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Presento la più ampia raccolta in lingua italiana di frasi, citazioni e aforismi sul faro. Tra i temi correlati si veda Frasi, citazioni e aforismi sulla luce, Frasi, citazioni e aforismi sul mare, Frasi, citazioni e aforismi sul porto e Frasi, citazioni e aforismi sulla nave e la barca.
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Frasi, citazioni e aforismi sul faro
Il faro, questa affascinante sentinella dell’infinito.
(Fabrizio Caramagna)
Non dimenticherò mai la prima volta che vidi un faro. È stato quando avevo cinque o sei anni. Ho spalancato gli occhi per la meraviglia. Ricordo di aver provato un moto di affinità con quelle meravigliose sentinelle che guidavano le imbarcazioni della Guardia costiera e i marinai stanchi lungo le infide rotte del mare.
(Sergio Bambarén)
Riaprendoli, vide in lontananza Gråskär e il cuore le balzò nel petto. Era sempre così, quando avvistava l’isola e la casetta con il faro che svettava bianco e fiero verso il cielo azzurro
(Camilla Läckberg)
Il faro era una torre alta e bianca, ma nell’oscurità la torre non si vedeva, la luce del faro era sospesa nell’aria come una stella sconosciuta.
(Fabrizio Caramagna)
Non riesco a pensare a nessun altro edificio costruito dall’uomo che sia altruistico quanto un faro. Sono stati costruiti solo per servire.
(George Bernard Shaw)
Volevo solo finire la mia vita in un faro in mezzo al mare in compagnia del mio violoncello.
(LaWho_Margot, Twitter)
Il pontile: qualcuno lo ha inventato perché il faro è solo nella notte.
(Fabrizio Caramagna)
Come può un semplice raggio fare la differenza per così tante vite? Come possono tante persone fidarsi di quella luce e di quelli che la custodiscono?
Solo da adulto, ho capito perché mi affascinano tanto queste magnifiche torri. Sono sempre stato rapito dal fascio di luce brillante del faro, e dal suo scopo: guidare le navi e i suoi equipaggi in acque sicure. Pioggia o nebbia, tempesta o foschia, la luce è sempre là, dietro la lente di cristallo, una sorta di muro trasparente posto innanzi alla fonte luminosa per amplificarne la forza.
(Sergio Bambarén)
La prominenza rocciosa si protende in mare aperto,
sulla punta estrema, distanti alcuni chilometri,
il faro innalza la sua muratura massiccia:
un pilastro luminoso di notte, nebuloso di giorno.
(Henry Wadsworth Longfellow)
Amore è un faro sempre fisso
che sovrasta la tempesta e non vacilla mai;
Amore non muta in poche ore o settimane,
ma impavido resiste al giorno estremo del giudizio
se questo è errore e mi sarà provato, io non ho mai scritto, e nessuno ha mai amato
(William Shakespeare)
Era l’ora felice dell’assalto
e del bacio.
L’ora dello stupore
che ardeva come un faro.
(Pablo Neruda)
Qui, dalla mia finestra, c’è un faro che si gira e ogni sera illumina il mare chiedendo di te.
(Fabrizio Caramagna)
Quando sei stato faro per anni nessuno è disposto a perdonarti un attimo di buio.
(DavideMapelli)
Da qualche parte esiste un guardiano del faro che conserva tutti i messaggi in bottiglia. Li rilegge di notte insieme alla sua amata sirena.
(Fabrizio Caramagna)
Sempre tu la piccola stella e sempre io l’oscuro natante
Sempre tu il porto e io il faro di destra…
Sempre tu la statua di pietra e sempre io l’ombra che cresce
Tu l’imposta accostata, io il vento che la apre
Perché ti amo e ti amo.
(Odysseas Elytis)
La luna è il faro per le stelle che percorrono la Via Lattea.
(Mieczysław Kozłowski)
Il faro
Rosso pastore delle barche da pesca.
(José Gorostiza)
I fari sono più utili delle chiese.
(Benjamin Franklin)
Per essere un faro, devi essere così forte da resistere a ogni forma di tempesta, a ogni genere di solitudine e devi avere una luce potente dentro di te!
(Mehmet Murat İldan)
Ci sono due tipi di uomini, mi spiegava lei mentre camminavamo sulla riva del mare: coloro che sono barche e hanno la passione per l’orizzonte e la libertà, e coloro che sono porti e amano la sicurezza e la realtà.
– Dimentichi i fari
– Ah no, i fari sono donna. Le donne sono da sempre luce e punto di riferimento nel mondo.
