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Ecco una prima rassegna stampa dei principali articoli comparsi in questi giorni in occasione del centenario della nascita di Ennio Flaiano, 5 marzo 2010 (indico il link là dove l’articolo è disponibile online)
La Stampa, Massimo Gramellini, Buongiorno Flaiano, 5 marzo 2010, Flaiano nel ricordo dell’editorialista della Stampa. (Link) Una citazione dei suoi migliori aforismi in ricordo di “Ennio Flaiano 1910-1972, che oggi avrebbe compiuto 100 anni ma sarà ben contento di esserseli risparmiati“
La Stampa, Tuttolibri, Massimo Raffaeli, “Quel profeta del Grande Nulla Italiano“, Tuttolibri, 28 febbraio, 2010. Il critico si sofferma sui due romanzi “Il Tempo di uccidere” e Melampus”, mai accolti nel canone del nostro novecento. “Quella sua scrittura nervosa e precisa, di insinuante chiarezza, dunque traduceva o compensava una noia di livello superiore, la piena consapevolezza di parlare, oramai, al deserto dell’etica e della politica“.
La Stampa, Tuttolibri, Mirella Serri, “Travestito da frivolo per far capire le cose serie“, Tuttolibri, 28 febbraio, 2010. Flaiano nei ricordi di Tornabuoni, Russo, Arbasino “Si metteva in posa alla maniera dell’efebico Tadzio di Morte a Venezia sulla battigia del Lido. Puntava il dito con lo sguardo perso verso l’orizzonte proprio comeil protagonista del film di Visconti che ammalia il professor von Aschenbach. E ovviamente era il massimo della contraddizione“
La Stampa, Francesco Troiano, “La sguaiata età delle Dolce Vita“, Tuttolibri, 28 febbraio, 2010. Fasti e rovine di Roma da fine ottocento agli anni sessanta
Gazzetta del Mezzogiorno, Oscar Larussi, “I cent’anni di Flaiano: un genio amaro nel cuore della Dolce vita“, 4 marzo, 2010 (Link). L’articolo ripercorre la vita e l’opera Ennio Flaiano, abruzzese caparbio e libertario, romano per vocazione, architetto mancato, autore anticonformista, satiro solitario, sceneggiatore principe, al culmine con i capolavori di Fellini.
Repubblica, Franco Marcoaldi, “Ma il suo sguardo è sull’Italia di oggi“, 3 marzo, 2010 (Link). Marcoaldi parla di un’opera “che non si presta a tassonomie e catalogazioni”
Repubblica, Emanule Trevi, “La Roma di Flaiano, Via Veneto ma anche le periferie“, 3 marzo, 2010 (Link) L’articolo analizza il rapporto tra Flaiano e Roma delineando una topografia letteraria inedita
Il Corriere del Ticino, Francesco Mannoni, “Il centenario di Ennio Flaiano“, 2 marzo 2010 (Link) “”Scrittore minore satirico dell’Italia del benessere” come lui stesso si autodefinì o muro portante di una cultura italiana che ha conosciuto la trascinante amabilità del suo ingegno?”
Corriere della Sera, Lauretta Colonnelli, “Flaiano a Roma, l’omaggio allo scrittore nel centenario della nascita“, 4 marzo 2010. (Link) L’articolo cita il bozzetto di quello che sarà l’episodio più straziante del film La Dolce Vita e la nascita di un personaggio poi diventato mitico, “il paparazzo”
Il Tempo, “Pochi scrittori nel secondo dopoguerra sono stati capaci di ridere “amaro” come Ennio Flaiano“, 27 febbraio 2010. Articolo che ripercorre alcuni tratti dell’umorista “amaro, “il tessitore di fulminanti aforismi, di note di diario, appunti, spunti, abbozzi, divagazioni sui massimi e i minimi sistemi (Adelphi ne ha stampate diverse raccolte), il fortunato soggettista e sceneggiatore”
Il Tempo, ‘Happy birthday, mister Flaiano’ Il Satiro si mette subito in mostra“, 4 marzo 2010. Per la prima volta esposti al Mediamuseum taccuini, appunti e schizzi di Flaiano.
Il Tempo, Lidia Lombardi, “Da Via Veneto a Fregene, amori e odii di Flaiano“, 4 marzo 2010. Alcuni aspetti inediti della vita di Flaiano.
Il Tempo, “Lo sguardo indiscreto di Flaiano che rischiarava le ombre dell’anima con i lampi delle battute“, 5 marzo 2010. L’articolo ripercorre l’enigma Flaiano, “più citato che conosciuto, più amato che compreso, più riscoperto che rivalutato”
Il Giornale, Marcello Veneziani, “La dolce (amara) vita di un satirico“, 5 marzo 2010 (Link). Un secolo fa nasceva il grande scrittore e giornalista che descrisse i vizi nazionali con impareggiabile ironia. Distaccato dalla politica, si sentì sempre un marziano nel nostro Paese. Marcello Veneziani ripercorre la vita di Ennio Flaiano, “osservatore acuto e smaliziato”
Il Messaggero, Diego De Carolis, Un buon compleanno sulla tomba senza fiori, 05 marzo 2010, (Link) Diego De Carolis, giurista e studioso di Ennio Flaiano, si reca al cimitero di Maccarese a visitare la tomba del grande genio abruzzese, che riposa insieme a Lelè e, dal 2004, con Rosetta. “Insomma Flaiano, ovvero cent’anni di solitudine, per dirla con Marques: per Lui ci vorrebbe la disperata mossa del cavallo del funzionario di Camilleri, imbrigliato dal sistema corrotto, per tentare di ridare dignità alla tomba e, perché no, riportarlo un giorno nella Sua terra natia, ospitando finalmente anche le sue amate Rosetta e Lelè“.
Il Messaggero, Raffaele La Capria, Quando la fama va oltre le opere scritte, 5 marzo 2010 (Link). Ennio Flaiano è insieme a Leo Longanesi uno dei pochi scrittori la cui fama oltre che alle opere è affidata alle parole che pronunciò. “I detti che improvvisava godevano di un passe-parole generale, venivano ripetuti e commentati e trovavano un immediato consenso non solo tra gli amici, per la qualità e l’incisività dell’espressione“
Il Messaggero, Laura Valentini, Cent’anni fa Flaiano. Il fascino e l’enigma di un intellettuale pescarese, 5 marzo 2010 (Link). Inimitabile, instancabile, poliedrico, dal pessimismo comico e cosmico, crudele nella capacità di folgorare caratteri e vezzi per trasformarli in personaggi. Tra miti da sfatare e opere da rivalutare l’omaggio della città a un grande del 900
Il Secolo d’Italia, Luciano Lanna, Il nostra Flaiano un longanesiano doc, 05 marzo 2010. Luciano Lanna ripercorre i rapporti di Ennio Flaiano con Leo Longanesi e Mario Pannunzio. “Nell’aprile del ’54 Leo Longanesi, che continuava a scriversi con Flaiano, gli ricorda in una lettera gli articoli promessi per il suo Borghese e aggiunge: «Da I vitelloni non si potrebbe cavar fuori un libro? Il tema è buono e il libro si venderebbe molto. «Quando si mette a scrivere il secondo romanzo? Perché non manda nulla al Borghese?”
Il Secolo d’Italia, Giuliano Compagno,Perché non si vede all’orizzonte un nuovo Flaiano, 05 marzo 2010. Ennio Flaiano è stato l’unico autentico dandy del ‘900 italiano: nessuno è riuscito a incarnare come lui l’immagine del senza-padrone e del senza-carriera