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Frasi, citazioni e aforismi sull’allenatore

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Presento una raccolta di frasi, citazioni e aforismi sull’allenatore e gli allenatori. Tra i temi correlati si veda Le frasi più belle e divertenti di Vujadin BoskovFrasi, citazioni e aforismi sull’allenamento, Frasi, citazioni e aforismi sull’arbitro e Frasi, citazioni e aforismi sul calcio.

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Frasi, citazioni e aforismi sull’allenatore

allenatore

Gli allenatori sono come le gonne: un anno vanno di moda le mini, l’anno dopo le metti nell’armadio.
(Vujadin Boškov)

L’allenatore di calcio è il più bel mestiere del mondo, peccato che ci siano le partite.
(Nils Liedholm)

Io dispongo sempre bene le mie squadre in campo. Il problema è che quando inizia la partita i giocatori si muovono.
(Alfio Basile)

Ci sono due tipi di allenatori: quelli che sono stati esonerati e quelli che lo saranno.
(Ben Philip)

Nessuno come un allenatore di calcio può passare in pochi attimi dall’essere un visionario all’essere un ciarlatano.
(Fabrizio Caramagna)

Una squadra che non abbia un grande allenatore in campo, tipo Paulo Roberto Falcão o Platini, è inutile che abbia un allenatore fuori campo.
(Carmelo Bene)

L’allenatore? Ah sì, è quel tizio che ci tiene allegri a tavola.
(George Best)

Il problema non è gestire un fuoriclasse, ma un mediocre che si crede fuoriclasse.
(Ottavio Bianchi)

L’allenatore deve essere al tempo stesso maestro, amico e poliziotto.
(Vujadin Boškov)

Nel calcio c’è una legge contro gli allenatori: giocatori vincono, allenatori perdono.
(Vujadin Boškov)

Per diventare un buon allenatore non bisogna essere stati, per forza, dei campioni; un fantino non ha mai fatto il… cavallo.
(Arrigo Sacchi)

Purtroppo noi allenatori siamo soli, sempre, soprattutto quando si perde. Soli di fronte ai giocatori, ai giornalisti, al pubblico.
(Arrigo Sacchi)

Il successo è un pallone con quattro spicchi. Uno appartiene ai giocatori, uno alla società, uno all’ambiente, cioè stampa e tifosi. Il quarto spetta all’allenatore.
(Giovanni Trapattoni)

Di dieci allenatori che ho avuto, uno mi ha insegnato qualcosa, tre non hanno lasciato segno, sei hanno rischiato di rovinarmi.
(Marco Van Basten)

Sarebbe il momento di posizionare il VAR sugli allenatori, che dicono di aver visto quello che nessuno ha visto.
(Fabrizio Caramagna)

Io sono il signore tecnico tuo, non avrai altri tecnici all’infuori di me.
(Gianni Brera)

L’allenatore rivelazione? Quello che vince.
(Franco Scoglio)

Serginho non si diverte giocando da terzino? Vorrà dire che dopo la partita lo porterò al cinema.
(Carlo Ancelotti)

Un allenatore cambia molto o perché è scemo o perché è insoddisfatto.
(Arrigo Sacchi)

Abbiamo perso per l’errata applicazione di un meccanismo di pressing a L rovesciata.
(Franco Scoglio)

Mi hanno chiamato il “Trapattoni dei poveri”. Dovrebbero dire che lui è “il Mazzone dei ricchi”.
(Carlo Mazzone)

Gli allenatori si credono depositari del verbo, ma ormai giocano tutti con una punta.
(Michel Platini)

Mi piace il tridente, ma guai a farlo diventare stridente.
(Carlo Mazzone)

Sono diventato allenatore per restare il più vicino possibile al campo di gioco, ma ho scoperto che non esiste antidoto per i mali della panchina. Davanti a me c’erano coloro che mi ricordavano il piacere perduto (i giocatori) e dietro quelli che mi rammentavano il dovere attuale (i tifosi). Il fatto di non giocare ma di avere sempre la colpa di tutto recava con sé alcuni inconvenienti che non avevo valutato a sufficienza.
(Jorge Valdano)

