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In un mio precedente articolo avevo recensito la silloge aforistica di Lorenzo Morandotti intitolata Crani e Topi.
Iniziata nel 1985 e uscita a più riprese sia in volume (plaquettes) che su riviste e antologie (tra cui l’antologia bilingue italiano-inglese The New italian Aphorists da me curata e uscita negli Stati Uniti nel 2013), ora la silloge Crani e Topi esce finalmente presso le raffinate edizioni ES (collana Ars Amandi) nella sua versione completa.
Gli aforismi di Lorenzo Morandotti sono dedicati ai temi del corpo, del destino e dell’arte e sembrano fluttuare nel limbo tra la forma fissata, stabile (seppur influenzata da elementi casuali), e un contenuto non del tutto comunicabile ma percepibile. Essi sono piccoli schizzi (talvolta dei veri e propri “flash”) di percezioni quotidiane di oggetti (“La dimensione antica e cosciente degli oggetti)” e persone che vengono trascritti attraverso un linguaggio fortemente simbolico e onirico (a volte ci sono una oscurità e una enigmaticità quasi cercate). Alle lampeggianti riflessioni si alternano parentesi narrative, ritratti e frammenti di autoritratto, sogni che spalancano o terrorizzano la mente, riverberi di un mondo su cui il dubbio è sospeso, brevi note di viaggio, citazioni improvvise, funambolici esercizi di paradosso sulla vanità dell’universo.
Con questo volume, in vendita presso le principali librerie, l’autore e giornalista comasco torna alla letteratura dopo la raccolta di versi Respirazione del 2001.
Nota biografica.
Lorenzo Morandotti è nato a Milano nel 1966. Giornalista, lavora al “Corriere di Como”, abbinato al “Corriere della Sera”, dove cura anche l’inserto settimanale dedicato al tempo libero “Vivicomo”. Collabora con il periodico di letteratura “Satisfiction”. Ha pubblicato la raccolta di poesie Respirazione (Manni, 2001) e varie plaquettes abbinate a opere di artisti (per gli editori Pulcinoelefante, Lithos, Il Salotto). Ha appena pubblicato la raccolta di prose Crani e topi nella collana “Ars Amandi” dell’editore ES di Milano.