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Alejandro Lanús nasce a Buenos Aires nel 1971. Nel 1990 comincia a lavorare come commerciale in diverse multinazionali fino a diventare capo delle vendite di “Radio Mitre”, una delle radio più importanti in Argentina. Nel 1999 dopo aver fatto lunghi viaggi in Oriente, decide di smettere di lavorare per dedicarsi a tempo pieno alla scrittura. In poco tempo si trasferisce in montagna, nella città di San Carlos de Bariloche (Río Negro) dove vive cinque anni. Nel 2007 si sposta a “La cumbre”, un villaggio di montagna situato nel dipartimento Punilla (Córdoba), luogo dove attualmente vive. Nel 2009, dopo aver subito un devastante incendio nella propria casa, pubblica Umbrales, una raccolta di aforismi. E’ anche autore di poesie.
Alejandro Lanús, che ha un pagina web personale ricca di testi, definisce i suoi aforismi come “stille di poesia” e anche “soglie”. “Ho pensato a ‘Soglie’ (‘Umbrales’ nella lingua originaria) come titolo, perché esse ci permettono di avanzare o retrocedere a proprio piacimento, potenziando o distruggendo così tutto il pensiero fertile o sterile. Una soglia è uno spazio che ci permette di essere nel bel mezzo di un’idea, in piedi su una linea, pronti ad avanzare o pronti a fuggire definitivamente”. E sempre a proposito dei suoi aforismi scrive che essi sono “ferite del pensare, pulsazioni di una verità sfuggente che ci pone davanti a soglie che si aprono in tutte le direzioni. Però esse convergono in un solo centro: l’approfondimento e l’esplorazione di se stessi”.
Nella scrittura aforistica di Alejandro Lanús si sente l’influsso dello scrittore argentino Antonio Porchia, autore di Voci, ma anche della tradizione orientale. Quella di Lanús è una sfida alla rappresentabilità del mondo attraverso uno lavorio e uno scavo nel linguaggio che tutte le volte sembra poter dire così poco e così tanto: “Andare a fondo, nelle crepe più profonde; dove non c’è linguaggio, ma dove tutto si ascolta” scrive in uno dei suoi aforismi Lanus. In questo viaggio dentro e al di là del linguaggio, l’autore mostra la pulsione (talora anche disperata) di “cercare negli opposti alcuni punti di riconciliazione”. Così il lontano è accanto al vicinissimo, la distanza si trova dentro l’unione, la luce nel buio, il linguaggio nel silenzio, il tutto nel nulla. L’aforisma si presenta come una soglia (appunto “umbrale”), dove vige la copresenza del senso e del non senso, del detto e del non detto, dove quello che sembra contraddizione diventa una scheggia di verità e quello che si apre in tutte le direzioni converge alfine verso il centro.
Presento al lettore italiano una scelta di aforismi di Alejandro Lanús tratti da Umbrales:
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Alejandro Lanús, Umbrales, Aforismi scelti
Imagino cosas
que no existen en este mundo,
pero que existen para este mundo.
No comprendo:
¿Por qué lo que existe para este mundo
no existe en este mundo?
Immagino cose
che non esistono in questo mondo,
però che esistono per questo mondo.
Non comprendo:
perché quello che esiste per questo mondo
non esiste in questo mondo?
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Llegar al fondo,
a las grietas más profundas;
donde no hay lenguaje,
pero donde todo se escucha.
Andare a fondo,
nelle crepe più profonde;
dove non c’è linguaggio,
ma dove tutto si ascolta.
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El no hacer,
que es mi hacer,
hace todo.
Il non far nulla,
che è il mio fare,
fa tutto.
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Cuando creo ser mi sostén
veo al cosmos sostenido por un hilo.
Quando credo di essere il mio sostegno,
vedo il cosmo sostenuto da un filo.
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Todo lo que no se inicia
es infinito.
Tutto ciò che non inizia
è infinito.
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Murió un amigo en común.
Murieron seres distintos.
Morì un amico comune.
Morirono essere distinti.
