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Perché @Samanthifera (alias Samantha Leone) abbia solo 6000 follower è uno dei misteri di Twitter. Possibile che per avere successo su questo Social Network si debba fare satira politica e parlare di gossip, mentre al contrario descrivere il proprio vissuto e le proprie emozioni sia considerato meno interessante?
@Samanthifera nei suoi tweet non cita Sanremo, non cita Masterchef, non cita il Grande Fratello, in rarissimi casi parla di politica o dei tanti eventi di cronaca che ci affliggono appena ci svegliamo e apriamo gli occhi. Samanthifera parla di se stessa e della sua interiorità in relazione con il mondo. E lo fa in modo sottile, in perenne bilico tra la riflessione metafisica, l’appunto intimistico e la frecciata ironica. Parla di amore, solitudine, incomunicabilità, vanità, stupidità, egoismo, ipocrisia, ignoranza, etc, insomma scrive su quelle che sono l’eterne verità da quando esiste il mondo e da quando esiste la letteratura. Lia Celi, in una sua riflessione sulla satira e le forme brevi, afferma che “per il tweet satirico in rete vale quello che si dice del pane in un proverbio tedesco: ha ventiquattro virtù e ogni ora che passa ne perde una”. Verissimo. Ma se penso ai tweet di @Samanthifera, penso a qualcosa che potrebbe essere letto tra vent’anni senza perdere la sua freschezza. L’ironia di molti tweet continuerebbe a funzionare e a suscitare in noi lo stesso sorriso leggero e disincantato di adesso.
Per fortuna, non sono l’unico a pensare che il profilo di @Samanthifera sia sottovalutato su Twitter. A conforto della mia tesi interviene il giornalista del Corriere della Sera Alcide Pierantozzi che in un articolo dal titolo Siamo un mondo che ascolta definisce @Samanthifera “la miglior frequentatrice di twitter in circolazione”. In anni di studio dell’aforisma non ho mai fatto classifiche e non intendo farle ora, però quello di Samanthifera è sicuramente un profilo che merita di essere seguito nel variegato e talora dispersivo universo di Twitter.
Su @Samanthifera avevo già scritto un articolo nel lontano 2010 in cui tracciavo un breve profilo biografico sull’autrice. Per chi se lo fosse perso questo è il link. Da allora le cose non sono cambiate molto: @Samanthifera si è laureata in ingegneria, ma continua ad essere in cerca di una sua dimensione nel mondo del lavoro. Come giornalista ha collaborato per vari blog e testate tra cui Vanity Fair. In ambito letterario nel 2010 ha ricevuto la menzione d’onore al Premio internazionale per l’aforisma Torino in Sintesi come miglior esordiente nella sezione “Aforismi inediti”.
Presento una selezione di tweet scritti da @Samanthifera nell’ultimo anno:
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Samanthifera, Tweet scelti
Il matrimonio dei miei genitori funziona dal 1970 perché parlano a turni. Ancora un mese e dopo quarant’anni toccherà a mio padre.
Non importa che ci sia vita, voglio sapere se su Marte c’è lavoro.
L’importante è che all’inferno ci dividano per social network.
Probabilmente morirò senza aver capito perché le donne abbiano inventato il mal di testa per non fare sesso anziché per non lavare i piatti.
Di tutte le persone che nella vita non hanno creduto in me, la più difficile da perdonare sono io.
Non sono single, sto con una persona su Internet che non sa nulla della nostra relazione. È avanguardia.
Uno smartphone sarà veramente intelligente il giorno in cui dirà lascia perdere prima che tu prema invio.
Non è disoccupazione, è che dopo averti detto le faremo sapere, muoiono.
Errare è umano, farsi riconoscere in qualunque posto del mondo è italiano.
Dietro una grande ironia, ci sono anni di solitudine.
Sono felice, per San Valentino mi hanno chiesto di uscire ben due persone. I miei genitori, da casa loro.
