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Nella sezione Scrittori di aforismi su Twitter l’articolo di oggi è dedicato a @robyragazzo (Roberto Ragazzo).
Nella breve nota biografica che compare sul suo blog, così l’autore scrive di sé: “Marketing Manager di giorno, batterista di notte e scassinatore di parole quando capita. Mi sento uno Zero. Quello che non è numero perché non vuole fare numero. Non positivo e non negativo. In fondo un po’ di entrambi. Gemelli nell’animo, Garbato Re Rozzo nell’anagramma. Politeista con una spiccata predilezione per Freddie Mercury e Stewie Griffin. Colleziono puffi, ma pare non sia virile dirlo. Morirei di burrata e cotoletta alla milanese. Dal ’96 nei Moto Perpetuo (jazz/fusion), dal ’12 nei Jefferson Cleaners (cover rock/blues). Sono quello che alle feste accarezza il cane in disparte”.
@robyragazzo è su Twitter dal 2009, “perché ho un brutto carattere e cerco di trovarne uno migliore tra i 140 che ho a disposizione” mi scrive l’autore, che poi aggiunge: “Scrivo giochi di parole su Twitter da sempre. Se la musica è la mia musa, la parola è una paranoia. Il mio approccio verso la batteria e le parole credo sia inconsciamente simile: uno sfogo di emozioni che sembra istintivo, ma in realtà nasconde un’impalcatura ‘matematica’ e un lavoraccio sporco di cesello”.
A proposito delle sue creazioni @robyragazzo – che si definisce “scassinatore di parole” – ha coniato il termine originale di “aforitmi” e davvero i suoi tweet (come le sue micronarrazioni in 400 caratteri di cui parlerò più avanti) sono degli aforismi ritmati da continue assonanze fonetiche e da imprevedibili giochi di parole. Si veda ad esempio questo tweet dove i continui scambi di suono e di senso creano un “aforitma” (“La donna ha ragione. E se ha torto, al femminile è torta. Rasségnati: sarà sempre per-fetta) oppure questo dove sembra quasi di sentire il battito ritmato del senso in cerca di una sua nuova collocazione (“Mano morta sul cuore e palpi-tazioni. Discorsi. Di battiti. E poi nulla. Mi sento l’ultima ruota del cardio) o infine (“Tracimi per capire ciò che provo fuori dal letto. Esondi. E sondi. Nel tuo fiume in piena, tra bocche remo”).
Un’altra particolarità dei tweet di @robyragazzo è quella di costruire delle micronarrazioni o anche sceneggiature teatrali (al modo delle Tragedie in 2 battute di Achille Campanile), brevi atti dove l’autore mette in scena, con grande audacia linguistica, dei piccoli fatti quotidiani (in cui spesso c’è un tu femminile), con una continua esplicitazione della potenzialità paradossale che può derivare dalla minima variazione delle parole (“parole equivocate”, “parole che si sgretolano”, “Termini fraintesi fra intese a termine” come scrive l’autore). Del resto @robyragazzo ha una grande familiarità con la micronarrazione e abitualmente scrive microracconti lunghi al massimo 400 caratteri (composti sulla base di un titolo di due parole) per il gruppo di facebook “Narranti erranti” (si possono leggere anche sul sito dell’autore link). Essi sono una sorta di laboratorio dove l’autore gioca a fare ardite sperimentazioni linguistiche, che poi spesso si riversano (in forma più condensata) nei suoi tweet.
Presento una scelta di tweet di @robyragazzo
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@robyragazzo, Tweet scelti
Mi sei rimasta accanto, passeggiando tra le schegge di una vita in frantumi.
Macerie, resti. Ma c’eri e resti.
Persone che promettono di prendersi cura di te e spariscono.
Pronunciano il giuramento di Ipocrite.
Rifuggo rabbie, risse, rancori.
Rivivo ricordi romantici. Rido raggiante.