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Todas las ilusiones caben en una sola
mano
y una sola desilusión no cabe en una
cabeza.
Tutte le illusioni stanno in una sola
mano
e una sola disillusione non sta in una
testa.
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No me apoyo en ti,
por temor a que te derrumbes.
Y por no apoyarme en ti,
me derrumbo.
Non mi appoggio a te,
per timore che tu mi faccia cadere.
E per non appoggiarmi a te,
io cado.
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Quienes no seré
combaten con quienes seré,
y a veces vencen.
Quello che non sarà
combatte con quello che sarà,
e qualche volta vince.
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Mi padre, vivo, fue dos ojos
observándome;
muerto, es un centenar de ojos.
Mio padre, vivo, fu due occhi
osservandomi;
morto, è un centinaio di occhi.
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Cuando comprendo tu mirada
escucho tu verdadera voz.
Quando comprendo i tuoi occhi
ascolto la tua voce vera.
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Nos unimos en un mar de esperanzas
y nos perdemos en una ola de
desencantos.
Ci uniamo in un mare di speranza
e ci perdiamo in un’onda di
disincanti.
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El no deseo brinda aquello
que el deseo no sacia.
Il non desiderio brinda a quello
che il desiderio non sazia.
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Nada de lo que tengo en mis manos
me pertenece.
Ni siquiera mis manos.
Nulla di quello che tengo nelle mie mani
mi appartiene.
Neppure le mie mani.
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En mi nostalgia vive parte de tu olvido.
Nella mia nostalgia vive parte del tuo oblio.
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Un pensamiento sin voz. Libre.
Dislocado de su propio nombre.
Un pensiero senza voce. Libero.
Separato dal suo proprio nome.
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Le damos un nombre a todo.
Y todo cambia,
menos los nombres.
Diamo un nome a tutto.
E tutto cambia,
meno i nomi.
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Mis debilidades son tan fuertes
que no parecen debilidades.
Le mie debolezze sono così forti
che non sembrano debolezze.
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¿Qué debo darte?
¿Lo que siento o lo que necesitas?
Che cosa devo darti?
Quello che sento o quello di cui ha bisogno?
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No precisa ir a ninguna parte.
No está en ninguna parte.
Non c’è bisogno di andare da nessuna parte.
Non sta da nessuna parte.
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Me reprocho todas esas cosas que
no hice alguna vez, que son las
cosas que jamás podré hacer.
Mi rimprovero tutte quelle cose che
non ho mai fatto, che sono le
cose che giammai potrei fare.
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Si dejáramos de mirar hacia afuera,
hallaríamos lo infinito.
Se smettessimo di guardare fuori,
troveremmo l’infinito.
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Entre tanta insatisfacción
a veces nos satisface el mal.
In mezzo a tanta insoddisfazione
a volta ci soddisfa il male.
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Me has dado tu único pan:
recibí todo.
Y algunos creen
que me has dado sólo un pan.
Mi hai dato il tuo unico pane:
l’ho preso tutto.
E alcuni credono
che mi hai dato solo un pane.
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Cuando uno no hace nada,
está dejando que todo suceda.
Quando uno non fa nulla,
sta lasciando che tutto succeda.
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Quienes rezan de noche
no siempre buscan a Dios…
A veces buscan el sueño.
Coloro che pregano durante la notte
non sempre cercano Dio …
A volte cercano il sonno.
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Conozco mil maneras de calmar tu
angustia,
y no hallo una sola que calme la mía.
Conosco mille maniere per calmare la tua
ansia,
e non ne trovo una sola che calmi la mia.
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Si pienso en la nada,
ya no existe la nada.
Se penso al nulla,
già non esiste il nulla.
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Una caja de espejos
que encierre lo que no fuimos.
Una scatola di specchi
che racchiuda ciò che non fummo.
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Moriría por ti.
Pero no moriría por lo que tú mueres.
Morirei per te.
Però non morirei per quello per cui tu muori.
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Sólo miras al cielo cuando sucumbes en
la tierra.
Guardi il cielo solo quando soccombi nella
terra.
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Me sostengo donde nada se sostiene.
