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Frasi Belle

Scrittori di aforismi su Twitter, Twilla_Ria

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Ci sono autori su Twitter nei cui frammenti e tweet è possibile sentire un’aria di famiglia. Una comune vocazione all’umorismo e al gioco di parole come esercizio puro dell’intelligenza, come una variazione sempre brillante dell’ironia e dell’autoironia, come forma di capovolgimento degli schemi linguistici e concettuali tradizionali. Si fanno chiamare “paroletariati” e giocando su una sola parola, togliendo o aggiungendo una sillaba, ricorrendo a una assonanza riescono a ottenere degli spiazzamenti di senso davvero originali.

Un’autrice che appartiene alla schiera dei paroletariati è @Twilla_ria (Lilla), un vulcano di calembour, anagrammi, motti sferzanti, arguzie, nonsense (mentre scrivo l’autrice sta partendo per un raduno degli “storpionimi”). @Twilla_Ria ama il gioco di parole e ironizza sopra questa sua passione (“Per darci un taglio coi giochi di parole, dovrei trovare la spada di Excalembour”). La parola è lo strumento che permette di capovolgere il senso delle cose e aprire nuove prospettive (l’anagramma di parole è “apro le”). Se il gioco di parole è una specie di giostra magica, il calembour è – per usare un anagramma – il suo “bruco mela” che fa salire sulle montagne russe del senso creando vertiginose associazioni (“Amore è quando due cuori entrano in coillusione” o “Sono o non sono d’io? Non so deicidermi” o addirittura in lingua inglese “I am + You are = We amare”).

Twilla_ria_zz.jpg

Il calembour/anagramma, pur se prevalente nella timeline, non è l’unico strumento che l’autrice usa per aprire nuovi mondi. L’autrice – che dice di amare Escher e si professa “escheriana” – al modo dell’artista olandese, lancia una continua sfida – attraverso lo strumento del linguaggio – alla percezione del reale, nel tentativo di rappresentare ciò che impossibile. Oltre ai non-sense, i motti sferzanti (l’autrice le chiama anche “burle”), i palindromi e i paradossi della logica (“Se avessi un euro per ogni volta che ho avuto un euro, avrei raddoppiato il capitale” o “Faccio il conto alla rovescia delle pecore per svegliarmi”), c’è da sottolineare l’uso molto particolare della gregueria, un modello tanto caro allo spagnolo Ramon Gomez de la Serna, definito “lo psicologo delle cose” e maestro nell’usare metafore e analogie sorprendenti che mutano la nostra percezione. Ecco alcuni esempi in @Twilla_Ria: “Il firmamento, una collezione d’autografi di vere star” o Ogni volta che il cielo s’innamora della terra, è un colpo di fulmine” o “Quando ai punti esclamativi va il sangue alla testa, si riposano un po’ facendo le i” o infine “Prima che il grattacielo fosse costruito, quando il cielo aveva prurito doveva aspettare qualcuno felice che lo toccasse con un dito”.

@Twilla_Ria ironizza sul suo talento (“La mia attitudine all’anagramma è un “talento latento”), ma i suoi tweet sono acuti e originali e i 1600 follower sono davvero pochi. Nella breve nota biografica che l’autrice mi ha inviato, scrive di sé: “Mi chiamo Il-aria e ho problemi di articolazioni (nomen omen). Amo la filosofia della scienza, il cioccolato e l’enigmistica. Da grande vorreı essere meno pıgnola, ma non è facıle smetterla coı puntını sulle ı. Sono vicentina, ma non mangio gatti né li fotografo: sono Instagram-free. Il mio lavoro preferito è fare l’autrice per un programma di Deejay tv che si chiama Lorem Ipsum”.

@Twilla_Ria è su Twitter da fine 2011, “un amico m’ha suggerito l’iscrizione, battezzandomi Twilla (il mio soprannome è Lilla). Mi è subito piaciuto molto perché amo la brachilogia, così sono rimasta”.

Presento una selezione di tweet di @Twilla_Ria. Sono talmente particolari e originali che si potrebbero definire “twillarismi” (per i miei altri articoli sugli autori di Twitter si veda Scrittori di aforismi su Twitter):

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@Twilla_Ria, Tweet scelti

Se non ti toglie il respiro, non ne vale l’apnea.

AAA cercasi tre acche per farsi una risata.