Relazionarsi solo con chi la pensa come noi è fonte di ispirazione come lo è la ruota per il criceto.
A prescindere dalle idee, ammiro chi fa autocritica. Ci vuole coraggio, è come sanguinare davanti agli squali.
Cadono, si sbucciano le ginocchia, si rialzano e continuano a giocare. Gli adulti dovrebbero andare a scuola dai bambini.
La tragedia dell’amore è che apparteniamo anche a chi non ci ha voluto.
Le cose belle della vita sono gratis, però prima devi pagare tutte quelle brutte.
Non voglio metterti fretta, però la parola data va mantenuta entro questa vita.
A cosa serve la tecnologia se tua nonna non può spedirti le lasagne dal paradiso.
Saggezza è sapere esattamente quali sono le cose che non dovresti più fare, ma farle lo stesso perché sono quelle che ti fanno sentire vivo.
Dall’elenco delle cose che ti accorciano la vita, toglierei i vizi e metterei le aspettative.
Insonnia, mancanza di appetito, non riuscire a concentrarsi, picchi di euforia. E innamorarsi è una cosa bella, pensa se fosse brutta.
Dire ciò che pensi ti fa perdere gli amici, però i nemici ti stimano.
Amiamoci per sempre fino al giorno in cui ci incontreremo.
La disoccupazione e l’amore hanno in comune il farti controllare la cartella dello spam sperando ci sia finito un email che aspetti.
La rubrica del mio smartphone è un lungo elenco di numeri da chiamare nel caso voglia ripetere gli stessi errori.
Un mio ex mi disse che l’amore era una risposta sola a tante domande. Mi sembrava fosse un pensiero profondo, invece usciva con altre due.
Non importa quando tu sia nato, finché qualcuno ti dirà di mettere in ordine la tua camera avrai sempre quindici anni.
Disoccupazione è il curriculum convinto che tu sia morto da un anno e mezzo.
I rapporti a distanza non misurano i sentimenti, misurano la pazienza. E questo è solo il pregio, poi ci sono i difetti.
La vita è molto più semplice quando pensi ai problemi degli altri per non risolvere i tuoi.
Amore è non dirgli neanche dopo anni che tutti i suoi regali ti hanno sempre fatto schifo.
Ricorderemo questi anni come quelli in cui meno capisci, più commenti.
Le unioni civili sono come il matrimonio, con la differenza che non c’è una parte della coppia che avrebbe per contratto sempre ragione.
La mia famiglia non è numerosa, però se contiamo che quando siamo tutti insieme ognuno parla anche da solo sembriamo il doppio.
L’evoluzione della tecnologia è che l’iPod dell’anno scorso non si accende più e il Walkman del 1985 funziona benissimo.
È da quando si sono trasferiti qui che sento la mia vicina ridere tutte le notti. A questo punto voglio vedere suo marito nudo anche io.
Se immagino come sarà Internet tra vent’anni, vedo ancora persone che si sforzano di fare la battuta migliore quando muore qualcuno.
Ognuno ha diritto di farlo, ma giudicare la vita degli altri non rende la tua migliore.
La distanza minore tra due punti non è la burocrazia italiana.
Nelle riunioni condominiali le persone non cercano soluzioni per convivere meglio, in realtà negoziano modi per non uccidersi a vicenda.
Le persone sono tutte sostituibili, finché non te ne innamori follemente, a quel punto le cose cambiano e diventi sostituibile tu.
A quelli che tolgono il grasso dal prosciutto crudo mi piacerebbe chiedere com’è fare sesso senza passione, di sicuro lo sanno.
Le dimensioni non contano solo se sei veramente bravo a parcheggiare.
Mandare un email d’amore sortirà gli stessi effetti di una lettera solo il giorno in cui potremo spruzzarvi sopra il nostro profumo.
Non so quale sia il segreto della felicità, ma la probabilità di scoprirlo è più alta la mattina presto.
