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Paolo Crepet (Torino, 17 settembre 1951) è uno psichiatra, sociologo, educatore, saggista e opinionista italiano.
Presento un’ampia raccolta delle frasi più belle di Paolo Crepet sulla felicità, l’amore, l’amicizia, i figli e l’autostima. Tra i temi correlati Le più belle frasi di Carl Gustav Jung, Frasi, citazioni e aforismi di Sigmund Freud, Le più belle frasi di Vittorino Andreoli e L’inelligenza emotiva – Le Frasi più belle di Daniel Goleman.
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Le frasi più belle di Paolo Crepet
La felicità è come un treno senza orario: ne passa uno ogni tanto. Non puoi prevederne l’arrivo, né sapere quando ripartirà. Il tuo compito è andare in stazione.
I ragazzi devono imparare a sognare. E noi? Noi dobbiamo essere istruttori del loro volo.
Per avere una cosa bella devi faticare. Devi andartela a conquistare. Non te la regalano.
Quel che ti regalano è la banalità, la mediocritá, la superficie delle cose.
Quella è gratis.
Dovresti imparare che la vita, come l’amore, è l’unico business il cui bilancio deve finire in rosso: bisogna dare tutto senza calcolare ciò che ci viene riversato. Quello che diamo agli altri è nostro per sempre, mentre quello che si tiene per sé è perso per sempre.
Troppo benessere genera il malessere, genera i gaudenti scontenti, genera il disagio dell’agio.
Se non si sa da che parte iniziare, s’incominci da una carezza.
La solitudine ha, a volte, colori e sfumature inattesi, sorprendenti. È una stanza vuota dove risuona la propria anima, la propria sensibilità.
I soldi, il benessere, l’idea che tutto sia acquistabile hanno prodotto uno scenario terrificante: la morte del desiderio. Se a un bambino si compra tutto, finirà per non desiderare più nulla, non saprà cosa desiderare.
Il compito di un genitore è di far mancare qualcosa perché se non ti manca niente a cosa ti serve quella scatola magica chiamata cervello?
Non saranno né la televisione né Internet a creare disagio ai bambini e agli adolescenti, quanto una certa indisponibilità degli adulti a esserci.
Mi piacerebbe che qualcuno ti insegnasse a stare da solo. Ti salverebbe la vita. Non dovrai rincorrere la mediocrità per riempire i vuoti, né patire uno sguardo o un’ora d’amore. Impara a creare la vita dentro la tua vita e a riempirla di fantasia.
Compito di uno psichiatra è accompagnare la crescita, è accompagnare il dolore e non cancellarlo; semmai deve provare a far sì che il danno non si riproduca, che non germogli una pianta infestante l’intera esistenza.
Tutto parte dalla ricerca della felicità e per questo credo che la psichiatria sia l’arte di rimuovere gli ostacoli alla felicità. Sono convinto che la psichiatria abbia più a vedere con l’arte che con altro.
Gli psicofarmaci sono una droga, la chimica non salva la vita.
La competizione non è per tutti e soprattutto non seleziona i migliori, solo i meno sensibili.
L’amicizia non fa sconti, è un sentimento onesto: restituisce tutto ciò che si è seminato.
L’amicizia nasce dalle occasioni della vita, spesso dal destino, ma per diventare sentimento irrinunciabile, necessita poi di grandi emozioni condivise, non di mediocrità affettiva.
Essere liberi costa, non esserlo costa di piú.
Riempito lo schermo del computer con le vostre idee, non con quelle scaricate da altri.
Siate cercatori e cacciatori di orizzonti.
L’errore è pensare il lavoro come occupazione, il lavoro è passione.
L’amore agisce come una malattia, ma funziona al contrario: fa bene quando infetta, fa morire quando guarisce.
Alle volte, un litigio può essere la scintilla che accende la fiamma. Lo scontro, due strattoni, spesso finiscono in inebrianti notti d’amore.
L’innamoramento è autentico solo quando è insano, dissennato, quando ti fa stare ad aspettare un Sms o un’e-mail per giorni, quando fa trovare scuse inverosimili pur di arrivare puntuali a quell’appuntamento.
Leggerezza non vuol dire superficialità. Devi stupirti, sempre.
Viviamo uno strano paradosso: nessuno può dirsi più solo, eppure tutti, in qualche misura, sentiamo, e temiamo di esserlo.