Reagisco. Rinasco. Love is in the R.
Penso, dunque so? No.
Se spendi solo in libri, è bello avere le mani bookate.
Dispongono di pochi liquidi, ma sono felici insieme.
Due cuori e un’acqua Panna.
Non vincerò mai un premio perché mi prendo le colpe di tutti.
Sono il perfetto Di Caprio espiatorio.
Analfabeti invidiosi che sfogliano il libro della tua vita.
Guardano solo le figure di merda.
Mettere due punti a una storia è un’operazione matematica dolorosa e necessaria.
Dividere significa ripartire.
Navigatori solitari del web che si perdono tra i .com.
Cercano solo un po’ di com-pagnia.
L’amore non è pura Ginnastica, ma fusione di materie più complesse.
Se c’è Chimica, ci sarà la Storia.
Mi piaci perché rifletti prima di parlare.
Sei proprio una bella pensona.
“Reggi l’alcol?”.
“Sì”.
“Portami una birra”.
Dal matrimonio al divorzio.
Un rimescolamento di bile e lettere fra “Ti desidero” e “Ti diseredo”.
#anagramma
Pensi di cambiare vita e ti ritrovi ancora nascosto sotto uno strato di apparenze.
Avevi solo voltato patina.
Accorrete al grande spettacolo degli sbagli passati.
Solo per oggi statue di “c’era” e tunnel degli errori.
Si dice “Io sono, essi sono” per rispetto del verbo, ma non per questo devi essere uguale agli altri.
Se ti spaventa ciò che dico di provare per te, usa un altro nome.
Chiamalo Armando. E togli la r quando vuoi.
Te lo dico chiaro e soprattutto tondo.
È meglio se non mi cerchi, così almeno non mi prendi in giro.
Continuo a farmi del male e non imparo dagli errori del passato.
Sì, mi riferisco a te. Mi ri-ferisco con te.
Mi avevi chiesto di scriverti più spesso.
Ti ho risposto “NO” in grassetto.
“Inoilgoc!”.
Chiedo scusa per la volgarità, ma è che ogni tanto mi girano i coglioni.
Stringiamo tutti rapporti di merda.
Letami affettivi.
“Dimmi che sceglierai me”.
“Vedremo”.
“Ti voglio”.
“Ti vaglio”.
Il segreto è fottersene, come fanno i gatti.
Non cercare la felicità, ma la felinità.
“Usciamo?”.
“Sono impegnata”.
“Allora uno di questi giorni passo a trovarti. Ti faccio una … “.
“Son presa”.
Solo qualche secondo in più con te.
Avrei voluto fermare il tempo.
Spezzare una lancetta a favore di noi due.
La riservatezza come valore sottostimato.
Perché chi è discreto in realtà è ottimo.
“Vado a un aperitivo”.
“Buon prosecchimento”.
La donna ha ragione.
E se ha torto, al femminile è torta.
Rasségnati: sarà sempre per-fetta.
Infila il suo nome in ogni foto per masturbarsi l’ego.
È così che si sente pro-tag-onanista.
Non sprecare parole ed emozioni per il primo che capita.
Sii razionale. Raziónale.
Ti consolerò e coccolerò senza farti pesare la mia intelligenza.
Sono Q.I. al tuo fianco.
Nessun problema.
Se non rientro nei tuoi piani, sarò forte.
Irrimediabilmente impigliato tra il tuo odio e il tuo amore.
Sai mettermi i bastoni tra le carote.
Siamo diversi, ma insieme formiamo una cosa sola.
Niente, volevo complementarmi con te.
Opinioni deboli. Si formano su Weakipedia.
Ho giocato male le mie carte: l’ennesimo due di picche.
Ed io che speravo in un “sei bello”.
La fINe racchiude sempre in sé l’inizio di un nuovo INizio.
Per avere buone carte in mano, meglio non affidarsi al destino.
E farsi sempre il mazzo.
