso gli altri ma solo un grande stupore per come le cose accadono. Questo senso di stupore misto a un forte senso di autoironia è la chiave di lettura dei suoi tweet, insieme a una percezione di un mondo che ha perduto la sua innocenza (“Forse i nostri problemi sono iniziati quando abbiamo smesso di saltare nelle pozzanghere e ci siamo preoccupati di non bagnarci i piedi”). Da questa finestra su cui sta appoggiato a guardare il mondo, @AlbertHofman72 ci descrive le persone, quelle vere ma soprattutto quelle finte (“E finsero felici e contenti) e le diverse dinamiche sociali, fatte di ipocrisia (“Se la trave, invece che nell’occhio, se la ritrovasse nel culo, la gente smetterebbe di giudicare le pagliuzze degli altri”), di stupidità, orgoglio, presunzione. L’autore non scrive mai i suoi tweet col coltello tra i denti (“La gente che vive con il coltello tra i denti si perde tutte le cose bellissime che potrebbe fare con la bocca”) nè formula accuse inappellabili nei suoi giudizi sul mondo. In lui c’è sempre leggerezza, distacco, ironia divertita, mai pesantezza o ruggine. Tra i tanti tweet risaltano quelli sugli uomini (“Ché poi, il mondo di un Uomo, poggia su tre grandi quesiti: – Che si mangia stasera? – Me la darà? – Era veramente rigore?) e le donne (“Donne vestite da quindicenni che accompagnano a scuola bambine vestite come Donne. A me qualcosa non torna”) spesso espressi attraverso il particolare punto di vista della moglie (“- Passiamo la vita a cercare qualcuno che ci capisca e poi ci sposiamo un uomo. Certo che siamo cretine eh. Cit. Mia Moglie”). In questa timeline, così ironica e delicata, non potevano mancare anche i tweet sui figli e sulla gioia di essere padre: “I sorrisi dei figli sono lo specchio in cui dovremmo imparare a guardarci”.
Presento una scelta dei migliori tweet di @AlbertHofman72
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@AlbertHofman72, Tweet scelti
Forse i nostri problemi sono iniziati quando abbiamo smesso di saltare nelle pozzanghere e ci siamo preoccupati di non bagnarci i piedi.
Beati voi che avete capito tutto della vita, però, per favore, non venite a spiegarmelo. Mi piaccio ignorante.
Di una Donna dovremmo imparare ad Amare e baciare ogni spigolo. Ché a farlo con le curve sono capaci tutti.
– Cosa fai nella vita?
– Aspetto il treno giusto.
– E poi?
– Poi salgo e mi siedo nel posto sbagliato.
Ché poi, il mondo di un Uomo, poggia su tre grandi quesiti:
– Che si mangia stasera?
– Me la darà?
– Era veramente rigore?
E finsero felici e contenti.
Dell’impossibile mi piace che, se lo guardi bene, diventa improbabile. E se ci provi forte può diventare anche fattibile.
Comunque nel seggio dove ha lavorato mia moglie, un certo W LA FIGA ha preso quasi il 20%.
Ho detto che sono pronto a tutto, non a tutti.
Donne vestite da quindicenni che accompagnano a scuola bambine vestite come Donne. A me qualcosa non torna.
-Qual è il tuo talento?
-Costruisco castelli in aria grandissimi.
-E poi?
-Tappo le orecchie per non sentire il rumore che fanno crollando.
Ho appena visto una Donna sfilarsi un tacco 12 e rincorrere il figlio sull’erba a piedi nudi e giocare. E niente. Era bellissima.
– Passiamo la vita a cercare qualcuno che ci capisca e poi ci sposiamo un uomo. Certo che siamo cretine eh.
Cit. Mia Moglie.
Non prendete troppo sul serio i tuit. Una metà è stata scritta da persone sedute su un water. L’altra metà sotto l’effetto di psicofarmaci.
Amo quelle persone che gli dai un dito e si prendono tutte e due le braccia. Attorno alla vita. E ti si nascondono nel petto.
Stammi addosso, che vicino è troppo lontano.
La Nostalgia è dipingere i Ricordi con pastelli a C’era.
