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Ludwig van Beethoven (Bonn 16 dicembre 1770 – Vienna, 26 marzo 1827) è considerato uno dei più grandi compositori di tutti i tempi, tanto da essere annoverato anche tra i più grandi geni della storia della musica nonostante la sordità che lo colpì prima ancora di aver compiuto i trent’anni.
Presento una raccolta di frasi e citazioni su Ludwig van Beethoven, con in appendice le frasi più celebri del compositore tedesco. Tra i temi correlati si veda Frasi, citazioni e aforismi sulla musica, Frasi, citazioni e aforismi sul genio e Frasi, citazioni e aforismi su Wolfang Amadeus Mozart.
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Frasi e citazioni su Ludwig van Beethoven
Beethoven riesce ad esprimere un tormento ed un desiderio primordiali.
(Richard Wagner)
Mozart lo amo in modo particolare. Beethoven però lo venero come un Dio, ma un Dio inaccessibile, che non diventa mai parte di noi.
(Clara Schumann)
Senza voler offendere alcun compositore, defunto o vivente che sia, devo tuttavia affermare che nessuno ha mai posseduto una ricchezza e varietà di idee e un’originalità paragonabili a quelle presenti nelle creazioni beethoveniane.
(Ferdinand Ries)
È impossibile parlare dell’essenza della musica di Beethoven senza cadere subito in un tono estatico.
(Richard Wagner)
L’opera di Beethoven rappresenta una forza spirituale che la Germania, senza di lui, non possiederebbe. Nessuno ha portato ad espressione con tanta efficacia la potenza e la grandezza del sentire tedesco.
(Wilhelm Furtwängler)
Due note caratteristiche della personalità di Beethoven erano l’impeto poetico e il forte sentire umano. Queste caratteristiche sono certamente opposte a quelle di un “classico“.
(Ferruccio Busoni)
Beethoven ha corrotto la musica: vi ha introdotto gli sbalzi d’umore, ha lasciato che vi entrasse la collera.
(EM Cioran)
Si può ben dire il “divino Mozart“. Ma non si può dire il “divino Beethoven“. Si deve dire “l’umano Beethoven!“. Per la prima volta con Beethoven l’elemento umano entra come argomento principale nella musica, in luogo del gioco puramente formale
(Ferruccio Busoni)
Amatelo, amatelo profondamente. Onorate la sua forza morale che mai conobbe riposo.
(Robert Schumann)
Ogni sonata, ogni quartetto, ogni sinfonia, è un combattimento di forze antagoniste.
(Edmond Buchet)
Un uomo non può essere ebbro di un romanzo o di un quadro, ma può ubriacarsi della Nona di Beethoven, della Sonata per due pianoforti e percussione di Bartók o di una canzone dei Beatles.
(Milan Kundera)
La Quinta Sinfonia di Beethoven è il rumore più sublime che sia mai penetrato nell’orecchio umano.
(Edward Morgan Forster)
Per quanto la si ascolti, la Quinta Sinfonia in Do minore Op.67, esercita ogni volta su di noi un invisibile potere, come quei fenomeni della natura, che, per quanto siano frequenti, ogni volta ci riempiono di timore e di meraviglia.
(Robert Schumann)
Un musicista sordo! Possiamo noi immaginare un pittore cieco? Ma noi conosciamo però il veggente divenuto cieco. Il musicista sordo somiglia ora a Tiresia che, cieco sul mondo fenomenico, contempla con l’occhio dell’anima il centro da cui muovono tutti i fenomeni. Non disturbato dai frastuoni della vita Beethoven rimane solo, intento alle sue armonie interiori. Allora l’essenza delle cose parla di nuovo a lui nella serena luce della bellezza. Allora egli comprende la foresta, il prato, l’azzurro cielo, la folla lieta, la coppia amorosa, il correre delle nuvole, lo strepito della bufera, la beatitudine di una pace interiore. E allora penetra per tutte le sue opere quella meravigliosa serenità che è una caratteristica della sua musica.
(Richard Wagner)
Beethoven, profondamente immerso in te stesso, ascoltavi e percepivi, tu, sordo, i rumori del mondo intero: Il concerto della tempesta, il concerto della quiete, il concerto dei lamenti, il concerto delle risate! E semplicemente li hai riprodotti, come le montagne l’eco – – –. È nata così la musica del mondo.
