Skip to main content
Frasi Belle

Frasi, citazioni e aforismi sulla piazza

Annunci

Presento una raccolta di frasi, citazioni e aforismi sulla piazza. Tra i temi correlati si veda Frasi, citazioni e aforismi sulla strada e il cammino e Frasi, citazioni e aforismi sulla città.

**

Frasi, citazioni e aforismi sulla piazza

piazza

Adoro le rughe di certe piazze. Ti sanno parlare con incanto dei propri anni.
(Fabrizio Caramagna)

Tutte quelle storie sulla tua strada. Trovare la tua strada. Andare per la tua strada. Magari invece siamo fatti per vivere in una piazza, o in un giardino pubblico, fermi lì, a far passare la vita.
(Alessandro Baricco)

Sono gli altri le strade, io sono una piazza, non porto in nessun posto, io sono un posto.
(Alessandro Baricco)

Se ci fate caso, al tramonto le piazze trattengono sempre un po’ di meraviglia.
(Fabrizio Caramagna)

Trovavo nella piazza l’ostentazione della densità, del calore della vita che sento in me stesso. Mentre mi trovavo lì, io ero quella piazza. Credo di essere sempre quella piazza.
(Elias Canetti)

Aspettai e aspettai. Me ne stavo seduto a guardare tutte le persone che andavano e venivano sulla piazza, sia la gente del luogo sia i visitatori. Pensai che il mondo è un bel posto. Di nuovo provai un sentimento di euforia legato a tutto quel che mi circondava. Perchè? Chi siamo noi che viviamo qui? Ogni singola persona in questa piazza era come un tesoro vivente, una cassa del tesoro piena di pensieri e di ricordi, sogni e nostalgie.
(Jostein Gaarder)

Sai cosa amo delle piazze? il bordo. Quel momento in cui ti siedi e metti dietro di te il mondo. E gli occhi vanno qua e là. E davanti hai solo lo spettacolo della storia.
(Fabrizio Caramagna)

Io arrivai in una piazza
colma di una cosa sovrana,
una bellissima fontana
e intorno un’allegria pazza.
(Carlo Betocchi)

L’aria è rosa. Un antico crepuscolo ha tinto la piazza e le sue mura.
(Dino Campana)

Ci vediamo alla solita ora.
Tu porta il mare e una piazza ridente di bambini.
Io porta la brezza e la luce della sera.
(Fabrizio Caramagna)

Non è nei vasti campi o nei grandi giardini che vedo giungere la primavera. È nei rari alberi di una piccola piazza della città. Lì il verde spicca come un dono ed è allegro come una dolce tristezza.
(Fernando Pessoa)

Molta gente non ha ancora scelto in quale cimitero vuole morire. Però ha già pensato a una piazza in cui vorrebbe la propria statua
(Fabrizio Caramagna)

La piazza italiana… è da sempre il centro dell’intelligenza della comunità. Ci vediamo in piazza, andiamo in piazza, scendiamo in piazza…proprio nella piazza affluiscono pensieri ed incontri, affari e promesse.
(Andrea Emiliani)

La piazza è ecumenica: ha qualcosa per tutti. Vecchi e giovani, uomini e donne, ricchi e poveri, italiani e stranieri.
(Beppe Severgnini)

Le piazze sono nate come il sagrato di una chiesa, il corredo di un palazzo, lo sbocco di quattro strade, lo spazio di un mercato, il risultato di una demolizione.
(Beppe Severgnini)

Per capire le piazze occorre frequentarle. E per frequentarle, non bisogna avere fretta. Le piazze raccontano, infatti, ma bisogna lasciargli il tempo di parlare.
(Beppe Severgnini)

E’ la piazza principale di Siena, e la chiamano il Campo. Guardate come può essere bello il vuoto: è la pausa nella musica di queste case. Guardate la forma a conchiglia: è l’ombelico d’Italia, leggermente irregolare.
(Beppe Severgnini)

Le piazze, siano esse monumentali o di quartiere, del mercato o della chiesa, sono una sorta di esclusiva europea. Fuori dal nostro continente, strano ma vero, quasi non esistono e quando esistono sono un’altra cosa e se non sono un’altra cosa sono più o meno maldestre imitazioni. Nel mondo islamico così come in India e in Cina non ci sono vere e proprie piazze perché non è prevista la funzione della piazza che è quella di favorire relazioni e produrre coesione municipale.
Sono il più antico social network, le piazze europee, e noi non lo sappiamo
(Marco Longoni)

