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Le frasi più belle di Pierre-Auguste Renoir

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Pierre-Auguste Renoir (nato a Limoges il 25 febbraio 1841 e morto a Cagnes-sur-Mer il 3 dicembre 1919) è uno dei più importanti pittori dell’Impressionismo. Conosciuto principalmente per la sua arte marcata da una forte joie de vivre (“gioia di vivere”), oggi è considerato uno dei più importanti artisti francesi.

Presento una raccolta delle frasi più belle di Pierre-Auguste Renoir. Tra i temi correlati Frasi, citazioni e aforismi di Vincent Van Gogh, Le frasi più belle di Claude Monet e Le frasi più belle di Henri Matisse.

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Le frasi più belle di Pierre-Auguste Renoir

Una mattina, siccome uno di noi era senza nero, si servì del blu: era nato l’impressionismo.
[Un matin, l’un de de nous manquant de noir, se servit de bleu : l’impressionnisme était né.]

Per fare questo disegno ci ho messo cinque minuti, ma ci sono voluti sessant’anni per arrivarci.
[Ce dessin m’a pris cinq minutes, mais j’ai mis soixante ans pour y arriver.]

Si arriva davanti alla natura con delle teorie, e la natura le sbatte tutte per terra.

Il dolore passa, la bellezza resta.

Ogni tanto, bisogna tentare cose superiori alle proprie forze.

Non si dice mai “io sarò pittore” davanti a un bel paesaggio, ma davanti a un bel quadro.

Per un pittore non è sufficiente essere un buon artigiano. Egli deve anche amare carezzare il suo quadro.

L’inconveniente dell’Italia è che è troppo bella. Perché dipingere quando è così bello ammirarla?

La sola ricompensa che bisognerebbe offrire all’artista è quella di acquistare le sue opere.

C’è nella pittura qualcosa in più, che non si può spiegare, che è l’essenziale.

Se immersi nel silenzio si sente squillare il campanello, si ha l’impressione che il rumore sia più stridente di quanto lo sia in realtà. Io cerco di far vibrare un colore in modo intenso come se il rumore del campanello risuonasse in mezzo al silenzio.

Com’è difficile capire nel fare un quadro qual è il momento esatto in cui l’imitazione della natura deve fermarsi. Un quadro non è un processo verbale. Quando si tratta di un paesaggio, io amo quei quadri che mi fanno venir voglia di entrarci dentro per andarci a spasso.

Per me, un dipinto deve essere una cosa amabile, allegra e bella, sì, bella. Ci sono già abbastanza cose noiose nella vita senza che ci si metta a fabbricarne altre.

Leonardo da Vinci mi annoia, avrebbe dovuto limitarsi alle sue macchine per volare.

I grandi uomini sono modesti.

Sono andato a vedere le opere di Raffaello a Roma: sono molto belle e avrei dovuto vederle tanto tempo prima. Sono piene di erudizione e di saggezza. Raffaello non cercava, come me, le cose impossibili, ma è bello.

La vita è un mazzo di fiori rossi.

Le sciocchezze si fanno solo da giovani.

So bene che è difficile far ammettere che un dipinto possa appartenere alla grandissima pittura pur rimanendo allegro. La gente che ride non viene mai presa sul serio.

Resto al sole non tanto per eseguire dei ritratti in piena luce, ma per scaldarmi e per osservare. Così, a forza di vedere l’esterno, ho finito con l’accorgermi solo delle grandi armonie senza più preoccuparmi dei piccoli dettagli che spengono il sole anziché infiammarlo.