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Le frasi più belle del film L’attimo fuggente

L'attimo fuggente film - Aforisticamente

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Tra le frasi e le citazioni di film più cliccate e cercate, bisogna sicuramente ricordare L’Attimo fuggente (1989) con protagonista il compianto Robin Williams nei panni del professor Keating. Presento qui di seguito una raccolta delle frasi più belle del film “L’attimo fuggente”. Tra i temi correlati si veda Frasi, citazioni e aforismi sul cinema.

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Le frasi più belle del film L’attimo fuggente

l'attimo fuggente

“Perché sono salito quassù? Chi indovina?”
“Per sentirsi alto”.
“No. Sono salito sulla cattedra per ricordare a me stesso che dobbiamo sempre guardare le cose da angolazioni diverse. E il mondo appare diverso da quassù. Non vi ho convinti? Venite a vedere voi stessi. Coraggio! È proprio quando credete di sapere qualcosa che dovete guardarla da un’altra prospettiva”.

Ecco, quando leggete, non considerate soltanto l’autore. Considerate quello che voi pensate. Figlioli, dovete combattere per trovare la vostra voce. Più tardi cominciate a farlo, più grosso è il rischio di non trovarla affatto.

Thoreau dice “molti uomini hanno vita di quieta disperazione”, non vi rassegnate a questo. Ribellatevi! Non affogatevi nella pigrizia mentale, guardatevi intorno! [suona la campanella, gli studenti continuano a salire a turno sulla cattedra] Ecco, così! Bravo Priske! Grazie! Sì! Osate cambiare, cercate nuove strade. Allora, in aggiunta agli esercizi, vorrei che componeste una poesia. Tutta vostra, un lavoro originale. [canticchia accendendo e spegnendo la luce a grande velocità] Si, una poesia. E dovrete leggerla ad alta voce di fronte alla classe.

“O Capitano, mio capitano!” Chi conosce questi versi? Non lo sapete? È una Poesia di Walt Whitman, che parla di Abramo Lincoln. Ecco, in questa classe potete chiamarmi professor Keating o se siete un po’ più audaci, “O Capitano, mio Capitano”.

Keating: «Cogli l’attimo.» «Cogli la rosa quando è il momento.» Perché il poeta usa questi versi?
Charlie: Perché va di fretta!
Keating: No! [finge di premere un pulsante] Ding! Grazie per aver partecipato al nostro gioco. Perché siamo cibo per i vermi, ragazzi. Perché, strano a dirsi, ognuno di noi in questa stanza, un giorno smetterà di respirare, diventerà freddo e morirà. [indicando una foto antica nella bacheca dei trofei della scuola] Adesso avvicinatevi tutti, e guardate questi visi del passato: li avrete visti mille volte, ma non credo che li abbiate mai guardati. Non sono molto diversi da voi, vero? Stesso taglio di capelli, pieni di ormoni, come voi, invincibili, come vi sentite voi. Il mondo è la loro ostrica, pensano di essere destinati a grandi cose, come molti di voi, i loro occhi sono pieni di speranza, proprio come i vostri. Avranno atteso finché non è stato troppo tardi per realizzare almeno un briciolo del loro potenziale? Perché vedete, questi ragazzi ora, sono concime per i fiori. Ma se ascoltate con attenzione, li sentirete bisbigliare il loro monito. Coraggio, accostatevi. Ascoltateli. Sentite? Carpe… Sentito? Carpe… Carpe diem… Cogliete l’attimo, ragazzi… rendete straordinaria la vostra vita..

Carpe diem, cogliete l’attimo ragazzi, rendete straordinaria la vostra vita – Carpe diem. Seize the day, boys. Make your lives extraordinary.
(Frase scelta da 1500 addetti ai lavori dell’American Film Institute come la numero 95 tra le 100 migliori citazioni cinematografiche di tutti i tempi tratte da film di produzione USA)

McAllister: Corre un brutto rischio incoraggiandoli a diventare artisti, John. Quando capiranno di non essere Rembrandt, Shakespeare o Mozart. La odieranno per questo.
Keating: Non parliamo di artisti, parliamo di liberi pensatori.
McAllister [accenna una risata]: A diciassette anni?
Keating: Buffo, non la facevo così cinico.
McAllister: Non sono cinico, sono realista. «Mostratemi un cuore non contaminato da folli sogni e io vi mostrerò un uomo felice.»
Keating: «Ma solo nei sogni gli uomini sono davvero liberi. È da sempre così, e così sarà per sempre.»

