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Diego Armando Maradona (Lanús, 30 ottobre 1960 – Tigre, 25 novembre 2020), noto anche come El Pibe de Oro (Il Ragazzo d’Oro), è considerato uno dei più grandi calciatori di tutti i tempi e, da molti, il migliore in assoluto.
Il suo gol realizzato contro la Nazionale inglese nei quarti di finale del Mondiale 1986 è considerato il gol del secolo, e segue di cinque minuti l’altro famoso e controverso episodio per cui è spesso ricordato, quello della mano de Dios. Non è mai potuto entrare nelle graduatorie del Pallone d’oro, perché fino al 1995 il premio era riservato solo ai giocatori europei (proprio per questo nel 1995 vinse il Pallone d’oro alla carriera).
Presento una raccolta delle frasi più celebri di Diego Armando Maradona con in appendice una raccolta di frasi e giudizi sul calciatore argentino. Tra i temi correlati si veda Frasi, citazioni e aforismi sul calcio e i calciatori, Frasi, citazioni e aforismi sul dribbling, Frasi, citazioni e aforismi sul tifo e i tifosi e Frasi, citazioni e aforismi di George Best.
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Le frasi più celebri di Diego Armando Maradona
I rigori li sbaglia solo chi ha il coraggio di tirarli.
Se stessi con un vestito bianco a un matrimonio e arrivasse un pallone infangato, lo stopperei di petto senza pensarci.
Non si può essere fenomeni tutti i giorni dell’anno. Anche Maradona non sempre giocava da Maradona.
Ho due sogni: il primo è giocare un Mondiale, il secondo è vincerlo – Tengo dos sueños: jugar una copa del mundo y ganarla.
(Giugno 1978)
Il calcio inglese non mi piace. E poi io voglio allenarmi solo il pomeriggio.
(27 maggio, 1984)
Mi stanno uccidendo, non possono più tenermi in questa incertezza. Il Barcellona deve decidere prima possibile se tenermi ancora oppure no. Ormai mi sembra quasi tutto fatto, tra l’altro l’offerta del Napoli non può che essere considerata ottima.
(Barcellona, 6 giugno 1984)
Voglio diventare l’idolo dei ragazzi poveri di Napoli, perché loro sono come ero io a Buenos Aires.
(5 luglio 1984, alla presentazione ufficiale allo stadio San Paolo davanti a 70000 spettatori)
Sì, ho litigato col Papa. Ci ho litigato perché sono stato in Vaticano, e ho visto i tetti d’oro, e dopo ho sentito il Papa dire che la Chiesa si preoccupava dei bambini poveri. Allora venditi il tetto amigo, fai qualcosa!.
(09 novembre 1985, dopo aver assistito in Vaticano alla Messa di Giovanni Paolo II)
In campo non ci si batte con le armi, bensì col pallone. E comunque no, non so parlare in inglese, ma anche se lo conoscessi non lo parlerei.
(22 giugno 1986, Città del Messico, prima della sfida Mondiale con l’Inghilterra)
Il primo gol? Un poco con la cabeza de Maradona y un otro poco con la mano de Dios. Il secondo gol una meraviglia? Per favore, la sola meraviglia che conosco è Raquel Welch.
(24 giugno 1986, Città del Messico, dopo l’incredibile doppietta all’Inghilterra, gol di mano e gol più bello della storia del calcio)
Non ho toccato io quella palla, è stata la mano di Dio.
(24 giugno 1986, Città del Messico, dopo l’incredibile doppietta all’Inghilterra, gol di mano e gol più bello della storia del calcio)
Giocare senza un pubblico è come giocare all’interno di un cimitero.
(16 settembre 1987, dopo la partita Real Madrid – Napoli a porte chiuse)
Il più bello dei miei trofei? L’ultimo perché è il più recente.
(17 maggio 1989, entrando al San Paolo con la Coppa Uefa appena conquistata)
Bigon ha detto di aver bisogno di undici persone che corressero. Allora gli ho fatto presente che non poteva contare su di me, io non ho mai corso in vita mia.
(8 marzo 1990, prima di Lecce-Napoli spiegando la sua esclusione)
La fine è molto vicina, ormai ho deciso, voglio ritirarmi. Gioco al pallone da quindici anni e voglio una vita più tranquilla. Sono stanco di lottare, solo, contro tutti, i giornalisti, i dirigenti. Voglio tornare a godermi l’Argentina.
