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Michelangelo Cammarata, nato a Gela nel 1941, ha vissuto per molti anni a Milano e Bergamo, dove ha lavorato presso un ente mutualistico. Dal 1980 risiede a Palermo. Negli anni sessanta ha pubblicato le raccolte di poesie Un’eco di pensiero, (Rebellato, Padova 1964), L’oasi propizia, (Rebellato, Padova 1965), L’uomo, con ironia, (Quartiere, Firenze 1969, con prefazione di Giorgio Bàrberi Squarotti). Nello stesso periodo ha collaborato a giornali e riviste fra cui La fiera letteraria, Il ponte, Paese sera, Crisi e letteratura, Quartiere. Dopo un lunghissimo silenzio è tornato alle stampe nel 2003 con una nuova raccolta di poesie I germogli di Ground Zero. Nel 2005 ha pubblicato presso Genesi una raccolta di 222 haiku “caudati” dal titolo L’amorosa cicala e nel 2009 presso lo stesso editore la raccolta di poesie La riga vergine. Suoi testi sono recentemente apparsi su riviste cartacee e telematiche quali Noialtri, Issimo,The muse apprentice guild, Poiein, Poesia e narrativa, Non solo parole, Letteratura al femminile e in antologie letterarie.
Michelangelo Cammarata è anche scrittore di aforismi. Nel 2006 ha pubblicato una raccolta di aforismi dal titolo Fiele di zagara e nel 2011 la raccolta Chicchi di boria, che è una continuazione del precedente sia nel titolo di copertina (alla zagara colma di fiele segue il chicco pieno di boria) che nel sottotitolo (Divagazioni, insulti, presagi… ed altre cose nel primo libro, fantasie, capitomboli, memorie e altre amenità nel secondo).
Nella prefazione dei due libri (usciti nella collana Athanor di Joker Edizioni) Sandro Montalto mette l’accento sulla struttura definitoria dell’aforisma di Cammarata citando tra i vari ascendenti il famoso Dizionario del diavolo di Ambrose Bierce. Ma io non dimenticherei, tra gli autori più vicini alla sensibilità di Cammarata, lo spagnolo Gomez de la Serna e le sue greguerías. Già alcune parole presenti nei due sottotitoli della raccolte di Cammarata (“Divagazioni”, “insulti”, “presagi”, “fantasie”, “capitomboli”, “amenità”) richiamano da vicino il significato etimologico di greguería che in spagnolo vuol dire “schiamazzo”, “parlottio”, “trambusto”, “rovesciamento”, “sghiribizzo”.
Nella scrittura di Cammarata c’è poi un uso metaforico dell’immagine e un capovolgimento dei canoni ordinari della comunicazione, attraverso analogie inusuali, che richiama molto da vicino Gomez de la Serna. Ecco alcuni esempi: “Un ombelico è il biberon del feto”, “Le illusioni sono i trucioli della verità”, “La censura è la camera di sicurezza in cui viene trattenuta l’intelligenza”, “La comicità è il cavatappi dell’ilarità”, “La luna è così nuda che qualche volta si vergogna ed eclissa” e altri ancora.
Questa consonanza tra Cammarata e Gomez de la Serna è evidente soprattutto nel secondo libro, Chicchi di boria, dove gli aforismi vengono definiti da Cammarata degli “affettuosi gorgoglii” e dove il modello della greguería è davvero dominante, con un uso dell’aforisma in chiave surreale e metaforica, attraverso piroette e volteggi mentali e giochi di illusionismo. La voce pensosa e riflessiva del primo libro, che innaffia con il proprio “fiele” la nuda e talora rassicurante realtà delle cose, cercando di smascherarne l’ipocrisia, lascia il posto, nel secondo libro, a una voce più fantasiosa e leggera, “quella di un giullare che saltella dentro una goccia d’acqua” o di “un ciclista che volteggia sul filo dell’arguzia”. Se Gomez de la Serna resta pur sempre uno “psicologo delle cose”, anche nel secondo libro Cammarata non rinuncia alla esplorazione e analisi dell’animo umano, talvolta con toni ironici e disincantati, talaltra con toni più compassionevoli e umani. “L’immoralità è il ricostituente della gioventù. La moralità l’incoscienza della vecchiaia” scrive in uno degli aforismi di Chicchi di boria.
Sul sito di Poiein è possibile leggere una ampia scelta di testi dell’autore. Presento qui una mia selezione personale di aforismi tratti da Fiele di Zagara e Chicchi di Boria. Una selezione di aforismi dell’autore è anche apparsa nell’antologia Nuove declinazioni curata da Sandro Montalto (Joker, 2006)
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Michelangelo Cammarata, Fiele di zagara, 2006, aforismi scelti
L’ottimismo è il belletto che ricopre gli inestetismi del futuro.