In amor arsi

Chi ha ricevuto il mio cv doveva avere un contratto apro-getto.

Faccio jogging a km 0.

Un senso?
Nessuno.
#anagramma

Faccio il conto alla rovescia delle pecore per svegliarmi.

Ti do retta se mi dai una tangente.

Nasciamo dolci, ma poi la vita ci fa amare.

Diamoci un motivo e motiviamoci. Diamoci un impegno e impegnamoci. Ma, soprattutto, diamoci uno scopo.

Mi si stanno incurvando tutti i punti esclamativi.

Chi tradisce è recidivo. Gli unicorni non esistono.

La parola è sempre solo un mezzo di comunicazione, mai un intero.

Amore è
quando due cuori entrano in coillusione.

L’acqua non ha memoria. Le lacrime sì.

Si farà sesso o dobbiamo venire già venuti?

Me ‘n te

Se usi l’indice, è indicare,
ma se usi il medio NON è mediare.

La fantasia non esiste: è solo frutto della nostra immaginazione.

Di “giorno”, “ignoro”.
Di “notte”, “tento”.
#anagrammi

Ricettina integralista:
fare bollire il cervello 7 minuti per produrre certezze assodate; servire con contorno d’aria fritta.

Tante persone per essere folla, una soltanto per essere folle.

Il tempo è una risorsa non rinnovabile.

Caro Dio, sei tris te?

Leva il cor ai ri-cor-di
e ridi.

Vuoi salire su da me e salire su di me?

Se avessi un euro per ogni volta che ho avuto un euro, avrei raddoppiato il capitale.

I soldi come unica religione. Moneteismo.

Per essere certi di mentire, assicuratevi di conoscere la verità.

Avrei dovuto dormire di più col sonno di poi.

Vi è mai capitato passare la serata a setacciare i cornflakes alla ricerca dei riccioli di cioccolato perché non c’è altro cacao in casa?

Io di solito so risolverlo ma… come si fa a staccare e riattaccare gli adesivi dal cubo di Rubik di Google?

Il mondo va a rotoli doppio velo.

E se facessimo una cover band dei Beatles e ci chiamassimo Gregorsamsas?

Chissà se siamo i sogni di quelli che dormono nei nostri sogni.

C’è un’app per oscurare tutte le discussioni deliranti post Grillo-Vespa. S’attiva premendo il tasto Off del vostro dispositivo elettronico.

Al “wireless per tutti” preferirei “tutti wireless”,
non più burattini.

O vita, desidero ore di sedativo.
#palindromo

Ipotesi: avete la pressione bassa.

Dillo coi fiori
o ridi coi folli.
#anagramma

Eros e Thanatos:
l’amor, te.

Sembra impassibile ma sta sfingendo

Vorrei un dì poter dire “te l’avevo detto” a quelli che credevano nella vita dopo la morte, ma se potessi dirglielo, non potrei dirglielo.

In principio era il CAOS, poi dal CASO nacque COSA.
(Perché nulla si crea, nulla si distrugge, tutto si anagramma)

Trovo etimologicamente ingiusto che non si possa correre nei corridoi.

Dante, Diavolo, Dio.
(La Divina Commedia in 3D)

Vorrei scordarti, ma tu trovi sempre il tono giusto.

Preferisco le facoltà mentali alle scuole di pensiero.

Ognuno sta solo sul cuor della terra trafitto da un raggio alla terza
per quattro π diviso tre. Ed è subito sfera.

E lo rapì di parole…
#palindromo

E con un “esca” mi fece entrare.

AAA cercasi sonno.
ZZZ trovato.

Una fetta di torto non si nega a nessuno.

Üliveto stimola la dieresi.

La mia dieta a base di merendine sarebbe perfetta per mantenermi giovane, se solo esistesse la proprietà transitiva dei conservanti.

A me, a te, a noi: mi-ti-ci!

Se ti innamori di lui, è l’affine!

Noi siamo figli delle stelle? Beh, figli-astri.

Mangio così spesso che due mesi fa m’hanno prescritto un farmaco da assumere lontano dai pasti e la confezione è ancora integra.

Ricordi che t’ornano in testa come una corona di allora.

Le due nature della e nella “poesia”:
“osé” e “pia”.
#anagrammi

– Smettila di assecondarmi!
– No!
– Grazie.