Il mondo ha bisogno di più persone con senso dell’umorismo, Internet di meno.
La prima cosa importante per l’indipendenza è avere un lavoro, la seconda è trovare qualcuno che lo faccia al posto tuo.
Le storie d’amore più belle iniziano pensando che con quella persona non hai alcuna possibilità.
Forse le persone sarebbero meno depresse se non fossero ormai costrette a ridere di qualunque cosa.
Amo settembre fino a quando non arrivano i panettoni nei supermercati.
La mia fantasia erotica più divertente è lanciare una sedia a chi vede un’allusione sessuale in ogni cosa che tu dica.
Siamo entrati nel tunnel del “stiamo uscendo dalla recessione”.
Su Internet vincono le banalità, non le persone banali. La buona notizia è che nella confusione nessuno si accorge della differenza.
L’incomprensione tra la domenica e la gioia di vivere è reciproca.
Quando dicono che scrivere è terapeutico e ci fa stare bene, ho il presentimento che intendano su un foglio con una penna, non su Internet.
Vorrei essere una donna che parla di scarpe per vendicarmi degli uomini che parlano di calcio.
A volte per farti innamorare basta il modo in cui una persona pronuncia il tuo nome.
Ironicamente, il lavoro è stato inventato per nobilitare l’uomo, ma non i tuoi colleghi.
I dati della disoccupazione lasciano tutti senza parole, nel silenzio si riesce perfino a sentire la luce che si spegne al fondo del tunnel.
In Italia fai parte del ceto medio se usi il portafoglio solo per tenere le foto dei tuoi figli.
Ieri ho ascoltato per due ore un tizio che mi raccontava del Gran Premio di Monaco e me ne sono accorta solo adesso.
Se tra persone che non conosci vuoi individuare subito chi è depresso, fai una battuta sulla vita sessuale dopo il matrimonio.
Ho visto le previsioni del tempo e non sono adatte alla mia personalità, mi sembra un’ottima scusa per non uscire con qualcuno.
Mediare è un po’ morire, specie se le parti avverse sono dentro di te.
Della primavera mi piacciono le persone che leggono i libri sedute sulle panchine.
Ho capito che hai studiato all’estero, però basta pronunciare powerpoint in quel modo ridicolo.
È molto semplice, l’amore è finito quando uno smette di andare d’accordo con i rumori che fai.
Riconosco le false speranze perché mi convincono subito a differenza di quelle vere.
È vero, non è che soffri d’ansia, sono io che non ti ho risposto dopo otto secondi.
Non riesco a capire, sarà un limite, l’idealismo in politica fa calare la disoccupazione giovanile?
Insonnia è decidere esattamente cosa dire in conversazioni che non accadranno mai.
In linea con la scelta di sobrietà per i festeggiamenti del 2 giugno, si potranno riutilizzare le stesse polemiche fatte l’anno scorso.
Sono preoccupata: da anni continuo ad aggiornare Adobe Reader come se sapessi cos’è e a cosa serve. Temo di fare così anche con l’amore.
Comunque è inutile che ci siano tanti social network se poi nessuno inventa uno smartphone che si ricarica con la noia.
Voglio vincere la lotteria perché sono interessata ai bandi dei Comuni che cercano professionisti disposti a lavorare senza compenso.
Ma certo che l’amore è contagioso, tu ti innamori di una persona e lei si innamora di qualcun altro.
Se vuoi fare del male ad una persona, amala finché si illude di essere insostituibile.
Adesso voglio un comico anche come Papa.
Se promette di togliere Berlusconi io voto l’Imu.
Di preciso a quante feste con gente che si annoia e ubriaca devi partecipare affinché smettano di dire che sei asociale?
Chiaramente non funziona, però sono contenta perché prima di Internet nessuno provava a vincere la solitudine con la solitudine.
La profezia dei Maya è la più grande bugia dopo quella che la laurea ti apra le porte del mondo del lavoro.
