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Le frasi più belle di Susanna Tamaro

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Susanna Tamaro, nata a il 12 dicembre 1957 a Trieste, è una scrittrice italiana, nota soprattutto per best seller “Va’ dove ti porta il cuore”, che ha venduto 16 milioni di copie in tutto il mondo, ed è stato inserito tra i 150 «Grandi Libri» che hanno segnato la storia d’Italia. Dal libro, pubblicato nel 1994, è stato tratto nel 1996 l’omonimo film diretto da Cristina Comencini.

Presento una raccolta delle frasi più belle di Susanna Tamaro. Tra i temi correlati Le frasi più belle di Margaret Mazzantini e Frasi di Italo Calvino.

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Le frasi più belle di Susanna Tamaro

Va dove ti porta il cuore (1994)

Il cuore ormai fa subito pensare a qualcosa di ingenuo, dozzinale. Nella mia giovinezza era ancora possibile nominarlo senza imbarazzo, adesso invece è un termine che non usa più nessuno.
(Va’ dove ti porta il cuore)

Il cuore dell’uomo è come la terra, metà illuminata dal sole e metà in ombra.
(Va’ dove ti porta il cuore)

Diffida di tutto, tranne di quello che ti dice il tuo cuore.
(Va’ dove ti porta il cuore)

È strano, quando ti aspetti di sentire le cose più grandi davanti a te compaiono le piccole. Sono così piccole e così ovvie che ti verrebbe da gridare: “Ma come, tutto qui?”.
(Va’ dove ti porta il cuore)

Fare errori è naturale, andarsene senza averli compresi vanifica il senso di una vita.
(Va’ dove ti porta il cuore)

Lungo i bivi della tua strada incontri le altre vite, conoscerle o non conoscerle, viverle o non viverle a fondo o lasciarle perdere dipende soltanto dalla scelta che fai in un attimo; anche se non lo sai, tra proseguire dritto o deviare spesso si gioca la tua esistenza, quella di chi ti sta vicino.
(Va’ dove ti porta il cuore)

Quando davanti a te si apriranno tante strade e non saprai quale prendere, non imboccarne una a caso, ma siediti e aspetta. Respira con la profondità fiduciosa con cui hai respirato il giorno in cui sei venuta al mondo, senza farti distrarre da nulla, aspetta e aspetta ancora. Stai ferma, in silenzio, e ascolta il tuo cuore. Quando poi ti parla, alzati e va’ dove lui ti porta.
(Va’ dove ti porta il cuore)

In quella notte, all’improvviso, mi ero accorta di una cosa e cioè che tra la nostra anima e il nostro corpo ci sono tante piccole finestre; da lì, se sono aperte, passano le emozioni, se sono socchiuse, filtrano appena. Solo l’amore le può spalancare tutte insieme e di colpo, come una raffica di vento.
(Va’ dove ti porta il cuore)

Ci sono verità che portano in sé un senso di liberazione e altre che impongono il senso del tremendo.
(Va’ dove ti porta il cuore)

Le lacrime che non escono si depositano sul cuore, con il tempo lo incrostano e lo paralizzano come il calcare incrosta e paralizza gli ingranaggi della lavatrice.
(Va’ dove ti porta il cuore)

Il Caso. Una volta il marito della signora Morpurgo mi ha detto che in ebraico questa parola non esiste. Per indicare qualcosa di relativo alla casualità sono costretti a usare la parola azzardo che è araba. E’ buffo, non ti pare? E’ buffo ma rassicurante: dove c’è Dio non c’è posto per il caso, neppure per l’umile vocabolo che lo rappresenta. Tutto è ordinato, regolato dall’alto, ogni cosa che ti accade, ti accade perché ha un senso.
(Va’ dove ti porta il cuore)

La felicità sta alla gioia come una lampada elettrica sta al sole. La felicità ha sempre un oggetto, si è felici di qualcosa, è un sentimento la cui esistenza dipende dall’esterno. La gioia invece non ha oggetto. Ti possiede senza alcuna ragione apparente, nel suo essere somiglia al sole, brucia grazie alla combustione del suo stesso cuore.
(Va’ dove ti porta il cuore)

