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Dopo i due libri Neppure i fossili laccati di cristallina sono più quelli di una volta, (Quasar, 2007) e Il bianco, il nero, il grigio (Joker, 2011), Silvana Baroni, medico psichiatra che vive e lavora a Roma, torna a deliziarci con una nuova raccolta di aforismi intitolata Parallele bipedi (e già il titolo, nella sua sinestesia, è un aforisma fulminante).
Anche in questo nuovo libro, Silvana Baroni è un funambolo che si diverte a guardare il mondo da una prospettiva diversa, giocando nel sottile spazio tra banalità e verità, luogo comune e illuminazione, proponendoci il mondo in un’altra maniera (“Per riuscire a inventare è necessario pensare a lato – à côté” scriveva l’autrice) attraverso paradossi, parallelismi e incroci rivelatori e giochi di parole. L’autrice, nel rompere l’ovvietà dei luoghi comuni, ci fornisce dei giudizi illuminanti e sorprendenti sul mondo e lo fa in modo diretto, “senza rete di protezione” come scrive in suo aforisma, esponendosi in una confessione che denuncia le maschere e le umane imperfezioni che ci circondano attraverso “ritratti” spesso dissacratori (nella premessa al libro Silvana Baroni cita il “Trickster”, il leggendario, imprevedibile dissacratore, l’archetipo distruttore di regole e convenzioni, l’acerrimo nemico del logos patriarcale).
In questa trasgressività improntata alla dissacrazione e al denudamento non è raro trovare aforismi in cui il lettore arrossisce e quasi si vergogna dell’immagine interna (quasi sempre falsa) che ha creato di se stesso. Elias Canetti in La provincia dell’uomo scriveva a proposito dell’aforisma che “Ci sono frasi che ci fanno vergognare. Uno ha molte debolezze sulle quali non sta mai a rompersi la testa. (…) Non riconosciamo subito queste frasi, ma ci fermiamo perplessi. Uno rilegge e inorridisce: ‘Ma questo sei proprio tu’ ci si dice d’improvviso, taglienti, e si rigira la frase come una piaga di coltello. Si arrossisce dell’immagine interna che abbiamo di noi stessi.(…) Senza queste frasi l’uomo non può mai vedersi interamente. Da solo l’uomo aggiusta ogni cosa in modo che gli venga comodo. Da solo è un irresistibile bugiardo”.
Leggendo alcuni aforismi di Parellele bipedi, il lettore può essere portato a pensare che si riferiscano ad altri, alla generale stupidità e ipocrisia del mondo, ma poi ci sono frasi in cui si guarda allo specchio e dice: “ma questo sono proprio io”. Queste frasi, laconiche e precise come un bisturi (raramente superano una riga), arrivano inaspettate e lo smascherano nelle sue debolezze e false certezze (“La consapevolezza di avere un Caino dentro di noi, ci affratella” scrive Silvana Baroni in un aforisma e riguarda – davvero – ognuno noi. “Gli animali ci regalano la spensieratezza. Ma noi li contagiamo con le nostre nevrosi”, ahimè, riguarda di nuovo ognuno di noi. E come non arrossire leggendo: “Chi ha tanti amici non è fortunato, è ingenuo”.). Anche se per fortuna, in queste molteplici sferzate, l’autrice, quasi come un contrappeso, fa balenare qua e là un sorriso grazie allo sguardo disincantato sul mondo (“dire col sorriso verità scottanti, addirittura tragiche”) e alla sua inconfondibile capacità di ironia, garbo e saggezza.
Presento al lettore una scelta di aforismi tratti da Parallele bipedi. Come nei precedenti libri, gli aforismi di Parallele bipedi sono intervallati da immagini della stessa autrice, “segni ininterrotti”, “linee che scivolano sul piano bianco in velocità, in un flusso d’impeto che racconti il fatto o il personaggio” (ricordo che Silvana Baroni è anche un’artista molto conosciuta, che ha allestito diverse mostre di opere pittoriche e grafiche).
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Silvana Baroni, Parallele bipedi
C’è chi scrive per incontinenza da una vescica d’inchiostro.
Nella categoria dei perversi, spiccano i normali ad oltranza.
All’ombra degli eroi: suggeritori pavidi e ambiziosi.
Tutto ha il suo prezzo: uno per invogliare, uno per scoraggiare.
La consapevolezza di avere un Caino dentro di noi, ci affratella.
C’è di peggio: essere colti sul non fatto.
Generosità è prestarsi. Regalarsi è solo masochismo.
Prevenzione? Perché cautelarci da tutte le morti possibili? Non sarebbe meglio scegliere da subito quella che c’è più congeniale?
Se vuoi che ritorni, prima lascialo andare.
Dobbiamo essere grati ai nostri difetti; sono essi a tenere a bada le nostre virtù.
Vuole entrare nella Storia soprattutto chi si annoia a casa sua.
Altre parole… per ridefinire milioni di emozioni… fraintese dalle parole.
Nei cortei: dimostranti di idee e dimostranti di sé.
Chi ha tanti amici non è fortunato, è ingenuo.
Chi ci ha educato continuerà a perseguitarci.
Più l’azienda è pubblica, più l’assenteismo è privato.
Il vedovo diventa orfano, la vedova torna ragazzina.
La vita a volte fa sconti ai pessimisti, ma sempre fa prestiti agli ottimisti.
Il riciclo del dono natalizio alla lunga comporta il riciclo degli amici.
Chi resiste a un intero telegionale, non c’è dubbio, odia il prossimo suo più di quanto ami se stesso.
Gli animali ci regalano la spensieratezza. Ma noi li contagiamo con le nostre nevrosi.
Due solitudini: da amore perduto, da amore evitato.
A trascurare la propria identità, ci si perde in disperate somiglianze.
Per favore! Fatemi togliere gli anni. Almeno i doppioni!
Ringrazio Fabrizio ( grande esperto del genere) per, ancora una volta, l’attenta puntuale lettura del mio parallelebipedi. Come in altre pubblicazioni, spero indurre una qualche riflessione, produrre qualche graffio alla maschera, spero mai un accoltellamento.
Un caro saluto a tutti gli aforisti, e no!
Silvana
Forti e sani come sempre, questi aforismi! Il primo lo farei scrivere sui pacchetti delle sigarette, spaventerebbe più del cancro, e avremmo meno Bronchiti in giro.
Cristina