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Nella sezione Scrittori di aforismi su Twitter l’articolo di oggi è dedicato a @laresadeitonti (Maipiù). L’autore non ha voluto rilasciare interviste e perciò – per quanto riguarda la nota biografica – rimando al suo profilo di Twitter.
Leggendo la timeline della @resadeitonti l’impressione è quella di trovarsi di fronte a un un figlio ribelle ed ergo rinnegato dai gruppetti di Twitter (“Un auto esiliato da Twitter”), capace di svelarci quali sono le dinamiche del consenso (“Gente che per dare un senso alla propria vita è costretta a stare su Twitter e praticare il vuoto di scambio”), come funzionano sia certi modi di followare e di retwittare (“Volevo dire a tutti quelli che fanno branco e si retwittano a vicenda che In un certo senso li capisco, e generalmente è un senso di pena”) sia certe beghe interne (“Grazie a Twitter, che finalmente ha dato un volto alla gente che mormora”), come dietro alcuni tweet che sembrano apparentemente acuti ci siano facili meccanismi di plagio (“Se ogni volta che seguo uno poi devo andare a vedere se copia in italiano o se traduce dall’inglese, per me potete andare affanculo tutti”) e come dentro il grande universo di Twitter si nasconda un disagio enorme (“Vi sembrerà strano, ma quando sono arrivato su Twitter col mio carico di problemi, non avrei mai creduto di trovare gente tanto competitiva”) che molti cercano – ipocritamente – di nascondere in mille modi.
Ma la particolarità di @laresadeitonti non è solo in questa capacità – sfacciata e al tempo stesso trasparente – di mettersi in contrapposizione con le tante – e spesso vuote – identità che scrivono su Twitter. L’autore scrive pensieri profondamente sovversivi (“sono uno che svirgola forte”), poco rassicuranti sulla realtà, con un fastidio quasi fisico (“Ricordatemi così, mentre vi mando affanculo”). per il noioso, insopportabile, ipocrita, stupido universo di persone che ci circondano. La vita non è così rosea come la dipingono gli altri e @laresadeitonti è un collezionista di maschere cattive, buone per far la linguaccia a conformisti e e falsi e leccaculo e palloni scoppiati, senza neppure risparmiare se stesso (“È che sono intossicato da tutto questo. Detesto i fasulli, i leccaculo, i palloni scoppiati e me, che a volte ci sono cascato”). In bilico tra l’errore e il coraggio di riprovarci ancora (“Io nelle cose che faccio ci metto cuore, lealtà e rispetto. Si sbaglia lo stesso, ma si sbaglia meglio”), tra lo scazzo esistenziale (“ho lo scazzo alla risposta”) e il desiderio amoroso di un “tu” (Ma so perfettamente cosa voglio e quindi so perfettamente te”), tra l’illusione e la disillusione (“Che un giorno tocchi il cielo con un dito e quello dopo ti ritrovi carponi a cercarlo tra le macerie dei tuoi “io ci credo”), @laresadeitonti – barcollando sul filo sottile dell’ironia – scrive tweet che sverniciano la patina di ipocrisia che le vestali della realtà edulcorata e “corretta” cercano di propinarci. Perché come scrive nella sua bio “nelle mie parole troverete solo una sperenza inaspettata, un altissimo esempio del detto ‘il peggio deve ancora venire’”. Aggiungendo però: “e con quelle ritroverete il sorriso”.
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@laresadeitonti, Tweet scelti
Mi alzo giusto perché le palle girando potrebbero attorcigliarsi con le lenzuola
Stavo pensando d’imparare dai miei errori, ma poi non sarà troppa cultura?
Ci si abitua a tutto, figuriamoci al niente.
Tutte le volte che ho aspettato un segno, di solito è arrivata una cicatrice.
La fregatura è stata che non avendo mai avuto un maggiordomo, il colpevole sono sempre stato io.
Il cuore è quel posto dove di solito si paga il conto di quello che hanno consumato gli altri
Comunque devo mettermi in testa che ci sono le cose di cui ho paura e le cose che accadono. E poi le cose di cui ho paura, che accadono.
Più di tutto può l’incomprensione. A meno che non abbia capito male.
Centoquaranta caratteri a disposizione e ne avessi uno calmo.
Mi sono svegliato prima per potermi lamentare più a lungo
Se torni in te ci vediamo lì
Io nelle cose che faccio ci metto cuore, lealtà e rispetto. Si sbaglia lo stesso, ma si sbaglia meglio.
Quello che non capisco è perché non non abbiate scelto di rimanere su Facebook invece di portare Facebook qua. Dico sul serio.
Twitter è dove più passa il tempo e più diventano importanti le cose che riesci ad evitare di leggere, piuttosto che quelle che leggi.
Faccio il tonto alla rovescia
Meglio soli che ombre
Che un giorno tocchi il cielo con un dito e quello dopo ti ritrovi carponi a cercarlo tra le macerie dei tuoi “io ci credo”.
Vi sembrerà strano, ma quando sono arrivato su Twitter col mio carico di problemi, non avrei mai creduto di trovare gente tanto competitiva.
D’eludervi è fonte di grande soddisfazione. Con o senza apostrofo.
#sefossiunlibro Moccia sarebbe disoccupato.
M’ha ma non m’ama
Con la musica si può ascoltare anche quello che non verrà mai detto.
Piuttosto che divulgare chi scopa con chi, sarebbe molto più utile sapere chi ha fatto la spia. Così sapremmo anche chi non scopa e perché.
Niente che non possa essere sistemato con qualcosa che non esiste
Gente che per dare un senso alla propria vita è costretta a stare su Twitter e praticare il vuoto di scambio.
