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Frasi Belle

Scrittori di aforismi su Twitter, Rob_round

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Nella sezione Scrittori di aforismi su Twitter l’articolo di oggi è dedicato a @rob_round (Rob Round). Nella breve nota biografica che mi ha inviato, l’autore scrive di sé: “Capolavoro o Bufala? Probabilmente entrambe. Sono della categoria degl’uomini affetti da se stessi. Cialtrone romano, classe 1976 (ultimo banco, così ho meno probabilità di essere interrogato sulla Vita ché ieri non ho studiato). Attore. Fondatore, Direttore Artistico e Formatore di ‘Vicolo Cechov’ – Accademia Nazionale di Improvvisazione Teatrale. Musicista. Scribacchino contorto a ragione. Se hai bisogno mi trovi a Teatro: sono quello davanti.”

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@rob_round si è iscritto a Twitter il 5 Maggio 2013 “(Ei fu. Scrittore immobile.)”. E a proposito del suo scrivere su Twitter @rob_round mi dice: “Ho sempre amato fare due cose: ‘torturare’ le parole innocue per scoprire cosa nascondono sotto e leggere le parole scritte sui muri. Della seconda, mi affascina quella trascurabile sorpresa nel trovare, su un muro che conosci a memoria in una strada che conosci a memoria, una frase che ti fa sorridere o ti cambia la giornata e che prima non c’era (o, magari, non avevi fatto caso ci fosse). Twitter è così. Il paradosso dell’immobile in continua evoluzione. Milioni di ‘delinquenti’ che imbrattano un muro bianco, fermo e gigantesco con frasi idiote o profonde che, anche se scavalcate od offuscate in un moto perpetuo da scritte sempre nuove, rimarranno lì per sempre in attesa solo di essere scoperte un giorno o l’altro da utenti distratti che non avevano fatto caso ci fossero ed a cui, forse, strapperai un sorriso o cambierai la giornata. Questa grande possibilità, come scrive il grande Whitman, di ‘contribuire con un verso’, utile o meno, fa di me un utente felice e libero di usare Twitter per quel che è: un fantastico muro da leggere e sporcare nei ritagli di tempo”.

@rob_round è uno di quei tanti autori di Twitter che ha meno follower rispetto a quanti ne meriterebbe. E il motivo ce lo spiega l’autore in suo tweet quando afferma di scrivere per piacere personale e non per compiacere: “Troppa brama di follow, Rt e considerazione. Si rischia di scrivere per compiacere e non per piacere. E compiacere è una schiavitù infame”. E in un altro tweet aggiunge. “Scrivere solo per essere letti è come dormire solo per essere guardati. Scrivere è un’esigenza. Se poi qualcuno la condivide, tanto meglio”.

Per chi ha il coraggio di guardare oltre i numeri di Twitter e oltre la prigione delle statistiche (“È innegabile che su Twitter conti più il “numero” che non ciò che la persona ha da dire. Conosco prigioni meno rigide”), per chi ha la voglia di andare oltre certi meccanismi di condivisione forzati e artificiosi, la timeline di @rob_round appare in tutta la sua forza e originalità linguistica. Uso il termine “linguistico” perché il lavoro sul linguaggio (attraverso calembour, anagrammi, nonsense, etc) è uno dei cardini su cui si basa la scrittura di @rob_round, che ama “sconnettere” gli schemi mentali di cui siamo circondati (“Questa mente un pò sconnessa. Questa chi? Mente a chi? Un pò sconnessa, un pò sommessa, non sta messa tanto bene”). Come altri giocolieri della parola (i cosidetti “paroletariati” di Twitter per usare un termine coniato da Lia Celi) l’autore si diverte a spostare virgole, sillabe, parole, scomponendo il puzzle della realtà e ricomponendolo in modo nuovo e imprevisto. Basta davvero poco – un’elisione, lo spostamento di una parola, un’assonanza – e si creano nuovi cortocircuiti linguistici. Ecco alcuni esempi: “Andiamo a vanti”, “Continuo a preferire Accanto” ad Account”, “Intanto ti metto tra i preferiti. Poi ti ferirò con calma”. Tra i modelli stilistici che l’autore ama di più c’è l’anagramma, figura retorica sulla quale ironizza (“- Sempre lì ad anagrammare. Anagramma questa minchia. – Meschinità, quà. – …”), ma grazie alla quale riesce a creare nuove rivelazioni del senso della realtà “Quelli convinti che l’altra persona sia ‘sua’ non ne sottolineano l’appartenenza ma la schiavitù. Per questo l’anagramma di ‘sua’ è ‘usa’” oppure anche “Mi piace guardare la TL che scorre. Parole che scendono lente invece di precipitare. Sarà per questo che l’anagramma di tuittare è attutire” oppure ancora “La “marea” è un moto periodico, che innalza una massa, dovuto a due fattori detti: Attrazione e Forza. Per questo “amare” ne è l’anagramma..” o infine “Volersi, risolve Adoro l’esattezza degli anagrammi”.

