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Titanic è un film del 1997 diretto da James Cameron. Il film è interpretato da Leonardo DiCaprio e Kate Winslet nei ruoli di Jack e Rose, due membri di differenti classi sociali che s’innamorano durante il tragico viaggio inaugurale in mezzo all’oceano atlantico.
Titanic è uno dei film con maggiori incassi nella storia del cinema e detiene il record di vittorie ai Premi Oscar (11, nel 1998), insieme a Ben-Hur e Il Signore degli Anelli – Il ritorno del re.
Il critico cinematografico Lietta Tornabuoni scrive: “Titanic è un grande spettacolo, un film possente, un affascinante melodramma che mette insieme amore e naufragio, la forza della passione e la fragilità della tecnologia: e che smentisce uno dei luoghi comuni a cui si era più affezionati, l’idea che i ricchi irresponsabili viaggiatori del Titanic continuassero sventatamente a ballare mentre tutto affondava intorno a loro, la nave insieme con l’orgoglio industriale e con una società classista arcaica”.
Presento una raccolta delle frasi più belle del film Titanic. Tra i temi correlati Le frasi più belle del film Apocalypse Now e Le migliori 100 frasi e citazioni di film.
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Le frasi più belle del film Titanic
Sono trascorsi 84 anni, e ancora sento l’odore della vernice fresca. I servizi di porcellana non erano mai stati usati. Nessuno aveva mai dormito tra quelle lenzuola. Il Titanic era chiamato “la nave dei sogni”. E lo era. Lo era davvero.
(Rose anziana, iniziando a raccontare la sua storia)
Per gli altri era la nave dei sogni. Per me, era una nave carica di schiavi, che mi riportava in America in catene. Agli occhi degli altri ero tutto quello che una ragazza di buona famiglia doveva essere. Ma dentro, invece, urlavo.
(Rose anziana)
Avevo davanti agli occhi tutta la mia vita, come se l’avessi già vissuta. Un’infinita processione di feste, balli di società, yacht, partite di polo… Sempre la stessa gente gretta, lo stesso stupido cicaleccio. Mi sentivo sempre come sull’orlo di un precipizio, e non c’era nessuno a trattenermi, nessuno a cui la cosa importasse o che se ne rendesse almeno conto.
(Rose anziana)
Fabrizio: Che “scusa”?! Ma vaffanculo! Hai scommesso tutti i nostri soldi!
Jack: Scusa tanto, non rivedrai tua madre per un bel po’ di tempo… perché noi ce ne andiamo in America! [mostra le carte vincenti] Full, ragazzi! Wo-hoo!
Siamo i figli di puttana più fortunati del mondo, lo sai?
(Jack a Fabrizio, prima di salire sul Titanic)
Cal: Si può essere blasé riguardo ad alcune cose, Rose, ma non riguardo al Titanic. È almeno trenta metri più lungo del Mauretania, e molto più lussuoso. Sua figlia è davvero impossibile da sbalordire, Ruth.
Ruth: Ah, ah! Allora sarebbe questa la nave che dicono inaffondabile?
Cal: È inaffondabile. Dio stesso non potrebbe affondare questa nave.
Sono il re del mondo!
[I’m the king of the world!]
(Jack, sulla prua del Titanic)
Ah, lascia perdere, amico. Dovrai svuotare una miniera di carbone prima che tu possa avvicinarti a una come lei.
(Tommy rivolto a Jack che guarda ammirato Rose)
Jack: Se lei si butta, io sarò costretto a seguirla in acqua per salvarla.
Rose: Non dica sciocchezze. Morirebbe.
Jack: So nuotare benissimo.
Rose: Basterebbe l’impatto con l’acqua a ucciderla.
Jack: Bene non mi farebbe, non dico certo il contrario. Se devo essere sincero, mi preoccupa molto di più l’acqua fredda.
Rose: Quanto fredda?
Jack: Gelida. Forse un paio di gradi sopra lo zero. È mai… stata nel Wisconsin?
Rose: Cosa?
Jack: Be’, gli inverni da quelle parti sono tra i più freddi. Io sono cresciuto lì, vicino a Chippewa Falls. Ricordo, una volta, da bambino, io e mio padre andammo a pesca sul lago ghiacciato, vicino alle cascate. La pesca sul ghiaccio, sa, è quando…
Rose: So cos’è la pesca sul ghiaccio!
Jack: Mi scusi. Lei ha tanto l’aria di, come dire, di una timorata di Dio… Comunque, il… ghiaccio ha ceduto, e io sono caduto in acqua. E mi creda, cadere in acque gelide, come quelle laggiù, è come avere tutto il corpo trafitto da mille lame. Non riesci a respirare. Non riesci a pensare… a nulla, tranne che al dolore. Ed è per questo che non ci tengo a tuffarmi dietro di lei. Ma, come ho già detto, non ho scelta. Da una parte, spero che lei riscavalchi il parapetto, e mi risparmi quest’incombenza.
