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Nei fluviali racconti della giornata politica occhieggiano corsivi e corsivetti. Spesso l’apertura di prima pagina è una battuta. Un decano della stampa parlamentare, Dino Basili, strizza editoriali in pillole aforistiche.
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Dino Basili, Capiremo, carpiranno?
Le colonne di attempati giornali sfidano ogni mattina Sansone. Lui è inquieto, però non intende morire con tutti i Filistei.
Correre, correre, correre. Una gamba di qua, una di là. Quattro e quattr’otto, corrivo. Pulsa il latino corrotto di mala tempora currunt.
Nei dipinti d’autore si cerca la prima pennellata; nei discorsi dei leader, se c’è, una frase storica.
Baratristi. Dicono che l’Italia è sull’orlo del baratro. Sono tristi, ma barano.
Svalutati gli annunci, per eccesso e inaffidabilità. Reggono ancora le anticipazioni. Quelle via gossip hanno il pregio di essere smentite facilmente.
Nei convenevoli, separare zucchero e dolcificanti. Conviene.
Senescenza. Prima, durante e dopo il telegiornale gl’italiani rivedono innumerevoli film già visti.
Bisturi accomodanti fanno e e rifanno smaniosi profili. Chi lo vuole alto a mezzodì, chi basso verso sera.
Le promesse tradite non fanno prigionieri: l’impiccano.
“Leader itineranti”. Mai come Carlo V: in continuo movimento per tenere in piedi il suo impero, dormì in 3500 letti diversi.
Sulla stessa panchina un ragazzo sfoglia le pagine di un libro ingiallito; il nonno digita sul computerino. Il mondo va.
Capire uguale carpire: il segreto dei piccoli e grandi problemi che ci sembrano insolubili.