Mi sostengo dove nulla si sostiene.
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Conozco las memorias de los que
nunca habitaron el nacer.
Conosco le memorie di quelli che
mai abitarono il nascere.
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No saber decir nada
y perecer habiendo hecho todo.
Non saper dire nulla
e morire avendo fatto tutto.
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Estoy sumido en el sueño de mi sueño.
No despierto.
Sto dormendo nel sonno del mio sonno.
Non mi sveglio.
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Hacer un hueco en el sol
para abrir la mirada por última vez.
Fare un buco nel sole
per aprire gli occhi per l’ultima volta.
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Una dosis de irrealidad me mantiene
vivo.
Una dose di irrealtà mi mantiene
vivo.
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Conquistar los deseos destruye para
siempre
el ánimo que teníamos antes de
abrazarlos.
Conquistare i desideri distrugge per
sempre
l’animo che avevamo prima di
abbracciarli.
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Todo me habita,
excepto yo.
Tutto mi abita,
eccetto io.
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Cuando creía comprender la muerte,
me acarició;
volví a confundirme.
Quando credevo comprendere la morte,
ella mi accarezzò;
tornai a confondermi.
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El agua es una piedra blanda
que fluye en nuestros ojos.
L’acqua è una pietra bianca
che scorre nei nostri occhi.
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Estuve a un paso de lo infinito.
Y por no haber dado un paso más,
ahora doy infinitos pasos.
Ero a un passo dall’infinito.
E per non aver fatto un passo ulteriore,
ora faccio passi infiniti.
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Cuando sólo nos habitan los recuerdos
comenzamos a envejecer.
Quando ci abitano solo i ricordi
cominciamo a invecchiare.
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Toda la vida
para llegar al instante en que te ibas.
Tutta la vita
per arrivare all’istante in cui te ne andavi.
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¿Habrá que vaciarse de todo
para llenarse de todo?
Bisognerà svuotarsi di tutto
per riempirsi di tutto?
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En el umbral de la mirada
descubrí qué poco usamos los ojos.
Sulla soglia dello sguardo
ho scoperto quanto poco usiamo i nostri occhi.
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En el silencio de mi padre
hallé su verdadera voz.
Nel silenzio di mio padre
ho trovato la sua vera voce.
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El cosmos me pregunta por qué
pregunto.
Il cosmo mi domanda perché
domando.
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Nos fundimos en un abismo.
Para no caer.
Ci appoggiamo a un abisso.
Per non cadere.
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Adonde miran mis ojos
nuestro espacio no llega.
Dove guardano i miei occhi
il nostro spazio non arriva.
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La imaginación puede que no exista,
y que todo sea recuerdo del olvido.
L’immaginazione può essere che non esista,
e che tutto sia ricordo dell’oblio.
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Moriré por todo.
Cuando muera,
todo habrá sido un sueño.
Morirò per tutto.
Quando muoio
tutto sarà stato un sogno.
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Nada en mí, sólo vacío.
Todo en mí, sólo vacío.
Nulla in me, solo vuoto.
Tutto in me, solo vuoto.
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Llegar al centro del nacer antes del
nacimiento,
para dialogar con la muerte.
Arrivare al centro del nascere prima della
nascita,
per dialogare con la morte.
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Nadie te ve como en realidad eres.
Pero es así como te quieren:
como cada uno te ve,
y no como eres.
Nessuno ti vede come sei veramente.
Ma è così come ti vogliono:
come ognuno ti vede,
e non come sei.
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Resistiendo al mundo en mí.
Y a mí en el mundo.
Resistere al mondo in me.
E a me nel mondo.
Felicidades Alejandro una bella seleccion de aforimos realizada por Fabrizio, ya no me siento tan sol oen esta página con otro sudamericano. Un abrazo amigo.