Rose: Lei è pazzo.
Jack: Non è l’unica a dirlo, ma… con tutto il rispetto che merita, signorina, non sono io quello appeso alla prua di una nave. Per favore, avanti, allunghi la mano. Non vorrà commettere una simile sciocchezza. [Rose afferra la mano di Jack e si gira] Mi chiamo Jack Dawson.
Jack: No, non stavo affatto pensando a questo. Stavo pensando a cosa possa essere accaduto a questa ragazza per arrivare a credere che non esista via d’uscita.
Rose: Praticamente tutto. L’intero mondo in cui vivo, e tutta la gente che ne fa parte e l’inerzia del mondo che si spinge in avanti e io che non sono capace di fermarla.
L’ho visto fare una volta in un cinema di terza visione, e non vedevo l’ora di rifarlo.
(Jack facendo il baciamano a Rose)
Ricorda: impazziscono per il denaro. Perciò fingi di possedere una miniera d’oro ed entrerai a far parte del club.
(Molly a Jack, istruendolo su come avere a che fare con i borghesi della prima classe)
Ruth: E a lei piace quest’esistenza priva di radici?
Jack: Be’, sì, signora, mi piace. Insomma, ho tutto quello che occorre proprio qui, con me. Ho aria nei polmoni e qualche foglio immacolato. Mi piace svegliarmi la mattina e non sapere cosa mi capiterà, o chi incontrerò, dove mi ritroverò. Proprio l’altra notte ho dormito sotto un ponte, e ora mi trovo qui, sulla più imponente nave del mondo, a bere champagne insieme a delle persone raffinate come voi.
Secondo me la vita è un dono, non ho intenzione di sprecarla. Non sai mai quali carte ti capiteranno nella prossima mano. Impari ad accettare la vita come viene. Così ogni singolo giorno ha il suo valore.
(Jack)
Ruth: Questo non è un gioco. La nostra è una situazione precaria. Sai che non abbiamo più denaro.
Rose: Certo che lo so. Me lo ricordi tutti i santi giorni.
Ruth: Tuo padre non ci ha lasciato altro che un elenco di debiti celato dal suo buon nome. E quel nome è l’unica carta che ci rimane da giocare. Non ti capisco. Tu e Hockley siete una coppia perfetta. Questo assicurerà la nostra sopravvivenza.
Rose: Come puoi mettermi un tale peso sulle spalle?
Ruth: Perché sei così egoista?
Rose: Ah, sarei io l’egoista?
Ruth: Vuoi vedermi lavorare come cucitrice? È questo che vuoi? Vuoi vedere le nostre belle cose messe all’asta? I nostri ricordi buttati al vento?
Rose: È così ingiusto.
Ruth: Certo che è ingiusto. Siamo donne. Le nostre non sono mai scelte facili.
Rose: Mi fido di te.
Jack: Va bene, apri gli occhi.
Rose: Sto volando, Jack!
Jack: Dove la porto, signorina?
Rose: Su una stella.
[Jack: Where to, Miss?
Rose: To the stars.]
Jack: Cos’è, uno zaffiro?
Rose: Un diamante. Un diamante rarissimo. Jack, voglio che tu mi ritragga come una delle tue ragazze francesi. Con questo addosso.
Jack: D’accordo.
Rose: Con solo questo addosso
Rose: Quando la nave attraccherà, io scenderò con te.
Jack: Ma è da pazzi…
Rose: Lo so, non ha senso… per questo ci credo.
Charles Lightoller: Non credo di aver mai visto un mare così calmo.
Smith: Piatto come una tavola. Non tira un filo di vento.
Charles Lightoller: Sarà ancora più difficoltoso avvistare qualche iceberg, senza lo scrosciare delle onde contro le sue pareti.
Iceberg! Dritto davanti a noi!
(Frederick Fleet)
Andrews: Le pompe fanno sì guadagnare tempo, ma solo pochi minuti. Da questo momento qualunque cosa facciamo il Titanic affonderà.
Ismay: Ma questa nave non può affondare!
Andrews: È fatta di ferro, signore. Le assicuro che può affondare! E affonderà. È una certezza matematica.
Smith: Quanto tempo abbiamo?
Andrews: Un’ora, due al massimo
Cal: Dove stai andando? Cosa? Da lui? Per fare la puttana di un topo da fogna?
Rose: Preferisco essere la sua puttana piuttosto che tua moglie!
Forse si annega meglio con la musica. Adesso so che sto in prima classe.