Si vive solo una volta e le persone non cambiano. Ora puoi scegliere con serenità a chi dedicare il tuo tempo.
Dopo una strage non leggo mai i commenti sui social network perché una tragedia è sufficiente.
Ormai ci scriviamo da tanto tempo, penso sia giunto il momento di presentarti al congiuntivo.
Ricevere email di auguri che hanno come destinatario te e altre trenta persone sconosciute rende dicembre il mese più eccitante dell’anno.
Il mio vicino non deve essere su Twitter perché lo sento fare sesso tutte le notti.
Non sei noioso, dico solo che quando sei divertente io non ci sono mai.
Se vuoi davvero stupire tutti è sufficiente dire che per scrivere quelle banalità ci devi anche pensare.
La soluzione per risolvere il tuo problema è dentro un altro problema. Spero di averti aiutato.
Vorrei mandare un sms al papa per ringraziarlo del vento di novità che porta con i suoi discorsi, ma nel Medioevo non hanno il cellulare.
Questo Natale vorrei che facessimo un regalo ad uno scrittore che non c’è più: smettere di citare Il piccolo principe per sembrare profondi.
Nota: per leggere tutti gli articoli su “Scrittori di aforismi su Twitter” clicca qui
Leggendo Samantha mi viene sempre in mente il film di Zeffirelli “fratello sole sorella luna”, quando Francesco si reca a Roma al cospetto di Innocenzo III.
Egli si mette a parlare, a modo suo, la luce negli occhi, un faro che stordisce il pontefice, il quale ridestandosi blocca i suoi in procinto di cacciare il “bestemmiatore”, finendo per affermare: “Quel piccolo uomo è …un gigante!” E Samantha è grande, gigante.
Una mente fertile, come poche altre volte ho avuto occasione di incrociare, una persona all’antipodo della banalità, capace sempre di sorprendere per acume e ironia.
Leggo anche un poco di malinconia in tutto questo ma è proprio ciò che fa capire il suo livello di coscienza: è chi riesce ad aprire gli occhi che non riesce più a richiuderli… ff
https://twitter.com/Samanthifera/status/483987877203038208
…e a conferma di quanto affermato, il suo post mi spiazza ancora: stavolta prevale malinconia o la solita serpeggiante, implacabile ironia? Mah… 🙂
ff
Fabrizio caro, sarò anche grande, gigante, ma ogni montagna non aspetta altro che veder arrivare Maometto, se diventa ironica è perché invece lui preferisce scriverle le lettere. Le cose che non accadono lasciano i cuori malinconici.
Samantha
Fabrizio caro, dammi retta, lascia il tuo maometto lì dove sta. Che se mai davvero la montagna lo dovesse veder arrivare, stai tranquillo che se la squaglierebbe, con l’ironia, la malinconia, il faro e tutto il resto. Forse però ti resterebbero le foto stile pecora che bruca.
Con simpatia
CH
1°- innanzitutto una rassicurazione: a differenza della mia età il mio maometto è purtroppo già abbastanza vecchio, e vive in pianura da tempo, ha bisogno dello scorrere lento di placidi e grandi fiumi, di acqua che non fa più rumore e che si fa guadare dolcemente; al contrario non ama più i giocosi, talvolta impetuosi torrenti di montagna, sempre lesti a spumeggiare e gorgogliare.
2°- Le persone che hanno davvero qualcosa dentro sono rare e preziose, quando squagliano è perché chi le circonda smette di arricchirle; la vita si può vivere su più livelli, ma è crudele pretendere che qualcuno viva al tuo, sarebbe violenza anche
superiore a quella fisica, sarebbe come mettere in gabbia una rondine. Libertà è innanzitutto Comprensione (mi si consenta la maiuscola). Ringrazierei piuttosto per tutto quello che hanno deciso di donarci…
3°- amo le pecore, le trovo adorabili e acute. Anche in foto.
un caro saluto. Passo e chiudo.
