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Le frasi più belle e famose di Carlos Ruiz Zafón

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Carlos Ruiz Zafón (Barcellona, 25 settembre 1964) è uno degli scrittori spagnoli più letti al mondo. Dal 1993 vive a Los Angeles, dov’è impegnato nell’attività di sceneggiatore.

Presento una raccolta delle frasi più belle e famose di Carlos Ruiz Zafón, tratte dai suoi principali romanzi. Tra i temi correlati si veda Frasi, citazioni e aforismi di Haruki Murakami e Frasi, citazioni e aforismi di Paulo Coelho.

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Le frasi più belle e famose di Carlos Ruiz Zafón

L’ombra del vento (La sombra del viento 2002)

Ogni libro, ogni volume possiede un’anima, l’anima di chi lo ha scritto e l’anima di coloro che lo hanno letto, di chi ha vissuto e di chi ha sognato grazie a esso. Ogni volta che un libro cambia proprietario, ogni volta che un nuovo sguardo ne sfiora le pagine, il suo spirito acquista forza.

Mi balenò in mente il pensiero che dietro ogni copertina si celasse un universo da esplorare e che, fuori di lì, la gente sprecasse il tempo ascoltando partite di calcio e sceneggiati alla radio, paga della propria mediocrità.

La televisione, mio caro Daniel, è l’Anticristo. Mi creda, nel giro di tre o quattro generazioni la gente non sarà più nemmeno in grado di scoreggiare da sola e l’essere umano regredirà all’età della pietra, alla barbarie medievale, a uno stadio che la lumaca aveva già superato all’epoca del pleistocene. Il mondo non verrà distrutto da una bomba atomica, come dicono i giornali, ma da una risata, da un eccesso di banalità che trasformerà la realtà in una barzelletta di pessimo gusto.

Nel momento in cui ti soffermi a pensare se ami o no una persona, hai già la risposta.

A volte è più facile confidarsi con un estraneo. Chissà perché. Forse perché un estraneo ci vede come siamo realmente, e non come vogliamo far credere di essere.

Esercito, matrimonio, Chiesa e banca: i quattro cavalieri dell’apocalisse.

Parlare è da stupidi, tacere è da codardi, ascoltare è da saggi.

La forma conta quanto la sostanza: è la triste realtà di quest’epoca di ciarlatani.

Gli esseri umani sono disposti a credere a qualunque cosa tranne che alla verità.

Mi turbò la facilità con cui si smette di detestare un nemico quando depone le armi.

Tendiamo a considerare le persone come biglietti della lotteria e crediamo che siano funzionali alle nostre aspettative.

In genere il destino si apposta dietro l’angolo, come un borsaiolo, una prostituta o un venditore di biglietti della lotteria, le sue incarnazioni più frequenti. Ma non fa mai visita a domicilio. Bisogna andare a cercarlo.

La vita è breve, soprattutto la parte migliore.

Nulla succede per caso, non credi? Tutto, in fondo, è governato da un’intelligenza oscura. Il tutto fa parte di qualcosa che non riusciamo a intendere, ma che ci possiede.

La malvagità presuppone un certo spessore morale, forza di volontà e intelligenza. L’idiota invece non si sofferma a ragionare, obbedisce all’istinto, come un animale nella stalla, convinto di agire in nome del bene e di avere sempre ragione.

L’uomo, da scimmia qual è, è un animale sociale e considera il clientelismo, il nepotismo, gli intrallazzi e il pettegolezzo, modelli intrinseci di comportamento etico.

Le coincidenze sono le cicatrici del destino. Le coincidenze non esistono, Daniel: siamo solo marionette mosse dalla nostra incoscienza. Per anni mi sono illusa che Juliàn fosse ancora l’uomo di cui ero innamorata, o ciò che ne restava … Gli esseri umani sono disposti a credere a qualunque cosa tranne che alla verità.

