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Silvana Baroni è medico psichiatra e psicoanalista junghiana, vive a Roma.
Ha scritto testi teatrali, ha pubblicato racconti e poesie su varie riviste letterarie e in volume e ha partecipato a numerose mostre in cui ha esposto le sue creazioni di grafica e pittura. Come aforista ha pubblicato nel 1992 “Tra l’Io e il Sé c’è di mezzo il me“, raccolta di aforismi e disegni umoristici per il Ventaglio edizioni, nel 1997 “Acquerugiola-acquatinta“, raccolta di grafiche ed haiku per l’edizioni dell’Oleandro e nel 2007 “Laccati di cristallina neppure i fossili sono più quelli di una volta“, edizione Quasar (quest’ultima raccolta si è classificata al secondo posto nel Premio internazionale per l’aforisma Torino in sintesi 2010”).
Sul rapporto tra letteratura e psicoanalisi sono stati scritti migliaia di libri. Più inesplorato e ricco di spunti il rapporto tra psicoanalisi e scrittura aforistica.
Prima di Silvana Baroni, altri due psicoanalisti si sono cimentati nel genere aforistico: Davide Lopez (nato a Bari nel 1925) che ha scritto due libri (“Al di là della saggezza, al di là della follia. Diario di uno psicoanalista” e “Il mondo della persona“) e Cesare Viviani (nato a Siena nel 1947) che ha scritto diversi libri aforistici tra cui “Pensieri per una poetica della veste” e “Il sogno dell’interpretazione”. “Una critica radicale dell’ideologia psicanalitica“.
E la stessa Silvana Baroni che in una sua lettera mi chiarisce la sua vocazione artistica ed approfondisce il rapporto tra psichiatria-psicoanalisi e scrittura aforistica, scrivendo che “l’aforisma mira al centro dei problemi, alla retta fra due punti”, ma è anche “un sorridere insieme agli altri” (“Direi che l’aforisma mi è congeniale, congeniale al mio carattere di persona pratica, che mira al centro dei problemi, alla retta fra due punti, ma anche congeniale all’esigenza, in un certo senso goliardica, del sorridere assieme agli altri in un gioco divertente, di divertita competizione. E poi ho sempre ammirato chi fosse in grado di affermare verità profonde senza aver bisogno di sproloqui da pavone forbito“).
Nel descrivere il modo in cui è arrivata all’aforisma, Silvana Baroni parla del rapporto ambivalente tra gioco e vizio (innocuo). “Ho iniziato a scriverne quasi fosse un gioco, successivamente un allenamento per stanare pregiudizi e condizionamenti vari, poi ho continuato perché è diventato un vizio. Un vizio innocuo ( spero) che mi consente di esercitare il pensiero ma anche l’estro immaginativo; insomma mi alleno a trovare quel centro in cui il contenuto e la forma si equivalgono o per lo meno non litigano. Anche nella grafica amo, utilizzando una linea ininterrotta, descrivere la silhouette di un corpo, ma anche di un comportamento, addirittura di uno stato psichico“.
Aforisma e psichiatria hanno il comun denominatore nella ricerca “del dire chiaro” e “del dire col sorriso verità scottanti, addirittura tragiche”. Ecco cosa scrive ancora l’autrice: “Ovviamente, per quanto detto finora, si intuisce bene come anche il mio lavoro di psichiatra-psicanalista non l’abbia scelto a caso. Il desiderio di ricerca, di decifrazione dei comportamenti, si lega inevitabilmente alla speculazione filosofica, ma anche all’utilizzo di quella parte intuitiva che si esprime nell’arte e che ronza intorno alla psiche umana perché ne è affascinata. La mia professione si basa ovviamente sul credo che tutti gli uomini, se pur con differenze a volte notevoli, siano simili; quindi la ricerca di quel denominatore comune che ci unisce è anche un credo religioso, un piacere profondo per l’incontro, per la costituzione di un linguaggio attraverso cui dirci le poche verità che conosciamo, a volte col sorriso, a volte ( e perché no) con un pugno allo stomaco. Ritengo che una attenta e misurata ricerca della forma estetica sia assolutamente necessaria per consentirci di dire col sorriso verità scottanti, addirittura tragiche. E credo sia proprio questa ricerca del “dire chiaro” la necessità autocritica che caratterizza l’uomo in quanto “sapiens”).