Se a un bambino si regala tutto, gli si sottrae ciò che è fondamentale per costruire una passione.
La vita non è andare in un supermercato e non fare neanche la fatica di mettere i barattoli dentro il carrello. E arrivi alla cassa e ha pagato già il nonno .
Questa non è vita. La vita è spingere il proprio carrello, scegliere le cose e pagare. Questa è la vita.
Talora nelle coppie che hanno alle spalle anni di matrimonio, prende il sapore di una resa, di un vuoto assoluto: ci si sente al capolinea, non si litiga più, si vive con il silenziatore, per paura di una parola sbagliata che inneschi un nuovo, insopportabile dolore. In questo modo, per soffrire il meno possibile, si accetta la mediocrità di una vita senza suoni.
Si può continuare una storia anche soltanto per opportunismo: nulla di tragico, l’importante è «non raccontarsela».
Un pizzico di gelosia può fare miracoli, due combinare un disastro.
Il tradimento, in amicizia, ferisce sempre in maniera profonda. Non ha facili giustificazioni, perchè l’amicizia non è accomodante. È un sentimento più dogmatico dell’amore, conosce solo colori primari, non sfumature di comodo.
L’essenziale non lo si coglie quando i conti tornano, ma soltanto quando il sipario cala all’improvviso e non resta che una platea vuota e ci si sente immensamente soli.
E’ giusto ribellarsi a una certa cultura che prevede che le emozioni debbano essere sempre controllate: che non bisogna piangere né ridere troppo e nemmeno essere eccessivamente tristi.
Il dolore, la frustrazione, il 4 in italiano, il no del papà, la sberla, il rimprovero del nonno, il piccolo abbandono: sono tutti eventi che aiutano a crescere. Mentre sono deleteri tutti i tentativi che i genitori mettono in atto per tutelare i figli da qualsiasi contrattempo.
Uno schiaffo può scappare anche al genitore piú mite, in ogni caso esso segna malinconicamente la nostra incapacità a capire e a educare.
Un paese civile dovrebbe proibire le scuole che funzionano solo sulla base della possibilità dei genitori di pagare la retta.
La mediocrità annichilisce, appiattisce, rende tutti uguali. La fantasia e i sogni sottolineano le nostre risorse interne, cioè il nostro stesso segreto di vivere.
Recriminare dà dei vantaggi: non si è costretti a proporre qualcosa di diverso. Il lamento fa comodo.
Educare significa tirare fuori il talento di ognuno, il suo grado di libertà, la strada per apprendere davvero.
Ho sempre pensato che la professione dell’insegnante non sia e non debba essere un mestiere per chiunque: una comunità civile dovrebbe pure saperlo.
Le regole e i ‘no’ sono come dei paracarri ai lati di una strada; sono punti di riferimento, non debbono cambiare di posizione, non possono decidere di esserci o non esserci.
Un no, perché abbia peso e valore, deve essere spiegato, non può essere solo imposto. Un no, come una regola, richiede coerenza, componente essenziale dell’autorevolezza.
Non puoi pretendere di trovare la felicità se non hai il coraggio di dire di no.
L’autostima è la base indispensabile per vivere sereni, quando manca mette a rischio la vita emotiva. Per queste ragioni, chi ha una buona considerazione di sé può passare attraverso una crisi ma prima o poi ritrova la tranquillità.
L’autostima non si costruisce con feste e bei vestiti ma nei momenti difficili della vita.
Se non si è convinti del proprio valore, non ci si farà mai rispettare: senza autostima non si va lontani. Dignità e autostima vanno di pari passo.
Se ci s’innamora senza prima aver coltivato l’amore per se stessi, si andrà incontro alla tristezza dell’umiliazione.
Il valore e l’importanza delle esperienze negative risiede nel fatto che attraverso questi improvvisi cambiamenti si piantano i primi semi di un sistema immunitario psicologico forte ed efficiente. Funziona esattamente come quello biologico, si costruisce attraverso esperienze frustranti.
Dovremmo trovare il coraggio di esimerci dall’idea di asportare chirurgicamente ogni forma di dolore e di frustrazione dal cammino di crescita dei nostri figli.
La vita è una rete di piccoli, invisibili appuntamenti.
Per crescere è indispensabile sentire di appartenere a qualcosa e a qualcuno: un amore, un’ideologia, una bandiera, una fede, un amico, un maestro, un mito.