Le donne, con rare eccezioni, sono più intelligenti di noi o, perlomeno, più sincere con se stesse rispetto a ciò che vogliono. Che poi te lo facciano sapere è un altro paio di maniche. La femmina è un enigma della natura. È una babele, un labirinto.

Il folle è consapevole di esserlo? O i pazzi sono coloro che vogliono convincerlo della sua follia per salvaguardare la loro esistenza insensata?

Viviamo in un mondo di ombre e la fantasia è un bene raro.

La gente mette il becco dappertutto. L’uomo non discende dalla scimmia bensì dalla gallina

Esistono carceri peggiori delle parole.

Si ama davvero una sola volta nella vita, Julián, anche se non ce ne rendiamo conto.

“Davvero non hai letto nessuno di questi libri?” gli chiese.
“I libri sono noiosi”.
“I libri sono specchi: riflettono ciò che abbiamo dentro” rispose Julián.

Un racconto è la lettera che un autore scrive a se stesso per mettere a nudo la propria anima.

L’ansia è la ruggine dell’anima.

Le parole che hanno avvelenato il cuore di un figlio, pronunciate per meschinità o per ignoranza, si sedimentano nella memoria e lasciano un marchio indelebile.

Il vero odio è un sentimento che si impara col tempo.

Quando si lavora non si ha tempo di guardare la vita negli occhi.

Il cuore della donna è un meccanismo complesso, insensibile ai rozzi ragionamenti del maschio avventuriero. Se si vuole davvero possedere una donna, bisogna imparare a pensare come lei.

Come ci insegna Freud, la donna desidera il contrario di ciò che pensa o afferma, il che, a ben vedere, non è affatto un problema, in quanto l’uomo, come tutti sanno, obbedisce invece agli stimoli del proprio apparato genitale o digestivo.

Il fatto è che gli uomini, tornando a Freud e mi si passi la metafora, si scaldano come lampadine: bollenti in un attimo, fredde un istante dopo. Le donne, invece, ed è una verità scientifica, si scaldano come un ferro da stiro, mi capisce? Poco a poco, a fuoco lento, come una buona “escudella”, la zuppa di carne con cavolo e ceci. Ma una volta che si sono scaldate, non le ferma più nessuno. Come gli altiforni della Biscaglia.

Quella donna è un vulcano in procinto di eruttare, ha una libido incandescente e il cuore di una santa.

Il sistema più efficace per rendere inoffensivi i poveri è insegnare loro a imitare i ricchi.

Se solo avessi riflettuto, avrei capito che quella dedizione assoluta era un’inesauribile fonte di pena; ma forse era proprio perché soffrivo tanto che la adoravo sempre di più, schiavo dell’eterna stupidaggine di stare dietro a chi ci fa del male.

Sono poche le ragioni per dire la verità, mentre quelle per mentire sono infinite.

In quel pomeriggio di afa e di pioviggine, Clara Barcelò mi rubò il cuore, il respiro e il sonno. Le sue mani, nella magica penombra di quella loggia, impressero sulla mia pelle il marchio di una maledizione che mi avrebbe perseguitato per anni.

Non fidarti mai di chi si fida di tutti.

Ci sono due o tre ragioni per cui vale la pena di vivere, tutto il resto è letame.

Le guerre negano la memoria dissuadendoci dall’indagare sulle loro radici, finché non si è spenta la voce di chi può raccontarle. Allora ritornano, con un altro nome e un altro volto, a distruggere quel poco che avevano risparmiato.

“A lei come piacciono le donne, Daniel?» «A dire il vero non sono un grande esperto in materia”. “Nessuno lo è, neanche Freud; le donne per prime non lo sono, ma è come con la corrente elettrica: non c’è bisogno di prendere la scossa per capire come funziona”.

Chi vede il peccato dappertutto è malato nell’anima, e per parlare fuori dai denti, ha anche problemi intestinali. Tutti i santi iberici, infatti, soffrivano di stitichezza cronica.