Allenare più di sedici giocatori mi fa venire il mal di testa.
(Franco Scoglio)

Allenatore. Un uomo che guadagna il proprio pane con il sudore altrui.
(Martin Lawer)

Non c’è carica di allenatore di calcio o di presidente del consiglio che dubitiamo di meritare. Se non la ricopriamo, è perché nessuno ce l’ha offerta.
(Fabrizio Caramagna)

“Dottore” domandò a Oliva “come devo allenare Maradona?”
“Tu hai mai visto allenarsi un gatto?” gli ribatté il dottore.
“No” ammise.
“Bene, Maradona è come un gatto, gli basta nutrirsi e riposare per essere il migliore”.
(Jorge Valdano)

Prima esisteva l’allenatore e nessuno gli prestava particolare attenzione. L’allenatore morì, con la bocca chiusa, quando il gioco smise di essere un gioco e il calcio professionistico ebbe bisogno di una tecnocrazia dell’ordine. Allora nacque il direttore tecnico, con la missione di evitare l’improvvisazione, controllare la libertà ed elevare al massimo il rendimento dei giocatori, obbligati a trasformarsi in disciplinati atleti.
L’allenatore diceva: «Andiamo a giocare».
Il tecnico dice: «Andiamo a lavorare».
(Eduardo Galeano)

Adesso si parla con i numeri. Il viaggio dal coraggio alla paura, storia del calcio del secolo ventesimo, è un passaggio dal 2-3-5 al 5-4-1, passando per il 4-3-3 e il 4-4-2. Qualsiasi profano è capace di tradurre questo, con un po’ di aiuto, ma dopo non c’è più nessuno che ne sia capace. A partire da quel momento il direttore tecnico sviluppa formule misteriose come la sacra concezione di Gesù e con esse elabora schemi tattici più indecifrabili della Santissima Trinità.
(Eduardo Galeano)

Nella partita che l’allenatore ha l’obbligo di immaginare, egli può scegliere se dare il pallone all’avversario o alla sua squadra. Tra una decisione e l’altra esiste una distanza grande almeno quanto quella tra la paura e la speranza.
(Jorge Valdano)

Tutte le idee sono vincenti e perdenti allo stesso modo, perché il calcio continua ad appartenere ai piedi dei giocatori prima che alla testa degli allenatori.
(Jorge Valdano)

Schemi che funzionano in teoria non funzionano in allenamento. Schemi che funzionano in allenamento non funzionano in partita.
(Legge degli allenamenti, Arthur Bloch)

L’allenatore non ci sta a perdere con l’ultima in classifica. I suoi avvocati assicurano che c’è stata una frode e chiedono il riconteggio dei goal.
(Fabrizio Caramagna)

Ceretti: E… che tattica adopererete? Adotterete anche voi la zona?
Canà: No, io adotto un altro tipo di tattica: la bizona.
Ceretti: E che cosa sarebbe la bizona, è forse la zona per tornare in serie B?
Canà: La B non significa bi… bi-zona sta per bis-zona cioè due volte zona, come se io a lei dicessi bistrò, che non significa bistrot francese, ma due volte stronzo. Arrivederci.
(Dal film L’allenatore nel pallone)

Il lavoro dell’allenatore è quello di vendere il suo prodotto, il suo stile, convincendo i giocatori a comprare ciò che lui vende, la sua mentalità, le sue indicazioni.
(Dan Peterson)

Allenare significa affrontare una serie infinita di sfide: la maggior parte di esse ha a che vedere con la fragilità dell’essere umano.
(Alex Ferguson)

In allenamento la squadra deve andare al massimo come in partita. Si fatica, ma i risultati si vedono.
(Antonio Conte)

Con i miei figli ho più empatia che con i miei giocatori, eppure, pur volendo loro bene, non faccio fare loro quello che vogliono. Perché dovrei farlo fare ai miei giocatori? Empatia non è baci e abbracci, ma anche guardarsi negli occhi: non criticherò mai un mio giocatore se non gioca bene, ma lo farò se non gioca per la squadra. L’essenza del mio lavoro è la squadra.
(Josè Mourinho)