– Buongiorno, cosa prende?
(Tutti i suoi bronci, i musi lunghi, le incazzature, che Amarla quando sorride lo sanno fare tutti)
– Un caffè.
Se la trave, invece che nell’occhio, se la ritrovasse nel culo, la gente smetterebbe di giudicare le pagliuzze degli altri.
Mi chiedevo se “Correre il rischio” si possa considerare attività fisica.
Era bellissima, lei, e guardava sempre il mare. Per poter vedere quegli occhi, lui, il mare lo tenne sempre alle spalle. E non lo vide mai.
A prendersi sempre troppo sul serio, poi finisce che ti dimentichi come si fa a ridere.
Sposiamo dei bambini con cui facciamo altri bambini. Dei geni proprio, noi Donne.
Cit. mia Moglie.
Moriremo di parole scritte, dimenticandoci come si fa a pronunciarle.
Certe sere hai solo bisogno di silenzio per poter pensare. E di un abbraccio forte per smettere. Di pensare.
Mi piacciono i libri vissuti, pieni di note a margine. E mi piacciono così anche le persone, quelle che non nascondono il loro vissuto.
La gente che vive con il coltello tra i denti si perde tutte le cose bellissime che potrebbe fare con la bocca.
Esistono Donne che conoscono la regola del fuorigioco. Ora trovate un uomo etero che riconosca tutte le tonalità di azzurro.
Cit mia Moglie
– Cosa fai nella vita?
– Mi guardo sbagliare e sorrido rassegnato.
Strana la vita. Aspettiamo di diventare grandi per non dover dare la mano per strada. E da grandi, cerchiamo qualcuno che ci tenga per mano.
-Sei bellissima
-Come un giorno di sole?
-Di più
-Come la domenica mattina?
-Di più. Come un parcheggio libero in centro. Un lunedì mattina
Come quando guardi Quella precisa fetta di focaccia e poi te ne danno un’altra. Così la vita.
Se non puoi darle altro, dalle importanza.
Certe mattine vorrei solo che lo specchio mi guardasse e mi dicesse che andrà tutto bene.
Il fatto che vengano chiamate “Verità supposte” dovrebbe farvi capire dove dovreste mettervele.
In un universo parallelo i costumi superano la prova umani.
Chissà se le nuvole ci guardano cercando di immaginare a cosa somigliano.
Perdono: per dono. Io ti faccio dono della mia fiducia. Un’altra volta.
#parolecheamo
Le tette grosse sono specchietti per le allodole.
Ed è risaputo che l’allodola non è un uccello particolarmente intelligente.
Cit mia Moglie
Chissà quelli che tra le righe vedono solo spazi bianchi, quanti problemi in meno si fanno.
– Thomas, cosa vuoi fare da grande?
– Restare piccolo.
Thomas, 4 anni.
Secondo me, su Twitter, invece del contatore di quante persone seguite dovrebbero metterne uno che indichi quante ne leggete davvero.
Quello che ci frega è il senso materno: vogliamo dei figli e finiamo con lo sposare dei bambini.
Cit. Mia Moglie
Ché poi, tra solo e solitario c’è una certa differenza.
Più che “Chi sei, da dove vieni” io chiederei “Quali ferite hanno fatto di te quello che sei”.
Se un uomo guarda il mare, vuol dire che ha visto in acqua una donna con un bel paio di tette.
Cit. mia Moglie
-I bambini si sentono al centro del mondo.
-Molti utenti di Twitter si sentono al centro del mondo.
-Molti utenti di Twitter sono bambini.
Quando vedo una TL senza rt, penso a quanto si sentano soli tutti quei pensieri senza compagnia.
Vi ricordate quando eravate piccoli, fuori pioveva e stavate con il naso appoggiato al vetro a guardare fuori?
Ecco, io lo faccio ancora.
Per me la felicità è andare a guardarli mentre dormono. E pensare che, se dormono tranquilli, è anche perché sanno che io ci sono.
Milano, che l’autunno come lo indossa lei, nessuna. Il cielo grigio, l’asfalto bagnato, e le pozzanghere, senza un cielo in cui specchiarsi.
