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Le frasi più belle di Romain Gary

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Romain Gary, pseudonimo di Roman Kacew è nato a Vilnius il 21 maggio 1914 e morto a Parigi, il 2 dicembre 1980. E’ stato l’unico scrittore a vincere per due volte il Premio Goncourt: la prima nel 1956 con Le radici del cielo, utilizzando lo pseudonimo Romain Gary, la seconda nel 1975 con La vita davanti a sé col nom de plume di Émile Ajar.

Presento una raccolta delle frasi più belle di Romain Gary tratte dai suoi romanzi. Tra i temi correlati Frasi, citazioni e aforismi di Anaïs Nin e Le frasi più belle di Francis Scott Fitzgerald.

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Le frasi più belle di Romain Gary

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La vita davanti a sé, La Vie devant soi, 1975

La gente riesce a credere a quello che dice, le serve per vivere.

La vita fa vivere la gente senza fare una grande attenzione a quello che gli succede.

Il culo è la cosa che un uomo ha di più sacro. Il suo onore sta lì. Non lasciar mai che nessuno ti prenda il culo, anche se ti paga bene.

La vita può essere molto bella, ma non è stata ancora veramente scoperta e intanto bisogna pur vivere.

Ma io non ci tengo tanto a essere felice, preferisco ancora la vita. La felicità è una bella schifezza e una carogna e bisognerebbe insegnarle a vivere.

La legge è fatta per proteggere la gente che ha qualcosa da proteggere contro gli altri.

Gli ingiusti dormono meglio, perché se ne fregano, mentre i giusti non possono chiudere occhio e si fanno il sangue marcio per tutto.

La gente tiene alla vita più che a tutto il resto, è anche buffo se si pensa a tutte le belle cose che ci sono al mondo.

Lo so che al mondo c’è della gente che fa del bene, ma non sta sempre lì a farlo e bisogna capitarci al momento giusto.

La mia ignoranza è finita verso i tre o i quattro anni e certe volte ne sento la mancanza.

Aveva avuto molte disgrazie e adesso bisognava pagare, perché nella vita si paga per tutto.

Io alla vita non voglio mica dargli il belletto, io ci caco sopra. Noi due non abbiamo niente da spartire.

Non è mica vero che la natura le cose le fa bene. La natura fa quello che le capita a chi capita e non sa nemmeno quello che fa, certe volte sono fiori e uccelli e certe altre una vecchia ebrea al sesto pianto che non può più scendere.

Mi ricordo che gliel’ho detto molto francamente, bisogna dimagrire per mangiare di meno, ma è dura per una donna che è sola al mondo. Ha bisogno di se stessa più di chiunque altro. Quando non hai nessuno intorno che ti vuole bene, è tutto grasso che ti cresce addosso.

Mi faranno vivere per forza. Fanno sempre così negli ospedali, hanno delle leggi apposta. Io non voglio vivere più del necessario e ormai non è più necessario. C’è un limite anche per gli ebrei. Mi faranno subire delle sevizie per impedirmi di morire, hanno una faccenda che si chiama l’Ordine dei medici che è fatto apposta per questo.

La medicina deve avere l’ultima parola e lottare fino alla fine per impedire che si faccia la volontà di Dio.

Io non capirò mai perché l’aborto è autorizzato solo per i giovani e non per i vecchi. Io trovo che quel tale che in America ha battuto il record mondiale come vegetale è ancora peggio di Gesù, perché sulla sua croce ci è rimasto diciassette anni e rotti. Io trovo che non c’è niente di più schifoso che infilare la vita nella gola della gente che non si può difendere e che non vuol più essere utile.

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Chiaro di donna, Clair de femme, 1977

Amare è un’avventura senza mappa né bussola dove solo la prudenza porta fuori strada.

E’ perché l’amore, lui, capisce tutto, ha una risposta a tutto, risolve qualsiasi cosa, c’è solo da lasciarlo fare.

– Non capirò mai le donne.
– Non dire idiozie, a questo mondo è la sola cosa che sia comprensibile e abbia un senso…

Provocare il riso, non c’è nulla di più generoso.

Nella mia vita ho conosciuto tante di quelle donne da poter dire di essere sempre stato solo. Troppo è uguale a nessuno.

A volte si fanno incontri sbagliati, ecco tutto. Anche a me è capitato. Anche a te. Come vuoi distinguere il falso dal vero quando muori di solitudine? Incontri un tizio, cerchi di renderlo interessante, te lo inventi da zero, lo vesti di qualità dalla testa ai piedi, chiudi gli occhi per vederlo meglio, lui cerca di abbagliarti e tu fai lo stesso, se è bello e stupido lo trovi intelligente, se ti trova stupida si sente intelligente, osserva i tuoi seni cascanti e ti trova della personalità.

