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Alle 22,30 del 29 gennaio 1951, nacque il primo Festival di “Sanremo” e e da allora ogni anno sul palco del teatro Ariston gareggiano i protagonisti della canzone italiana. C’è chi non si perde una serata, chi lo snobba e chi lo critica, ma nessuno lo ignora. Tutti ne parlano, nel bene e nel male, perché il Festival di Sanremo è anche la storia d’Italia.
Presento una raccolta di frasi, citazioni, aforismi e tweet sul Festival di Sanremo. Tra i temi correlati si veda Frasi, citazioni e aforismi sulla musica, Frasi, citazioni e aforismi sulle canzoni e i cantanti e Frasi, citazioni e aforismi sulla tv e la televisione.
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Frasi, citazioni, aforismi e tweet sul Festival di Sanremo
Sono tornati insieme e io non ne sapevo nulla… Tu sai cosa vuol dire questo per il mio paese… ma possibile che siete così aridi… io qui mi sono perso tutto questo.
(Checco Zalone, dopo l’apparizione in tv di Albano e Romina, di nuovo insieme a Sanremo. Dal film “Quo Vado”)
Sanremo tira fuori il sociologo che alberga in noi e le spiegazioni ex post fioriscono come i fiori della Riviera.
(Aldo Grasso)
Faccio Sanremo perché è lo spettacolo più elettrizzante della televisione italiana.
(Carlo Conti)
L’attesa della prima di Sanremo è DECISAMENTE il nostro capodanno, altro che aspettare la mezzanotte del 31 dicembre.
(Martola_, Twitter)
Sanremo è una festa nazionale, come il 2 giugno. Unifica l’Italia.
(Vincenzo Mollica)
L’Italia: un popolo di poeti, santi, navigatori e commentatori di Sanremo.
(Fabrizio Caramagna)
La televisione è come una spugna: raccoglie tutto ciò che c’è sul pavimento e quando vai a spremerla esce fuori il succo della società.
(Pippo Baudo)
Vi spiego Sanremo:
-Che bello inizia Sanremo.
-Finto intruso sul palco.
-Comico che non fa ridere.
-Ma questo canta ancora?
-RIDATECI CARLO E MARIA.
-Ma questo non era morto?
-Madonna che sonno.
-Era meglio l’anno scorso.
-Che palle vado a letto.
-Buonanotte.
(masse78, Twitter)
2016, 2015: Carlo Conti. 2014-2013: Fabio Fazio-Luciana Littizzetto. 2012, 2011: Gianni Morandi. 2010: Antonella Clerici. 2009: Paolo Bonolis. 2008: Pippo Baudo con Piero Chiambretti. 2007: Pippo Baudo con Michelle Hunziker. 2006: Giorgio Panariello. E prima ancora tanto Bongiorno, e tanto Baudo. Ripassare i conduttori degli ultimi Festival di Sanremo è come ripassare la storia della tv. E anche la storia d’Italia: se è vero, com’è vero, che non sono solo canzonette, e che la rassegna si incrocia con i destini del paese.
(Alessandra Comazzi, La Stampa, 2016)
Se vuoi capire il Paese c’è poco da fare, devi guardare Sanremo.
(Domenico De Masi)
Alla fine si guarda Sanremo non per passione musicale,
ma per sentirsi in diritto d’esercitare una morale.
Ci sentiamo meno soli se possiamo dire la nostra insieme ad altre persone.
(Fabrizio Caramagna)
L’anno della grande svolta fu il 1958 che, peraltro, fu anche l’anno del perbenismo esasperato. Domenico Modugno, che s’era, fatto conoscere con curiose canzoni popolate di svegliette e di donne ricce si presentò con “Nel blu dipinto di blu” e stravinse in coppia con il giovanissimo Johnny Dorelli, facendo gridare al miracolo.
(Vincenzo Pitaro)
L’ottava edizione di Sanremo (1958) fu l’edizione in cui trionfò la canzone “Nel blu dipinto di blu” cantata da Domenico Modugno (anche autore della musica, mentre le parole sono di Franco Migliacci) e da Johnny Dorelli, che diverrà la canzone italiana più celebre di sempre, con oltre 22 milioni di copie vendute in tutto il mondo e cinque settimane di permanenza alla prima posizione della hit-parade statunitense.
(Anonimo)
Io ho voluto bene al pubblico italiano e gli ho dedicato inutilmente cinque anni della mia vita. Faccio questo non perché sono stanco della vita (tutt’altro) ma come atto di protesta contro un pubblico che manda ‘Io tu e le rose’ in finale e una commissione che seleziona ‘La rivoluzione’. Spero che serva a chiarire le idee a qualcuno. Ciao. Luigi.
(Luigi Tenco, 27 gennaio 1967. Questa frase era riportata su un biglietto ritrovato accanto al suo corpo nella sua camera d’albergo a Sanremo, dopo il suicidio. La paternità del biglietto è tuttora discussa)
E’ un onore per me partecipare al Festival di Sanremo, una manifestazione che ha vissuto le esibizioni di mostri sacri della musica, da Mina a Stevie Wonder. E’ anche un pò il sogno di una bambina di cinque anni che lo guardava sempre con la mamma e le diceva: “da grande voglio andare là”.
