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Charles Baudelaire (Parigi, 9 aprile 1821 – Parigi, 31 agosto 1867), considerato uno dei più importanti poeti al mondo, è anche autore di frammenti e aforismi presenti soprattutto nel diario Il mio cuore messo a nudo (Mon cœur mis à nu) e in Razzi (Fusées).
Presento una raccolta di frasi, citazioni e aforismi di Charles Baudelaire. Tra i temi correlati si veda Le poesie più belle e famose di Charles Baudelaire, Le frasi e gli aforismi più belli di Alda Merini e Le più belle frasi e citazioni di Pablo Neruda.
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Frasi, citazioni e aforismi di Charles Baudelaire
Dio è l’unico essere che, per regnare, non ha nemmeno bisogno di esistere.
Non disprezzate la sensibilità di nessuno. La sensibilità è il genio di ciascuno di noi.
Ma i veri viaggiatori partono per partire e basta: cuori lievi, simili a palloncini che solo il caso muove eternamente, dicono sempre “Andiamo”, e non sanno perché. I loro desideri hanno le forme delle nuvole.
Tieniti i sogni: i saggi non ne hanno di così belli come i pazzi!
Chi beve solo acqua ha un segreto da nascondere.
Quest’orrore della solitudine, il bisogno di dimenticare il proprio io in una carne estranea, è ciò che l’uomo chiama nobilmente bisogno di amare.
Quel che c’è di fastidioso nell’amore è che è un delitto in cui non si può fare a meno di un complice.
Noi vogliamo, per quel fuoco che ci arde nel cervello, tuffarci nell’abisso, inferno o cielo non importa. Giù nell’ignoto per trovarvi del nuovo.
La vita è un ospedale in cui ciascun paziente è posseduto dal desiderio di cambiare letto.
Si deve lavorare, se non per il gusto, almeno per disperazione, perché, ad attenta verifica, il lavoro è meno noioso del divertimento.
Uomo libero, amerai sempre il mare!
Il mare è il tuo specchio: contempli la tua anima nel volgersi infinito dell’onda che rotola.
il buon senso ci dice che le cose della terra durano poco, e che la vera realtà si trova soltanto nei sogni.
Il male viene fatto senza sforzo, naturalmente, è l’opera del fato; il bene è sempre il prodotto di un’arte.
C’è un solo modo di dimenticare il tempo: impiegarlo.
Lo studio della bellezza è un duello in cui l’artista urla di spavento prima di esser vinto.
Diffidiamo del popolo, del buonsenso, del cuore, dell’ispirazione e dell’evidenza.
Il Dandy deve aspirare ad essere sublime senza interruzione; deve vivere e dormire davanti a uno specchio.
Si possono fondare imperi gloriosi sul delitto, e nobili religioni sull’impostura.
Dio è uno scandalo, ma uno scandalo che rende bene.
Non potendo sopprimere l’amore, la Chiesa ha voluto almeno disinfettarlo, e ha creato il matrimonio.
Credo di avere già scritto nelle mie note che l’amore somiglia molto a una tortura o a un’operazione chirurgica. Ma questa idea può essere sviluppata nella maniera più amara. Anche nel caso che due amanti siano molto presi l’uno dell’altro, e abbiano forti desideri reciproci, uno dei due sarà sempre più calmo o meno infatuato dell’altro. Costui o costei, è il chirurgo, o il carnefice; l’altro è il suddito, la vittima.
Vecchio, lungo Rimorso… Potremo soffocarlo, lui che s’agita, vive, si contorce, e si nutre di noi come il verme dei morti, come dei gelsi il bruco? Potremo soffocare il Rimorso implacabile?
Gli uomini che meglio riescono a stare con le donne sono gli stessi che sanno starci benissimo senza.
La Natura è un tempio dove pilastri vivi mormorano a tratti indistinte parole; l’uomo passa, tra foreste di simboli che l’osservano con sguardi familiari.
Più un uomo ama le arti e meno gli si rizza. Si produce un divorzio via via più sensibile tra lo spirito e il bruto. Solo al bruto si rizza bene, e la scopata è il lirismo del popolo. Scopare è aspirare ad entrare in un altro, e l’artista non esce mai da sé stesso.