Tracimi per capire ciò che provo fuori dal letto.
Esondi. E sondi.
Nel tuo fiume in piena, tra bocche remo.
Dico no ai petardi e sì al vino.
Meglio LE botti di fine anno.
Quell’amore fatto non di smancerie, ma di vestiti strappati con i denti.
Amor, sì. A morsi.
Per te provo un mare di sentimenti contrastanti.
Increspato come un amore in burrasca.
O liscio come l’odio.
Dai lezioni su qualsiasi argomento.
Se ti parlassi di onniscienza, avresti già pronto il tuttorial.
Selfie. Selfie. Orridi autoscatti ovunque.
Io non so se mi riprenderò.
Amami per i miei affetti e i miei difetti.
Ti riempirò di baci e di carenze.
Finché alla fine ti abitui a vederli sparare sui tuoi sentimenti come fossero bersagli.
Ti-rassegni.
La maggioranza non ha sempre ragione.
Vox populi, vox dei cretini.
Mano morta sul cuore e palpi-tazioni.
Discorsi. Di battiti. E poi nulla.
Mi sento l’ultima ruota del cardio.
Il tempo è un professore pigro.
Fa il suo corso, ma non insegna.
Un anno che ti sto dietro e non riesco a prenderti.
Niente, volevo festeggiare con te la rincorrenza.
Eserciti di scrittori improvvisati.
Ci son più romanzi che sogni nel cassetto.
L’amore è una partita.
Ci si avvince, ci si perde.
Siamo il plurale coniugato al meglio.
Quello che nasce dall’incontro di due persone molto singolari.
Va bene la seduzione digitale, d’accordo il corteggiamento cerebrale, ma poi ci vuole l’approccio da manuale.
Gente seduta sulla tazza.
Il solo luogo dove “là legge” è uguale per tutti.
L’indifferenza è un macigno che crolla addosso a chi ti critica.
Attenzione: caduta “massì”.
Si chiamano riservati, ma non trovano mai posto.
Si chiamano modesti, ma non vanno mai di moda.
Cosa conta nella vita:
A) Birra
B) Lavoro
C) Amore
L’importante è l’a, salute.
Il pc rovina la vista. Vista rovina il pc.
Ne so una più del diavolo. 667, per la precisione.
Eppure ci speravo.
Come ogni sogNo, è finito con un No.
Se hai al tuo fianco una spalla in gamba che ti dà una mano, è facile andare a braccio.
Faccio sbagli da urlo e mi prendono in giro.
La mia vita è un film dell’errore approdato al grande scherno.
Votiamo tutti compatti a favore dell’alcool.
Anche tu, che di solito ti astemi.
Strinsi un accordo per concedermi ogni vizio. Un patto col Diavolo
S uperbia
I nvidia
G ola
L ussuria
A ccidia
I ra
Procedi o ti fermi qui? Comunque vada, soffriremo e rimarranno briciole.
Scegli tu: o avanzi, o resti.
L’innamoramento nasce come un bruco nello stomaco, che si espande e finisce a far falle.
I sensi sono solo cinque.
Per trovarne di nuovi, occorre scavare dentro se stessi.
E scoprire la sestessenza.
Sono incompleto senza di te. Mi monchi.
Rispolvera citazioni e aforismi per fare colpo.
È il fascino dell’uomo “medium”: fa resuscitare i motti.
Siamo due I egoiste che smettono di trattenersi per fondersi in una U. Dalla costrIzione alla costrUzione di un noi.
Mi riconosci tra il pubblico: sono quello che ti scompiglia le certezze in testa.
L’unico spett(in)atore della tua vita.
Il problema non è che i coglioni girano: è che non si schiodano dal loro posto.
Niente superiori che danno ordini, niente traffico la mattina. La giornata perfetta è senza capo né coda.
Sei arrivata provvidenziale a decapitare ogni mia certezza. Ti aspettavo come una mannaia dal cielo.