In questi fuochi di artificio linguistici talora @rob_round ama inserire dei veri e propri paradossi logici che resettano la realtà e la fanno ripartire da capo, da un punto di vista completamente opposto: “Da astronauta voglio fare il grande” o “Muori.Cresci.Nasci. (B. Button)” o “Per il cimitero tutti siamo indispensabili e nessuno utile. Vedi, a volte, i punti di vista”. E si veda anche questa vera e propria matrioska concettuale che crea nel lettore un sussulto e un effetto di sorpresa: “In un bimbo lo stomaco è così vicino al cuore che è così vicino alla bocca che è così vicina agli occhi che un sussulto è una rivoluzione”.

In questa scrittura così piena di cortocircuiti c’è sempre un timbro univoco che altro non è che la voce dell’autore con il suo mix contradditorio di stupore, ironia e autoironia, amore per la bellezza (“La Bellezza è anche fermare la moto per godersi il roscio Rorschach di un tramonto non ancora caduto”), misantropia (“Affascinante Scrooge checché se ne Dickens”), cinismo inteso non come aridità sentimentale quanto piuttosto come capacità di valutare le cose per quello che sono e non per quello che appaiono, al di là dei tanti schemi ipocriti: “Quando è successo? Quando abbiamo cominciato a valutare una persona dal suo prestigio? Quand’è che siamo passati da apprezzare a prezzare?” scrive l’autore in un suo tweet.

Presento una selezione dei migliori tweet di @rob_round

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@rob_round, Tweet scelti

Scrivere solo per essere letti è come dormire solo per essere guardati.
Scrivere è un’esigenza.
Se poi qualcuno la condivide, tanto meglio.

Continuo a preferire “Accanto” ad “Account”.

Le Donne. Questo impetuoso, piccolo mistero.
Scalpitano, urlano, piangono, sbattono, se ne vanno.
Ma non stupirti se, avvolte, ritornano.

“Con te stare” è una protesta bellissima.

È innegabile che su Twitter conti più il “numero” che non ciò che la persona ha da dire.
Conosco prigioni meno rigide.

Intanto ti metto tra i preferiti.
Poi ti ferirò con calma.

– Allora? Com’è finita poi con Gesù?
– A posto. Tutto risorto.

Chi non sa cosa fare della vita non ne ha mai cinta una.

Mi piace guardare la TL che scorre.
Parole che scendono lente invece di precipitare.
Sarà per questo che l’anagramma di tuittare è attutire.

Il bianco della neve che sparisce quando la neve si scioglie.
È questa, per me, quella che chiamano “uscita di scena elegante”.

A volte provo una tenerezza infinita per tutti noi.
Che affrontiamo la Vita senza essere pronti.

Ne fanno corsi per attenersi alla realtà?

Tutto quello che tirai potrà essere usato contro di te.

Propongo di scrivere tutti lo stesso tweet contemporaneamente per indurre al suicidio chi sta dedicando la sua vita alla ricerca delle copie.

Andiamo a vanti.

Da astronauta voglio fare il grande.

Non lavorate sulla cellulite.
Lavorate sull’autoironia.
È quella l’unica “zona” in cui avete problemi.

Quelli convinti che l’altra persona sia “sua” non ne sottolineano l’appartenenza ma la schiavitù.
Per questo l’anagramma di “sua” è “usa”.

– Ti voglio bene.
– Ti voglio.
– Bene.

Non sono d’accordo con quello che dici, ma darei la vita perché tu possa continuare a dirlo fino ad incontrare qualcuno che ti menerà.