Analizzando la silloge aforistica “Laccati di cristallina neppure i fossili sono più quelli di una volta” (un titolo profondamente evocativo), e prendendo spunto proprio da un aforisma di Silvana Baroni ( “per uno stile veramente libero, è bene avere pratica di quello anfibio della rana“), a proposito della scrittura di questa silloge mi viene da parlare, non so se in modo improprio, di “aforisma anfibio” e di “aforisma visivo“. L’autrice si muove tra scrittura aforistica e creazione visiva, perfettamente a suo agio nei due ambienti così differenti tra di loro ( le immagini del libro sono tutte disegnate da Silvana Baroni, che ha partecipato a numerose mostre in cui ha esposto le sue creazioni di grafica e pittura). Nel libro, (un libro-oggetto per la sua bellezza), si alternano così pagine con sette serie di aforismi e pagine dove invece c’è un unico aforisma accompagnato dai disegni dell’autrice: una immagine in bianco e nero ( “una linea ininterrotta che descrive la silhouette di un corpo, ma anche di un comportamento, addirittura di uno stato psichico” come scrive Silvana) oppure da una immagine a colori dove la linea quasi scheletrica lascia il posto a una forma decisamente piena (forse è una mia impressione ma gli aforismi più spirituali hanno una immagine piena e colorata, gli aforismi più scettici e velenosi che mettono a nudo alcuni comportamenti dell’uomo una silhouette in bianco e nero).
L’aforisma visivo di Silvana Baroni va inquadrato all’interno dei profondi cambiamenti che hanno modificato la struttura tradizionale dell’aforisma. A scorrere le sillogi aforistiche a partire dalla seconda metà del 900 si può vedere come l’eredità della tradizione moralistica francese (le Maximes di La Rochefoucauld) sia stata affiancata da forme del tutto differenti: la gregueria di Gomez de la Serna, l’aforisma poetico di Renè Char, l’aforisma taoista di Antonio Porchia, la permutazione ludica dei surrealisti francesi, il frammento nichilista di Emil Cioran, la aforisma spettinato di Stanislaw Lec, soltanto per citare alcuni tra i tanti modelli.
L’innovazione non è solo nei contenuti, ma anche nella forma grafica. Così accanto all’aforisma tradizionale, impaginato uno dopo l’altro nella pagina bianca, sono nate diversi modelli aforistici: il racconto in forma aforistica (il serbo Ilja Markovic ha scritto un racconto composto di 60 aforismi), l’aforisma in versi, il romanzo aforistico di Giuseppe Pontiggia). Tra i diversi nuovi modelli aforistici uno dei più diffusi è senz’altro “l’aforisma visivo” che ha visto in Gomez De La Serna il primo a sperimentarne questa forma particolare. Ecco un esempio:
Un altro modello è senz’altro Roland Topor dove l’immagine accompagna l’aforisma o dove l’immagine stessa è un aforisma. In Italia abbiano Alberto Casiraghy nei cui aforismi parole, disegni, dipinti e piccole opere d’arte sono spesso compresenti e in dialogo tra loro.
In nessuno di questi autori che ho citato c’è però un legame così stretto tra aforisma e immagine, tra libro aforistico e libro visivo come in Silvana Baroni.
Nella introduzione al suo libro Silvana Baroni riporta i frammenti di pensieri di alcuni scrittori, filosofi, artisti: due di essi, in particolare, sembrano spiegare in modo lucido il rapporto tra immagine e aforisma: (“Vedere è una esperienza. Sono le persone che vedono, non i loro occhi a vedere” N.R. Hanson) ( “Il disegnare induce la mente creativa a esporre i propri meccanismi. Il disegnare dischiude il cuore del pensiero visivo, risveglia magicamente l’immaginazione. Il disegnare è un atto di meditazione” Edward Hill)”. Esporre i meccanismi del pensare, risvegliare magicamente l’immaginazione, disegnare come atto di meditazione. In questi tre concetti mi sembra di poter cogliere anche l’essenza dell’aforisma visivo di Silvana Baroni.