Come spassa il tempo quando ci si diverte!

– Sai che sei più carina senza occhiali?
– Ma io non porto gli occhiali.
– Dicevo i miei.

La libertà non è star sopra un albero.
Scendiamo dal pero.

Non guardare la bellezza negli occhi di chi guarda, ma la meraviglia nei tuoi.

Protendi, ti prendo,
sdraiandoti disordinata,
amandoti indomata.
(Versi di anagrammi)

Costruisco castelli di sabbia, castelli di carte e castelli in aria.
Se fossi uno dei tre porcellini, sarei spacciato.

Sto con l’acqua alla gola, ma acqua in bocca.

Non sto dicendo che sei in ritardo, dico solo che Godot m’ha chiesto quand’è che arrivi.

Calembour
come burla.
#anagramma

Fra le mie azioni in borsa, “cercare le chiavi” va per la maggiore.

Rimpiango il futuro che avevo nel passato.

Quando si sentono distintamente le unghie sugli specchi, non posso fare a meno di provare un fortissimo imbarazzo per il climber.

Le parole possono essere indossate come un vestito. È per quello che il silenzio imbarazza. Ci fa sentire nudi.

Se per qualche giorno scrivi poco e perdi followers, non lamentarti. È sempre meglio di quando li perdi perché scrivi.

I proverbi sono nati dai rt orali.

Non sono atletica e odio le gare, ma colleziono blocchi di partenza.

Sono o non sono d’io? Non so deicidermi.

Il dono più bello che ti fa chi ti ascolta è far sì che tu stesso riesca ad ascoltarti.

A una gara di pulizia arriverei tersa

Quando ai punti esclamativi va il sangue alla testa, si riposano un po’ facendo le i.

– Così su due piedi?
– Sì, seduta stante!
– Sono confusa.

Il posto del cuore è a sinistra,
e sembra quasi un tragico destino.
Il posto di chi “manca”,
the place of those who “left”.

InTRAVEdo la pagliuzza.

È più facile parlare con gli sconosciuti. Il problema è che non durano… dopo un po’ devi cambiarli.

L’uomo crea Dio che crea l’uomo e poi lo uccide e poi lo uccide.

Sono l’anello debole delle catene di Sant’Antonio.

Sto cercando la vena romantica per iniettare l’anestetico.

In pratica teorizzo.

Eclissarsi porta a sentirsi sole.

I giovani d’oggi tirano il sesso e nascondono l’amano.

Lei si è resa conto e lui la pagherà.

I am + You are = We amare

Ore percorse a ritroso: ero.

Quando la morte pareggia con la vita, ci mettiamo una croce sopra.
X

Nella vita impari che la vita è impari.

Il firmamento,
una collezione d’autografi di vere star.

La mia sete è fatta di se e di te.

Ogni volta che il cielo s’innamora della terra, è un colpo di fulmine.

Ho inventato il pronome personale schizofrenico: ii.

La musica è arrivata prima di ogni teoria ad unire il tempo e lo spazio.

– Come stai?
– Non mi posso lamentare.
– Ma vorresti?
– Eccome!

Autoscontrostima

Il desiderio non si è avverato. Era una stella scadente.

Fare a pezzi i tuoi “ti amo”. Farne “a-t-o-m-i”.

Prima che il grattacielo fosse costruito,
quando il cielo aveva prurito
doveva aspettare qualcuno felice
che lo toccasse con un dito.

Ho dato peso alle tue parole,
così il vento non le ha soffiate via.
Verba manent.

Da quando non ho più internet a casa, esco, vedo gente, vado in piazza, al bar, a trovare gli amici.
Dovrò pure scroccare la connessione da qualche parte.

Complesso di inferiorità. Orchestra di superiorità.

Che poi facile essere innovativi agli albori dell’umanità. Vorrei
vederli oggi, Adamo ed Eva, fare un peccato originale.

Ci abituano da piccoli a fare la recita di Natale. Da grandi cambiano i copioni, ma la recita c’è sempre.

Se mi metto una mano sul cuore e il cuore è uno zingaro, il cuore mi legge la mano?

Insegnare: lasciare un segno dentro. #parolecheamo

Alla fine, stringhe stringhe, l’universo è fatto così.

L’importante è participiare.

Fare come se niente fosse piene di senno di poi.