(4 dicembre 1990. Diego non vuole più continuare l’avventura italiana)
So di aver fatto del male prima di tutto a me stesso e quindi alla mia famiglia, alle mie figlie. Credo che in futuro imparerò a volermi più bene, a pensare di più alla mia persona. Non mi vergogno però. Non ho fatto male a nessuno, salvo a me stesso e ai miei cari. Mi dispiace, sento una profonda malinconia, soltanto questo. (…) Non voglio più essere costretto a giocare anche quando non sono in grado, a farmi infiltrare di cortisone perché devo essere in campo per forza per gli abbonamenti, per gli incassi, perché bisogna vincere a qualunque costo per lo scudetto o per la salvezza, perché in ogni partita ci si gioca la vita. A me gli psicologi stanno cercando di levarmi il vizio della cocaina, non quello di vivere.
(15 agosto 1991, dopo la notizia della sua positività alla cocaina)
Se il Napoli non mi lascia libero sarò un cadavere calcistico.
(16 luglio 1992. Maradona chiude definitivamente l’avventura in Italia)
Voglio giocare anche se ho il menisco in pezzi. Chi è sempre prudente non arriva mai primo. Io intendo giocare e vincere. E’ una follia? Farò il pazzo per tutta la vita.
(12 dicembre 1992, Siviglia)
Non giocherò più. Non voglio più dare la possibilità a gente come Havelange e Blatter di ferirmi, di farmi del male.
(5 gennaio 1995, Parigi, dopo la consegna del Pallone d’Oro a George Weah)
I nostri arbitri sarebbero bravissimi in stadi senza pubblico. Ma appena vedono 50.000 spettatori e la tv vogliono trasformarsi nelle star dello spettacolo.
(2 febbraio 1995)
Sono stato, sono e sarò sempre un drogato
(4 gennaio 1996)
Sono in molti a volermi dare una pistola perché mi uccida. Smettetela.
(03 settembre 1997)
Se la provi una volta e ti fa male e vomiti e ti scoppia la testa in mille pezzi, non la provi mai più. Però a tanti non succede questo, diventano euforici. E io diventavo euforico e l’euforia piace a tutti. E’ come vincere un campionato. E dici va bene, è meraviglioso, domani che cosa mi importa, tanto io ho vinto il campionato. E il giorno dopo continui. Però non solo non vinci alcun campionato, ma stai perdendo la vita.
(2 ottobre 1997)
La droga ti annebbia, non ti lascia vedere più in là di una spanna. Molte volte ho sniffato e, dopo, ho cercato di prendere la palla e non ci sono riuscito. Volevo dare un calcio in un modo e non ci riuscivo. Il mio cervello cercava di dare degli ordini, però il corpo non rispondeva.
(2 ottobre 1997)
Nssuno ti aiuta veramente a uscire dalla droga. Avevo bisogno di comprensione, non di repressione. Ma c’era già pronta per me la condanna assoluta. Sei nella trappola dei giornalisti, dei giudici, della polizia. Tutti sono come la polizia che ti dice non drogarti e ti dà un pugno in bocca. La mia famiglia mi ha aiutato a non finire peggio.
(2 ottobre 1997)
Sono venuto a curarmi il cuore, ho fiducia nella medicina cubana. Fidel mi ha dato l’ossigeno per tirare avanti. E’ lui che ha il cuore più grande di tutti.
(19 gennaio 2000. Diego Maradona scende, traballante, dalla scaletta dell’aereo. E’ giunto all’Avana, obeso, per farsi prestare cure)
Nella clinica dove sono c’è qualcuno che pensa di essere Napoleone e qualcun altro Robinson Crusoe. Non mi credono quando dico che sono Maradona.
(2004)
Ho quarantacinque anni e non penso di giocare nuovamente. Non ho il coraggio di mancare di rispetto alla palla.
(28 dicembre 2009, rispondendo all’offerta di tornare a giocare in un club di serie C argentino)
Ho dovuto reinventarmi una vita, tornare a lottare, alzarmi tutte le mattine. Adesso ogni tanto mi capita di alzarmi alle quattro del mattino e mi metto a fare la formazione delle squadre. Sono entusiasta di potere allenare la nazionale dell’Argentina.