Per non tediare oltre il lettore del mio blog con le mie “teorizzazioni aforistiche”, voglio riportare una selezione di 25 aforismi tratti dal libro di Silvana Baroni. Quello di Silvana è un aforisma visivo, ma anche tagliente, talora senza pietà, che cerca sempre di pensare a lato rispetto al pensiero ovvio dell’uomo (“Per riuscire a inventare è necessario pensare a lato (à côté)” scrive l’autrice citando Etienne Souriau):
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Silvana Baroni,
Laccati di cristallina neppure i fossili sono più quelli di una volta“, edizione Quasar, 2007
Gli uomini non fanno la storia, la secernono
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Se in democrazia ci lasciano parlare, questo non vuole dire che ci ascoltino.
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La seconda metà della vita o è finalmente la prima o è inesorabilmente l’ultima.
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L’astemio è un uomo ebbro di precauzioni.
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La profusione di profumi ovunque… ha deodorato i ferormoni
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Di delega in delega si è giunti alla barbarie menefreghista
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Chi punta all’osso nutre solo scheletri.
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Chi si lamenta che gli pestano la coda, dovrebbe chiedersi perché ancora ha la coda.
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Se c’è folla, prima o poi c’è guerra.
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Più gli interrogativi sono granitici, più le risposte sono piume.
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Ogni bugia per metà è vera.
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A che serve donare il sangue, se ormai siamo tutti “nervi”?
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Come il pensiero non sta dietro la fronte, così la sessualità non sta dietro il pube.
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Quel che più esaspera di un tradimento subìto, è la sua fondatezza.
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L’eternità è il luogo dove il tempo è innamorato.
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Si dovrebbe parlare solo alla presenza di un vocabolario.
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Perché prendersela con la nebbia, se ormai c’è passata la voglia di guardarci intorno?
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L’infelicità è la vetta di un alpinismo senza cielo.
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Perché pregare, se si può fare?
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La vita è musica. Chi ama Mozart e chi lo sgocciolio del rubinetto.
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La castità è un peccato di arroganza, per giunta solitario.
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E se invece del Big Bang… fosse stato un Supremo Orgasmo?
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Fraintende la vita, chi crede che l’anima non sia fatta di sangue.
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La vita è una nevralgia: il nervo batte dove Dio vuole
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Dio è l’incudine, su cui forgiamo inutilmente le nostre domande.
Non so se dipende dalla scelta degli aforismi riportati, ma mi sembra che sia molto corretto il punto sulla definizione visiva di questi aforismi, perchè lo stile “anfibio” dell’autrice mi sembra venga proprio fuori dal rapporto con l’immagineil disegno e non salterebbe all’attenzione se fosse presente il solo aforisma scritto. (Insomma è una cosa diversa rispetto le greguerias dell’altro articolo, perchè lì spesso la componente visiva esaurisce l’aforisma senza bisogno dell’immagine a lato che ha una funzione chiarificatrice nei casi più “dubbi”, intendo cose come: “La U è la serratura dell’alfabeto”, per fare un esempio). È molto bella questa cosa del disegno
Concordo perfettamente con quanto da lei detto.
A dire la verità, a causa dei limitati mezzi del mio blog, sono riuscito a rendere solo in piccola parte quella che è la bellezza visiva del libro di Silvana Baroni, che è un libro di aforismi, ma anche (nell’impaginazione e nell’uso della carta) un libro d’arte.
F. Caramagna
Per rispondere ad una tua osservazione: l’articolo è esattamente come dev’essere, nel senso che ci sono alcuni autori creativamente poliedrici che, se non vengono descritti per intero, non si rende loro giustizia. Qui c’è (ovviamente in sintesi!)tutto il senso della sua opera, dunque non esiste né un esubero di parole, né d’immagini. Personaggio molto interessante, Silvana; non c’è che dire!
Aforismi, immagini, grafica, tutto di grande qualità, ottimo gusto, eleganza di pensiero. Conosco altri lavori di Baroni, la maggior parte della gran mole della sua creatività, e sempre provo uno “spostamento”, un solleticamento dell’intelligenza, un’aggiunta di quel qualcosa che interiormente sapevo, ma che lei ha saputo tirarmi fuori. Compilimenti “estremi”, voglio allora dire!
Cristina Annino.