– Sei per fetta.
– Come darti torta.

“Dio mi è testimone” solo se vuoi un regalo di nozze da paura.

La “marea” è un moto periodico, che innalza una massa, dovuto a due fattori detti: Attrazione e Forza.
Per questo “amare” ne è l’anagramma.

“Poeta” deriva dal verbo greco “?????” il cui significato letterale è “fare”.
Esempio:
– “Vuoi poeta sesso con me?”
– “Vai a poeta in culo”.

Muori.
Cresci.
Nasci.
(B. Button)

Ci meritiamo questo Mondo strambo dove hanno tutti la Verità in tasca e poi se cerchi due pezzi da cinque puoi anche suicidarti.

Certe ore notturne meriterebbero un nome tutto loro.

– Vuoi un bacino?
– Anche.

In un bimbo lo stomaco è così vicino al cuore che è così vicino alla bocca che è così vicina agli occhi che un sussulto è una rivoluzione.

Gli esseri umani conducono corrente.
Per questo quelli senza “spina” dorsale non hanno “prese” di posizione.
L’esattezza dell’elettricità.

Siamo quello che rimandiamo.

Vita in te ci crepo.

Non ho mai amato la poetica a tutti i costi. Preferisco leggere pensieri sporchi di realtà. Alcuni scrivono come se non scoreggiassero mai.

Usiamo “abbastanza bene” come un “potrei star meglio”.
Ma “a bastanza” vuol dire “quanto basta”. Bene quanto basta.
È una parola magnifica.

Ti disconoscerei tra mille.

La solitudine è un’occasione.
Se insopportabile o meravigliosa, dipende.
Da con chi sei solo.

– Buona giornata e buon lavoro [sorriso].
– [sorriso] Grazie, anche a te.
È così rivoluzionaria la cortesia.

Ho amato poco il Piccolo Principe e quel suo fiore infame.
Ma per una cosa lo stimerò sempre: spostava la sedia per vedere i tramonti.

Se sposi la cattiveria come stile di vita ti mariti la solitudine.

A me gli sconcerti piace vederli su un maxischerno.

Volersi, risolve.
Adoro l’esattezza degli anagrammi.

Quando distribuivano le Nike io ero in Fila.

“Nell’attesa della tua venuta” è una religione bellissima.

Giro giro tondo
Casca l’immondo
Gaza, la Terra
Tutti giù per guerra.

Alcuni scribacchini da carta stampata dovrebbero ricordare che l’anagramma di “giornalisti” è “signorilità”.

Ammalii estremi.
E stremi rimedi.

La pace è finita, andate a Messa.

Io ed i miei altoparlanti da auto siamo uguali. Intratteniamo la gente ed un giorno smetteremo di emettere suoni. Ci capiamo tra Car-casse.

Il fummo fa male.

Guardare un culo che passa non è solo vizio.
È desiderare qualcosa che va via.
E più si allontana più prende forma.
Il culo è Architettura.

È quella la fine che alcuni fanno.
Da avidi ad aridi.
Così.
Alla lettera.

Un piccolo dettaglio può cambiare la Vita.
Da “Servo le persone” a “Servo alle persone”.
Ho sempre adorato la preposizione articolata “al”.

Potevi esistere senza di me.
Ma ci siamo incontrati, mia piccola vita.
Esattamente nel mezzo tra arrivare in anticipo ed arrivare in ritardo.

Troppa brama di follow, Rt e considerazione.
Si rischia di scrivere per compiacere e non per piacere.
E compiacere è una schiavitù infame.

Di alcuni libri apro solo l’ultima pagina e ne imparo a memoria l’elenco.
Per fare prima.
Mi piace leggere Sommari a mente.

Il giorno dopo la notte prima.

Odi @ amo.

Non hai lavoro.
Lo trovi e piangi che non hai l’Amore.
Lo trovi e piangi che non hai figli.
Li fai e piangi che non hai Tempo.
(ad libitum)

Infine, giustifico i mezzi.

Del labiale non si butta via niente.

In un anno e mezzo su Twitter sono transitati ed andati via dal mio profilo almeno 10.000 utenti.
Sono una Quitstar.

Nonostante alla fine vinca sempre, l’unico che non riesce a domarci è il Tempo. Dovrebbero fare orologi con polso, più che da polso.

