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Frasi, citazioni e aforismi sulle cicale

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Il periodo in cui risuona il canto delle cicale è l’estate. Vivono in tutto il mondo, preferendo le regioni calde, in particolare le zone del Mediterraneo. Si adattano a qualunque tipo di albero ma preferiscono in particolare i pini e gli ulivi.

Presento una raccolta di frasi, citazioni e aforismi sulle cicale. Tra i temi correlati si veda Frasi, citazioni e aforismi sui grilli, Frasi, citazioni e aforismi sull’estate, Frasi, citazioni e aforismi sugli insetti e Frasi, citazioni e aforismi sulle formiche.

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Frasi, citazioni e aforismi sulle cicale

L’anima si nutre d’estasi come la cicala di rugiada.
(Anatole France)

È vero che le cicale cantano, ma è un canto che viene da un altro mondo, è lo stridore dell’invisibile sega che sta tagliando le fondamenta di questo.
(José Saramago)

Cicala!
Felice te,
che sopra il letto di terra
muori ubriaca di luce…
(Federico Garcia Lorca)

Sogno d’un dì di estate. Quanto scampanellare tremulo di cicale.
(Giovanni Pascoli)

Silenzio.
Graffia la pietra
un canto di cicale.
(Matsuo Basho)

La cicala mi lascia passare senza interrompere il suo canto. Appartengo anch’io all’invisibile
(Fabrizio Caramagna)

Sei la colonna sonora dell’estate
però non ti ho mai vista in faccia.
Pratichi il mimetismo e se qualcuno
si avvicina al tuo ricovero
taci di colpo, per sottrargli traccia.
(Franco Marcoaldi)

Il tuo rumore è rauco, lento,
cadenzato; quasi raspassi il sole
in un giorno ideale di bucato.
(Franco Marcoaldi)

Ancora e ancora, il grido instancabile delle cicale trafigge l’aria afosa dell’estate come un ago al lavoro su uno spesso panno di cotone.
(Yukio Mishima)

Ancora un poco e canteranno le cicale: molti le ascolteranno immersi nel loro approdo fra rocce e sabbia, davanti al mare, dove l’insetto ama intonare i suoi concerti sugli ulivi, nei campi, tra forre e chiese rupestri. Le cicale stanno bene fra i ruderi. Il loro canto è qualcosa di antico, ancestrale, come quelle cose arrivate a noi attraverso i millenni e che a volte si trasformano in esperienze straordinariamente attuali.
(Carlo Grande)

Cicale, sorelle, nel sole
con voi mi nascondo
nel folto dei pioppi
e aspetto le stelle.
(Salvatore Quasimodo)

Il lamento delle cicale riempiva il cielo; era come il rantolo della Sicilia arsa che alla fine di agosto aspetta invano la pioggia.
(Giuseppe Tomasi di Lampedusa)

Il canto
delle cicale
non dà segno
del loro vicino morire.
(Matsuo Basho)

Sull’incudine del pomeriggio, la cicala martella il nome dell’estate.
(Fabrizio Caramagna)

Prima una, due, tre, quattro, da altrettanti alberi;
poi dieci, venti, cento, mille, non si sa di dove,
pazze di sole; poi tutto un gran coro .che aumenta
d’intonazione e di intensità col calore e col luglio, e
canta, canta, canta, sui capi, d’attorno, ai piedi
dei mietitori.
Finisce la mietitura, ma non il coro. Nelle fiere
solitudini sul solleone, pare che tutta la pianura
canti, e tutti i monti cantino, e tutti i boschi cantino
(Giosuè Carducci)

Acuta tra le foglie degli alberi
la dolce cicala, di sotto le ali,
fitta vibra il suo canto, quando
il sole a picco sgretola la terra.
(Alceo)

E noi due qui distesi a far l’amore
in mezzo a questo mare di cicale
questo amore piccolo così
ma tanto grande che mi sembra di volare
(Lucio Dalla)

Afa di luglio. Il canto che non varia
delle cicale; il ciel tutto turchino;
intorno a me, nel gran prato supino,
due fili d’erba immobili nell’aria.
(Camillo Sbarbaro)

L’acqua del mare si fa più turchina,
Sul muro calcinato il campanello
casalingo non suona. La panchina
di ferro scotta al sole. Le cicale
sono le sole padrone dell’ora.
(Sandro Penna)

Forse l’estate ha finito di vivere.
Si sono fatte rare anche le cicale.
(Eugenio Montale)