Gli aforismi di Silvana Baroni sono un arricchimento e uno spunto profondo e divertente per cambiare prospettiva, angolazione, atteggiamento… per guardare alla vita con un occhio diverso. In me le letture di questi aforismi suscitano anche una gande energia…sarà che penso a quella inesauribile dell’autrice! Personalmente leggo sempre prima gli aforismi e poi guardo le immagini: i primi mi fanno riflettere sorridendo, i secondi mi fanno perdere nella fantasia! Vorrei poter dire molto dell’ammirevole eclettismo “baroniano”, ma le opere di Silvana Baroni….parlano benissimo da sole!
Sì è vero, la sensazione che si prova è proprio quella di uno “spostamento”, come scrive Cristina Annino.
E concordo anche sull’ammirevole “eclettismo baroniano” come scrive Barbara Vivanti.
I 25 aforismi sono nella loro sintesi di una completezza di contenuto universale. Spiritosi, graffianti, ironici bene si armonizzano con la grafica e la pittura. Questi aforismi sono come il sale che da sapore alle cose, fanno riflettere con un sorriso sulle anomalie e le aporie del nostro essere e del mondo.
E’nel tempo della crisi che l’intelligenza sulfurea dell’aforisma di Silvana Baroni ci soccorre con freddure piene diestrosa saggezza.scorrendo la sinergia di parola/immagine sim offre al lettore la possibilità di ritrovare in un’arte antica il piacere carnevalesco del riso rablesiano. L’abc della vita, il magma della realtà vista da chi della specie homo sapiens indaga il profondo, ilteatro delle mille ombre dell’anima che nell’inferno7paradiso degli altri non rinunciae anzi si salva ritrovando la follia del gioco! e lo fa con graffi di luce, brevi, intensi che, proprio nella loro essenzialità, lasciano il segno! Parole piene di pensiero lampeggiante la complessità, offerte però come colorato brindisi nel treno della vita feriale.
cosa dire di commento, a mia volta, e di risposta , a così lusinghieri interventi? grazie di cuore! Soprattutto per aver inteso la finalità vera del mio gioco-serio, che vuol essere una mini rivoluzione personale (comunicabile a chi vuole ) a molti condizionamenti socioculturali (spesso definiti ideali) che invece ingabbiano la libertà umana.
cosi è una donna quando schiude ogni fiore della sua esistenza……la Baroni incarna una baronessa della meraviglia
I graffi di luce di Silvana Baroni
Nel tempo della crisi la solfurea intelligenza aforistica di Silvana Baroni soccorre e provoca con graffi di luce. La saggezza del riso prende quota. La carnevalizzazione del reale ridefinisce attraverso sinergie di lineedi arte- parola, la possibilitàdi direcon freschezza il pericolo di una omologata modernità. La parola, complice un’arte antica, riemerge oggi come filososofia poesia e lampeggia forte la complessità, l’inferno- paradiso della specie sapiens che vive, grazie a questa indagatrice sorridente e razionale del profondo, occasioni sferzanti di colorati brindisi nel feriale treno della vita.
Paolo Carlucci
Taglienti, seduttivi,stupefacenti, fulminanti, desideranti. Attendono il reale al varco. Illuminano il momento d’essere, lo incorporano nel simbolico e lo fanno parlare in una lingua, che fruga nel fondo di sè per dire la sintassi elementare dello stare al mondo. Catturano il desiderio e lo distillano in gocce di verità, traslucide di milla riverberazioni. Parole e immagini legate nel gioco struggente della vita. L’arte di Silvana Baroni è un immenso spazio di libertà, privo di obblighi e di gratitudine, ricco, invece, di prospettive aurorali.
“Fraintende la vita, chi crede che l’anima non sia fatta di sangue.”
Quanta ampiezza c’è nella brevità di queste parole (ad esempio). Trovo che questi aforismi siano il vertice sublime di un iceberg profondo, e tocchino in punta di fioretto argomentazioni diverse, senza mai perdere quel velo di ironia che li racchiude. Ma non mancano di quella forza tellurica che si sprigiona piano, senza far rumore, ma lasciando echi…tra le parole.
(Giunta qui su invito di Paolo, porgo i miei più cari saluti ai padroni di casa)
Porgo a mia volta i saluti all’ultima arrivata Ireneleo e a tutti coloro che hanno voluto condividere, in modo così lucido e generoso, le loro riflessioni e i loro commenti (mai un articolo del mio blog ne ha ricevuti così tanti segno di un forte interesse per l’opera artistica di Silvana Baroni).