(Tommy ascoltando i violinisti che suonano durante il naufragio)
Indossiamo il nostro abito migliore e siamo pronti ad affondare da signori. Però gradiremmo un brandy.
(Guggenheim, ultime parole durante il naufragio, rifiutando di indossare il salvagente)
Signori, è stato un onore suonare con voi stasera.
(Violinista, ultime parole durante il naufragio)
Non so tu, ma io ho intenzione di scrivere una vibrante lettera di protesta alla White Star di quanto accaduto.
(Jack dopo l’affondamento della nave, con tono scherzoso)
Rose: Ti amo, Jack.
Jack: Non farlo. Non dire addio. Non ancora. Mi hai capito?
Rose: Sento tanto freddo.
Jack: Senti, Rose, tu te la caverai. Andrai avanti con la tua vita e avrai molti bambini. E li vedrai crescere. Morirai quando sarai vecchia, al calduccio, nel tuo letto. Non qui. Non stanotte. Non così. Sono stato chiaro?
Rose: Non sento il mio corpo.
Jack: Vincere quel biglietto, Rose, è stata la cosa più bella che mi sia mai capitata. Mi ha portato da te. E gli sono grato per questo, Rose. Gliene sono grato. Devi… devi farmi quest’onore. Devi promettermi che sopravviverai… che non ti arrenderai… qualunque cosa accada… per quanto disperata sia la situazione. Promettimelo adesso, Rose. E non dimenticare mai questa promessa.
Rose: Lo prometto.
Jack [ultime parole] : Non la dimenticare mai.
Rose: Non la dimenticherò, Jack. Non la dimenticherò mai.
Millecinquecento persone finirono in mare quando il Titanic sparì sotto i nostri piedi. C’erano 20 scialuppe nelle vicinanze, solo una di loro tornò indietro… Una! Sei persone furono salvate dall’acqua… una di queste ero io. Sei su millecinquecento. In seguito, le settecento persone sulle scialuppe non poterono far altro che aspettare. Aspettare di morire… Aspettare di vivere. Aspettare un perdono… che non sarebbe mai arrivato.
(Rose anziana)
Quella fu l’ultima volta che lo vidi. Si sposò ed ereditò i suoi milioni. Ma il crollo del ’29 colpì duramente anche i suoi interessi. Così, quell’anno, si infilò una pistola in bocca. Almeno così lessi.
(Rose anziana parlando di Cal)
Il cuore di una donna è un profondo oceano di segreti. Ma ora sapete che c’era un uomo di nome Jack Dawson, e che lui mi ha salvato, in tutti i modi in cui una persona può essere salvata. Non ho nemmeno una sua foto. Non ho niente di lui. Vive solo nei miei ricordi. (Rose anziana)
Lewis Bodine: Okay, ci siamo. Si schianta contro l’iceberg a dritta, giusto? E procede a sobbalzi, provocando delle falle tipo codice Morse – dit-dit-dit! – lungo la fiancata, sotto la linea di galleggiamento. Poi lo scomparto di prua comincia ad allagarsi. Ora, mentre il livello dell’acqua si alza, trabocca dalle paratie stagne, che, sfortunatamente, non superano il ponte E. Perciò, mentre la prua va giù, la poppa si solleva, all’inizio lentamente, poi sempre più velocemente, finché la nave si ritrova con tutto il culo per aria! Ed è un culone enorme! Stiamo parlando di venti, trentamila tonnellate, okay? Ora, lo scafo non è progettato per sopportare una tale pressione, perciò che succede? Si spacca, dritto giù fino alla chiglia, e la poppa cade all’indietro, in piano. Poi, mentre la prua affonda, trascina giù con sé la poppa verticalmente, e poi, finalmente, si stacca. Ora, la parte posteriore rimane lì a ballonzolare come un tappo di sughero per qualche minuto, si allaga e finalmente affonda intorno alle due e venti del mattino, due ore e quaranta minuti dopo la collisione. La parte della prua plana, fermandosi a circa mezzo miglio di distanza. Viaggia a circa venti, trenta nodi quando si schianta contro il fondale marino. Una ficata, eh?
Rose anziana: Grazie per la sua ottima analisi forense, signor Bodine. Naturalmente, vivere quell’esperienza è stato un pochino diverso.
Bodine: Incredibile. Smith se ne sta lì, impalato, con un avviso di allarme iceberg in quella cazzo di mano – mi scusi – in mano, e ordina di aumentare la velocità.
Lovett: Ci sono ventisei anni d’esperienza che lavorano contro di lui. È convinto che vireranno in tempo non appena avvisteranno qualcosa di voluminoso. Ma il timone è troppo piccolo per una nave di quella stazza. Non è in grado di virare in tempo. Tutte le sue informazioni sono errate.