Oggi parleremo di William Shakespeare. [gli studenti si dimostrano poco entusiasti] Lo so, alcuni di voi preferirebbero sedersi sulla poltrona del dentista. Ma noi parleremo di Shakespeare, come di un tale che ha scritto cose molto interessanti. Voi avete visto Shakespeare recitato più o meno così: “O Tito, porta il tuo amico con te!”. Ma chi l’ha visto fatto da Marlon Brando, sa che Shakespeare può essere diverso: “Amici, Romani, concittadini, prestatemi orecchie.” E cercate di immaginarvi John Wayne in Macbeth che fa: “Be’, cos’è, un coltello quello che vedo di fronte a me?”

Ci teniamo tutti ad essere accettati, ma dovete credere che i vostri pensieri siano unici e vostri, anche se ad altri sembrano strani e impopolari, anche se il gregge può dire “Non è beeeeene”. Come ha detto Frost: “Due strade trovai nel bosco e io, | io scelsi quella meno battuta. | Ed è per questo che sono diverso.” Voglio che troviate la vostra camminata adesso, il vostro modo di correre e passeggiare, in ogni direzione, comunque vogliate, che sia fiero o che sia sciocco, sta a voi. Giovanotti, il cortile è vostro.

Succhiare il midollo della vita non significa strozzarsi con l’osso, c’è un tempo per il coraggio ed un tempo per la cautela ed il vero uomo sa come distinguerli.

Non leggiamo e scriviamo poesie perché è carino: noi leggiamo e scriviamo poesie perché siamo membri della razza umana; e la razza umana è piena di passione. Medicina, legge, economia, ingegneria sono nobili professioni, necessarie al nostro sostentamento; ma la poesia, la bellezza, il romanticismo, l’amore, sono queste le cose che ci tengono in vita.

Avete sentito, strappatele? Ho detto, strappatele! Coraggio, strappatela. Molto bene, Dalton, anzi, sapete una cosa, è meglio che strappiate tutta l’introduzione, voglio che sparisca per sempre, che non ne rimanga traccia alcuna. Avanti, strappate. Vai con Dio J. Evans Prichard, professore emerito. Strappate, strappate, rompete, frantumate, non voglio sentire altro che gli strappi del professor Prichard, forza che poi attacchiamo tutto in bagno. Non è la Bibbia, non andrete certo all’inferno.
Continuate a strappare, ragazzi. [Dopo aver detto agli alunni di strappare le pagine del libro di testo] Questa è una battaglia, una guerra e le vittime sarebbero i vostri cuori e le vostre anime. […] Armate di accademici, che avanzano misurando la poesia, no, non lo permetteremo, basta con i J. Evans Prichard. E ora, miei adorati, imparerete di nuovo a pensare con la vostra testa, imparerete ad assaporare parole e linguaggio. Qualunque cosa si dica in giro, parole e idee possono cambiare il mondo.

La poesia è una scintilla di rivelazione… Il potente spettacolo continua e tu puoi contribuirvi con un verso! Quale sarà il tuo verso?

K: Il linguaggio si è sviluppato con uno scopo e cioè di? Forza Anderson !
T: (scena muta)
K: Allora? è un uomo o un’ameba? Vediamo… Perry?
N: Emm… di comunicare?
K: No, di rimorchiare le donne!

Venite amici, che non è tardi per scoprire un nuovo mondo.
Io vi propongo di andare più in là dell’orizzonte, e se
anche non abbiamo l’energia, che in giorni lontani mosse la
terra e il cielo, siamo ancora gli stessi, unica ed eguale
tempra d’eroici cuori, indeboliti forse dal fato, ma con
ancora la voglia di combattere, di cercare, di trovare
e di non cedere.
(Recitando parte la poesia Ulysses di Alfred Tennyson)

Lo so che giunti al termine di questa nostra vita tutti noi ci ritroviamo a ricordare i bei momenti e dimenticare quelli meno belli, e ci ritroviamo a pensare al futuro cominciamo a preoccuparci e pensare “io che cosa farò, chissà dove sarò, da qui a dieci anni”. Però io vi dico, ecco guardate me, vi prego, non preoccupatevi tanto, perché a nessuno di noi è dato soggiornare tanto su questa terra. La vita ci sfugge via e se per caso sarete depressi, alzate lo sguardo al cielo d’estate con le stelle sparpagliate nella notte vellutata, quando una stella cadente sfreccerà nell’oscurità della notte col suo bagliore esprimete un desiderio e pensate a me. Fate che la vostra vita sia spettacolare.