(Peter Altenberg)
Il dolore è come il sinonimo del nome di Beethoven. Il dolore ch’egli esprime e il nome che esprime la sua individualità sono inseparabili. Il dolore beethoveniano è d’una solennità smisurata: una profusione di lagrime che somiglia all’oceano: il mare e il cielo si toccano all’orizzonte senza confondersi. Come l’oceano il dolore beethoveniano riempie gli sguardi senza stancarsi e sfugge alla monotonia per la sua stessa grandiosità.
(Giuseppe Vannicola)
Quel che nasce dal dolore beethoveniano è l’inno alla gioia della IX sinfonia. Il dolore beethoveniano è edificante, è un dolore che costruisce.
(Giuseppe Vannicola)
Egli può fare tutto ma noi non possiamo ancora comprendere ogni cosa, e molta acqua dovrà scorrere sotto il ponte del Danubio prima che sia compreso appieno ciò che quest’uomo ha scritto.
(Franz Schubert)
Il moralismo di Beethoven in musica: è l’eterno inno di lode a Rousseau, agli antichi francesi e a Schiller.
(Friedrich Nietzsche)
Schumann rappresenta il predominio dell’espressività, della fantasia sul rigore della forma; in Brahms la forma domina sulla fantasia e sull’espressione; solo in Beethoven c’è l’equilibrio perfetto.
(Gianluca Cascioli)
Vi è un’opera di Beethoven, conosciuta sotto il nome di Sonata in Do diesis minore (è l’Op.27, nr.2, “Chiaro di luna”) il cui Adagio è una di quelle poesie che il linguaggio umano non giunge a definire. Il suo procedimento è molto semplice: la mano sinistra spiega dolcemente dei larghi accordi di un carattere solennemente triste e la cui durata permette alle vibrazioni del pianoforte di spegnersi gradatamente su ciascuno di essi: mentre la mano destra, arpeggiando un disegno ostinato d’accompagnamento, la cui forma non varia quasi dalla prima battuta all’ultima, fa sentire una specie di lamento: fioritura melodica di questa oscura armonia.
(Hector Berlioz)
(Hector Berlioz)
A proposito della Settima Sinfonia Carl Maria von Weber dichiarò che l’autore era maturo per il manicomio. Quindici anni più tardi, Castil Blaze definirà ancora il finale dell’opera come “una follia musicale”, e Fétis la considererà “una di quelle creazioni inconcepibili che sono potute uscire solo da un cervello sublime e malato”.
(Edouard Herriot)
Beethoven è noi, sintesi di tutti gli sviluppi storici secolari della nostra storia, di tutte le raffigurazioni del nostro senso, di tutti gl’incitamenti perenni del pensiero e del sentimento, di tutte le rivelazioni trascendenti dell’Ideale, di tutti i misteri inviolati dall’essere nostro. Beethoven è noi, alfa e omega, labaro e viatico, sogno e luce, realtà e mistero, fonte e custodia di tutto quanto noi, nascendo, ereditiamo nella vita e noi, morendo, raccomandiamo alla vita.
(Giuseppe Vannicola)
Noi dobbiamo considerare Beethoven come la somma ed il compendio di tutti i musicisti che, movendo dalle convenzionali forme della musica, penetrò fino all’intima essenza della musica, così da poter gettare da questo centro la luce interiore del chiaroveggente verso l’esterno.
(Richard Wagner)
Nella musica di Beethoven ogni voce dell’accompagnamento, ogni nota ritmica, persino le pause, tutto diventa melodia.
(Richard Wagner)
Beethoven è la retorica della nostra anima, Wagner è la sua sensibilità, Schumann forse il suo pensiero: Mozart è di più, è la forma.
(Hugo von Hofmannsthal)
A Beethoven manca il ritmo. Quello lo possiede Jovanotti.
(Giovanni Allevi)
A Beethoven e Sinatra preferisco l’insalata,
a Vivaldi l’uva passa che mi dà più calorie.
(Franco Battiato)
Non sarà Beethoven, mamma, però ha un ritmo!