Adesso faccio credere a tutti di essere a casa quando, in realtà, sono in Thailandia.

L’anagramma è un’arte spietata. Tortura le parole innocue per farne uscire i segreti.
Per questo l’anagramma di “anagramma” è “Arma Magna”.

Saper esprimere la propria opinione con garbo ed educazione.
Non c’è più bella cosa al Modo.

L’alcool nuoce gravemente.
– Alla salute!

A letto servono buone mani, non buone maniere.

Parentesi gaffe.

Volevo essere sabbia, un singolo granello.
Girare il Mondo, sotto i piedi di un cammello.
E Puf! Volare via.

All’improvviso: tra cado e crollo.

“Libertà è posticipazione”. (Gaber-Round)

È vero che pioggia, vento e fulmini d’estate rompono i coglioni.
Ma anche la montagna ha diritto ad una settimana di ferie al mare.

Ho ascoltato scuse così belle per abbordare una donna da farci un Preatest Hits.

– Leggere? Attenta, mente.
Le avvertenze.

Firefox scaricato da 400.000 persone in una settimana.
Io da 3 in vent’anni.
Rob Round – Firefox: 1-0.

Quando è successo?
Quando abbiamo cominciato a valutare una persona dal suo prestigio?
Quand’è che siamo passati da apprezzare a prezzare?

– Sto uscendo.
– Ma è tardi, dove stai andando?
– Verso i 40 quindi, non rompere i coglioni.
– …

Quando i reni potranno filtrare anche il vuoto di quello che non riusciamo a vedere, pisceremo grandezza.

Metti una telecamera sul tavolo di una coppia a cena e non parleranno più come vogliono ma come vogliono gli spettatori.
Come su Twitter.

Poi un giorno ci spiegheranno cos’è che ci imbarazza tanto riguardo la bontà.

Ci meritiamo questo Mondo strambo dove l’Avvenire è un quotidiano ed il Quotidiano non ha avvenire.

Andare fino in India per trovare noi stessi è più comodo.
Assolve la nostra pigrizia nel provarci quì.
L’anima. Delhi. Mortacci nostri.

Defecare assieme è la più potente forma di “livella”.
Come quella di Totò ma senza la rottura di dover morire.
Impariamo dall’Antica Roma.

L’effimera convinzione che la possessione serva ad accendere un rapporto mentre in realtà lo raffredda.
Per questo la chiamano “Gelo sia”.

Se al primo appuntamento mette le ballerine, non farglielo pesare.
Aspetta di incontrare un amico e dì: “Marco, ti presento Pulcinella”.

Quando un caro amico viene a teatro per vedere te ed esce che si è dimenticato fossi tu.
È questo l’applauso più bello.

Perchè usare un Social per scrivere cose belle quando puoi usarlo per scrivere meschinità?
@AzzetaZeta inspired.

– Scopiamo?
– No.
– Scompaio?
– Sì.
Anagrammi di merda.

Ci meritiamo questo Mondo strambo dove condividiamo “5 buone ragioni per non votare” e mai “5 buone ragioni per lavarsi prima di uscire”.

Il Caos non deve essere giusto.
Il Caos deve essere come già è.
Imprevedibilmente benevolo o spietato.
Come per sua natura.

Questo domani che si crede oggi solo perchè ancora non lo sa.
Come coda di serpe che continua a muoversi perchè recisa troppo in fretta.

Se pensate che basti l’amore come timbro per autenticare un rapporto: vistate sbagliando.

L’alopecia.
In cute, timore.

In amore bisogna metterci in pegno.

L’incinta degli idioti è sempre mamma.

Perché non siamo che questo.
Ombre di cani su di un muro antico.
Che possono sembrare angeli o diavoli agli occhi degli altri.

Sono quello sotto il letto che, dopo il sesso, vi suggerisce le battute per non farle scoprire subito che oltre al “su e giù”, il nulla.

La Bellezza è anche fermare la moto per godersi il roscio Rorschach di un tramonto non ancora caduto.

Ho pensato a tutti gli errori che ho fatto.
Mi sono sentito un unico gigantesco sbaglio.
E, per un attimo, mi sono commesso.

Per il cimitero tutti siamo indispensabili e nessuno utile.
Vedi, a volte, i punti di vista.