Come allenatore ho la responsabilità per quello che si fa in campo ma anche fuori, per questo cerco di conquistarmi il ruolo di leader, per farmi seguire. Si dice che io incuta timore, ma per imporsi non ci sono spartiti precisi, bisogna cercare di farsi seguire, col buon esempio, attraverso il comportamento personale.
(Zdeněk Zeman)

Vincere è sempre importante ed è raramente frutto del caso. Puoi essere fortunato una volta, due, ma le vittorie sono sempre il frutto di un lavoro, di un gruppo formato al quale si contribuisce come allenatore.
(Marcello Lippi)

Sacchi mi disse che per fare l’allenatore servono quattro cose: occhio, pazienza, memoria e fortuna.
(Carlo Ancelotti)

Nel momento in cui l’allenatore perde la propria autorità, la squadra non esiste più; finiscono per gestirla i giocatori, e iniziano i guai.
(Alex Ferguson)

Se l’autorevolezza di un allenatore deriva dall’urlare, io non ne ho. A me chi urla non trasmette niente, mentre ci sono persone che parlano piano e infondono sicurezza, anche timore. Ma il mondo della leadership è ancora tutto da scoprire, per noi allenatori. Una parola detta in un certo modo può cambiare le cose. Forse è in questo campo che si può sorprendere.
(Massimiliano Allegri)

Abbiamo i migliori giocatori e, scusate se sono arrogante, abbiamo il miglior allenatore.
(Josè Mourinho)

Per uno come me che ama il pallone e che non è mai stato tradito dal calcio, sarebbe la cosa più bella morire in panchina, durante una partita.
(Giovanni Trapattoni)

Per una telefonata, non sono diventato allenatore dell’inter: non mi ha telefonato nessuno!
(Renzo Ulivieri)

Sono un gran difensore dello spirito di squadra e del lavoro di squadra, la prima cosa che ho promesso ai miei nuovi giocatori è che li guarderò tutti allo stesso modo. Non voglio un rapporto speciale con quelcuno di loro. Odio parlare di una persona sola. I giocatori non vincono trofei, il gruppo vince trofei, la squadra vince trofei. Non riesco a dire “mi piace questo giocatore”, ma generalmente mi piacciono i giocatori che amano vincere. Non solo quello che ama vincere nei 90 minuti, ma quello che ama vincere ogni giorno, in ogni sessione di allenamento e nel resto della sua vita.
(Josè Mourinho)

Uno non è un grande allenatore quando fa muovere un giocatore secondo le proprie intenzioni, ma quando insegna ai giocatori a muoversi per conto loro. L’ideale assoluto, che come tale non è mai raggiungibile, viene nel momento in cui l’allenatore non ha più nulla da dire, perché i giocatori sanno già tutto quello che c’è da sapere. Tutti devono conoscere, oltre alla tecnica, come si gioca, la tattica, insomma.
(Julio Velasco)

Ascolti, le voglio dare un consiglio Brian Clough, non importa quanto pensi di essere bravo, intelligente o quanti nuovi amici si fa in televisione, la realtà della vita nel calcio è questa: il presidente è il capo, poi ci sono i consiglieri, poi il segretario, poi i tifosi, poi i giocatori e poi alla fine di tutto in fondo al mucchio l’ultimo degli ultimi, la persona di cui alla fine possiamo tutti fare a meno, il fottuto allenatore!
(Dal film Il maledetto United)

Il mondo del calcio è simile a quello dello spettacolo: il presidente della squadra è il produttore, l’allenatore è il regista, il direttore sportivo equivale al direttore di produzione, i calciatori sono ovviamente gli attori e la partita è il film.
(Mario Cecchi Gori)

Il mio allenatore preferito? Quello che mi fa giocare.
(Salvatore Schillaci)

Certi allenatori si credono chi Sacchi.
(tragi_com78, Twitter)