Più l’eros è appagato, più si potrà aspirare a essere felici e sereni in ogni momento della quotidianità.
Una bella serata può sfociare in una notte di fuoco o in un abbraccio.. Anche questo è piacere..è la sublimazione dell’eros..il colmo dell’intimità, è struggimento.. scivolare all’unisono in un’altra dimensione.
E poi, l’alba, la luce, i rumori, la moka del caffè e la vita che ricomincia.
E le voci amiche che ti confortano. Perché da solo l’uomo non è nulla, abbiamo bisogno gli uni degli altri.
La felicità è racchiusa nel coraggio di provocarsi, di pretendere qualcosa dal proprio destino senza lasciare che faccia il suo corso senza il nostro contributo.
La maleducazione ai tempi di Internet e della tecnologia pare non conoscere confini: tutto sembra essere concesso, il rispetto dell’altro è un concetto ormai obsoleto, abitudine da vecchi signori che riposano in qualche cimitero di campagna.
La seduzione inizia da un neo, ovvero da una differenza, da ciò che contraddistingue l’unicità. Le attrici che hanno lasciato un ricordo indelebile nella nostra memoria sono state quelle che aveva qualche piccolo difetto: la perfezione femminile (e maschile) non lascia storia e nemmeno turbamento, può forse funzionare per una fotografia, per una pubblicità, ma non per la costruzione di un mito.
Io parlo per essere contestato, non sono un influencer, io voglio la critica.
Le emozioni sono il senso, il sale della vita, sono sabbie mobili ,perdere la testa è una cosa meravigliosa, perché la testa deve stare sempre ferma?
La noia ci annuncia che la quotidianità è diventata scontata, che occorrerebbe un cambiamento, una bocca d’aria fresca. Insomma, la noia ci annuncia il suo opposto.
Oggi la sofferenza non è più nei manicomi, la solitudine nelle case è enorme. C’è una sofferenza che va discussa e va ridotta perché di sofferenza si muore e di libertà si vive.
Il teatro è meraviglioso proprio in quanto mette in scena gli stati d’animo, coinvolge mantenendo nel contempo le distanze della vita vera. Il teatro è una scuola di emozioni come le fiabe per bambini.
Siamo evoluti dal punto di vista materiale, economico, tecnologico. Ma la nostra anima non è poi così cambiata da quell’uomo di 3 milioni di anni fa.
La speranza è legata al coraggio se vuoi avere speranza devi avere coraggio che è soprattutto credere in se stessi, tutti noi possiamo cambiare.
La fine di un amore sano dovrebbe portare all’amicizia o all’indifferenza, l’odio è quello che porta alla vendetta, alla violenza.
I bambini hanno le antenne, sono più sensibili dei loro genitori, capiscono tutto prima di un adulto. Spesso i genitori pensano che i bambini non “sentano”, ma non è vero.
Le persone realmente anaffettive muoiono annaffettive. L’amore non cura, ci sono donne che hanno tentato tutta la loro vita di amare un uomo anaffettivo e non sono riuscite ad essere amate da questi uomini.
Aanche mia mamma usava la tecnologia, era molto contenta quando le hanno installato il citofono. Ma non stava tutto il giorno davanti al citofono.
Una volta si moriva a 50 anni, adesso a 90, una volta si diceva un amore per una vita, adesso sono due o tre amori per una vita. L’amore in quanto tale non finisce mai, finiscono le relazioni
Qual è la parola più abusata di questi tempi?
Amore. È diventato come la Nutella, si spalma ovunque.
L’adolescente non sa chi è stato e teme di non riuscire a diventare quello che sogna di essere.
Mi piacciono le scritte sui muri.
Geroglifici, solipsismi, epigrafi, tatuaggi di un corpo urbano, periferico e anonimo. Fanno parte di una democrazia comunicativa che travalica certo senso comune, blandito, ovattato, ipocrita.
I 40enni? Generazione di eterni adolescenti: fa gelare il sangue.
C’è un bisogno forte in molte persone di manipolare gli altri. Più regole forti ti do, più tu mi appartieni.
Alza la fronte e non porre limiti alla tua ambizione: i limiti sono fatti per essere superati attraverso passione e capacità.
Ciascuno di noi ha il diritto di pensare che la vita è una lunga strada, dove si può e si deve tentare, sbagliare e riprovarci ancora.
Non è vero che nella vita bisogna accettarsi, piuttosto è fondamentale sapere che ti puoi migliorare, qualsiasi sia la stagione che stai attraversando.