Eh, Fabrizio caro, sinceramente, io la capisco. E’ chiaro, lei vive in Arcadia, un’Arcadia con una spruzzatina edenica (si spiega certo così la sua frequentazione, che, le confesso, di primo acchito lascia un po’ perplessi, di pecorelle adorabili e acute, e poi i fiumi placidi, San Francesco, ecc), e lì certe cose non succedono. Ma, vede, io, e anche la Rondine (le maiuscole sono un omaggio al suo stile, Fabrizio), per quanto questo possa sembrarle incredibile, scontiamo la vita invece nel Regno Infero (se vuole farle una visita, la trova due passi fuori il girone delle Personalità Istrioniche. Sta seduta sotto un Narciso gigante, i cui petali le impediscono di vedere quel che le succede intorno, e si specchia dentro lo schermo rovente di un computer che gli ustiona la faccia, mentre si autofagocita partendo dalle dita a forma di tasti. Sì, lo so, è un contrappasso orribile, ma se lo merita), cioè su questa Terra, la Terra degli Ingiusti e degli Infermi, e qui chi si arricchisce mascherandosi da Pierrot miagolante miseria per estorcere agli altri cose che non gli spetterebbero, e poi si squaglia, si chiama ladro, al meno peggio clown, e non ha nulla di raro nè di prezioso, anzi.
Vede, signor Fabrizio, lo dico davvero con simpatia, lei è certo un’anima buona. Ma, per quanto ne posso capire, probabilmente ha più dimestichezza con gli angeli che con gli uomini. Mi permetta di dirle allora che prima di sciogliersi nella Celeste Comprensione, sarebbe bene ancorarsi alla Terragna Conoscenza, per evitare pericolosi abbagli. Soprattutto quando ci sono di mezzo le parole, anzi quando il solo mezzo sono le parole. Sa, il romanticismo è una brutta malattia, porta alla cecità, mi creda, e scambiare per una rondine un animaletto il cui nome, se cerca bene, potrà trovare nel mio nickname, segna uno stadio avanzato della degradazione delle capacità scopiche. Io mi preoccuperei.
Tuttavia, non si butti giù. Per quello a cui servono gli uomini alla nostra M.me Bovary, lei andrà benissimo anche novantenne. Anzi, è perfetto, le permetterà di fare la Jaufré Rudel sui tacchi giocando con la distanza del tempo, oltre a quello dello spazio. Però: arricchimento. Però: dono. Andiamo su. Mi spiace deluderla, ma nè lei, nè nessun altro, probabilmente, può arricchire di alcunché chi occupa la sua interiorità a riflettersi in uno specchio, truccato, ovviamente, e considera gli altri solo un supporto per reggerlo. Non parliamo di donare, poi. E’ solo un alimentare, per mezzo di rapporti protesici usa e getta (questi sì, intrisi di violenza reificante, altro che gabbiette e uccellini) una malattia dell’anima. Mi dia retta, sul serio, se vuol far del bene, eviti di celebrare ulteriormente l’avvento in terra della Musa Gigante, e consigli una buona psicoterapeuta, prima che sia troppo tardi. Donna, però, e con una forte personalità, perché con un uomo succederebbe un disastro.
Le do ragione su una cosa, tuttavia. La questione della coscienza. In effetti, la Nostra ha la coscienza a posto, ha la coscienza a posto da così tanto tempo, lì, inutilizzata, che sopra le si sono accumulate varie tonnellate di detriti, fino a formare una montagna (quella da cui dice di aspettare i vari Maometti, sì) che si chiama Autocommiserazione Funzionale. Avvolta dalle nebbie , i viandanti invece spesso la scambiano, da lontano, per la vetta Malinconia Autentica. E i poveri vi si avvicinano incantati, senza accorgersi di vari segnali inquietanti, come il moltiplicarsi ad ogni passo di stilnovisti pazzi che inseguono improbabili e datati selfie declamando insaccati verbali di lodi scriteriate e di pensosa interiorità a due euro al chilo, come in un patetico e grottesco castello di Atlante post Dorsey/Zuckenberg.