La satira non scalfisce la levigatezza del diamante. Fa scoppiare al contrario tutti i palloni gonfiati.
Apparentemente il single è colui che tiene molto alla propria libertà. In realtà tiene molto di più all’amore.
Nella memoria di chi ci ha frequentati nel passato recitiamo sempre la stessa parte.
Il dittatore scambia per ambrosia la bava dei molluschi che lo circondano.
La pubblicità si arrampica dove la qualità non riesce ad arrivare.
Innamorarsi contemporaneamente di due donne è possibile se si è sicuri che entrambe hanno uno spiccato senso dell’umorismo.
Presunzione e ignoranza sono facce della stessa medaglia. Per quanto la prima cerchi di nascondere il suo rovescio, questo si manifesta sempre come se la medaglia fosse trasparente.
La vita reale è un brutto surrogato di quella che vorremmo vivere. Ha però l’impagabile pregio di essere illuminata dalla luce del sole.
Una domanda alla quale non si trova risposta è già di per sé una risposta.
Lo specchio è il lago in cui i nostri occhi cercano di fare i cigni.
Chi imita un’opera d’arte fuma una cicca spenta.
Tenere occupata la mente è l’unico modo per tenerla sgombra.
Le simpatie hanno le ossa fragili e rischiano di minuto in minuto una frattura. Di sicuro le antipatie calcificano meglio.
Il presente merita ben altro che la nostalgia o il differimento delle emozioni.
I creduloni camminano in punta di piedi per non disturbare il sonno della ragione.
Un dogma è una verità in cui si nuota anche se non c’è acqua.
L’ultimo respiro è l’ultimo della fila. Ma non si lamenta.
A guardare la morte negli occhi spesso si aprono gli occhi.
Se eiaculi precocemente stai sicuro che il tuo pene soffre di claustrofobia.
Il futuro ci corre incontro a braccia spalancate, ma non ci dà il tempo di abbracciarlo.
Avere il senso della misura non serve a nulla. Dipende da quale sia la misura.
Dopo il capolinea sarebbe bello poter andare a capo.
L’esibizionista è un collezionista di occhi.
L’ateo colloca la negazione sugli altari.
La carità si misura in decibel. Quella fatta col cuore sfiora il silenzio.
Il bene non è mai tutto da una parte. Tutt’al più lo è il male.
L’attesa mastica l’amaro del tempo.
Il sogno è il liquido amniotico in cui fluttua l’immaginazione. Il risveglio è l’immaginazione che ha trovato l’uscita.
Niente è più effimero dell’eternità e più intenso dell’attimo fuggente.
Tutto sommato la castità è libidine confezionata sotto vuoto spinto. Fate attenzione all’apertura!
Il massimo risultato con il minimo sforzo si raggiunge in due sole occasioni: la nascita e la morte.
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Michelangelo Cammarata, Chicchi di boria, 2012 aforismi scelti
I vecchi contemplano la propria pelle e ci disegnano sopra la memoria.
Solitario come un eremita, ma così frizzante che il cielo mi passeggia accanto.
Il silenzio è la parte più bella del creato. Peccato che abbia così poca voglia di farsi notare.
I ricordi sono boccioli che mi fioriscono addosso, quando innaffio il passato con il mio fiato.
Chi è più affettuoso di un boia? Ti toglie tutto e ti regala l’eternità.
Uno spettacolo meraviglioso: il tramonto che fa il nido negli occhi dei bambini.
Il sogno mi sveglia ogni mattina, e io lo contemplo come se fosse capace di partorire realtà.
Le mie orecchie sono due farfalle che svolazzano su un prato stracolmo di pori colorati.
Nessuno è così fantasioso da riuscire a vestirsi di nuvole.
La fantasia è colma di risposte, anche se non riesce a ricordare le domande.
Il suicida uccide la propria morte.
L’immoralità è il ricostituente della gioventù. La moralità l’incoscienza della vecchiaia.
Crescere significa imparare a stringere i denti e farlo sembrare un sorriso.
Nascere vuol dire programmare un quotidiano con le storie della propria vita.
Sfocato, come un sogno in groppa alle ali di una farfalla.
Il glande è inzuppato di rugiada e di nostalgia.
Ho pilotato una piramide, nel deserto della fantasia.
Ogni mattina mi sveglio e vado a incontrare il mio respiro.
L’etichetta è onesta, ma quanto noiosa!
Ho inciso la mia voce in un registratore sperando che, prima o poi, ascolterò una poesia.
Chi grida non riesce nemmeno ad ascoltarsi.
Ogni donna si mimetizza dentro le bugie dello specchio.
L’aurora è il tramonto che si è svegliato troppo presto.
Mentire non vuol dire essere bugiardi, ma solo caritatevoli.