(6 marzo 2009)
Parla lui che ha perso la verginità con un uomo.
(27 marzo 2009. Diego risponde a Pelé, che lo aveva accusato di non essere un buon esempio per i giovani)
Forse, se fossi finito alla Juventus avrei avuto una carriera più lunga, tranquilla e vincente. Non rimpiango nulla, ma per quel club ho sempre avuto ammirazione e rispetto
(2 dicembre 2009)
Non faccio mai conferenze stampa con accanto a me giocatori. Sono abituato a stare da solo sul palco.
(03 marzo 2010, Monaco, Diego Maradona non accetta di ‘condividere’ la sala stampa con Mueller della Germania)
Vedere giocare Messi è meglio che fare sesso.
(23 marzo 2010, Buenos Aires, Diego sul suo erede del Barcellona=
Lionel Messi gioca a calcio come Gesù. La cosa migliore è che Leo sia argentino, non brasiliano, spagnolo, tedesco, francese o italiano e tutti dovranno riconoscere che il migliore del mondo è nato in questo paese.
(8 aprile 2010)
Javier Pastore è un maleducato del calcio, un pazzo che gioca un calcio straordinario.
(24 giugno 2010, Palermo, Maradona dopo aver fatto esordire Pastore in Argentina-Grecia)
Io la mia carriera l’ho fatta e Messi sta facendo la sua. Sarà la storia a decidere chi sarà il migliore. Ad alcuni piace di più Maradona, altri dicono per Lionel. Siamo due argentini che possono vincere nel calcio europeo mentre molti non riescono a passare neppure il Rio de la Plata. Per rispetto a Leo non dico che lui è il migliore o io fui il migliore. Bisogna lasciarlo tranquillo. Io voglio molto bene a Leo e godo molto vederlo giocare. Siamo due argentini.
(29 aprile 2011)
La Fifa è governata da dinosauri. Blatter è uno che non ha mai tirato un calcio ad un pallone e dunque credo sia la persona meno opportuna per ricoprire un ruolo istituzionale così importante
(4 giugno 2011)
Tra quattro mesi compirò dieci anni senza aver toccato droghe.
(ottobre 2013)
Secondo me Icardi è un traditore. Va a casa [di Maxi Lopez], gioca a fare l’amico e poi gli soffia la donna. Questo è tradimento. Ai nostri tempi, solo se guardavi la donna di un compagno, nello spogliatoio ci saremmo alternati per prenderlo a pugni
(28 dicembre 2013)
Leo Messi è ancora alla ricerca di un suo stile e credo che lo troverà presto. Il mio era riconoscibilissimo già agli inizi della carriera. Forse è per questo che potrei essere indicato come migliore di Leo. Ha segnato più gol? Vero, ma i miei erano molto più belli
(14 maggio 2015)
La Repubblica, 2016.
Cristiano Ronaldo è un marchio registrato, un fuoriclasse incredibile, lo farei giocare anche di notte perché lui non si nasconde mai, non chiede di restare fuori se ha un doloretto alla caviglia. E che carisma! Va in campo come se andasse al bagno, con la stessa naturalezza.
(10 giugno 2016)
Negli ultimi tempi in Italia ero come un bolide di Formula Uno che andava a trecento all’ora e non si fermava mai. Ma questo non importava a nessuno. Pensa che quando fui arrestato a Buenos Aires, qualcuno che conta mi ha detto “E adesso, che dirà mio figlio?”. Non gli fregava niente del Maradona in crisi, dell’uomo prostrato, in difficoltà, distrutto, bisognoso di aiuto, era solo preoccupato dell’idolo infranto, del giocattolo che s’era rotto. E non gli passava nemmeno per la testa che l’esempio per suo figlio dovesse essere lui, non un giocatore di pallone
(Dal libro Io Sono el Diego)
(Dal libro Io Sono el Diego) [Su George Best] Era un gran giocatore, più loco di me.
(Dal libro Io Sono el Diego)
Esiste un Maradona femmina? Sì, Ornella Muti.
(Dal libro Palla lunga e pedalare)
Meglio amare una donna bella e stupida. Anzi, è meglio essere belli e stupidi tutti e due.