(Nina Zilli)
Sanremo è una festa popolare, la sconfitta delle élite culturali, delle minoranze autocompiaciute, di quelli che soffrono di mal di metafora, almeno da quando Ennio Flaiano, posando il suo sguardo sul Festival, ebbe a dire: «Non ho mai visto niente di più anchilosato, rabberciato, futile, vanitoso, lercio e interessato». Sanremo è una grande festa sgangherata e insieme una fiction che ogni anno racconta lo stato di salute del Paese, senza l’ambizione di rispecchiarlo. È una memoria che tutte le volte celebra il suo perpetuarsi. Avere paura del Festival di Sanremo significa avere paura della propria ombra: ombra di un rito fondativo, di una canterina sventatezza nazionale, di una coscienza identitaria. Se, pur fra mille polemiche, Sanremo resiste da più di cinquant’anni, qualcosa significherà pure.
(Aldo Grasso, Corriere della Sera, 2012)
Non ho mai visto niente di più anchilosato, rabberciato, futile, vanitoso, lercio e interessato.
(Ennio Flaiano parlando del Festival di Sanremo)
Sanremo. Anche quest’anno si trova in Liguria
(Ernesto Montale)
Oggi voglio vedere il bicchiere mezzo pieno. Sanremo potrà non piacere, ma vi immaginate cosa può essere un festival della canzone tedesca?
(MetteoGrandi, Twitter)
Non si capisce proprio perché gli italiani sono così pazzi di un festival che sta al confine con la Francia. (…) I contendenti sono per la maggior parte giovani speranze più alcune vecchie glorie al crepuscolo della carriera. La vera attrazione del Festival è la nostalgia. Sanremo ricorda alla gente la felicità e la spensieratezza di un’Italia che non c’è più e, in giorni di onnipresenti rap importati e rock che pulsano nei locali, molti italiani lo trovano rassicurante. E’ l’annuale ritorno all’innocenza infantile.
(The Economist, 2000)
Ovunque ci aggireremo e qualunque cosa faremo, nella settimana del Festival (anche contro la nostra volontà) sentiremo parlare della voce di quel cantante, del vestito di quell’altra, di frase memorabili e di gaffe, di contenuti (le canzoni) e di cornice (il palco e il pubblico), di nuove proposte e di vecchie glorie, finendo anche noi nel vortice del possibile “totovincitore”.
(Fabrizio Caramagna)
E comunque ricordo quando per votare Sanremo alla tivù andavo ad accendere tutte le luci di casa.
(adrianoattus, Twitter)
Non so voi… ma ho i brividi ricordando le domeniche dopo la finale di Sanremo… passate a registrare le canzoni in radio su musicassetta
(Stellamary81, Twitter)
Ma il festival resta una passerella e come tutte le passerelle ti offre tre minuti per fare un discorso che normalmente fai in uno spettacolo di due ore. Così devi trovare un sistema. Da parte mia, ho scelto la strada del paradosso un po’ alla Carmelo Bene.
(Rino Gaetano)
La forza di Sanremo è che dà spazio a sentimenti eterni, che poi sono sette o otto, come le note musicali. (…) A Sanremo l’attualità entra solo di striscio e quando succede, penso a un Benigni che sfotte Berlusconi, appare sempre come una smagliatura.
(Domenico Di Masi)
Per un giovane artista Sanremo può essere fondamentale solo se lo vinci. O meglio, ti metti in evidenza in qualche modo. Altrimenti è un gioco pericoloso perchè ti puoi giocare tutti i tuoi sogni in una settimana.
(Dolcenera)
Il Festival di Sanremo nacque, per caso, in… Toscana. Sembra strano, ma è così. Nell’estate del 1950 s’incontrarono a Montecatini, dov’erano andati per le cure termali, il maestro Giulio Razzi, direttore della Rai, e il concessionario del Casinò di Sanremo, Pier Busseti. Questi, stava cercando iniziative per rilanciare la “città dei fiori” e Razzi, dal canto suo, aveva bisogno di nuove trasmissioni per vivacizzare la Rai. Sicché, fra una bevuta e l’altra di acqua miracolosa, spuntò l’idea: e se facessimo un festival della canzone italiana? Cinque mesi più tardi, di lunedì, alle 22,30 del 29 gennaio 1951, nacque il primo “Sanremo” tenuto a battesimo dagli abituali frequentatori del Casinò. Prezzo del biglietto d’ingresso: cinquecento lire. Cena e canzoni, comprese. Una sola orchestra (quella di Cinico Angelini) e tre partecipanti: Nilla Pizzi, Achille Togliani e il Duo Fasano
(Vincenzo Pitaro)
Per il Festival di Sanremo va bene un adagio che i più esperti addetti ai lavori della televisione utilizzano per le “dirette” più difficili: prima dell’inizio sembra che possa succedere di tutto. Poi, quando si accendono le telecamere, ogni cosa torna al suo posto e lo spettacolo va avanti.
(Vincenzo Pitaro)
La prima regola del Sanremo Club è: mai dire a nessuno che hai visto tutte e 5 le puntate di Sanremo
(David_IsayBlog, Twitter)
Ovviamente faremo gli snob che non guardano Sanremo perché inguardabile, ma lo commentano su Twitter perché è cool.
(insopportabile, Twitter)
Ci sono domande che da una vita attendono risposte. Domande fondanti, trascendentali, metafisiche.
Tipo: ma perché Sanremo è Sanremo?
(alfcolella, Twitter)
– Ti piace Sanremo?
– Preferisco San Siro
(Totonno1980, Twitter)
Da lassù si diventa più ottimisti o pessimisti sul futuro della Terra?
(Carlo Conti, Sanremo 2015, all’astronauta Samantha Cristoforetti in orbita su una stazione spaziale a 28.500 chilometri di altezza)