Di solito si ha la fortuna, o la disgrazia, di assistere al lento sfacelo della propria vita senza quasi rendersene conto.

Mi abbandonai a quell’incantesimo fino a quando la brezza dell’alba lambì i vetri della finestra e i miei occhi affaticati si posarono sull’ultima pagina. Solo allora mi sdraiai sul letto, il libro appoggiato sul petto, e ascoltai i suoni della città addormentata posarsi sui tetti screziati di porpora. Il sonno e la stanchezza bussavano alla porta, ma io resistetti. Non volevo abbandonare la magia di quella storia né, per il momento, dire addio ai suoi protagonisti. Un giorno sentii dire a un cliente della libreria che poche cose impressionano un lettore quanto il primo libro capace di toccargli il cuore. L’eco di parole che crediamo dimenticate ci accompagna per tutta la vita ed erige nella nostra memoria un palazzo al quale – non importa quanti altri libri leggeremo, quante cose apprenderemo o dimenticheremo – prima o poi faremo ritorno.

È la tua voce che mi tranquillizza. È il tuo modo di parlare, il tuo modo di chiamarmi, quel nomignolo che mi riservi. È che sei tu. E quando si tratta di te, io non lo so che mi succede. Per quanto cerca di trattenermi, se si tratta di te io sono felice

Ora che ti ho perso, so di aver perso tutto. Malgrado ciò, non posso permettere che tu scompaia dalla mia vita e mi dimentichi senza sapere che non ti serbo rancore, che fin dall’inizio sentivo che ti avrei perso e che tu non avresti mai visto in me quello che io vedevo in te. Voglio che tu sappia che ti ho amato fin dal primo giorno e che continuo ad amarti, ora più che mai, anche se non voi sentirtelo dire. Mentre ti scrivo, ti immagino su quel treno, con il tuo bagaglio di sogni e col cuore spezzato, in fuga da tutti noi e da te stesso. Sono tante le cose che non posso raccontarti, Juliàn. Cose che entrambi ignoravamo e di cui è meglio che tu rimanga all’oscuro. Il mio desiderio più grande è che tu sia felice, Juliàn, che tutto ciò a cui aspiri diventi realtà e che, anche se mi dimenticherai, un giorno ti possa comprendere quanto ti ho amato.
Per sempre tua,
Penélope.

Esistiamo fintanto che siamo ricordati.

Mi domandai come fosse possibile sentire tanto distante una persona e nel contempo essere in grado di leggere ogni sua espressione.

Quel libro mi ha insegnato che la lettura può farmi vivere con maggiore intensità,che può restituirmi la vita.

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Il gioco dell’angelo (El juego del ángel, 2008)

“Sai qual è il bello dei cuori infranti?” Domandò la bibliotecaria. Scossi la testa. “Che possono rompersi davvero soltanto una volta. Il resto sono graffi.”

Passiamo una buona parte della nostra vita a sognare, soprattutto quando siamo svegli.

Entrai nella libreria e aspirai quel profumo di carta e magia che inspiegabilmente a nessuno era ancora venuto in mente di imbottigliare

La gente normale mette al mondo dei figli; noi romanzieri dei libri. Siamo condannati a metterci la vita, anche se quasi mai ce ne sono grati. Siamo condannati a morire nelle loro pagine e a volte perfino a lasciare che siano loro a toglierci la vita.

Il tempo cura tutto, pensai, meno la verità.

In questo schifo di mondo niente vale un centesimo se non abbiamo qualcuno con cui condividerlo.

Niente è giusto. Al massimo si può sperare che sia logico. La giustizia è una malattia rara in un mondo per il resto sano come un pesce.

Dimmi di cosa ti vanti e ti dirò di cosa sei privo.

Con il desiderio mi capitava come con i fiori: una volta che l’avevo tra le mani, non sapevo dove metterlo.