(Dal libro Palla lunga e pedalare)
Se non sono felice dentro, non riesco ad essere un campione.
(Dal libro Palla lunga e pedalare)
Tre anni qui a Napoli mi hanno dato tanto, ma mi hanno anche tolto. Non posso uscire, in tre anni non ho imparato una strada di Napoli.
(Dal libro Palla lunga e pedalare)
Io corro, io lotto, ma soprattutto dialogo con la palla, per divertire la gente.
(Dal libro Palla lunga e pedalare)
Io sono sinistro, tutto sinistro: di piede, di fede, di cervello.
(Dal libro Palla lunga e pedalare)
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Frasi celebri su Diego Armando Maradona
Di Maradona basta dire che tutto quel che faceva su un campo di calcio era perfettamente irragionevole.
(Jorge Valdano)
Non c’è da preoccuparsi. Il talento calcistico più grande del mondo è custodito in un luogo perfetto: il corpo di Diego Armando Maradona. Il deposito del tesoro – quel cofanetto di ossa, muscoli e tendini che racchiude innumerevoli malizie calcistiche – è in se stesso una meraviglia.
(Jorge Valdano)
Giocare contro Maradona è come giocare contro il tempo perché sai che, prima o poi, o segnerà o farà segnare.
(Arrigo Sacchi)
Per calciatori come Maradona, Van Basten, Cruijff, Pelè, la porta iniziava 16 metri prima. Era troppo facile, per loro.
(Gianluigi Buffon)
Dieci secondi sono un lasso di tempo lungo nella vita di un eroe. Diego Armando Maradona danzò e partì come un proiettile impazzito. Con il pallone, il corpo e la velocità, si prese gioco di cinque sudditi dell’Impero britannico e alla fine segnò un gol meraviglioso nella memoria di tutti. Accadde in Messico nel 1986, sul campo Inghilterra e Argentina.
(Jorge Valdano)
Il gol di Maradona a Mexico 86 è il più bello, ma poteva segnarlo soltanto agli inglesi.
(Omar Sivori)
Con noi del Napoli è stato solo Diego. Non ci ha mai fatto pesare la sua superiorità. Non ha mai detto: ragazzi, datemi la palla che ci penso io. Non guardava a se stesso, era generoso e pensava alla squadra. È stato un compagno perfetto.
(Salvatore Bagni)
“Dottore” domandò a Oliva “come devo allenare Maradona?”
“Tu hai mai visto allenarsi un gatto?” gli ribattè il dottore.
“No” ammise.
“Bene, Maradona è come un gatto, gli basta nutrirsi e riposare per essere il migliore”.
(Jorge Valdano)
Durante una partita Juventus-Napoli nello spogliatoio ci dicemmo che l’unico modo per fermarlo era menargli di brutto. Ma dopo dieci minuti in campo ci guardammo e ci dicemmo che no, era troppo bello vederlo giocare.
(Zbigniew Boniek)
Quello che ha fatto lui con la palla non l’ha fatto mai nessuno e non lo farà mai nessuno. Ha fatto cose straordinarie, tutto quello che c’era da fare l’ha fatto.
(Francesco Totti)
Tifosi di tutti i quartieri tradivano le loro squadre del cuore per vedere quel genio per il quale un fazzoletto di terreno era più di un latifondo. Alcuni lo confusero con Dio, e quando sei poco più che un bambino non hai motivo di mettere in dubbio l’opinione dei grandi.
(Jorge Valdano)
Il più grande campione che ho visto giocare è Diego Armando Maradona. Credimi, figlio mio, non esisterà mai più, nei secoli dei secoli, un altro come lui. Ha fatto dell’imperfezione la perfezione. Piccolo, gonfio, dedito ad albe stanche, svogliate e sbagliate, vittima di falsi amici e della volontà di andare oltre ogni regola, Maradona ha trasformato un semplicissimo pallone di cuoio in uno scrigno di bellezza.
(Darwin Pastorin)
Maradona, come lei sa, ridava dignità inventiva e gestuale anche alle mani posteriori, divenute volgarissimi piedi da qualche milione di anni.