Domani mi voglio alzare con la voglia di copiare un tweet e poi convincermi che invece di non valere un cazzo valgo il cazzo di un altro.
Ma so perfettamente cosa voglio e quindi so perfettamente te.
Con chi devo parlare per farmi tacere?
Ho lo scazzo alla risposta
Io per il bene di tutti mi sono sempre fatto del male
Io sono quello che compra il terzo libro della pila, perché i primi due di sicuro li avete maneggiati voi.
È che a volte mi faccio prendere dall’entusiasmo, poi lui mi lascia dove capita.
Io mi alzo quasi sempre col piede giusto, solo che lo appoggio sul pavimento sbagliato.
La paura di vedere le cose come sono. Ce l’ho anche ora, ma adesso so anche che, per quanto bene io possa nascondermi, loro mi troveranno.
Io ti penso sempre, come la smettiamo?
Continuo a cercarti perché questo fa parte dei miei dov’eri
In amore vince chi lo incontra
A me delle vostre senz’azioni alla fine non me ne frega un cazzo.
Volevo dire a tutti quelli che fanno branco e si retwittano a vicenda che In un certo senso li capisco, e generalmente è un senso di pena.
Qua pare che vi stiano sfuggendo di mano anche le mani.
Un articolo vuole insegnarmi come riconoscere i profili falsi, quando invece qui, il problema, è come individuare quelli veri.
Io in certi momenti, guardando in faccia la realtà, sto come un disco di vinile davanti ad iTunes.
Voglio farci l’amore, non l’abitudine.
Volevo twittare una cosa per cadere in basso, ma non c’era più un posto libero.
La buona notizia è che ignorerò quella cattiva
Per guidare l’autocritica che patente ci vuole?
Sto bene. È stato solo un calo d’impressione.
Praticamente io della vita non sto saltando neanche una lezione
Le brutte sensazioni bussano al petto e non tradiscono mai.
Si chiama presagio, si scrive disagio, si legge malissimo.
Io ho visto morire speranze che speravano di essere le ultime a morire e invece sto cazzo.
Magari poi la felicità è solo non dover spiegare continuamente chi sei e non essere sempre costretto a chiedere ciò che vuoi.
Volevo ringraziare e fare gli auguri a chi oggi fa il compleanno e controllando l’incontinenza del proprio ego non ce lo ha fatto sapere.
Arriverà la morte, vi darà un’occhiata, e si renderà conto di essere arrivata troppo tardi.
“Ti ho scelto” è qualcosa di più di qualsiasi altra cosa.
Sono così carico perché fino ad ora ho sempre sperato a salve.
Come chi ha la verità in tasca, ma è quella bucata.
Essere genitori non è solo ricordarsi di com’era quando si era figli, perché per vari motivi, non tutti lo siamo stati.
Provarci. Tanto per capire che sapore abbiamo.
Se davvero prima di morire a uno gli passa davanti il film della propria vita, io voglio cominciare a morire a metà del secondo tempo.
C’erano troppi assenti, il giorno che hanno spiegato l’amore.
Vado in bagno, e non scopro che uno mi defollowa proprio nel momento del bisogno???
Oggi ho inventato la tristeria.
Se il cuore non sente, ragioni.
Se tanto mi da tanto, tu mi dovresti dare tutto.
Grazie a Twitter, che finalmente ha dato un volto alla gente che mormora.
Io ho i superpotrei
Ho un problema con il nocciolo della questione: mi piace sputarlo.
Fortuna è quando tu perdi le speranze e a ritrovarle è la persona giusta.
Sono la quint’essenza delle altre quattro.
Ho scelto me. Non sarà facile convivermi, perché a volte mi sopporto veramente poco, ma quando arrivo al limite, trovo sempre te.
Stiamo andando alla grandine
La morte non è un problema.
Finché c’evita c’è speranza.
In autunno destate l’inverno
(Mi è venuta così)
Perché piuttosto che spiegarmi con le parole, ho sempre preferito piegarmi nei silenzi.
Sono morto indeciso sul da farsi
Tutto questo fummo mi fa bruciare gli occhi.
Di me, se non sai restare dentro le mie canzoni, non sai.
Più che delle cretine senza speranza mi preoccupo delle speranze dei cretini che le difendono ad minchiam sperando di farci sopra un giro.
Mi hanno defollowato due mogli di mariti che dormivano sereni
Se faccio il punto della situazione divento interrogativo.
Il mio gruppo sanguigno è B polare.
Tutti seduti sulla riva del fiume ad aspettare che passi
Ogni giorno sprecate i vostri anni migliori fingendovi diversi per piacere a qualcuno che sta facendo la stessa cosa con voi.
Custodisco schiaffi e le sconfitte le metto in ordine ogni sera. Annodo ferite per ricordarmi di non dare colpe. Ma i sorrisi, quelli no.
Ricominciare da capo perché farlo da cuore a volte costa troppa fatica.
(Tweet di servizio)
Il vantaggio di andare controvento è che nel vento ci sei tu.
Prima ho sognato che vi estinguevate, poi ho avuto un incubo in cui una voce fuori campo mi diceva che quel sogno non era vero.
Le belle persone non hanno bisogno di mettersi in posa.
Vi confesso, che all’inizio, pensavo che Twitter fosse un gioco da ragazzi.
Poi ho visto anime, che, sedute al tavolo, puntavano cuori veri.
Il cuore che sgomita col groppo per arrivare primo alla mia gola.
Volevo spezzare una lancia a vostro favore. Tra capo e collo.
La mia gastrite ha una predilezione per i doppi se