Felice davvero per la mia straordinaria amica silvana!
Io in Silvana Baroni ho sempre intutito il rifiuto di fare ‘buon viso a cattivo gioco’ ma la volontà,di fare ‘il viso giusto al tipo di gioco in ballo’.
Ai ‘perchè?’ e ai ‘come?’ che hanno forse rovinato, ma soprattutto riempito la vita di tanti artisti e scienziati, in Baroni io vedo anche il coraggio della meraviglia,il valore riempitivo della meraviglia senza giudizio, la mancanza dell’arrogante ‘dover spiegare’ pur, essendo una scienziata, esssendosi sempre spinta lìddove la spiegazione era doverosa e lecita.
Un ultima cosa.
La Baroni morale, non passa attraverso le categorie del ‘buono’ e del ‘buonismo’.
In questo senso il ‘voler sorridere insieme’ a cui i suoi aforismi mirano, io li vedo come un tentativo riuscito di fare comunità attraverso unità di intenti e non mutuo soccorso.
Andrea Romagnoli
Credo che la cosa più sensazionale-e altrettanto vera-che si possa dire sugli aforismi di Silvana è che sono unici nel loro genere, perché riescono ad unire, talvolta senza il minimo scarto, la componente sentenziosa (che diremmo “sacra”, sapienzala) e quella giocosa, motteggiante (che diremmo “laica”).
Questi Aforismi insomma rappresntano un astuto “buon senso”, che esteso in forme culturali più diramate e frequentate, rappresenterebbe quella “Cultura alta ed altra” che purtroppo non si è mai popolarmente istaurata, e che troviamo nelle grosse intelligenze critiche e psico analitiche della vecchia “contestazione”, che hanno anche provato a “trattenere” importanti lasciti delle Tradizioni.
complimenti da paolo borzi.
E’ vero quanto scrive Andrea Romagnoli: “La Baroni morale, non passa attraverso le categorie del ‘buono’ e del ‘buonismo’.
In questo senso il ‘voler sorridere insieme’ a cui i suoi aforismi mirano, io li vedo come un tentativo riuscito di fare comunità attraverso unità di intenti e non mutuo soccorso”.
Ed è anche vero che negli aforismi di Baroni, come scrive Paolo Borzi, si unisce la componente sacra (penso soprattutto agli aforismi della parte finale del libro) con la componente laica, più giocosa e motteggiante.
Negli aforismi di Sivana Baroni emerge una cultura profonda stratificata nel tempo attraverso la meditazione di sapienti pagine di scrittori e filosofi che è diventata sangue e carne. Si coglie in lei una sulfurea intelligenza nel sapere osservare la realtà con un sorriso di comprensione ma anche con una stilettata alla vanagloria dei soloni.
Il bello degli aforismi di Silvana è la loro perfetta inutilità, caratteristica di tutte le cose che hanno in sé stesse la propria ragion d’essere.
Oltre che come regali di Natale, quindi, possono essere usati come obelischi senza iscrizioni sulla via di quelli che cercano avendo una gran paura di trovare.
Ovviamente parlo di me.
Decebalo.
…sei eccezionale Silvana! i tuoi aforismi visivi mi hanno sempre colpito ! Ti ho messo sulmio sito FB. Ciao Stefano
L’opera di Silvana Baroni sulla quale mi sono soffermata più a lungo e che mi accompagna in questa riflessione è ‘L’eternità è il luogo dove il tempo è innamorato.’ Questo aforisma, coniato dal romanticismo e che ogni romantico avrebbe voluto scrivere, ha il potere di mostrare il tempo compreso della memoria e, con spavalderia, non posseduta dai romantici, lo conferma con il dipinto. Nel dipinto c’è una zattera in mezzo a una calmissima acqua azzurra che s’incrocia con l’orizzonte senza urti di continuità e di colori. E’ invece la zattera che si espone vitale. Presente perché contagiata dal disordine e dal non bello, meravigliosa per la potabilizzazione del quotidiano che la rende intensa. La zattera, che ha alla base un colore sbiadito, è circondata da una staccionata traballante e ‘impura’, che protegge un divano nero coperto di bianco. Il divano si lascia indagare: è il luogo delle confessioni più intime e degli incontri sessuali che le purificano ed è l’oggetto che più raccoglie gli scambi di pensieri, dall’oriente prima all’occidente oggi.