Immaginazione è la regina del vero, e il possibile è una delle province della verità.
A proposito del sonno, sinistra avventura di tutte le nostre notti; possiamo dire che gli uomini vadano a letto quotidianamente con un’audacia che sarebbe incomprensibile, se non sapessimo che dipende dall’ignoranza del pericolo.
Spesso, per divertirsi, i marinai
catturano albatri, grandi uccelli di mare,
che seguono, indolenti compagni di viaggio,
la nave che scivola sugli abissi amari.
Appena deposti sulla tolda,
questi re dell’azzurro, vergognosi e timidi,
se ne stanno tristi con le grandi ali bianche
penzoloni come remi ai loro fianchi.
E il Poeta, che è avvezzo alle tempeste e ride dell’arciere, assomiglia in tutto al principe delle nubi: esiliato in terra, fra gli scherni, non può per le sue ali di gigante avanzare di un passo.
Siate benedetto, o Signore, voi che ci date la sofferenza come divino rimedio alle nostre impurità.
Nella mia infanzia, e ancora oggi, ho trovato sempre che quel che c’è di più bello in un teatro è il lampadario – un bell’oggetto luminoso, cristallino, complicato, circolare e simmetrico.
La stupidità è spesso ornamento della bellezza; è la stupidità quella che dà agli occhi la limpidezza opaca degli stagni nerastri, la calma oleosa dei mari tropicali.
O Dio, dammi il coraggio, la forza di guardare senza provar disgusto il mio corpo e il mio cuore!
La donna è fatalmente suggestiva; lei vive di un’altra vita, oltre alla propria; vive spiritualmente nelle fantasie che lei stessa ossessiona e feconda.
Come quell’enormi sfingi distese per l’eternità in nobile posa nel deserto sabbioso, i gatti scrutano il nulla senza curiosità, calmi e saggi.
Ho più ricordi che se avessi mille anni.
Il mondo procede soltanto per mezzo del Malinteso
– È per mezzo del Malinteso universale che tutti si mettono d’accordo.
– Perché se, sfortunatamente, ci si comprendesse, non ci si potrebbe mai mettere d’accordo.
Il vino assomiglia all’uomo: non si saprà mai fino a qual punto lo si possa stimare o disprezzare, amare o odiare, né di quali azioni sublimi o di quali mostruosi misfatti sia capace.
La donna è piuttosto una divinità, un astro, una luce, uno sguardo, un invito alla felicità, e talvolta il suono di una parola.
Siamo sempre, tragicamente soli, come spuma delle onde che si illude di essere sposa del mare e invece non ne è che concubina.
La gloria è il risultato dell’adattamento di uno spirito alla stupidità nazionale.
La fantasia è la più scientifica di tutte le facoltà.
Ho trovato la definizione del Bello, – del mio Bello. È qualcosa di ardente e di triste, qualcosa di un po’ vago, che lascia largo spazio alla congettura. Applicherò, se volete, le mie idee a un oggetto concreto, per esempio all’oggetto più interessante nella società, un volto di donna. Una testa seducente e bella, una testa di donna, voglio dire, è una testa che fa sognare, – ma in modo confuso, – di voluttà e di tristezza insieme; e che implica un’idea di malinconia, di stanchezza, perfino di sazietà.
Le poesie lunghe sono la risorsa di quegli imbecilli che non ne sanno scrivere di brevi.
Il modo di vestirsi è la rappresentazione esteriore della nostra filosofia della vita.
Quei giuramenti, quei profumi, quei baci infiniti, rinasceranno.
Son sabbia i minuti, oh spensierato mortale,
da non lasciar scorrere senza cavarne oro!
L’astinenza è una delle forme più raffinate di piacere sessuale.
Della religione credo inutile parlare, cercarne i resti, dal momento che darsi ancora la pena di negare Dio è il solo scandalo in questa materia.
Una passione sfrenata per l’arte è un cancro che divora ogni altra cosa.
