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Questo articolo sul cibo e gli alimenti fa parte della nuova sezione di Aforisticamente dedicata al mondo del cibo che in questi ultimi anni ha conosciuto una rinnovata attenzione con movimenti come Slow food nati per ribadire il diritto al cibo sano e la necessità del rispetto della sovranità alimentare. Fin dai suoi esordi l’aforisma è fortemente intrecciato al cibo: Ippocrate, il primo scrittore di aforismi, nel suo corpus dedica una grande attenzione al rapporto tra cibo, alimentazione e salute. E precetti simili ad aforismi compaiono in frammenti di ricette e altri testi di cucina di antiche civiltà.
Qui di seguito propongo una selezione di frasi, citazioni e aforismi sul cibo e gli alimenti. Tra i temi correlati si può anche vedere la sezione di aforismi sulla cucina e il cucinare e sul mangiare.
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Frasi, citazioni e aforismi sul cibo e gli alimenti
È il cibo un sostituto dell’amore? No, l’amore è un sostituto del cibo. E un magnifico povero sostituto.
(Rohan Candappa)
Certi cibi, trattenuti nella bocca per un attimo, fanno danzare la lingua, carezzano il palato, schiudono la gola.
(Fabrizio Caramagna)
A tavola ci si incontra, si chiacchiera, ci si rilassa, si ride… talvolta ci si punzecchia, ma il buon cibo fa da paciere. E’ capace di restituire il buonumore persino al termine di una giornata faticosa.
(Antonino Cannavacciuolo)
Conserva e tratta il cibo come se fosse il tuo corpo, ricordando che nel tempo il cibo sarà il tuo corpo.
(BW Richardson)
Sapori che ricordano odori. Che riportano a luoghi.
La magia di certi piatti.
(Fabrizio Caramagna)
Il problema più grande è la perdita del valore simbolico dei cibi. Sono diventati commodities, beni di consumo senza anima
(Carlo Petrini)
Ho bisogno di conoscere la storia di un alimento. Devo sapere da dove viene. Devo immaginarmi le mani che hanno coltivato, lavorato e cotto ciò che mangio.
(Carlo Petrini)
Siamo in sei miliardi su questo pianeta e produciamo cibo per dodici miliardi di persone! Ogni giorno solo in Italia vengono buttate più di 4000 (quattromila) tonnellate di cibo, in Europa 50.000 (cinquantamila). Questo mentre 17.000 bambini muoiono ogni giorno di fame. Insostenibile è dire poco.
(Carlo Petrini)
Chiunque sia stato stato il padre di una malattia, una alimentazione non corretta ne è stata la madre.
(George Herbert)
Un terzo di ciò che mangiamo è sufficiente a farci vivere; gli altri due terzi servono a far vivere i medici.
(Dr Paul)
Se non siamo disposti a vivere nella spazzatura, perché dovremmo accontentarci del cibo spazzatura.
(Sally Edwards)
Siamo tutti peccatori dietetici; solo una piccola percentuale di ciò che mangiamo ci nutre; il resto va nello spreco e nella perdita di energia.
(William Osler)
Pomodori high-tech. Latte colorato. Mais trasgenico. Dovremmo mangiare questa roba? O questa roba sta mangiando noi?
(Annita Manning)
Gli industriali dell’alimentazione sono riusciti a persuadere milioni di consumatori a preferire alimenti già pronti. Coltivano, cucinano, vi portano i pasti e (proprio come la vostra mamma) vi supplicano di mangiare. Non vi offrono ancora di infilarvelo in bocca premasticato solo perché non hanno ancora scoperto un modo di farlo che permetta di aumentare i profitti. Possiamo star sicuri che sarebbero ben contenti di scoprirlo. Il consumatore industriale ideale sarebbe legato a una tavola con un tubo in bocca che va direttamente dall’impianto alimentare al suo stomaco.
(Wendell Berry)
Forse esagero, ma non di molto. Il mangiatore industriale infatti non sa che mangiare è un atto agricolo, non conosce più né immagina i collegamenti che esistono fra l’atto di mangiare e la terra ed è perciò necessariamente passivo e acritico, in parole povere, una vittima. Quando il cibo, nelle menti di coloro che lo mangiano, non è più legato all’agricoltura e alla terra, si soffre di un’amnesia culturale pericolosa e fuorviante.
(Wendell Berry)
Il servizio più grande che può essere creato qualsiasi paese è quello di aggiungere una pianta utile alla sua alimentazione.
(Thomas Jefferson)
I tre princìpi di Slow Food e Terra Madre, sono buono, pulito e giusto. Il buono… va da sé. Il pulito: rispettare gli equilibri della Terra. Il giusto: giustizia sociale per gli agricoltori che stanno per scomparire ovunque. Se l’ottimo riso che stiamo mangiando è stato raccolto da lavoratori in nero sfruttati come schiavi, questo mi disgusta.