L’invidia è la religione dei mediocri. Li consola, risponde alle inquietudini che li divorano e, in ultima istanza, imputridisce le loro anime e consente di giustificare la loro grettezza e la loro avidità fino a credere che siano virtù e che le porte del cielo si spalancheranno solo per gli infelici come loro, che attraversano la vita senza lasciare altra traccia se non i loro sleali tentativi di sminuire gli altri e di escludere, e se possibile distruggere, chi, per il semplice fatto di esistere e di essere ciò che è, mette in risalto la loro povertà di spirito, di mente e di fegato. Fortunato colui al quale latrano i cretini, perché la sua anima non apparterrà mai a loro.

Erano anni in cui si cresceva in fretta, e quando l’infanzia si sbriciolava tra le loro mani molti bambini avevano già lo sguardo da vecchi.

Allora seppi che avrei dedicato ogni minuto che ci restava da passare insieme a renderla felice, a riparare al male che le avevo fatto e a restituirle ciò che non avevo mai saputo darle.

Si finisce per diventare ciò che si vede negli occhi di quelli che si desiderano.

L’essere umano crede come respira, per sopravvivere.

«Ha una brutta faccia» sentenziò.
«Indigestione» replicai.
«Di cosa?»
«Di realtà»

Uno scrittore non dimentica mai la prima volta che accetta qualche moneta o un elogio in cambio di una storia. Non dimentica mai la prima volta che avverte nel sangue il dolce veleno della vanità e crede che, se riuscirà a nascondere a tutti la sua mancanza di talento, il sogno della letteratura potrà dargli un tetto sulla testa, un piatto caldo alla fine della giornata e soprattutto quanto più desidera: il suo nome stampato su un miserabile pezzo di carta che vivrà sicuramente più a lungo di lui. Uno scrittore è condannato a ricordare quell’istante, perché a quel punto è già perduto e la sua anima ha ormai un prezzo.

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Il Palazzo della Mezzanotte (El palacio de la medianoche, 1994)

Ci sono due cose nella vita che non puoi sceglierti, Ben. La prima sono i tuoi nemici. La seconda, la tua famiglia. A volte la differenza tra gli uni e l’altra è difficile da cogliere, ma il tempo insegna che, in fin dei conti, le tue carte avrebbero sempre potuto essere peggiori.

La vita è come la tua prima partita di scacchi. Quando inizi a capire come funziona hai già perso.

L’uomo uccide sempre ciò che più ama.

La principale differenza tra l’uomo e la donna è che l’uomo antepone sempre lo stomaco al cuore. La donna fa sempre il contrario.

C’è stato un periodo della mia vita in cui ho creduto che nulla fosse più forte dell’amore. Certo, è forte, ma la sua forza è minuscola e impallidisce davanti al fuoco dell’odio.

Nulla è difficile da credere come la verità e, al contrario, niente è più seducente della forza della menzogna quanto maggiore è il suo peso.

Dovevamo ancora imparare che il Diavolo ha creato la gioventù per farci commettere i nostri errori e che Dio ha istituito la maturità e la vecchiaia per consentirci di pagarne il prezzo.

Maturare non è altro che il processo attraverso il quale si scopre che tutto ciò in cui credevi da giovane è falso mentre tutto quello a cui ti rifiutavi di credere in gioventù risulta vero.

La matematica è la religione della gente che ha cervello, per questo ha così pochi adepti.

Confuso, chiuse gli occhi e cercò inutilmente di prendere sonno nella speranza che, fingendo di dormire, il suo corpo si lasciasse ingannare.

A partire da quell’estate, le nostre strade si sarebbero divise e, malgrado le nostre promesse e le amabili bugie che ci eravamo venduti da soli, sapevamo che il vincolo che ci aveva uniti non avrebbe tardato a dissolversi come un castello di sabbia in riva al mare.