Nella Grecia antica le piazze così come le conosciamo noi non esistevano, esistevano le agorà e nemmeno sempre (la potente Sparta non l’aveva). Marco Romano, nel suo libro La piazza europea spiega che, contrariamente a quanto si pensa, l’agorà non era il centro della vita politica cittadina che si svolgeva altrove, spesso in un teatro. Nemmeno il foro romano equivaleva alla piazza europea, e si capisce, non c’era molta partecipazione democratica all’epoca di Nerone e Diocleziano. La piazza europea nasce non in Lombardia o in Toscana bensì, strano anche questo ma anche questo vero, ad Anagni, cittadina più nota per il famoso schiaffo e per aver dato i natali a Manuela Arcuri. Papa Alessandro III con iniziativa proto-federalista vi fece erigere a proprio spese un palazzo comunale e fu così che nella Ciociaria del dodicesimo secolo la piazza fece la sua comparsa nella storia. Perché un palazzo dove si riunisce il consiglio comunale necessita di una piazza dove si riuniscono gli elettori del consiglio comunale, ovvio. Dovrebbe essere altrettanto ovvio, eppure non lo è e fa bene Romano a ribadirlo, che tutto questo poteva nascere solo in una società cristiana, l’unica a dare valore al singolo individuo: inconcepibile una piazza democratica nell’Asia collettivista e nell’Islam che ha la sottomissione come slogan.
(Marco Longoni)

Dal Foro Romano alla piazza moderna, la città ha sempre avuto bisogno di un luogo di convegno, di raccolta, di una “testa” per il suo grande corpo fatto di abitazioni.
(Flavio Conti)

“Ci vediamo in piazza”. Con questa frase semplice, ma chiara ed inequivocabile si comunica ad un amico che l’incontro avverrà nel solito posto. Questa espressione, però, va oltre il suo significato puramente letterale: indica precisamente che cos’è una piazza. Costruita attraverso lente stratificazioni o realizzata ex novo nelle città di fondazione, è lo spazio privilegiato, il luogo dell’incontro, dell’amicizia, dello scambio, ma anche scenario di manifestazioni, sede di rivolte, punto di raduno per pacifiche attività, testimonianza di un illustre passato.
(Valentina Corrente)

Sulla piazza suddivisa in striminzite aiuole,
Dove tutto è corretto, gli alberi e i fiori,
Gli asmatici borghesi soffocati dall’afa,
Portano, il giovedì sera, le loro stupide invidie.
(Arthur Rimbaud)

In qualche parte dell’universo c’è una piazza dove sono conservate – linee luminose – tutte le corse di tutti i bambini.
(Fabrizio Caramagna)

Se un turista, appena giunto in un centro abitato piccolo o grande che sia, non sa dove andare, fa due cose: prima di tutto cerca un albergo, poi si dirige verso “la” o “una” piazza. In questo modo troverà sicuramente qualche situazione di suo gradimento. La piazza è dunque prima di ogni altra cosa scena della vita collettiva , di passaggio, di riposo e vi si possono incontrare tutti i generi di persona: il bambino, l’anziano, il ricco, il povero e il senzatetto come i protagonisti delle poesie di Baldazzi e di Bardotti che dormono sull’erba e non hanno “ lenzuola bianche per coprirsi” ma solo il cielo stellato.
(Valentina Corrente)

Così era nata la filosofia: la filosofia significava andare in piazza e insegnare alla gente come si fa il buon governo, come si conduce bene l’anima, come si rispetta la natura. La filosofia era nata per questo: insegnare agli uomini queste cose. Socrate faceva così, andava in piazza e parlava con la gente.
(Umberto Galimberti)

Non solo la città intera, adesso è il mondo intero che prende parte alla nostra decisione. Ora noi due siamo più che due solamente, ora noi incarniamo qualcosa. Ed eccoci sulla piazza del popolo, siamo qui tutti e due e l’intera piazza è piena di gente che si augura la stessa cosa che ci auguriamo noi.
(Dal film Il cielo sopra Berlino)

La piazza è il vero Governo italiano, che decide la guerra o fa cessare lo sciopero dei tranvieri. Da parecchi anni impiegati, produttori. operai, e ormai anche militari, sanno che non si ottiene nulla dal governo, “se non si scende in piazza”. Forse è per questo che siamo i discendenti dei Romani, che decidevano le questioni politiche nel Foro.
(Giuseppe Prezzolini)

Gli italiani, un popolo che scende in piazza. All’ora dell’aperitivo.
(Microsatira, Twitter)

È ora che gli italiani scendano in piazza a protestare contro se stessi.
(Aldo Busi)

Alla piazza “reale” si affianca, fino a sopravanzarla, la “piazza virtuale” televisiva, luogo pubblico per eccellenza, ma al contempo luogo privato ed alienante, in cui l’incontro e il confronto tra le persone è come filtrato e stemperato dalla “freddezza” del mezzo televisivo.
(Sergio Guarente)

Internet sta diventando la piazza del villaggio globale del domani.
(Bill Gates)