Le cose che ci accadono non sono mai fini a se stesse, gratuite, ogni incontro, ogni piccolo evento racchiude in sé un significato, la comprensione di se stessi nasce dalla disponibilità ad accoglierli, dalla capacità in qualsiasi momento di cambiare direzione, lasciare la pelle vecchia come le lucertole al cambio di stagione.
(Va’ dove ti porta il cuore)

La vita non è una corsa ma un tiro al bersaglio: non è il risparmio del tempo che conta, bensì la capacità di trovare un centro.
(Va’ dove ti porta il cuore)

Ogni volta che ti sentirai smarrita, confusa, pensa agli alberi, ricordati del loro modo di crescere. Ricordati che un albero con molta chioma e poche radici viene sradicato al primo colpo di vento, mentre in un albero con molte radici e poca chioma la linfa scorre a stento. Radici e chioma devono crescere in egual misura, devi stare nelle cose e starci sopra, solo così potrai offrire ombra e riparo, solo così alla stagione giusta potrai coprirti di fiori e frutti.
(Va’ dove ti porta il cuore)

I giovani non sono naturalmente egoisti, come i vecchi non sono naturalmente saggi.
(Va’ dove ti porta il cuore)

Orfana? Si dice così quando muore una nonna? Non ne sono proprio sicura. Forse i nonni sono considerati così accessori da non richiedere un termine che ne specifichi la perdita. Dei nonni non si è né orfani né vedovi. Per moto naturale si lasciano lungo la strada così come per distrazione, lungo la strada, si abbandonano gli ombrelli.
(Va’ dove ti porta il cuore)

Abbiamo vissuto sullo stesso albero ma in stagioni così diverse…
(Va’ dove ti porta il cuore)

I morti pesano non tanto per l’assenza, quanto per ciò che – tra loro e noi – non è stato detto.
(Va’ dove ti porta il cuore)

Da bambini piace molto andare in soffitta, non altrettanto piace da vecchi. Tutto quello che era mistero, avventurosa scoperta, diventa dolore del ricordo.
(Va’ dove ti porta il cuore)

Ogni volta in cui, crescendo, avrai voglia di cambiare le cose sbagliate in cose giuste, ricordati che la prima rivoluzione da fare è quella dentro se stessi, la prima e la più importante. Lottare per un’idea senza avere un’idea di sé è una delle cose più pericolose che si possa fare.
(Va’ dove ti porta il cuore)

Quando la strada alle tue spalle è più lunga di quella che hai davanti, vedi una cosa che non avevi mai visto prima: la via che hai percorso non era dritta ma piena di bivi.
(Va’ dove ti porta il cuore)

Se la vita è un percorso, è un percorso che si svolge in salita.
(Va’ dove ti porta il cuore)

Capire da dove si viene, cosa c’é stato dietro di noi è il primo passo per poter andare avanti senza menzogne.
(Va’ dove ti porta il cuore)

L’infelicità abitualmente segue la linea femminile. Come certe anomalie genetiche, passa di madre in figlia. Passando, invece di smorzarsi, diviene via via più intensa, più inestirpabile e profonda.
(Va’ dove ti porta il cuore)

Trovare scappatoie quando non si vuol guardare dentro a se stessi è la cosa più facile del mondo. Una colpa esterna esiste sempre, è necessario avere molto coraggio per accettare che la colpa – o meglio, la responsabilità – appartiene a noi soltanto.
(Va’ dove ti porta il cuore)

Dietro l’apparente arroganza, dietro l’apparente sicurezza, gli uomini sono estremamente fragili, ingenui; hanno al loro interno delle leve molto primitive, basta premerne una per farli cadere nella padella come pesciolini fritti.
(Va’ dove ti porta il cuore)