‘L’eternità è il luogo dove il tempo è innamorato’ è una bella espressione di una verità inconfutabile, renderla visibile è arte.
Silvana Baroni l’ha dipinta in una dimensione frontale comunicata con forza a chi l’osserva.
Gentile Anna Maria Mazzoni. Grazie per il bellissimo commento. La Sua email appare di default nei commenti della piattaforma WordPress, ma come da Lei richiesto adesso non è più visibile.
..il tutto veramente interessante…
Ringrazio Laura Forni e tutti gli altri commentatori che hanno arricchito questo mio articolo su Silvana Baroni.
Segnalo anche che sul blog http://lapoesiaelospirito.wordpress.com/ ogni settimana ci sarà un aforisma visivo di Silvana Baroni.
Mentre sul sito di Armando Adolgiso c’è una nuova intervista a Silvana Baroni
http://www.nybramedia.it/
Cara Silvana, grazie! La sua “attenta e misurata ricerca della forma estetica, necessaria per consentirci di dire col sorriso verità scottanti, addirittura tragiche” è servita per farmi capire ed accettare, con sorprendente leggerezza d’animo e col sorriso, che essere un “uomo di pongo” o addirittura un “uomo di merda” non solo non è una tragedia ma ci aiuta a scendere da quel pero su quale ci saremmo voluti impiccare.
ringrazio sempre e con affetto Fabrizio che generosamente dà ancora informazioni su di me e i blog che mi ospitano. e ringrazio vivamente coloro che intervengono, in particolare alcuni che non conosco, o meglio non riconosco che però mi danno una profonda sensazione di appartenenza. comunicare, in qualsiasi modo lo si faccia, è per comunicare!!!!!!
Immagino questa scenetta; Silvana Baroni bloccata in montagna da sola in una baita.
Un fuoco un pò moscio , un libro di Ayn Rand o di qualsiasi filosofo oggettivista,la necessità di scegliere tra il passare una notte senza lettura, e la possibilità di ravvivare il fuoco.
Tenderei fortemente ad essere pessimista riguardo la sorte del libro razionalista-oggettivista.
Convinzioni incrollabili, e assiomi, sono immersi nella “liquidità” di Silvana Baroni, che alla fine ,applica un processo di erosione su ciò che non riesce a sommergere.
Nessun nichilismo , nè disprezzo nei confronti della ragione, ma un puntuale rimettere l’uomo al suo posto nei confronti del mondo , della natura, della vita.
Qui e lì, un sorriso più meravigliato che mesto, l’interfacciarsi continuo con il fattore ‘tempo’, a volte tollerato di malavoglia da Baroni, che sfreccia fluida e un pò nervosa, ma mai irrispettosa, nei meandri di un universo di cui lei sopporta a volte con difficoltà, certa lentezza ‘burocratica’.
….a volte il logòs della Baroni ,va avanti, nonostante tutto taccia;Baroni compresa.
L’aforistica, per me, è una materia totalmente nuova: grazie per avermela fatta conoscere.
leggendo gli aforismi di Baroni Silvana: è sdoppiare l’idea e ricomnporla con l’idea stessa.
Un graditissimo presente all’inizio dell’anno, il pensiero di Piero Meliconi!
Che del resto già mi pare, per come si esprime, ben predisposto a cimentarsi con l’aforisma.
L’idea di aver potuto contribuire a incuriosirlo, mi onora e mi soddisfa profondamente.
Quindi, ben arrivato in questo blog, interessantissimo e superbamente condotto dall’amico Fabrizio.
Approfitto per scusarmi con Andrea, per non aver letto e quindi non risposto ai suoi delicatissimi e graffianti ritratti che fa della sottoscritta. Lo ringrazio per l’intelligenza, lo stile, e la sapiente freschezza letteraria con cui mi descrive, uomo come pochi capace di perdono con tutti, e quindi inevitabilmente generoso nei confronti di una donna sbadatissima , sì, ma che gli vuole un gran bene.
silvana
Guardando le opere di Silvana Baroni : è come guardare il film di alcuni particolari della propria
vita: ciò si può fare solo se hai installato uno schermo di cristallo nella propria mente.
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