Nulla eguaglia la gioia dell’uomo che beve se non la gioia del vino di essere bevuto.
Ci sono nature puramente contemplative e del tutto inadatte all’azione, che, tuttavia, spinte da non si sa quale impulso misterioso, agiscono a volte con una rapidità di cui esse stesse mai si sarebbero credute capaci
Di fatto noi facciamo l’amore con gli organi escrementizi.
Vieni sul mio cuore innamorato, mio bel gatto: trattieni gli artigli e lasciami sprofondare nei tuoi occhi belli, misti d’agata e metallo.
L’odio è un liquore prezioso, un veleno più caro di quello dei Borgia; perché è fatto con il nostro sangue, la nostra salute, il nostro sonno e due terzi del nostro amore. Bisogna esserne avari.
Che tu venga dal cielo o dall’inferno, cosa importa, o Bellezza! mostro enorme, ingenuo, tremendo! se i tuoi occhi, il tuo piede, il tuo sorriso mi schiudono ancora ignorato un Infinito che amo? Da Satana o da Dio, cosa importa? Angelo o Sirena, cosa importa, se tu – fata dagli occhi di velluto, ritmo, luce, profumo, o mia sola regina! – mi rendi meno ripugnante l’universo, meno grevi gli istanti?
I Cinesi leggono l’ora nell’occhio dei gatti. […] Io, se mi chino verso la bella Felina […] vedo sempre distintamente l’ora in fondo ai suoi occhi adorabili: sempre la stessa ora, un’ora vasta, solenne, grande come lo spazio, senza divisioni di minuti né di secondi – un’ora immobile che non è segnata sugli orologi, ma che è lieve come un sospiro, rapida come un’occhiata.
Dio preso dai rimorsi aveva fatto il sonno;
l’uomo aggiunse il vino, sacro figlio del Sole.
Per il mercante, anche l’onestà è una speculazione.
Tutti i grandi poeti diventano naturalmente, fatalmente, critici.
O dolore! Dolore!
il tempo divora la vita,
e l’oscuro Nemico che ci corrode il cuore,
col sangue che perdiamo,
cresce e si fortifica!
Colui che facilmente si sposa alla folla, conosce le gioie febbrili di cui resteranno eternamente privati sia l’egoista, chiuso come un forziere, sia il pigro, rintanato come un mollusco.
L’amore può derivare da un sentimento generoso: il gusto della prostituzione; ma è corrotto ben presto dal gusto della proprietà.
Il mio animo è così singolare che io stesso non mi ci riconosco […], violentato ogni giorno da una quantità di bisogni.
Il Tempo è un giocatore avido che vince senza barare, a ogni colpo.
Il vino e l’uomo mi fanno pensare a due lottatori tra loro amici,
che si combattono senza tregua, e continuamente rifanno la pace.
Il vinto abbraccia sempre il vincitore.
La donna è il contrario del Dandy
Dunque deve fare orrore
La donna ha fame e vuol mangiare. Sete, e vuol bere.
È in fregola e vuol essere chiavata.
Bel merito!
La donna è naturale, ossia abominevole.
Dunque è sempre volgare, ossia il contrario del Dandy.
La grammatica, la stessa arida grammatica, diventa qualcosa come una stregoneria evocativa; le parole risuscitano rivestite di carne e d’ossa, il sostantivo, nella sua maestà sostanziale, l’aggettivo, abito trasparente che lo veste e lo colora come una vernice, e il verbo, angelo del movimento che dà l’impulso alla frase.
Impossibile aprire una gazzetta qualsiasi di non importa che giorno, mese o anno, senza trovarvi a ogni riga i segni della più spaventosa perversità umana e in pari tempo la più stupefacente vanteria di probità, di bontà, di carità e le più sfrontate affermazioni riguardo al progresso e alla civiltà. Ogni giornale, dalla prima all’ultima riga, non è che un contesto d’orrori. Non capisco che una mano pura possa toccare un giornale senza una convulsione di disgusto.
La musica, in questo parente della poesia, rappresenta sentimenti piuttosto che idee; suggerisce delle idee, è vero, senza contenerle in sé.