Quando in un uomo c’è un tale bisogno di amare, non sappiamo nemmeno più se si accorge di noi, se ci ama o se siamo soltanto uno strumento di culto …

Quando due disperazioni s’incontrano può nascere una speranza, ma ciò prova soltanto che la speranza è capace di tutto.

Vivere per qualcun altro per avere una ragione di vita, anche questo è egoismo.

La coppia vuol dire un uomo che vive una donna, una donna che vive un uomo.

Che cosa sono i problemi di coppia? Se ci sono problemi, non c’è coppia.

Crepiamo di debolezza, il che rende possibile qualsiasi speranza. La debolezza ha sempre vissuto d’immaginazione. La forza non ha mai inventato nulla, perché crede di bastare a se stessa.

La frigidità è quando morale e psicologia vanno a letto insieme.

Le verità non sono tutte abitabili. Spesso manca il riscaldamento e si muore di freddo.

Il grido è sempre stato la più alta espressione dell’uomo. Per ora l’umanità farnetica soltanto, senza riuscire a trovare un linguaggio coerente e fraterno. Ma almeno grida da un capo all’altro della terra, e le sue grida, quelle, sono perfettamente comprensibili.

Non bisogna farsi ingannare dai capelli bianchi, dalla maturità, dall’esperienza, da tutto quello che abbiamo imparato, dalle bastonate che abbiamo preso, da quel che mormorano le foglie d’autunno, da ciò che la vita può fare di noi quando ci prova davvero. Siamo sempre noi, con la stessa innocenza, e continuiamo a credere.

Non dico che non si possa vivere senza amore: si può, ed è proprio questa la porcheria. Gli organi continuano a garantire un buon funzionamento fisiologico e il simulacro può resistere a lungo, fino a quando il cadavere diventa legittimo per cessata attività.

Un uomo privo di donna, una donna priva di uomo soffiano nella loro metà di vita finché questa non si gonfia e occupa tutto lo spazio.

Ci sono dei credenti che vivono soltanto della loro fede, e il culto diventa fine a se stesso, cosa che ha sempre permesso alle religioni di fare a meno di Dio.

Nella vita i successi non sono altro che fallimenti mancati.

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La promessa dell’alba, La Promesse de l’aube, 1960

Non credevo che si potesse essere ossessionati a questo punto da una voce, da un collo, da un paio di spalle e di mani. Quel che voglio dire è che lei aveva occhi così belli da specchiarcisi dentro, e che da allora non ho più saputo dove andare.

L’umorismo è un’affermazione di dignità, una dichiarazione della superiorità dell’uomo su tutto ciò che gli accade.

Il più grande sforzo della mia vita è quello di riuscire a disperarmi veramente. Niente da fare. Resta sempre in me qualcosa che continua a sorridere.

La “saggezza”, questa camomilla avvelenata che l’abitudine di vivere versa lentamente nel nostro gargarozzo, col suo gusto dolciastro d’umiltà, di rinuncia e di accettazione.

Ho imparato col tempo che l’abisso non ha fondo e che ognuno di noi può battere dei record di profondità senza esaurire mai le possibilità di quella interessante istituzione

È difficile, quando si sente il coltello alla gola, cantare intonato.

Se ancora sogno di trasformare il mondo in un giardino felice non è tanto perché mi piacciono gli uomini quanto perché mi piacciono i giardini.

Per affrontare la vita ho avuto sempre bisogno di una donna allo stesso tempo vulnerabile e devota, un po’ sottomessa e riconoscente, che mi dia la sensazione di dare mentre prendo, di aiutare mentre vengo aiutato.

Attraverso lo scacco supremo che è l’arte, l’uomo, eterno ingannatore di se stesso, cerca di contrabbandare come una risposta ciò che è destinato invece a restare un tragico interrogativo.

Se fosse stato possibile morire per la vergogna, ormai da lungo tempo l’umanità non esisterebbe più.

Spesso alzo la testa e guardo mio fratello, l’Oceano, con amicizia: esso raggiunge l’infinito, ma so che anche lui cozza dappertutto contro i propri limiti; ed ecco il perché, senza dubbio, di questo tumulto, di questo fracasso.

Lo ascolto ( l’Oceano) con molta attenzione e ho sempre l’impressione di essere sul punto di capire quello che cerca di confidarmi, di infrangere finalmente il codice e che il mormorio insistente, incessante della risacca tenti, quasi con veemenza, di darmi qualcosa, di darmi una spiegazione.

Era certo. Ma non lo sapevo. Soltanto quando raggiunsi la quarantina cominciai a capirlo. Non è bene essere tanto amati, così giovani, così presto. Ci vengono delle cattive abitudini. Si crede che ci sia dovuto. Si crede che un amore simile esista anche altrove e che si possa ritrovare. Ci si fa affidamento. Si guarda, si spera, si aspetta. Con l’amore materno la vita ci fa all’alba una promessa che non manterrà mai.