(Gianni Brera)
È un genio della pelota, dell’invenzione prestipedatoria, dell’esecuzione tecnica cum phantasia
(Gianni Brera)
Maradona ha rappresentato per Napoli qualcosa di molto importante: è stato il riscatto, il vanto della città. Quello che ha fatto lui a Napoli lo hanno fatto solo i Borboni e Masaniello.
(Pino Daniele)
Sei Un piccolo barile di grasso, non segnerai mai contro di me.
(Orlando Gatti, portiere del Boca Juniors prima che il diciannovenne Maradona segnasse contro di lui in un partita vinta per 5 a 3)
Maradona è stato in assoluto il miglior giocatore con cui abbia mai giocato.
(Mario Kempes)
Quando Maradona correva palla al piede o dribblava i difensori, sembrava avere la palla incollata al piede. Ricordo i nostri primi allenamenti con lui… il resto dei compagni di squadra erano così stupiti che rimanevano a guardarlo. Tutti quanti pensavano di essere dei privilegiati di essere testimoni del suo genio.
(Lobo Carrasco, ex compagno di squadra al Barcellona)
(Pasquale Bruno)
Il migliore di tutti i tempi è Maradona. L’ho ammirato ai Mondiali del 1986 e 1990 e nell’arco di tutta la sua carriera. Oggi ci sono tanti top-player, come Lionel Messi e Cristiano Ronaldo, ma le cose che ho visto fare a Maradona non le ho mai viste fare a nessuno altro.
(Ryan Giggs)
Amo Messi e sarei felice se mio figlio avesse l’uno per cento delle sue abilità, ma Maradona era unico. Non ci sarà mai nessun altro come Maradona, nemmeno se Messi vincesse tre Coppe del Mondo di seguito o segna un goal con una rovesciata da metà campo.
(Hector Henrique)
Credevo che Diego ripulisse il calcio da ogni male e lo abbellisse con ogni bene, perché in lui coincidevano il genio e la tecnica. Non mi ero soffermato sul corpo. Da allora, Maradona è stato grasso e magro, lento e rapido, sano e infortunato. In varie occasioni, frettolosi specialisti arrivarono a stendere per lui un anno di morte calcistica, probabilmente dimenticando che i gatti, oltre a godere del privilegio di non allenarsi, hanno sette vite. A Maradona ne restavano ancora diverse.
(Jorge Valdano)
Come sono fragili gli dei del calcio, vero? Diego vive nell’immaginario collettivo come un eroe che ha compiuto l’impresa di renderci felici e vincenti; ma quello è un miracolo pericoloso, come sono pericolosi i bei ricordi che non ti danno una seconda possibilità. Perché senza il pallone, Maradona è solo un uomo che non trova la maniera di essere all’altezza del suo ricordo perfetto. Né ai suoi occhi né agli occhi degli altri.
(Jorge Valdano)
Maradona non è davvero un esempio per i giovani. Ha avuto la chance di ricevere un dono da Dio, quello di saper giocare a calcio. Nonostante la sua vita molto sregolata, c’è ancora gente disposta a dargli un lavoro. Se avessero un po’ di coscienza, non lo farebbero più. Se non cambia, non avrà mai più un lavoro. È stato un grande giocatore, ma non è un esempio. (Pelé)
Maradona ha confermato di non essere uomo-squadra, bensì favoloso match-winner (cioè vincitore di incontri): è un centravanti spiazzato per convenienza tattica: ma quando il momento agonistico lo richiede sa trovarsi perfettamente coordinato al posto giusto, e per coordinato intendo dire in grado di inventare quel che dentro gli ditta il genio innato.
(Gianni Brera)
Con Maradona, anche l’Arsenal avrebbe potuto vincere la Coppa del Mondo.
(Sir Bobby Robson)
Maradona è un eccessivo capace di trascinare. Un calciatore come lui in una squadra potrebbe essere invidiato, forse anche odiatodai compagni, e invece è stato amato a dismisura.
(Giovanni Floris)
Oh mamma mamma mamma, oh mamma mamma mamma, sai perché mi batte il corazón? Ho visto Maradona, ho visto Maradona, uè mamma, innamorato son.
(Coro dei tifosi del Napoli)
Maradona e’ meglio ‘e Pele’
(Incipit della canzone su Maradona)
“La leggenda del calcio”.
(Uno dei soprannomi di Diego Armando Maradona)