Il bello è sempre bizzarro.
E poi faccio bene così; io sono come un cane fedele, non mi metto ad adulare gli estranei e conservo un tesoro di carezze per chi è assente.
Ci sono in ogni uomo, in ogni momento, due postulazioni simultanee, una verso Dio, l’altra verso Satana. L’invocazione a Dio, o spiritualità, è un desiderio di salire di grado, quella di Satana, o animalità, è una gioia di scendere giù.
Esistono solo tre esseri rispettabili: il prete, il guerriero, il poeta. Sapere, uccidere e creare.
La vita della nostra città è ricca di soggetti poetici e meravigliosi. Siamo avvolti ed immersi come in un’atmosfera che ha del meraviglioso, ma non ce ne accorgiamo.
Sappiano dunque la gente di mondo e gli ignoranti, curiosi di conoscere gioie eccezionali, sappiano che non troveranno nell’hashish nulla di miracoloso, assolutamente nulla che non sia la loro natura portata all’eccesso.
O tu, che come un coltello sei penetrata nel mio cuore gemente: o tu, che come un branco di demoni, venisti, folle e ornatissima, a fare del mio spirito umiliato il tuo letto e il tuo regno – infame cui sono legato come il forzato alla catena, come il giocatore testardo al gioco, come l’ubbriaco alla bottiglia, come i vermi alla carogna – maledetta, sii tu maledetta!
Ma a che importa l’eternità della dannazione a chi ha provato, in un secondo, l’infinito della gioia?
Lo stoicismo, religione che ha un unico sacramento: il suicidio.
La più grande astuzia del diavolo è farci credere che non esiste.
Se il vino sparisse dalla terra, credo che nella salute e nell’intelligenza dell’uomo si formerebbe un vuoto, un’assenza di molto più spaventosa di tutti gli eccessi dei quali il vino è fatto responsabile.
Il vino sa rivestire il più sordido tugurio
d’un lusso miracoloso
e innalza portici favolosi
nell’oro del suo rosso vapore,
come un tramonto in un cielo annuvolato.
L’irregolarità, vale a dire, la cosa inaspettata, la sorpresa o lo stupore sono elementi essenziali e caratteristici della bellezza.
I grandi poeti, i filosofi, i profeti sono esseri che grazie al puro e libero esercizio della volontà pervengono a uno stato nel quale essi sono al contempo causa ed effetto, soggetto e oggetto, ipnotizzatore e sonnambulo.
Il vino esalta la volontà, l’hashish l’annienta. Il vino è un supporto fisico, l’hashish è un’arma per il suicidio.
Uomo, nessuno ha mai misurato la profondità dei tuoi abissi; mare, nessuno conosce le tue ricchezze segrete, tanto siete gelosi di conservare il vostro mistero.
“L’amante della vita crea il mondo intero nella sua famiglia, così come l’amante del buon sesso crea il suo da tutte le belle donne che ha trovato, da quelle potrebbe trovare, e da coloro che sono impossibili da trovare.
Terribile è il gioco dell’amore, dove è necessario che uno dei due giocatori perda la padronanza di sé stesso.
Non si è mai troppo vecchi finché si desidera sedurre e, soprattutto, finché si desidera essere sedotti.
Un’amante è un vino in bottiglia, una moglie è una bottiglia di vino.
E’ ora di ubriacarsi! Per non essere gli schiavi martirizzati del Tempo, ubriacatevi, ubriacatevi sempre! Di vino, di poesia o di virtù, come vi pare.
Il lavoro rende i giorni prosperi, il vino le domeniche felici.
Quand’anche Dio non esistesse, la Religione sarebbe ancora Santa e Divina.
E’ un tempio la Natura ove viventi
pilastri a volte confuse parole
mandano fuori; la attraversa l’uomo
tra foreste di simboli dagli occhi
familiari. I profumi e i colori
e i suoni si rispondono come echi
lunghi che di lontano si confondono.
E a che serve realizzare i progetti, se nel progetto c’è già abbastanza godimento?