Non so di preciso cosa vedo negli occhi degli animali, ma il loro sguardo ha una specie di muta domanda, di incomprensione, che mi ricorda qualcosa e mi turba profondamente.

Dopotutto la vera tragedia di Faust non è di aver venduto la sua anima al diavolo. La vera tragedia è che non ci sia un diavolo che la voglia la sua anima. Non c’è nessuno che la prenda.

Una ragazza che viene pagata per aprire le cosce alla gente mi sembra una suora di carità e un’onesta dispensatrice di buon pane, se si paragona la sua modesta venalità alla prostituzione degli scienziati che prestano il loro cervello allo sviluppo dell’avvelenamento genetico e del terrore atomico.

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Cane Bianco, Chien blanc, 1970

Il solo posto al mondo in cui si può incontrare un uomo degno di questo nome è lo sguardo di un cane.

Non si può sempre far ricadere ogni cosa sulla società. Ci sono momenti in cui si è carogne per conto proprio.

Solo l’oceano dispone dei mezzi vocali necessari per parlare a nome di un uomo.

Cerco di calmarmi chiudendo gli occhi e facendo il conto di tutti i nazisti che ho ucciso durante la guerra, ma questo non fa che deprimermi ulteriormente: vorresti ammazzare l’ingiustizia eppure finisci sempre per ammazzare degli uomini

Sono quarant’anni che trascino intatte per il mondo le mie illusioni, nonostante tutti gli sforzi per sbarazzarmene e per riuscire, una volta per sempre, a non sperare più – cosa di cui sono psicologicamente incapace.

Mai, nel corso della storia, l’intelligenza è giunta a risolvere i problemi degli uomini, se la loro più intima natura è la Stupidità. Li ha aggirati, se l’è cavata con l’abilità o la forza, ma nove volte su dieci, quando già l’intelligenza riteneva di aver vinto, ha visto spuntare tutta la potenza dell’immortale Idiozia.

La provocazione è la forma di legittima difesa che preferisco.

Sempre questa misteriosa claustrofobia. Qualcosa è stato rinchiuso in me per errore, nella mia pelle di uomo.

Mi piace molto l’espressione “cosa fa nella vita”. Ogni volta che la sento, mi ritrovo a pensare agli altri, tutti quelli che dovranno fare cose straordinarie nella morte, dove nessuno ha ancora fatto nulla.

Bisogna davvero riuscire a conservare in sé qualche traccia inestirpabile di ciò che si è stati prima di quella grande disfatta che si chiama maturità.

Bisogna trovarsi in uno stato di equilibrio perfetto per non lasciarsi squilibrare dagli squilibri.

Diffido un po’ delle cose “che si aggiustano”. A volte si rimediano due sconfitte al posto di una sola.

Eppure non dovrei volergliene: hanno alle spalle secoli di schiavitù. Non parlo dei neri. Parlo dei bianchi. Sono due secoli che sono schiavi di idee preconcette, pregiudizi sacrosanti religiosamente tramandati di padre in figlio, e legati mani e piedi al grande cerimoniale delle idee preconcette, morse che stringono il cervello, simili a quegli arnesi che fin dall’infanzia deformavano i piedi delle donne cinesi.

Niente di più aberrante che voler giudicare i secoli passati con gli occhi di oggi.

Non sono scoraggiato. Ma l’eccessivo amore che nutro nei confronti della vita rende il nostro rapporto molto difficile, così come è difficile amare una donna che non si può aiutare, né cambiare, né lasciare.

Quando si tratta di aggrapparsi a una speranza, non ho rivali.

Quando tutti i valori crollano, godere è la certezza che vi rimane.

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Le radici del cielo, Les Racines du ciel, 1956

Ti ricordi quel rettile preistorico che, all’inizio dell’era primaria, abbandonò il fango e andò a vivere all’aria aperta, iniziando a respirare. Era senza polmoni, aspettava che questi gli di formassero. …. Beh quel tipo era matto anche lui. Completamente suonato. Per questo ci provò. E’ il nostro antenato, cerchiamo di non dimenticarlo. Non saremmo quel che siamo senza di lui. Sicuro, era uno che aveva del fegato. E anche noi dobbiamo provare, perchè questo è il progresso. E a forza di provare, come faceva lui, forse spunteranno anche a noi gli organi necessari, per esempio l’organo della dignità o quello della fratellanza…

Le radici erano innumerevoli e infinite per varietà e bellezza e alcune erano profondamente piantate nell’anima umana – l’incessante e tormentosa aspirazione ad andare più in alto e più avanti, il bisogno d’infinito, la sete, il presentimento di un altro mondo, un’attesa enorme: tutto ciò, riportato alle possibilità umane, diventava un bisogno di dignità….Libertà, uguaglianza, fraternità, dignità.