(Fabrizio Caramagna)
Il Faro innamorato della nave che non lo amerà mai, che ogni notte si condanna a riportarla verso una casa che non sarà mai lui
(Schivami, Twitter)
Tu dove sei? Ti spero in qualche porto…
L’uomo del faro esce con la barca,
scruta, perlustra, va verso l’aperto.
(Mario Luzi)
La notte che avvolge il mondo e questo profumo di stelle sul mare. E il faro grande che non smette di girare. E un bacio improvviso, e che nessuno parli.
(Fabrizio Caramagna)
Abbarbicato in cima alla scogliera, incombente come un muto testimone che ha visto innumerevoli naufragi e tempeste, si ergeva un faro semidiroccato. Cera qualcosa di magico in quella costruzione.
(Sergio Bambarén)
Non era soltanto un guardiano del faro: era uno di quei rari esseri umani che io chiamo i Guardiani della Luce. E finché essi sono dentro di noi, possiamo incontrarli una volta o due nelle nostre esistenze terrene. E questo mi dà speranza.
(Sergio Bambarén)
Ora erano molto vicini al Faro. Eccolo che si stagliava, nudo e dritto, abbagliante di bianco e nero, e si vedevano le onde rompersi in schegge bianche come vetro infranto contro gli scogli. Si vedevano le venature e le spaccature degli scogli. Si vedevano chiaramente le finestre; un tocco di bianco su una di esse, e un ciuffo di verde sullo scoglio. Un uomo era uscito e li aveva guardati con il cannocchiale ed era rientrato. Ecco com’era, pensò James, il Faro che per tutti quegli anni avevano visto attraverso la baia; era una torre nuda su una roccia deserta.
(Virginia Woolf)
Quando calava la sera, il raggio del faro che col buio si posava d’autorità sul tappeto mettendone in rilievo il disegno, alla luce più dolce dell’estate si mescolò col chiaro di luna e scivolando gentile come per posare una carezza indugiava di soppiatto a guardare, per poi tornare di nuovo amorevole.
(Virginia Woolf)
Senza volerlo diedi un’occhiata al mare e non distinsi niente all’infuori di un’unica luce verde, minuscola e lontana, che avrebbe potuto essere l’estremità di un molo.
Quando tornai a guardare nella direzione di Gatsby, questo era scomparso ed io ero di nuovo solo nell’oscurità inquieta.
(Francis Scott Fitzgerald)
Da allora era solito andare di pomeriggio a conversare con l’uomo del faro sulle innumerevoli meraviglie della terra e dell’acqua che l’uomo conosceva. (…) Fiorentino Ariza imparò ad alimentare la luce, prima con carichi di legna e poi con orci di olio, prima dell’arrivo dell’energia elettrica. Imparò a dirigerla e ad aumentarla con gli specchi, e in svariate occasioni in cui l’uomo del faro non poté farlo si fermò a vigilare dalla torre le notti del mare. Imparò a conoscere le imbarcazioni dalle loro voci, dalla misura delle loro luci sull’orizzonte, e a percepire che qualcosa di loro gli tornava indietro nei lampi del faro.
(Gabriel García Márquez)
In nessun altro luogo diverso dal faro aveva vissuto le ore più felici né aveva trovato miglior consolazione alle sue infelicità. Fu il posto che amò di più. Tanto che per anni cercò di convincere sua madre, e più tardi lo zio Leòn XII, di aiutarlo a comprarlo. Poiché i fari del Caribe erano a quell’epoca di proprietà privata e i loro proprietari riscuotevano il diritto di passo fino al porto a seconda della grandezza delle imbarcazioni. Fiorentino Ariza pensava che quella fosse l’unica maniera onorevole di fare un buon affare con la poesia, ma né la madre né lo zio la pensavano allo stesso modo, e quando avrebbe potuto farlo con le sue risorse i fari erano già diventati proprietà dello stato.
(Gabriel García Márquez)
Come ebbero raggiunto il locale di guardia, sopra il quale si trovavano la lanterna e le apparecchiature che producevano la luce, i due ufficiali sedettero sul banco circolare fissato al muro
Dalle quattro finestrelle aperte in quel locale lo sguardo poteva vedere tutti i punti dell’orizzonte.
Benché il vento fosse moderato, soffiava abbastanza forte a quell’altezza, senza tuttavia coprire le strida acute dei gabbiani, delle fregate e degli albatri che passavano con grande sbattere di ali.
