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Il doppiaggio è essenzialmente un trucco, un inganno utile che, sostituendo la voce dell’attore originale con la voce di una doppiatore italiano, permette a milioni di persone di godere della visione di un film senza ricorrere ai sottotitoli.
Presento una raccolta di frasi, citazioni e aforismi sul doppiaggio e il doppiatore. Tra i temi correlati Frasi, citazioni e aforismi sul cinema e Frasi, citazioni e aforismi sull’attore, le attrici e la recitazione.
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Frasi, citazioni e aforismi sul doppiaggio e il doppiatore
Un buon doppiaggio è quello che non si nota.
(Chiara Colizzi)
il doppiaggio è un trucco , la riuscita del film è dovuta anche alla qualità del trucco.
(Mario Paolinelli)
Il doppiaggio è una seconda madre che dà nutrimento… E non forse questo che avviene quando doppiamo un film? Un personaggio che è stato nutrito di emozioni da una prima madre – l’interprete originale – viene affidato alle cure e al nutrimento da parte di una seconda madre: il doppiatore.
(Angelo Maggi)
Il doppiaggio è una sfida, è un gioco di equilibri, una mediazione tra quello che sentiamo noi, quello che sente l’attore, la recitazione, il sync. Lo trovo una cosa bellissima e sono molto fiera di farlo.
(Angiola Baggi)
Il bravo doppiatore è anche un bravo psicologo, che sa capire ed esprimere il senso vero della frase recitata da un altro. La voce, così, diventa elemento fisico che riveste il pensiero, dando corpo alla parola.
(Liù Bosisio)
I doppiatori non si limitano a leggere, interpretano. Devono comunicare ciò che c’è tra le righe; devono comunicare il sottotesto.
(William Conrad)
Il buon doppiatore deve rinunciare all’idea di interpretare il ruolo che gli viene affidato, perché è già stato recitato da un altro. Il suo compito è, invece, quello di andare il più vicino possibile all’interpretazione dell’attore cui dà la voce… Obiettivo del doppiatore è capire quello che l’attore ha voluto dire, in qualunque lingua l’abbia fatto. Bisogna porsi al suo servizio.
(Ferruccio Amendola)
Tutta la passione, tutta l’energia, tutte le tue speranze e i tuoi sogni: devi riversare tutto questo nel microfono.
(Valerie Smaldone)
Doppiare significa portare l’ascoltatore sulla scena dell’azione e farlo sentire come se fosse proprio lì a sperimentarla.
(Bob Costas)
Nel doppiaggio c’è solo la bellezza di servire, di onorare il lavoro dell’interprete originale. Il virtuosismo c’è comunque, ma qui è quello di arrampicare la tua voce su note che non sono tue, che non siano di maniera, che devi andare continuamente a cercare.
(Franca D’Amato)
Il doppiaggio è per me un lavoro pesantissimo. Posso girare anche trenta ore di seguito senza essere raggiunto dalla fatica, ma restar chiuso in quelle dimensioni da sommergibile che sono le salette di sincronizzazione, tentando disperatamente di infilare tra le labbra delle facce che passano sullo schermo parole che non hanno mai detto, e che io da incosciente riscrivo all’ultimo momento sotto lo sguardo sospettoso degli specialisti del link lì in attesa per spiare i movimenti labiali con l’ottusa disumanità di un telescopio, tutto questo mi stanca da morire.
(Federico Fellini)
Noi doppiatori lavoriamo al buio, siamo abituati a vedere i nostri nomi sui maxischermi al cinema ma difficilmente veniamo riconosciuti per strada, sembra quasi che tu non esisti… il tuo vicino al cinema si emoziona con la tua voce ma non sa che gli stai seduto accanto.
(Fabio Boccanera)
Sicuramente nel doppiaggio devi essere completamente disinibito. Oltre a ciò, devi trovare il piacere di fingere.
(Molly Quinn)
Un lavoro da sorci chiusi in sale buie sottoterra a fare qualcosa che non deve essere visto, che non deve essere sentito. Il massimo per un doppiatore è non farsi notare. Se uno spettatore vede un film e non nota il doppiaggio, ha raggiunto il massimo del suo scopo. Quindi un lavoro da sorci. (Massimo De Ambrosis)
Quando fai lil doppiatore non sei preoccupato per la tua fisicità. Puoi far fare alla tua voce quello che vuoi che faccia. Puoi essere un attore molto più espressivo con la tua voce.
(Antonio Banderas)
Nell’azione dal vivo, vai scena per scena, ma nel doppiaggio vai riga per riga. Nel doppiaggio fai molte più riprese.
(Giosuè Rush)
Spesso, le persone mi chiedono se è diverso recitare e doppiare, ma l’unica cosa che è diversa, in realtà, è che siamo in una cabina e non c’è nessuna telecamera su di me. Ma lil mio atteggiamento, come attore, è esattamente lo stesso.
(Emmanuelle Chriqui)
Sono sempre nervoso all’idea di fare il lavoro di doppiaggio. Sono sempre sudaticcio e mi preoccupo: “E se la mia voce stride? E se non pronuncio bene le parole?” Finché non inizi a dire le battute, è sempre snervante, per qualche motivo, e non l’ho mai superato.
(Christopher Mintz-Plasse)
Un doppiatore non deve creare, deve eseguire una partitura. Se la esegue bene e tutti gli altri pure – suoni, volumi, intenzioni -, l’orchestra suona magnificamente anche nella versione italiana, ma se qualcuno “crea”, cioè fa come gli pare, la sinfonia risulta stonata. Per me l’originale è sacro. Similitudini, dettagli, aderenze vocali (avere la stessa voce) sono fondamentali. Abbiamo messo vocioni profondi e splendidi a personaggi che hanno vocette, assurdo!