Carlos Saavedra Weise
belli…
tra l’altro questo gioco sempre paradossale:
non so bene cosa voglia dire (avrò tempo per riflettrci, penso), ma più leggo gli autori che il blog sta facendo conoscere, più mi sembra che pur nelle differenze una unitarietà (almeno di “sentido”) di fondo tra gli aforisti ancora esista e che si potrebbe tracciare una distanza del tipo “l’aforisma è hegeliano, il frammento francofortese” (per tornare sull’annosa questione…)
però son pensieri in libertà, che non riuscirei a chiarirmi pi di così per il momento
Un filo conduttore in Aforisticamente effettivamente esiste, ma, per il momento, anche io faccio fatica a chiarirmi le idee… Diciamo che l’identità del filo conduttore si potrebbe ottenere per negazione: lontano sia dal modello del frammento (Adorno, ma anche Pascal Quignard) che da quello della battuta…
penso che con hegeliano volesi dire qualcosa di simile… un modo di tradurre il modo di dire “tondo” dell’aforisma: che resta un detto completo, pur parlando del fuori, in sè stesso – cioè: è impensabile fuori dalla luce di una totalità (che non dico riesca necessariamente a ottenere, o anche solo pensi ottenibile, ma che quantomeno percepisce come pensabile: anche se racchiusa in un senso di malinconiadi perdita originale, come mi sembrano alcuni di quelli riportati:
Nulla di quello che tengo nelle mie mani
mi appartiene.
Neppure le mie mani.), mentre il frammento, la battuta, in maniera diversa (la battutra semplicemente perchè gli scherzi, le barzellette invecchiano veramente in fretta, credo) non si distraggono dal contingente (o forse sono il modo di dire la verità di un contingente: il momento puramente negativo)
però anche qui, son divagazioni… e non so se porteranno a qualcosa, prima o poi
Concordo su questa riflessione.
Aforista incantevolmente sfuggente. Concordo con Fabrizio sulle reminiscenze Zen [si veda a titolo di esempio l’esicasmo di “Tutto ciò che non inizia/è infinito” o il memorabile “Se penso al nulla/già non esiste il nulla”]. Come autore argentino dubito non abbia mai letto Cortázar, i suoi labirinti della mente, i suoi letterari nastri di Möbius.
Somos pocos los autores, pero casi todos intensos y eso vale mucho. Carlos S. W. gracias por tu gesto de presentarme a Fabrizio y a participar de esta página sobresaliente de la lengua italiana dedicada enteramente al mundo de los aforismos, es increíble, pero es real, existe gracias al amor de sus integrantes.
Alejandro Lanús
Quiero agradecer vuestros comentarios, pero sobre todo valoro enormemente la traducción al italiano de Fabrizio Caramagna, el esfuerzo cotidiano que hace para salvar del olvido los aforismos de distintas lenguas, en un idioma dulce y musical como es el vuestro. Me honra participar de esta intensa página: es un ejemplo para todas las lenguas. Saludos a todos!!!
“Se smettessimo di guardare fuori,
troveremmo l’infinito” Bellissimo e quanta verità in questo e in tutti i suoi pensieri, ad ogni lettura i suoi aforismi mi regalano forti e vere emozioni! Si trova il suo libro qui in Italia???
E’ stato già tradotto e pubblicato in Italia?
Gentile Loreley, qui in Italia il genere aforistico è totalmente ignorato dalla nostra editoria e critica letteraria. A parte le “stupide” antologie di aforismi e battute sulle felicità e sull’amore, in libreria non c’è praticamente nulla. Basta andare in una qualunque libreria per vedere gli scaffali pieni solo di romanzi e gialli e fantasy e spy story etc, etc…
Partendo da questo vuoto culturale ho fondato la collana editoriale Aforisticamente che si propone di pubblicare testi di aforisti internazionali contemporanei. Il primo volume della collana è l’antologia dell’aforisma serbo che verrà pubblicata a breve.
Purtroppo i costi sono alti e il budget limitato, però la mia idea di pubblicare in futuro, se non singoli autori, almeno una antologia dell’aforisma in Sud America tra cui anche Alejandro Lanus di cui in lingua italiana, a parte la mia traduzione, non c’è niente.
Muito Bom artigo. Costumava procurar constantemente blogs sobre novelas de Portugal e nunca encontro um blog com informacao tao detalhada como aqui.