La specie umana è entrata in conflitto con lo spazio, la terra, l’aria stessa che le serve per vivere.

Può darsi che la cosiddetta civiltà consista solo in un lungo sforzo per ingannare gli uomini sul proprio conto

È sempre penoso assistere agli sforzi di un uomo per aggrapparsi a una pagliuzza, soprattutto quando siamo noi stessi a rappresentare quella pagliuzza.

Non si possono giudicare gli uomini da quello che fanno quando si tolgono i calzoni. Le porcate vere le fanno da vestiti.

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Cocco mio, Gros-Câlin, 1974

In genere i ciechi sono molto gentili e amabili, a causa di tutto quello che non hanno visto nella vita.

Molte persone si sentono male nella loro pelle perché non è la loro.

Rimango sempre impressionato dall’incomprensibile, poiché può darsi che questo nasconda qualcosa che ci è favorevole.

L’amore è forse la più bella forma di dialogo che l’uomo ha inventato per rispondere a se stesso.

Qualcuno da amare è un genere di prima necessità.

Ci sono perfino, a quanto pare, persone che hanno tanta paura della morte che finiscono col suicidarsi, per la tranquillità.

Ho sentito una volta il mio capufficio dire a un collega: “È un uomo con nessuno dentro”. Ne sono rimasto sconvolto per quindici giorni.

La speranza è appunto questo, è l’angoscia dell’incomprensibile, accompagnata da presentimenti, da possibilità d’altro, di qualcun altro, e da sudori freddi.

La vita è una faccenda seria, in ragione della sua futilità.

Non ho l’abitudine d’esser felice e non sapevo nulla degli effetti psichici che una condizione di felicità improvvisa può provocare su soggetti non assuefatti.

Quando si sta bene insieme non si ha nessun bisogno di mentirsi, di rassicurarsi. Direi, anzi, che la gioia la si riconosce dal silenzio. Quando la comunione è vera e intera, senza infingimenti, solo il silenzio può esprimerla.

Vi sono persone che paiono offese, indignate d’esser se stesse, e condannate a tutte le spese di questa ingiustizia.

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Biglietto scaduto, 1975

I trattati di pace con sé stessi sono spesso i più difficili da concludere.

Vivere è una preghiera che solo l’amore di una donna può esaudire.

Siamo tutti dei falliti rispetto ai nostri sogni.

C’è la virilità e c’è la malattia virile con i suoi millenni di possesso, di vanità e di paura di perdere.

Tanti altri sguardi l’avevano accarezzata in quel modo, ma credo proprio che preferisse il mio, che ci trovasse più talento.

Il più grande sforzo culturale del secolo, che sia Marx o Freud, è stato in favore della presa di coscienza: abbiamo disimparato a ignorarci a scapito della felicità, che è in buona parte pace dello spirito e che fa sempre lo struzzo.

Prima di acquistare un viaggio senza ritorno c’è sempre qualche momento di incertezza.

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L’angoscia del re Salomone, L’Angoisse du roi Salomon, 1979

C’è un momento… in cui cominci a capire che è troppo tardi, che la vita non ti rimborserà mai, ed è l’angoscia.

Perdere una persona amata è una solitudine terribile, ma non aver mai perduto nessuno è una solitudine ancora più terribile.

Abbiamo sempre bisogno di qualcuno che ha bisogno di noi.

A volte, la cosa peggiore che può capitare alle domande è la risposta.

Il giusto mezzo. Da qualche parte tra fottersene e creparci. Tra chiudersi a doppio giro di chiave e lasciare entrare il mondo intero. Non diventar duri ma neppure lasciarsi distruggere. Molto difficile.

Ho sempre desiderato essere un mascalzone che se ne fotte su tutta la linea, e quando non sei un mascalzone è allora che ti senti un mascalzone, perché i veri mascalzoni non sentono proprio niente. Ne consegue che il solo modo di non sentirsi mascalzoni è di essere mascalzoni.

In ogni uomo si nasconde un essere umano che presto o tardi finirà per venir fuori.

Lo stoicismo è quando uno ha talmente paura di perdere tutto che perde tutto apposta, per non aver più paura.

Perlomeno, quando non capisci c’è il mistero, puoi credere che dietro e in fondo si nasconda qualche cosa che può improvvisamente venir fuori e cambiar tutto, ma quando hai la spiegazione non resta più niente, nient’altro che pezzi staccati.

Quando uno non ha mai divampato per nulla è più triste spegnersi.

Fabrizio Caramagna

Nato a Torino nel 1969, Fabrizio Caramagna è scrittore e studioso di aforismi. Le sue frasi sono presenti ovunque, sui social, in radio, nelle mostre, nei libri.