Ci si prende per mano, ci si prende cura. Ci si prende.
Ecco, penso che prendere sia un verbo bellissimo.
Guarda mamma, senza Cuore!
Guarda mamma, senza rimorsi.
Guarda mamma, senza sogni.
Guarda mamma, senza rimpianti.
Guarda mamma, senza vita.
Vedi figliolo, un giorno, tutta questa coda in tangenziale sarà tua.
Il cervello ricorda il dolore e basta una sensazione simile ad una già provata per metterlo in allarme. Il Cuore, forse, ha memoria breve.
Gente che confonde il concedere spazi con il lasciare dei vuoti.
I sorrisi dei figli sono lo specchio in cui dovremmo imparare a guardarci.
I cinque minuti di una donna e i venti centimetri di un uomo ci dimostrano che le misure sono qualcosa di soggettivo.
Anatomicamente non siamo fatti per guardarci le spalle da soli. Forse è per questo che dovremmo avere sempre qualcuno al nostro fianco.
– Papà, quanto dura un’ora?
– Più o meno come i cinque minuti della mamma.
Qualcuno deve aver sparso la voce tra gli uomini che diventare vanitosi come Donne li avrebbe resi anche intelligenti come noi.
Cit. Moglie
Dio ha punito gli Uomini con la carenza di cervello e le Donne con l’eccesso di istinto materno.
Cit. mia Moglie
– Come stai?
(Sto. Sul filo delle parole. Una virgola in una mano e un pugno di punti. Fissi. Come prima di cadere)
– Tutto a posto.
È davvero quella giusta se, quando pensi ad una fuga, la pensi con lei, e non da lei.
Non so che tasto manchi a Twitter, però al mondo sembra mancare il tasto “Più Umanità”
L’avete mai presa in considerazione la possibilità che, se sono davvero rose, oltre che fiorire, pungono, sfioriscono e attirano parassiti?
Così fuoriluogo da sentirmi a mio agio ovunque.
Ma con tutte le cose che non hanno un senso, perché ve la prendete sempre con l’amore?
Mi arrendo all’invadenza dei fatti.
“Papà, hai visto, ho ritrovato il pastello viola, sono felice”
Ecco, dovremmo ricordarci di quando eravamo felici di cose così.
– Come stai?
– Bene.
– Allora sei riuscito a dimenticarla.
– Si, la dimentico almeno una decina di volte al giorno.
Ciao, ti va di uscire e di andare ognuno per la sua strada, solo per ricordarci quanto è bello ritrovarsi?
Se le cose devono per forza avere un senso, vorrei fosse il tatto.
Certo che, passo falso dopo passo falso, ne abbiamo fatta di strada.
Cresciamo aspettando di essere abbastanza grandi per uscire da soli e poi cerchiamo qualcuno che ci dia un buon motivo per restare a casa.
– Cosa fai nella vita?
– Faccio il Valuating Consultant on Web Entarteinment.
– Cioè?
– Commento video su YouPorn.
Usciamo assieme stasera, ti porto fuori dall’ordinario.
E se fossero le nostre paure ad avere paura di noi?
Bello l’orgoglio, davvero, una figata.
Dovrebbero scriverlo sulla lapide di tutte quelle persone che muoiono sole.
Morirò di punti deboli lasciati scoperti per troppa fiducia.
Mi piacciono le persone che non si prendono troppo sul serio, ma che sanno prendere sul serio le persone che hanno a fianco.
Mi piaccio.
– Cos’hai?
– Niente. Ma un niente abbastanza grande da starci comodi in due, se ti va di sederti.
Ciao, sei bellissima, ed anche questo cielo e il vento che spoglia gli alberi lo sono. E pensavo che potrei farmi vento. E spogliare te.
Non è che crescere voglia dire dimenticarsi come si gioca.
C’è questo grigio, e piove un po’. E per dare un senso a tutto questo bisognerebbe fare l’Amore. O disegnare faccine sui vetri appannati.
Probabilmente se smettesse di soffiare il vento, questo azzurro ci colerebbe addosso.