È durante l’adolescenza che comincia a formarsi intorno al nostro corpo un’invisibile corazza. Si forma durante l’adolescenza e continua a ispessirsi per tutta l’età adulta… ad un tratto per un movimento brusco si strappa. In principio non ti accorgi di niente, sei convinta che la corazza ti avvolga ancora interamente finché un giorno, all’improvviso, davanti a una cosa stupida senza sapere perché ti ritrovi a piangere come un bambino.
(Va’ dove ti porta il cuore)

Non è giusto, ci diciamo, salvo poi ricordare che non esiste una legge per cui la vita debba essere giusta, anzi.
(Va’ dove ti porta il cuore)

L’amore non si addice ai pigri, per esistere nella sua pienezza alle volte richiede gesti precisi e forti.
(Va’ dove ti porta il cuore)

Un errore che si fa sempre? Quello di credere che la vita sia immutabile, che una volta preso un binario lo si debba percorrere fino in fondo. Il destino invece ha molta più fantasia di noi. Proprio quando credi di trovarti in una situazione senza via di scampo, quando raggiungi il picco di disperazione massima, con la velocità di una raffica di vento tutto cambia, si stravolge, e da un momento all’altro ti trovi a vivere una nuova vita.
(Va’ dove ti porta il cuore)

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Frasi di Susanna Tamaro tratte da altri libri.

È l’amare e l’esser amato, non la rivoluzione, l’aspirazione più profonda di ogni creatura che viene al mondo.

Gli inquieti si legano tra loro senza bisogno di molte parole.

Senza umiltà, senza compassione, l’intelligenza è solo la misera parodia di se stessa.

Nessuno viene tirato giù dal cielo se non c’è una ragione precisa. Se sei qui vuol dire che qualcuno ti ha desiderato. Non so chi, ma qualcuno l’ha fatto. Qualcuno aveva bisogno dei tuoi occhi, delle tue parole.

Mi sono spesso chiesto se la solitudine esaspera la sensibilità o se si sceglie la solitudine perché si è esasperati dalla sensibilità.

E’ più facile morire di niente che di dolore, al dolore ci si può ribellare, al niente no.

C’è una povertà in questo tipo di vita, una povertà diversa da quella materiale di una volta. Una povertà interiore che, più che far paura, umilia. Umilia la grande ricchezza, la grande potenzialità che c’è in ognuno di noi.

La grandezza è così, non contempla mai la facilità. Altrimenti che grandezza sarebbe?

Io sono convinta che la scrittura non serva per farsi vedere ma per vedere.

Senza solitudine, non c’è possibilità di comprendere il senso del tempo.

Bisogna diventare cercatori di speranza… bisogna diventare diffusori di gioia, coltivarla in noi ed espanderla all’esterno.

Che straordinario dono sono gli alberi e quante cose potremmo imparare da loro, se solo sapessimo guardarli, vederli, prestare loro l’amore e l’attenzione che si presta agli amici!

I libri servono a capire e a capirsi, e a creare un universo comune anche in persone lontanissime.

L’odio, la violenza, una volta innescati, vanno comunque avanti, si propagano sottoterra, lontano dagli sguardi, come le radici di certe piante infestanti.

Ognuno di noi tiene in mano un filo e quel filo ci conduce alla nostra stella. Ognuno di noi ha una stella in cielo e il nostro destino è imparare a seguirla. Il nostro karma è scritto nella sua scia, se molliamo il filo è tutto perduto, si formano grovigli.

Ogni vita è una tragedia che comincia dall’inizio. Raccontare è fiato sprecato, tutti sbagliano e poi da vecchi capiscono, si pentono di avere sbagliato. L’esperienza non è niente, si rifà sempre tutto daccapo.

Mai un punto fermo, una legge che valga, ogni ora me ne invento una e ogni ora vengo smentita.

È una bugia che i vecchi non hanno passioni, i vecchi hanno passioni terribili, è il rimorso che le alimenta, le muove, le fa più forti.