Mi sono sempre chiesto perché in panchina gli allenatori scrivano appunti. Forse dei promemoria tipo “Questo dopo lo rovino”.
(david_isaylog, Twitter)

La cosa brutta è che ognuno dei 60 milioni di allenatori in Italia pensa di essere il più bravo e nessuno s’accorge che il migliore sono io.
(Zziagenio78, Twitter)

L’inizio della prima stagione è un momento chiave. Ogni allenatore sa di avere un periodo iniziale a disposizione, che chiamo ‘periodo bonus’, in cui un calciatore cerca di valutare il carisma, le idee e la personalità dell’allenatore, in cui cerca di capire se può fidarsi e consegnarsi a lui totalmente.
(Antonio Conte)

So che stai pensando di diventare un allenatore, prima o poi. Penso sia una buona idea, ma allenare non è solo divertimento e partite. A volte non importa quanto tu sia una brava persona, dovrai comportarti da stronzo. Non puoi fare l’allenatore se hai bisogno di piacere a tutti.”
(Phil Jackson)

Una squadra è il riflesso del proprio allenatore: se lui l’allenerà amandola da impazzire, questa impazzirà per lui.
(Massimiliano Bellarte)

Tratto i giocatori come se fossero i miei figli. Il momento migliore per parlare con i bambini è la notte, quando vanno a dormire: vanno a letto tranquilli, rilassati, ti raccontano quello che hanno imparato. Con i giocatori mi comporto in modo simile. Il momento giusto per rivolgermi a loro è a partire dalle undici di sera. Più o meno a quell’ora io e lo staff cominciamo a far visita ai vari elementi della squadra nelle loro camere, per parlare. Per circa un paio d’ore chiacchieriamo a tu per tu con ogni giocatore e ribadiamo ciò che vogliamo da loro. Sono parole che incidono non solo sull’aspetto professionale, ma anche su quello personale: è il momento in cui sono più ricettivi e assimilano in modo naturale tutto quello che sentono.
(Diego Simeone)

I presidenti dovrebbero esonerare in settimana, dopo un allenamento, perché è lì che vedi se l’allenatore ha in mano il gruppo, non la domenica quando gli umori si alzano e si abbassano come un titolo in borsa.
(Antonio Conte)

Niente va mai così male che non possa andar peggio licenziando l’allenatore.
(Arthur Bloch, Prima legge di Murray, La legge di Murphy)

Penso che un allenatore deve essere pronto all’esonero. Ma se l’allenatore ha paura di qusto, non lavora bene e ha grandi problemi
(Josè Mourinho)

Quanto incide un allenatore? Un tecnico deve intraprendere una strada, tracciare un percorso portando gioco, organizzazione e cercando di portare competenze adeguate. Detto questo l’allenatore è nulla se non trova la disponibilità dei calciatori.
(Antonio Conte)

Il mio allenatore ha detto che squadra che vince non si cambia, adesso puzziamo come caproni.
(Fichi d’India)

In questa squadra ho a disposizione doppioni, triploni, quadripliconi nello stesso ruolo.
(Franco Scoglio)

Un allenatore che indovina la piazza ideale ha un gran fiuto o un gran culo.
(Maurizio Sarri)

Stare in politica è come fare l’allenatore di calcio. Devi essere tanto furbo da capire il gioco e tanto fesso da pensare che sia importante.
(Eugene McCarthy)

Un allenatore è qualcuno che ti dice quello che non vuoi sentire, ti fa vedere quello che non vuoi vedere, in modo che tu possa essere quello che hai sempre saputo di poter diventare.
(Tom Landry)

Se avessi voluto un lavoro facile sarei rimasto al Porto, con una poltrona blu, la Coppa dei Campioni, Dio e dopo di lui io
(Josè Mourinho)

Tutti allenatori al bar, tutti medici nelle sale d’aspetto dei medici.
(robgere, Twitter)

Se mettessi in fila tutte le panchine che ho occupato, potrei camminare chilometri senza toccare terra.
(Vujadin Boskov)