(Jules Verne, Il faro in capo al mondo)
Un faro è un punto fermo. L’ho sempre pensato fin da bambino, dalla barca di mio padre. Se ne stava laggiù, lontano , in mezzo a un mare che luccicava così tanto da far chiudere gli occhi e così lo vedevo brillare, anche lui, soffocato dalla nebbia umida che mi offuscava le palpebre.
(Carlo Lucarelli)
Presente e intermittente come un faro. Così, spesso, si splende e poi ci si ritira ognuno dentro la propria ombra.
(Esercizinvolo, Twitter)
Un faro. Struttura magra e lunga, occhi rivolti lontano, il cuore fisso nella terra di confine, geometrie millimetriche
(Esercizinvolo, Twitter)
Fatta eccezione per le strutture monumentali, l’antichità conobbe la proliferazione dei semplici falò, accesi sui punti più alti della costa. È con i Romani che vennero edificate le prime torri con bracieri di fascine e legna.
(Annamaria Lilla Mariotti)
Nella fantasia collettiva non esiste faro senza guardiano. Una presenza insostituibile per lunghi secoli, una figura stretta tra avventura e leggenda. I primi furono probobilmente schiavi che raccoglievano e accatastavano la legna per accendere, dal tramonto all’alba, i fuochi sulle colline o nei bracieri in cima alle torri. Nel Medioevo i falò di segnalazione furono alimentati dai monaci, che forse consideravano loro preciso e sacro dovere alimentare la fiamma sulla torre più alta per segnalare i pericoli alle navi di passaggio
(Annamaria Lilla Mariotti)
A partire dal 1800, con la moltiplicazione del fari così come li conosciamo, la figura del guardiano, spesso accompagnato dalla famiglia, acquisì altra consistenza. Ancora indispensabile alla manutenzione tecnica, il guardiano divenne l’eroe di un mondo di frontiera, al confine tra la terra e il mare, affacciato su un’estensione affascinante e terribile, capace di aggredire le fondamenta delle torri più robuste
(Annamaria Lilla Mariotti)
Fare il guardiano è un dovere, una responsabilità. Bisogna essere predisposti. Le difficoltà sono moltissime, i gabbiani, i topi, l’isolamento, in cui trascini anche la famiglia. Con mia moglie e le mie tre figlie abbiamo passato anni interi vedendo pochissima gente. Ma almeno io la solitudine non la sentivo. A volte mi incanto pensando a quanti miliardi di occhi mi hanno visto senza che io li vedessi.
(Ex guardiano del faro di Lampione, al largo di Lampedusa)
Il guardiano del faro, la metafora più bella del mondo. Il faro può essere visto a chilometri di distanza da centinaia di persone, ma in realtà, soltanto per alcuni e solamente per questi, la sua luce diventa di vitale importanza. La luce del faro diventa in questo caso non un’affascinante attrazione, ma la direzione, la rotta da seguire per raggiungere la meta. Di notte e di giorno, con la luna o la tempesta, prigioniero del suo faro come di una torre d’avorio che in molti gli invidiano. Professionista contemplativo, uomo di altri tempi, perso in un’altra epoca, il guardiano scatta su per la chiocciola delle scale come a salire verso il cielo.
(Fabrizio Boschi)
Sui fari bisogna essere elettricisti, motoristi, effettuare le manutenzioni. Devi saper fare tutto. Incluso andare per mare: tra questi scogli senza attracco
(Giovanni Lupo, guardiano del faro, La Stampa, 2016)
Si tratta di un lavoro in estinzione. Al mio corso eravamo 500: ora saremo meno di 150. Mi ricordo di quando nelle isole, con qualsiasi tempo, dovevo portarci le bombole del gas: servivano a caricare i segnali. Ora va meglio: ci sono i pannelli solari. Ma resta una vita dura
(Giovanni Lupo, guardiano del faro, La Stampa, 2016)
Il faro è un ancora di salvezza, dà gioia ai naviganti.
(Giovanni Lupo, guardiano del faro, La Stampa, 2016)
Molti sostengono che il faro più bello del mondo sia quello di Bell Rock, piantato su uno scoglio del Mare del Nord, a 11 miglia dalla costa. Lo scoglio si chiama Bell proprio perché nel 1300 c’era una campana a segnalare la secca, ma dopo appena un anno se la prese un pirata olandese. Ogni inverno almeno sette navi scomparivano nella zona e una tempesta ne affondò 70 tutte assieme. Fu però la perdita nel 1804 della HMS York, un vascello di terza classe da 74 cannoni, a fare decidere il Parlamento a rispolverare una vecchia, impossibile idea dell’ingegnere scozzese Robert Stevenson, nonno dello scrittore Robert Louis: un faro in mezzo al mare.