Per mettersi in viaggio c’è bisogno della nostalgia di qualcosa.

Può la complessità di un essere umano giungere a conoscere la complessità di un altro essere umano?

Quando il dolore è eccessivo, bisogna morire un po’ per andare avanti.

L’odio è un veleno di cui bisogna liberarsi il prima possibile perché, in esso, non c’è alcuna possibilità che la vita risorga.

L’amicizia è uno dei sentimenti più belli da vivere perché dà ricchezza, emozioni, complicità e perché è assolutamente gratuita. Ad un tratto ci si vede, ci si sceglie, si costruisce una sorta di intimità.

La bontà è un cammino estremamente severo e, nella sua severità, conosce l’urgenza della discrezione. E della forza. Perché la bontà, come l’amore, richiede forza, la grande e immensa forza dello Spirito.

Gran parte dell’infelicità dipende dalla strada sbagliata.

La solitudine è il più straordinario mezzo per entrare in intimità con noi stessi. E, paradossalmente, la solitudine è anche il miglior mezzo per imparare a comunicare. Solo conoscendomi, cioè conoscendo la mia interiorità, posso parlare all’interiorità dell’altro.

Leggere, in fondo, non vuol dire altro che creare un piccolo giardino all’interno della nostra memoria. Ogni bel libro porta qualche elemento, un’aiuola, un viale, una panchina sulla quale riposarsi quando si è stanchi. Anno dopo anno, lettura dopo lettura, il giardino si trasforma in parco e, in questo parco, può capitare di trovarci qualcun altro.

Per costruire una amicizia, ci vogliono due sentimenti ormai inusuali ma importantissimi come la pazienza e la fedeltà. La pazienza per il suo ruolo somiglia ad un mattone, la fedeltà ad una radice. La pazienza è l’antidoto alla fretta, la fedeltà quello al consumo. Se penso a loro come ad una immagine fisica penso a dei piccoli mattoni oppure a delle radici. Con i mattoni si costruisce, grazie alle radici si cresce.

Solo conoscendomi, cioè conoscendo la mia interiorità, posso parlare all’interiorità dell’altro.

Un cielo senza Dio è pronto a popolarsi di idoli. L’idolo delle ideologie, l’idolo del potere e del possesso, l’idolo della realizzazione di sé.

L’amore vince tutto, avevo spesso sentito ripetere. L’amore è più forte della morte. E invece non è vero, perché l’amore, anche se esiste, è fragile. È così fragile da essere pressoché invisibile. Ed essere invisibile e non esistere è quasi la stessa cosa.

La spazzatura è così. Un giorno il sacchetto sta a casa, nell’angolo sotto il lavello e il giorno dopo non c’è più. Viene un grande camion e lo divora. Quando il camion è passato, resta soltanto una forte puzza nell’aria. La morte non doveva essere qualcosa di molto diverso, andava in giro e divorava le persone come i sacchetti lasciando dietro di sé una nuvola di cattivo odore.

Siamo qui, nell’oscurità, sospesi tra la poesia delle lucciole e il fuoco divampante delle stelle.

Gli eventi e gli incontri non sono zavorre o vicoli di cui non si conosce l’uscita, ma piuttosto specchi – piccoli, grandi, convessi, concavi, ondulati, deformanti, scheggianti, oscurati – capaci comunque, con il loro riflesso, di farci conoscere una parte ancora ignota di noi stessi.

Nessun essere umano desidera venire al mondo. Un bel giorno senza esser stati interpellati ci troviamo buttati sul palcoscenico, alcuni di noi ottengono la parte del protagonista, altri sono semplici comparse, altri ancora escono di scena prima della fine dell’atto o preferiscono scendere e godersi lo spettacolo dalla platea-ridere, piangere o annoiarsi, secondo il programma del giorno.

È la misteriosa e gratuita dinamica dell’incontro a permetterci di andare avanti.

Quando si lacera, il cuore che rumore fa? Il tonfo di una spugna inzuppata o il sibilo di un fuoco pirotecnico bagnato dalla pioggia?