Era d’inverno, e le formiche stavano asciugando il loro grano, che si era bagnato. Ed ecco che una cicala affamata andò a chiedere loro del cibo. Ma le risposero le formiche: «Perché durante l’estate non hai fatto anche tu provviste?». Rispose la cicala: «Non ne avevo tempo, ma cantavo armoniosamente». E quelle, ridendole in faccia, le dissero: «Beh, se nel tempo estivo cantavi, d’inverno balla». La favola insegna che in ogni circostanza di vita bisogna guardarsi dall’essere trascurati, per non soffrire e non trovarsi nei pericoli.
(Esopo, Favole)

La Cicala, dopo aver cantato tutta l’Estate, si trovò in grande povertà quando giunse l’Inverno. Nemmeno un pezzettino di mosca o verme. Andò allora a piangere miseria dalla Formica, sua vicina, pregandola di darle a prestito qualcosa per sopravvivere fino alla stagion novella. «Ti pagherò, le disse, prima d’Agosto, in fede d’animale, interessi e capitale». Ma la Formica non presta volentieri: è il minor dei suoi difetti. «Che facevi alla bella stagione? Disse alla nostra Cicala. – Notte e giorno per ogni passante io cantavo, non volermene. – Cantavi, eh? Me ne rallegro proprio: benissimo! Ora balla».
(Jean de La Fontaine, La cicala e la formica)

La formica che ammonticchia cibo per l’inverno è più saggia della cicala, che un giorno canta e quello successivo patisce la fame.
(Khalil Gibran)

La formica è instancabile, ma chi è più generoso di una cicala che dona diecimila note in un pomeriggio?
(Fabrizio Caramagna)

Chiedo scusa alla favola antica
se non mi piace l’avara formica
io sto dalla parte della cicala
che il più bel canto non vende… regala!
(Gianni Rodari)

Aspettiamo il caldo come cicale, le cui ninfe restano sottoterra per anni (in media dai due agli otto, ma una specie nordamericana, la Magicicada, ne impiega anche diciassette), cibandosi grazie alle radici degli alberi. Tra poco usciranno e intoneranno la colonna sonora della stagione, eseguita solo dai maschi, che per attirare le femmine fanno vibrare delle specie di lamine (timballi) sull’addome; poi si accoppieranno, scenderanno dagli alberi a depositare le uova e dopo poche settimane moriranno, concludendo un ciclo vitale che a questo punto appare un po’ meno fatuo di quello descritto da certe favole.
(Carlo Grande)

Quattro anni di aspro lavoro sotterra e un mese di gioia al sole: ecco quale sarebbe, dunque, la vita della Cicala. Non rimproveriamo più all’insetto adulto il suo delirante trionfo. Per quattro anni esso ha portato nelle tenebre la sua sordida casacca di cartapecora, per quattro anni ha rovistato la terra con la punta delle sue pinze; ed ecco il terrazziere fangoso vestito ora in elegante costume, dotato d’ali che rivaleggiano con quelle degli uccelli, abbronzato dal sole, inondato di luce, gioia suprema di questo mondo. I cembali non saranno mai troppo fragorosi per festeggiare questa felicità, così bene guadagnata e così effimera.
(Jean Henri Fabre)

Tutta la voce
consumata nello strillare:
resta il guscio della cicala.
(Matsuo Basho)

Dio che paura quando le cicale smettono tutte insieme per qualche secondo
(bon1z, Twitter)

Senza l’accompagnamento del canto della cicala, il tremolio dell’aria estiva, al sole e sotto un caldo estremo, è come una danza senza musica.
(Joseph Joubert)

Quando la cicala si fa muta il tempo tramuta.
(Proverbio)

Se d’inverno non vuoi far la cicala d’estate fai la formica.
(Proverbio)

I logorroici si reincarnano nelle cicale.
(UhiAhiOhi, Twitter)

Ho passato la notte a cantare vicino a una cicala per farle capire cosa si prova.
(Zziagenio78, Twitter)

Questa cosa che non conosciate il verso delle cicale deve frinire
(Texxmat, Twitter)

Viene l’autunno,
involucro di cicala
che si screpola.
(Shinkichi Takahashi)

Che leggerezza i gusci delle cicale, finalmente liberi dal peso di cantare a squarciagola tutta l’estate
(Fabrizio Caramagna)

Un freddo cala… Duro il colpo svetta.
E l’acacia ferita da sé scrolla
il guscio di cicala
nella prima belletta di Novembre.
(Eugenio Montale)