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Il prigioniero del cielo (El prisionero del cielo, 2011)

Ci sono epoche e luoghi in cui essere nessuno è più onorevole che essere qualcuno.

In questa vita si perdona tutto, tranne dire la verità.

Avere successo nella vita quando la famiglia ti sostiene e crede in te non ha nessun merito.

Aveva, come altre persone, l’abitudine di sorridere esageratamente quando voleva trattenere il pianto.

Un buon bugiardo sa che la menzogna più efficace è sempre una verità a cui è stato sottratto un elemento fondamentale.

Quasi tutto è possibile quando si ha un vero amico.

Il futuro non si desidera, si merita.

Un vestito da sposa è come uno scafandro da sommozzatore: non è il luogo migliore per respirare, il divertimento inizia quando glielo tolgono.

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Marina (1999)

Non si capisce niente della vita finché non si comprende la morte.

Se la gente pensasse un quarto di quanto parla, questo mondo sarebbe il paradiso.

Tutti custodiamo un segreto chiuso a chiave nella soffitta dell’anima.

La verità non si trova, è lei che trova noi

La bellezza è un soffio rispetto al vento della realtà.

I problemi sono come gli scarafaggi. Se li porti alla luce si spaventano e scappano.

Il tempo non ci rende più saggi, solo più vigliacchi

Avevo sempre pensato che le vecchie stazioni ferroviarie fossero tra i pochi luoghi magici rimasti al mondo. I fantasmi di ricordi e di addii vi si mescolano con l’inizio di centinaia di viaggi per destinazioni lontane, senza ritorno. «Se un giorno dovessi perdermi, che mi cerchino in una stazione ferroviaria,» pensai.

A volte le cose più reali succedono solo nell’immaginazione. Ricordiamo solo quello che non è mai accaduto.

L’invidia è un cieco che vuole strapparti gli occhi.

La giovinezza è una fidanzata capricciosa. La comprendiamo e l’apprezziamo solo quando ci lascia per un altro e non torna più.

«Dipingere è scrivere con la luce.» sosteneva Salvat. «Innanzitutto devi imparare il suo alfabeto; poi la sua grammatica. Solo allora potrai avere stile e magia».

Diceva che nessuno merita di possedere un centesimo in più di quanto è disposto a cedere a chi ne ha più bisogno di lui. La notte in cui lo conobbi Michail mi disse che, per qualche motivo, la vita è solita offrirci quello che non abbiamo cercato. A lui aveva concesso ricchezza, fama e potere, mentre desiderava soltanto la pace dello spirito e di poter tacitare le ombre che gli tormentavano il cuore.

Il tempo non ci rende più saggi, solo più vigliacchi. Per anni sono fuggito senza sapere da cosa. Credevo che, correndo più in fretta dell’orizzonte, le ombre del passato non avrebbero più intralciato il mio cammino che. Credevo che, mettendo tra me e loro una distanza sufficiente, le voci nella mia testa si sarebbero zittite per sempre. Alla fine sono tornato su quella spiaggia segreta di fronte al mediterraneo. […] D’un tratto ho capito che non potevo né volevo più fuggire. Ero tornato a casa.

Prima o poi, l’oceano del tempo ci restituisce i ricordi che vi seppelliamo.

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Il principe della nebbia (El príncipe de la niebla, 1993)

Quando pioveva forte, il tempo si fermava. Era come una tregua in cui si poteva smettere di fare qualsiasi cosa e contemplare semplicemente da una finestra lo spettacolo di quell’infinito velo di lacrime del cielo, per ore e ore.

Passata la prima gioventù, ci si rende conto della fragilità della propria esistenza.

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Racconti

So che mi aspetterai e so che ti riconoscerò tra la gente, come ti riconoscerei anche se fossero passati mille anni. Lo so da molto tempo.

Quando la ragione avrà compreso quanto è successo, le ferite del cuore saranno già troppo profonde