La memoria è come il pavimento di una casa, una casa di legno, pian piano alcune travi diventano marce, poi cede quell’asse e tutte le cose intorno, come risucchiate, finiscono dentro.

Più legami abbiamo, più viviamo nel panico, le persone muoiono o ci lasciano, le cose si perdono, si rompono, vengono rubate e a un tratto ci troviamo completamente nudi. Nudi e disperati. Naturalmente siamo sempre stati nudi, ma abbiamo finto di non saperlo, di non vederlo.

Per arrivare al male basta allungare un braccio, per fare del bene è necessario uno sforzo.

L’uomo realizza se stesso alla massima potenza soltanto quando accetta la legge profonda del cambiamento.

Si può forse far credere che la via del cuore sia per persone deboli e sentimentali, ma invece è una via di guerrieri sempre pronti a combattere, anzitutto contro di sé, nel proprio intimo.

Non mi chiedo niente, non aspetto niente: respiro. Sono felice così e basta. Per un istante ho la sensazione non solo di capire il mondo ma anche di esservi compreso dentro. Cosa quieta tra le quiete cose.

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Frasi di Susanna Tamaro tratte da interviste

Sono molto felice, sì. In questo gli animali hanno avuto un ruolo importante. Ne ho salvati tanti, quando salvi un animale da una situazione di sofferenza e di umiliazione si accende una luce nel suo sguardo. Che è un mistero molto bello.
(Corriere della Sera, 2024)

I cani ci ricordano che esiste l’innocenza dell’amore donato.
(Corriere della Sera, 2024)

Vedo una inconsapevolezza delle manipolazioni che avvengono e questa porta su strade un po’ rischiose.
(Corriere della Sera, 2024)

Puoi essere di destra o di sinistra, ma tutti noi abbiamo una camicia nera in agguato al fondo di noi stessi. C’è chi ne è consapevole e la tiene a bada. C’è invece chi se ne fa dominare.
(Il Foglio, 2024)

L’essere umano deve obbedire sempre più a degli standard. E la diversità viene annullata. E insieme a essa viene abolita la compassione, lo sforzo di comprendere l’alterità, la grazia della vita che non si fa addomesticare, che sfugge alle norme. Questo è il vero fascismo del nostro tempo.
(Il Foglio, 2024)

Ma perché vuole intervistarmi? Non mi intervista mai nessuno. La gran parte della gente del mondo editoriale crede io sia soltanto un fenomeno da baraccone. Non mi hanno mai perdonato di avere avuto successo. In Italia si assolvono tutti i peccati. Ma il successo no
(Il Foglio, 2024)

Nell’infanzia sentivo parlare almeno tre lingue contemporaneamente: il tedesco, il francese, l’italiano. Poi ho scelto quest’ultima come lingua letteraria. Ma non sento di appartenere alla cultura italiana. La mia patria ideale è la Mitteleuropa, rovinosamente cancellata dall’imperialismo russo. Crescendo a Trieste avevo a due passi l’altro mondo, il blocco orientale, e ho subito appreso cos’era il comunismo, il regno della delazione e della bugia di stato, cosa che mi ha protetto dall’illusione del paradiso in terra.
(Il Foglio, 2024)

Un giorno ho aperto il giornale e ho visto che era il primo libro più venduto, pensavo che ci fosse un errore di stampa, che avessero sbagliato, che non poteva essere il mio libro, e invece era così, e da quel momento è andato tutto in modo molto diverso.
(Bullone.org)

Io faccio tante altre cose nella vita oltre allo scrivere, ad esempio, ho fatto la scuola per le api. Ho tanti interessi, tante passioni e questi sono i piani B che mi permettono di sopravvivere anche se non dovessi scrivere più. Bisogna sempre avere un piano B nella vita.
(Bullone.org)

Se potessi rinascere vorrei essere una rondine, non più un essere umano.
(Corriere della Sera, 2024)