Insomma, un vero delirio di inautenticità, al quale, al dire il vero, contribuisce in parte non piccola la torma di spostati che la circonda, e che è un vero divertimento osservare. Nonostante ciò, devo anch’io passare e chiudere, soprattutto perché 1) si sa, i narcisisti sono onnivori, si cibano di tutto, basta che appaia il loro nome o la loro immagine, e, insomma, non voglio contribuire anch’io, si creano false aspettative poi. 2) Trovo questo sito ben fatto, chi lo gestisce sembra in gamba, per quanto accostare Canetti a dei pensierini graziosi faccia pensare che alcuni lapilli ormonali siano schizzati su ad ostruire qualche sinapsi. Ma, si sa anche questo, la carne (del cervello maschile) è debole, anche nei migliori…
ahahah! farò uno strappo alla regola, non posso esimermi dal farle vivi complimenti! Ha appena usato metà dei vocaboli dell’intera Treccani! Si sentirà bene ora, ci è riuscito…
E’ proprio sicuro che sia Samantha a soffrire di narcisismo?
Sono e resterò un lettore di Samantha. Non ci siamo mai visti di persona, non è questo che cerco. Le ho scritto solo perchè la sento vicina al mio modo di pensare, come ho fatto anche con altri internauti, (stenterà a crederci, anche uomini!).
Mi perdoni il modo colorito di fraseggiare, il fatto è che mi commuovo ancora davanti a un fiore o alle stelle, poichè mi sento irrimediabilmente incastonato nel Creato, è più forte di me, nonostante sia cosciente di vivere nell’inferno terrestre. Se le crea problema può sempre evitare di leggere.
Le sue doti di buon samaritano le fanno onore, ma non ho bisogno di nessuno che mi metta in guardia da nulla. Amo pestare le merde personalmente (scusi il francesismo) non mi fido di quelli che te le indicano a distanza. E’ un mio difetto, lo riconosco…
Continuerò a leggere Samantha, se ne faccia una ragione. Stia sereno, la lascio libero di continuare a divorarsi il fegato in santa pace nel suo personale regno infero. La verità non sta nella bocca di nessuno, neppure nella sua.
@chattemitehunter, quanti giudizi. Se non ti facessi precedere dalle tue aspettative, giudicheresti meno. Buona fortuna.
@ff, quando ti trovi nelle parole di qualcuno smetti di cercare perché quel che volevi arriva. Grazie, abbraccio.
Ahi, ahi, Incompresa… Passi per l’ “Honni soit qui mal y pense” che, come tutti sanno, oltre ad essere il motto dell’Ordine della Giarrettiera, è anche quello della casata dei felini a cui appartieni, nonché il loro modulo argomentativo di difesa principe, anche quando certe presunte aspettative sono solo nella loro testa. Ma devo dire che non mi aspettavo che fossi conciata così male da arrivare a rifugiarti nelle ipocrite frasette da catechismo per educande sul giudicare. Ma quando non sei al computer scrivi ancora coi pastelli? Prova a crescere un po’, oh Montagna, e a metterti in discussione, ogni tanto, magari prima o poi, chissà, anche se mi pare difficile, partorirai qualcos’altro, oltre ai topolini…
Comunque sia, adeguandomi alla temperie curiosamente evangelica in cui bagnano gli interventi dei miei interlocutori, ti do la mia benedizione e il mio saluto eterno. Adieu, anzi au diable, è stato un vero dispiacere conoscerti, e spero che il dispiacere sia completamente reciproco, perché non vorrei mai averti lasciato intatto da qualche parte qualcosa di quell’immeritato che, comunque, non ti è mai appartenuto. Questo sì mi farebbe rodere il fegato. Aujamaiserevoir.