(La Stampa 2008)
Di tutti gli hobby, la «farologia» non è certamente il più strano, ed è condiviso da migliaia di persone in tutto il mondo. Poche opere dell’uomo sono tanto affascinanti, cariche di storia e di misteri, così isolate da tutto e così necessarie – anche ai tempi dei satelliti e del GPS – alla salvezza di chi naviga.
(La Stampa 2008)
Girai la chiavetta e spensi il motore. Era inutile sciupare benzina. Intendevo lasciare andare il battello alla deriva. Quando si fosse fatto buio, avrei sempre potuto orientarmi con la luce del faro del Morro o, se il battello fosse andato troppo alla deriva con quelle di Cojimar, per puntare su Bacuranao
(Ernest Hemingway)
Sta tutta la notte a spiare
lontano sul mare,
pupilla di fuoco
che fisa nel buio sfavilla.
Si spegne, s’accende,
ancora si spegne,
più viva risplende.
(Ugo Ghiron)
L’affacciarmi al faro per la sua stretta scala è un rendermi vanamente visibile alla notte, più che un vedere mio.
(Alfonso Gatto)
Per guidare la mia nave non mi serve un faro, ma un farò che getti luce sulle cose che dovrò. Un farò, appunto.
(orporick, Twitter)
Ci sono due Posso E poi un Devo
E dopo ancora un Farò.
Com’è infinito il compromesso
Che indica io voglio!
(Emily Dickinson)
Da piccolo volevo fare il guardiano del faro, purtroppo sono diventato quello del farò.
(rattodisabina, Twitter)
Se posso, rimando “a domani”.
Sarei un ottimo guardiano del farò.
(texxmat, Twitter)
Tra il dire e il faro c’è di mezzo il mare.
(sonopazzaio, Twitter)
Il guardiano del faro sta tutta la notte a pensare chi glielo ha fatto fare.
(Gene Gnocchi)
Quando al faro fanno una festa dalle navi si vede una luce psichedelica.
(Gene Gnocchi)
I guardiani del faro in Groenlandia e in genere ai poli vengono scelti tra persone che sono capaci di stare svegli sei mesi ininterrottamente!
(Gene Gnocchi)
I guardiani del faro fanno gli straordinari solo durante le eclissi e sono una delle poche categorie di lavoratori che anche volendo non possono portarsi il lavoro a casa.
(Gene Gnocchi)
La felicità di una madre è come un faro che illumina il futuro, ma si riflette anche sul passato e lo avvolge nella dolcezza dei ricordi.
(Honoré de Balzac)
Mio cugino ha parlato stasera. Mi ha chiesto
se salivo con lui: dalla vetta si scorge
nelle notti serene il riflesso del faro
lontano, di Torino.
(Cesare Pavese)
Dentro la mia bottiglia vuota stavo costruendo un faro, mentre tutti gli altri stavano facendo navi.
(Charles Simic)
L’amore più non è quella tempesta
Che nel notturno abbaglio
Ancora mi avvinceva poco fa
Tra l’insonnia e le smanie,
Balugina da un faro
Verso cui va tranquillo
Il vecchio capitano.
(Giuseppe Ungaretti)
L’uomo saggio deve mantenersi calmo in mezzo alle agitazioni come il guardiano di un faro in mezzo ai tumulti dell’onda e ai baleni del lampo.
(Henri-Frédéric Amiel)
Alcuni automobilisti non si schioderebbero dalla corsia di sorpasso neanche se noleggiaste il faro del porto di Livorno per abbagliarli.
(FranAltomare, Twitter)
La tua irrequietudine mi fa pensare
agli uccelli di passo che urtano ai fari
nelle sere tempestose:
(Eugenio Montale)
Paola andò verso la luce e, radunando tutta la forza che le era rimasta, diresse il cono luminoso del faro verso l’orizzonte, fendendo la coltre di nebbia. Verso quel luogo dell’universo dove l’Ammiraglio ed Elvira avrebbero cercato approdo in una dimensione di eterna felicità.
(Sergio Bambarén)
Anche quando tutte le imbarcazioni del mondo saranno dotate di computer e ricevitori satellitari, quanti vorranno rinunciare alla vista rassicurante di quel gigante benevolo, che dalla costa sorveglia e protegge?
(Annamaria Lilla Mariotti)