(Carlo Petrini)
Come può una nazione essere chiamata grande se il suo pane sa di kleenex?
(Julia Child)
Bisogna dimostrare a uno dei nostri studenti che facendo il pane buono si campa meglio che stando in un call-center
(Carlo Petrini)
Il corpo diventa ciò che sono gli alimenti, come lo spirito diventa ciò che sono i pensieri.
(Anonimo)
Troppo spesso il cibo viene prodotto non per essere mangiato, bensì venduto; bisogna tornare ad avere un giusto rapporto con il cibo.
(Carlo Petrini)
Non mangiate nessuna cosa che la vostra bisnonna non avrebbe riconosciuto come cibo.
(Michael Pollan)
Mentre il cibo scendeva in gola, sentivo i suoi sapori e profumi invisibili affondarmi nella mente e riempirmi d’estasi.
(Fabrizio Caramagna)
Nel momento in cui ci accingiamo a fare un acquisto l’unico indicatore di riferimento che teniamo a mente è il prezzo. A noi interessa solo quello, non sapere dove e come è fatto quel che mangiamo, non cosa contiene, non quanta strada ha percorso per arrivare fino a noi, non se dà da vivere al contadino che lo ha prodotto.
(Carlo Petrini)
Circa l’ottanta per cento del cibo sugli scaffali dei supermercati di oggi non esisteva 100 anni fa.
(Larry McCleary)
La conoscenza del cibo è bassissima. Meno del 35% degli italiani sa la differenza fra grano tenero e grano duro, ma più del 60% sa cos’è l’Abs. Perché quelli che vendono auto spiegano cos’è l’Abs, mentre chi vende cibo non spiega nulla.
(Oscar Farinetti)
Viviamo in un mondo in cui la limonata è costituito da aromi artificiali e cera per i mobili è costituito da limoni veri.
(Alfred E. Newman)
Tutte le volte che mi fanno una domanda sul “cibo biologico” io mi chiedo: ma quando è partita la follia per cui è necessario certificare come un’eccezione ciò che dovrebbe essere la norma? Coltivare, allevare, trasformare la natura in cibo senza aggiungere input esterni, chimici e a base di petrolio, dovrebbe essere normale. È chi aggiunge fertilizzanti chimici, pesticidi, additivi, conservanti che dovrebbe dichiararlo, certificare e documentare la sua “anormalità”.
(Carlo Petrini)
Il piatto del giorno va bene, a condizione di sapere a quale giorno risale la sua preparazione
(Pierre Dac)
10.000 macedoni si occupano di produrre il Barolo dalle mie parti, 6.000 indiani si prendono cura delle vacche padane(!), sono marocchini i fautori della fontina valdostana: dobbiamo rispettarli perché sono loro, oggi, a portare avanti le nostre tradizioni.
(Carlo Petrini)
Sarebbe bello se la Food and Drug Administration smettesse di diffondere avvertimenti circa le sostanze tossiche e mi desse i nomi di una o due cose ancora sicure da mangiare.
(Robert Fuoss)
Noi italiani siamo lo zero virgola ottantatré per cento della popolazione mondiale, ma il rimanente 99,17 dei terrestri ci adora. Vuole godere del nostro cibo.
(Oscar Farinetti)
Qualcuno ha scritto che in Italia lo stomaco ha una valenza metafisica, come l’erba del prato in Inghilterra. Vero. Ma la nostra ossessione è più vitale: gli inglesi l’erba non la mangiano. Noi parliamo del cibo prima di mangiarlo, quando lo mangiamo e dopo averlo mangiato.
(Beppe Severgnini)
Oggi a zappare ci vanno, ci vorrebbero andare, quelli che studiando hanno capito che è a partire dal cibo che si cambia il mondo, e si migliora l’ambiente, la salute, la qualità della vita di tutti.
(Carlo Petrini)
Dobbiamo partire dal cibo come ricchezza, come scambio, come cultura. Solo proteggendo il nostro cibo possiamo pensare di salvaguardare le nostre risorse e il pianeta che ci ospita. La produzione, la distribuzione e il consumo di cibo ci coinvolge in maniera totale.
(Carlo Petrini)
Il giorno in cui il cibo perderà la sua storia e il suo valore non ci sarà più speranza per nulla.
(Carlo Petrini)
Quando l’ultimo albero sarà abbattuto e l’ultimo fiume avvelenato e l’ultimo pesce pescato ci renderemo conto che non possiamo mangiare il denaro.
(Proverbio indiano)