(Massimiliano Alto)
Se si vuole fare questo tipo di mestiere bisogna studiare. Non si può arrivare a vent’anni, venticinque anni, trent’anni e pretendere di entrare nel doppiaggio solo perché si ha una bella voce; dietro comunque c’è tutto uno studio, quindi il consiglio che do sempre io è quello di fare un corso di recitazione, un corso di dizione, che sono alla base di questo lavoro.
(Veronica Puccio)
Mio padre mi ha sempre insegnato a fare tutto. Quando gli ho detto che volevo fare l’attore, mi ha detto di studiare doppiaggio, perché secondo lui era la scuola migliore.
(Christian De Sica)
Ferruccio Amendola ha segnato l’avvio del doppiaggio moderno. Uno spartiacque tra le sonorità melodiche e vagamente auto compiacenti del cinema fine anni cinquanta e l’avvento delle interpretazioni più naturalistiche nella pellicola a colori. Amendola è il capostipite di un suono più ‘buttato via’, più ‘sporco’, non impostato o sofisticato. Con lui è cambiato anche il rapporto voce-microfono.
(Claudia Catani)
Il doppiatore è un attore, è un attore impegnato in un’attività di doppiaggio, ma è un attore. Non puoi fare il doppiaggio se non sei un attore.
(Angelo Nicotra)
Il doppiaggio è un gioco straordinario ma difficile. Serve talento. Saper portare la lingua parlata, sentita, nella saletta del doppiaggio, l’aula delle trasformazioni linguistiche.
(Italo Moscati)
Il doppiaggio è, come sempre, terribile, con gli attori… che fanno pause nei punti… più strani.
(Will Ashon)
Ho sempre parlato con delle voci strane da quando avevo due anni. Immagino di aver appena trovato un modo per continuare a farlo! Mi sono laureata in teatro e ho seguito alcuni corsi di doppiaggio…
(Gray DeLisle)
Il doppiaggio lo può fare chi sa recitare, e in più a questo deve aggiungere una tecnica particolare. Perché una cosa è recitare in teatro, quindi portare la voce, avere un timbro diverso; e una cosa è fare il doppiaggio, avere davanti un microfono, e quindi devi poter dosare la tua voce, e avere la tecnica tale da permetterti di essere vera, autentica, di trasmettere emozioni.
(Maria Pia Di Meo)
Avendo avuto la fortuna di girare il mondo per lavoro, mi sono reso conto che è proprio vero. I nostri doppiatori hanno una marcia in più rispetto a quelli tedeschi, spagnoli, francesi e ho scoperto anche perché. Gli italiani, pur di entrare nel personaggio, sono disposti a rinunciare alla propria personalità. Cosa che non fanno i nostri colleghi stranieri. Infine, noi abbiamo una tradizione che comincia dal dopoguerra e che è andata affinandosi sempre più negli anni.
(Francesco Pannofino)
Il timbro dell’uomo è così incisivo, tanto è vero che i pastori ce richiamano le pecore, sono uomini. Non sono donne. E l’uomo lascia un’impronta, per cui uno si ricorderà sempre la voce di quel grande doppiatore perché sono voci che entrano nel cuore. Le donne hanno una dote in più in questo mestiere, secondo me, sappiamo mimetizzarci meglio.
(Chiara Colizzi)
Il doppiaggio avrebbe bisogno di nuove voci, non è concepibile sentire sempre le solite quando vanno in onda le seguitissime serie tv. La gente si stufa di ascoltare gli stessi doppiatori e finisce per vedere il film in lingua originale. Per carità, non dico che i mostri sacri dell’arte debbano smettere di doppiare. Ma se tornassi indietro, se avessi ancora la possibilità di dirigere i turni di doppiaggio formerei almeno cento nuove voci all’anno. C’è bisogno dei giovani.
(Luca Ward)
La lobby dei doppiatori non esiste, è il mercato che decide. Quanto incasserebbe un film sottotitolato e non doppiato? Lo vediamo quando alcune sale fanno il tentativo: non c’è paragone. Tra l’altro il doppiaggio ha un costo per la grande distribuzione: è evidente che se lo fanno è perché così incassano di più. In Italia già leggiamo pochi libri, figurati se ci mettiamo a “leggere” un film.
(Luca Ward)
Il doppiaggio aveva senso ai tempi delle grandi coproduzioni europee, “Il gattopardo”, “Novecento”, in cui dovevi mettere insieme Claudia Cardinale e Burt Lancaster. Persa quella struttura, è diventato una forma di compromesso: gli italiani hanno pensato che fosse l’unico modo di fruire i film. I doppiatori si sono adagiati. Oggi spesso si doppia in modo frettoloso e arrogante: pensano di poter cambiare troppe cose e deturpano il bagaglio culturale che un film trasmette in originale.
(Gabriele Muccino)
Esiste una lobby che si tramanda di padre in figlio, chiusa e invulnerabile. Ce ne sono di bravi ma molti lavorano in modo scadente e chi va al cinema vede la simulazione di un film.
(Gabriele Muccino)
Il nostro è un mestiere artigianale, non c’è niente di scandaloso che si tramandi di padre in figlio, succede anche con i notai o le farmacie. Ed è un mestiere meritocratico come pochi: non conta esser bello o avere un fisico prestante. Conta solo la tua voce.
(Simona Izzo)
Consiglio a tutti coloro che vogliono intraprendere questa professione di andare a scuola di recitazione e a scuola di dizione, e di fare un po’ di esperienza prima di cominciare a fare del doppiaggio: non si può improvvisare, il doppiaggio è un lavoro abbastanza faticoso e per raggiungere certi risultati occorre avere molta pazienza.
(Perla Liberatori)