La nostra cultura va sempre più verso questa direzione: un bambino si trova a vivere in un mondo innaturale in cui il dolore è stato estirpato, in cui la frustrazione non esiste più, in cui tutto avviene in maniera comoda, facilitata, tutelata, asettica. E quando inevitabilmente qualche saetta avvelenata arriva, gli effetti sono devastanti.
La prima e più immediata risposta che un genitore tende a fornire a fronte di un episodio di evidente intemperanza del proprio figlio è quella che va in sua difesa, contravvenendo alla più elementare regola di buon senso educativo.
Le buone idee in campo educativo non costano nulla, se non il coraggio di averle e di volerle realizzare.
Le parole feriscono, oppure leniscono, dovremmo tutti imparare a usarle meglio.
Oggi vedo persone molto «ingessate» che non riescono a vivere a fondo la grande condizione di libertà che possiedono. La libertà è anche quella di superare gabbie e condizionamenti.
Credere in se stessi significa avere fiducia nell’altro, dunque in una possibilità di relazione, di un amore, di un aiuto, di una solidarietà.
Fin che c’è pensiero c’è dignità, fin che c’è il coraggio di inquietarsi, c’è libertà.
Il rito del donare è complesso, a volte lo si fa con spontaneità, altre volte il dono maschera una necessità ricattatoria: donare non è gratuito, richiede sempre qualche altra cosa in cambio.
Negli Stati Uniti nessun magnate dell’economia ha mai lasciato questo mondo senza aver prima provveduto a intitolarsi una fondazione, un’università, un museo, un teatro. Da noi i multimilionari si affrettano a nascondere i quattrini in qualche paradiso fiscale per mantenerli nelle disponibilità dei figli (che così cresceranno beoti e multimilionari).
La scuola dovrebbe insegnare a saper stare da soli, a vivere passioni, a mettere le emozioni al centro della nostra vita.
Senza cultura non c’è libertà, non c’è scelta. Non c’è crescita sociale, né reale benessere
A tutti arriva, prima o poi, il vento traditore che strappa le vele, l’importante è non fare proprio quel vento, non legittimare la vela lacerata a cifra della propria esistenza: questa è la vera bestemmia, il sacrilegio contro la vita.
La velocità permette di non riconoscerci, esattamente come quei treni che volano su una bellissima campagna impedendoci di coglierne i profumi, di conoscerne un fiore.
Libertà significa fare insieme cose diverse, l’opposto di ciò che accade in un ipermercato.
Nell’educare l’eleganza è fondamentale quanto il carisma.
Il senso di colpa è un malessere tremendo, che fa percepire il peccato di non avere fatto ciò che si sarebbe dovuto fare
La peggiore delle violenze comminata a un giovane è sottrargli il domani: costringerlo a vivere in una gabbia, seppure talvolta dorata, gli nega la possibilità di una dimensione dinamica, inibisce ogni sua pulsione.
Un bambino felice è un bambino che sa partecipare con entusiasmo alla vita di relazione del gruppo dei pari. Un bambino che si autoesclude o viene escluso dal gruppo avrà difficoltà a crescere in modo armonico, stando bene con gli altri.
Ciò che la crisi insegna è che ora più che mai abbiamo necessità di tornare a pensare, progettare, sperimentare.
Riempite lo schermo del computer con le vostre idee, non con quelle degli altri.
Il corpo ha le sue stagioni, e quelle giovanili non sono necessariamente migliori di quelle successive.
L’infelicità è una palude dove non alberga che la resa, la rinuncia.
Non ho mai creduto che una persona grassa sia più infelice di una magra, a meno che non sia sul libro paga di un’azienda di moda.
Un maestro non ammaestra; educa, eleva.
Un giovane talento, per quanto innovativo e creativo possa essere, se rimane isolato, benché connesso con il mondo in maniera virtuale, non potrà mai esprimersi come invece chi ha occasioni quotidiane di contaminazioni reali.
Ho sempre pensato che un asilo funziona bene quando un bambino vi arriva al mattino pulito e il pomeriggio torna a casa sporco: significa che in lui è transitata un’emozione che può avere il sapore delle farina, il colore di un pennarello, la forma di una magnifica scultura di plastilina.
L’arte, quando è puro esercizio estetico, è noiosa e mediocre. L’arte, rappresentando la condizione umana, deve essere inquietante.