(Dal cartone animato Gli Aristogatti)
Come si può mettere la Nona di Beethoven in un diagramma cartesiano? Ci sono delle realtà che non sono quantificabili. L’universo non è i miei numeri: è pervaso tutto dal mistero. Chi non ha il senso del mistero è un uomo mezzo morto.
(Albert Einstein)
Se un uomo viene chiamato a fare lo spazzino, dovrebbe spazzare le strade come Michelangelo dipingeva, o come Beethoven componeva, o Shakespeare scriveva poesie. Dovrebbe spazzare le strade così bene che tutti gli ospiti del cielo e della terra si fermerebbero a dire che qui ha vissuto un grande spazzino che faceva bene il suo lavoro.
(Martin Luther King)
Un monumento a Beethoven Scolpitelo in una forma colossale come il San Borromeo al Lago Maggiore, affinché egli possa, come faceva in vita, guardare al di sopra di tutte le montagne; e quando gli stranieri chiederanno che cosa significhi quel gigante, ogni fanciullo potrà rispondere: è Beethoven, ed essi penseranno che sia un imperatore tedesco.
(Robert Schumann)
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Frasi celebri di Ludwig van Beethoven
La musica è una rivelazione più profonda di ogni saggezza e filosofia.
Preferirei scrivere piuttosto 10000 note che una lettera dell’alfabeto.
Per me non esiste gioia più grande che darmi alla mia arte e prestarla.
Le nostre aspirazioni sono infinite, ma la volgarità rende tutto limitato e finito.
(Lettera a F.Brunsvik)
Non vi è nulla di più bello che avvicinarsi alla Divinità e spargerne i raggi sulla razza umana.
(Lettera all’Arciduca Rodolfo)
Persevera, non limitarti a fare dell’arte un esercizio ma devi sforzarti di penetrarne l’intimo significato; essa merita tale sforzo perchè soltanto l’arte e la scienza innalzano l’uomo sino alla divinità
(Lettera a Emilie M.)
Avrei voluto rispondere alle sue domande già più volte, ma per scrivere sono di una spaventosa pigrizia e ce ne vuole prima che io scriva delle aride lettere dell’alfabeto invece che delle note.
(Lettera a F.A. Hoffmeister)
Non ho l’abitudine di ritoccare le mie composizioni, una volta che le ho terminate. Non lo ho mai fatto, convinto che ogni mutamento parziale alteri il carattere della composizione.
(Lettera a Thomson)
C’è molto da fare sulla terra, fallo presto!
Tutto quello che si chiama vita sia sacrificato al sublime e divenga un santuario dell’arte.
Come restano sempre accoppiate la stupidità e lo squallore.
Chi dice una menzogna non è puro di cuore e una persona del genere non può cucinare una buona zuppa.
L’arte, che è sacra non dovrebbe mai lasciarsi disonorare sino alla follia d’un così scandaloso soggetto. Io non sarei mai stato capace di musicare un libretto come quelli su cui Mozart ha potuto lavorare. Non potrei comporre opere come il Don Giovanni e il Figaro: ho un’avversione per questo genere. Non avrei potuto scegliere soggetti simili: sono troppo leggeri per me.
La musica è il suono elettrizzato in cui lo spirito vive pensa e crea. Ogni elemento elettrico eccita lo spirito a fluide effuse creazioni musicali. Il mio temperamento è elettrico.
Il tuo Beethoven ha una vita molto infelice, in lotta con la natura ed il Creatore. Già più di una volta maledissi quest’ultimo perchè ha disposto le sue creature in modo che spesso anche il più bel fiore può essere distrutto e stroncato. Sappi che la parte più nobile di me, il mio udito è molto scemato. Sin da quando tu eri ancora con me notavo qualche sintomo, ma tacqui; ora è andato sempre peggiorando. Non so se potrò mai guarire. Oh come sarei felice se avessi il mio udito perfetto. Così devo tenermi in disparte da tutto; per suonare e comporre il mio male conta meno: il peggio è per i rapporti con la gente. Ciò che ti ho detto del mio udito ti prego di custodirlo come un gran segreto e di non confidarlo a nessuno.
