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Ho cominciato a scrivere aforismi agli inizi del duemila, quando avevo trent’anni. Di fronte ai grafici di borsa e alla casualità dei rialzi e dei ribassi ero affascinato dalle teorie del trader matematico Nassim Nicholas Taleb che mi spiegava l’approccio probabilistico ai mercati finanziari. Secondo Nassim Taleb tendiamo a sottostimare il contributo del Caso in quasi tutto. Dominati dal demone dell’apparenza, vediamo solo la storia che si è realizzata e non le storie alternative.

Sono sempre rimasto affascinato da come nei mercati finanziari l’ultimo granello di sabbia (quasi sempre invisibile e statisticamente irrilevante) sia responsabile del crollo dell’intera struttura. Chi avrebbe mai pensato che un mutuo-subprime impacchettato da una minuscola banca della California potesse causare il crollo delle borse e il fallimento a catena di migliaia di banche nel 2009. Un input addizionale molto piccolo, ovvero il granello di sabbia, causa un effetto sproporzionato, ovvero la distruzione della realtà.

Per anni nei mercati finanziari sono rimasto colpito dal dettaglio, il frammento, l’evento altamente improbabile laddove molti guardavano il macro, il continuum, la verosimiglianza degli accadimenti.

Il mio amore per il dettaglio è lo stesso che indirizza i miei gusti in campo letterario. In letteratura sono affascinato dalle forme brevi, dal minimo, dalla riga che si nasconde all’interno di un discorso più ampio.

Amo pensare al linguaggio come a un moltiplicatore di casualità. Nel linguaggio di tutti i giorni tendiamo a considerare come la più probabile una particolare realizzazione tra tutte le possibili storie casuali, dimenticando che potrebbero essercene delle altre. Ci appoggiamo al “luogo comune” e ignoriamo “l’improbabile“.

Tra tutti le forme del linguaggio l’aforisma, con il suo gusto del paradosso e del rovesciamento, mira a cercare una storia alternativa piuttosto che ad accontentarsi di una storia verosimile. Ecco tre esempi

Chissa che cosa faceva Dio prima della Creazione?” scrive Samuel Beckett

Chissà che cosa avrebbe scoperto Colombo se l’America non gli avesse sbarrato la strada” scrive Stanislaw Lec

All’inferno il diavolo è un eroe positivo” scrive ancora Stanislaw Lec

Con il suo senso del paradosso l’aforisma parte esattamente dal contrario della storia ovvia. Si chiede che cosa facesse Dio prima della Creazione, che cosa avrebbe incontrato Colombo se l’America non gli avesse sbarrato la strada. Scopre che all’inferno il diavolo è un eore positivo. All’interno di una serie di variabili prevedibili, l’aforisma cerca una variante altamente improbabile.

L’aforista non è forse colui che quando le probabilità gli sono chiaramente contrarie riesce a trascenderle credendo che da qualche parte si nasconda un aspetto che nessun altro aveva preso in considerazione? L’aforista non è forse un costruttore di trappole casuali di fronte all’ovvietà del reale?

Come tutti gli aforisti, anch’io adoro prendere in mano una frase, calcolare tutte le varianti possibili e cercare la variante inaspettata, la pointe. La realtà ordinaria è figlia della nostra capacità e riluttanza ad accettare la casualità e l’aforisma ci da una mano a smontare questo castello.

Ho scritto il mio primo libro di aforismi nel 2009. Ho selezionato una piccola serie di aforismi (69 anche il numero è casuale o forse non lo è) all’interno di una scelta più ampia che per il momento è inedita (nella vita bisognerebbe sempre fare le cose “al momento giusto nel posto giusto”, ma non ne siamo quasi mai capaci). Ho chiamato il libro Contagocce (e anche questo titolo non è casuale). Questa è la mia foto e questa è la foto del libro.

I miei modelli di scrittura aforistica? Mentre mi approcciavo alla casualità dei mercati finanziari, mi laureavo sul poeta torinese Guido Gozzano (in cuor mio credo che anche lui sarebbe rimasto attratto dal mondo della finanza). Montale scrisse di Gozzano che fu il primo poeta moderno ad attraversare D’Annunzio. Io credo che ogni aforista che si voglia definire “moderno” debba per forza di cose attraversare i Pensieri Spettinati di Stanislaw Jerzy Lec.

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