(Lettera a K. Amenda)
Devo confessare che la mia vita trascorre miseramente. Da quasi due anni ho smesso di prender parte ad ogni attività sociale, proprio perché mi è impossibile dire alla gente: sono sordo. Se lo sapessero i miei nemici. Che non sono pochi, cosa direbbero? – Per darti un’idea di questa strana sordità ti dirò che a teatro devo mettermi vicinissimo all’orchestra per comprendere ciò che l’attore dice, e che i suoni acuti degli strumenti e delle voci, se appena sono un poco lontano non li sento affatto.
(Lettera a F.G. Wegeler)
Oh! il mondo io lo terrei in pugno senza questo male. La mia forza fisica e quella del mio ingegno aumentano ogni giorno di più. Potessi liberarmi solo a metà del mio male e poi venire a voi come uomo più completo, più maturo. Voglio afferrare il destino per la gola, non deve assolutemente piegarmi, oh no. Oh, è così bello vivere mille volta la vita!
(Lettera a F.G. Wegeler)
Dovrebbe esistere al mondo un mercato dell’arte dove l’artista dovrebbe portare solo le proprie opere e prendersi il denaro di cui abbisogna. Ma così come stanno le cose ora, un artista è costretto ad essere anche, in un certo senso, un uomo d’affari.
Noi, esseri finiti, personificazioni di uno spirito infinito, siamo nati per avere insieme gioie e dolori; e si potrebbe quasi dire che i migliori di noi raggiungono la gioia attraverso la sofferenza.
Arte! Chi la può comprendere? A chi una persona si può rivolgere per attirare l’attenzione di questa grande dea?
Beethoven può comporre musica, grazie a Dio – ma non può fare nient’altro sulla terra.
Il vero artista non ha nessuna superbia: purtroppo egli vede che l’arte non ha confini. Oscuramente sente quanto egli sia lungi dalla mèta, e forse, mentre è ammirato dagli altri, in se stesso si corruccia di non essere ancora giunto là dove il suo genio migliore gli splende innanzi come un sole, lontano.
Dove le parole non arrivano… la musica parla.
Ogni vera creazione d’arte è indipendente da colui che l’ha realizzata, più potente dell’artista stesso e ritorna al Divino attraverso la sua manifestazione. In questo è un tutt’uno con l’uomo: che è testimone dell’espressione del Divino in sé.
Io non conosco nessun altro segno di superiorità nell’ uomo che quello di essere gentile.
Bisogna fare tutto il bene possibile, amare la libertà sopra ogni cosa e non tradire mai la verità.
Il tuo amore mi rende il più felice e insieme il più infelice degli uomini − alla mia età ho bisogno di una vita tranquilla e regolare − ma può forse esser così nelle nostre condizioni? (…) Sii calma, solo considerando con calma la nostra esistenza riusciremo a raggiungere la nostra meta, vivere insieme − Sii calma − amami − oggi − ieri − che desiderio struggente di te − te − te − vita mia − mio tutto − addio. − Oh continua ad amarmi − non giudicare mai male il cuore fedelissimo del tuo amato. Sempre tuo − Sempre mia− Sempre nostri.
(Lettera all’Amata Immortale)
Oh Dio − così vicini! così lontani! Non è forse il nostro amore una creatura celeste, e, per giunta, più incrollabile della volta del cielo?
(Lettera all’Amata Immortale)
Nessun’altra potrà mai possedere il mio cuore − mai − mai − oh Dio, perché si dev’essere lontani da chi si ama tanto.
(Lettera all’Amata Immortale)
Per quanto tu mi possa amare − io ti amo di più.
(Lettera all’Amata Immortale)
I miei pensieri volano a te, mia Immortale Amata, ora lieti, ora tristi, aspettando di sapere se il destino esaudirà i nostri voti − posso vivere soltanto e unicamente con te, oppure non vivere più − Sì, sono deciso ad andare errando lontano da te finché non potrò far volare la mia anima avvinta alla tua nel regno dello spirito.
(Lettera all’Amata Immortale)
Ascolterò nel cielo
Applaudite amici, la commedia è finita
(Ultime parole di Ludwig van Beethoven prima di morire, 26 marzo 1827)