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Søren Kierkegaard (Copenaghen, 5 maggio 1813 – Copenaghen, 11 novembre 1855) è stato un filosofo, teologo e scrittore danese. Il suo pensiero è considerato il punto di avvio dell’esistenzialismo.
Presento una raccolta di frasi, citazioni e aforismi di Søren Kierkegaard. Tra i temi correlati si veda Le più belle frasi di Friedrich Nietzsche e Frasi, citazioni e aforismi di Arthur Schopenahauer.
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Frasi, citazioni e aforismi di Søren Kierkegaard
La vita si può capire solo all’indietro, ma va vissuta in avanti.
La vita non è un problema da risolvere. Ma una realtà da sperimentare.
Le persone chiedono la libertà di parola come compensazione per la libertà di pensiero che raramente usano.
La fede comincia là dove la religione finisce.
Nella vita l’unica cosa certa è la morte, cioè l’unica cosa di cui non si può sapere nulla con certezza.
È bastato uno sguardo, o un gesto, o un breve colloquio. La loro anima se n’è andata, per un istante, per un’ora.
Cos’è la giovinezza? Un sogno. Cos’è l’amore? Il contenuto del sogno.
La funzione della preghiera non è influenzare Dio, ma piuttosto cambiare la natura di colui che prega.
L’ironia è l’occhio sicuro che sa cogliere lo storto, l’assurdo, il vano dell’esistenza.
La grandezza non consiste nell’essere questo o quello ma nell’essere sé stessi; e questo ciascuno lo può, se lo vuole.
E so nello stesso tempo che il più grande godimento che si possa immaginare nell’amore è quello di essere amati sopra ogni cosa al mondo.
Gli uomini hanno il dono della parola non per nascondere i pensieri ma per nascondere il fatto che non li hanno.
Lo stato attuale del mondo e l’intera vita sono malati. Se fossi un dottore e mi fosse chiesto il mio consiglio, dovrei rispondere, “Crea silenzio”.
Dove sono? Chi sono?
Cosa sono venuto a fare qui?
Cos’è questa cosa chiamata “mondo”?
Come sono arrivato nel mondo?
Perché non sono stato consultato?
E se sono costretto a farne parte, dov’è il regista?
Voglio vederlo.
Non è un’arte il sedurre una ragazza, ma lo è ben il trovare una degna di essere sedotta.
L’amore è esultante quando unisce ciò che è uguale, ma trionfante quando rende uguale nell’amore ciò che era diverso.
Sono così incompreso che non si comprendono neanche i miei lamenti di essere incompreso.
Ci sono due modi per essere ingannati. Uno è credere a ciò che non è vero; l’altro è rifiutarsi di credere a ciò che è vero.
La noia è la radice di tutti i mali – il rifiuto disperato di essere se stessi.
Gli uomini hanno per natura più paura della verità che della morte.
Non c’è nulla che spaventi di più l’uomo che prendere coscienza dell’immensità di cosa è capace di fare e diventare.
Non sai che giungerà l’ora della mezzanotte in cui ognuno dovrà smascherarsi? Credi che si possa sempre scherzare con la vita? Credi che si possa di nascosto sgattaiolar via un po’ prima della mezzanotte per sfuggirla?
Legge eterna nell’amore è che due esseri debbano sentirsi come venuti al mondo l’uno per l’altro già nel primo istante in cui hanno cominciato ad amarsi.
Cos’è che rende un uomo grande, ammirato dal creato, gradevole agli occhi di Dio? Cos’è che rende un uomo forte, più forte del mondo intero; cos’è che lo rende debole, più debole di un bambino? Cos’è che rende un uomo saldo, più saldo della roccia; cos’è che lo rende molle, più molle della cera? È l’amore! Cos’è che è più vecchio di tutto? È l’amore. Cos’è che sopravvive a tutto? È l’amore. Cos’è che non può essere tolto, ma toglie lui stesso tutto? È l’amore. Cos’è che non può essere dato, ma dà lui stesso tutto? È l’amore.
Talvolta era così spirituale che io, come donna, mi sentivo annientata. Altre volte invece era così selvaggio e appassionato, così pieno di desiderio, che io quasi tremavo davanti a lui. Talvolta mi trattava come un’estranea, talvolta si abbandonava a me completamente: quando lo stringevo tra le mie braccia, tutto cambiava, e io “abbracciavo le nuvole”.
È innegabile che nel mondo esiste tanta gente meschina che vuole trionfare su tutto quello che si eleva di un solo palmo dalla mediocrità.
La filosofia è la balia asciutta della vita, essa può prendersi cura di noi, ma non può allattarci.
L’angoscia è la vertigine della libertà.
La forma più comune di disperazione è non essere chi sei.
Chi ama Dio senza fede riflette su se stesso, mentre chi ama Dio nella fede riflette su Dio.
Se un uomo fosse tanto furbo da poter nascondere di essere pazzo, potrebbe far impazzire tutto il mondo.
Se Cristo venisse oggi sulla terra, com’è vero che io vivo, non prenderebbe di mira i sommi sacerdoti, ecc. – ma i giornalisti.
Il paradosso è la sorgente della passione del pensatore, e il pensatore senza un paradosso è come un amante senza sentimento: misera mediocrità.
Paradossale è la condizione umana. Esistere significa “poter scegliere”; anzi, essere possibilità. Ma ciò non costituisce la ricchezza, bensí la miseria dell’uomo. La sua libertà di scelta non rappresenta la sua grandezza, ma il suo permanente dramma. Infatti egli si trova sempre di fronte all’alternativa di una “possibilità che sí” e di una “possibilità che no” senza possedere alcun criterio di scelta. E brancola nel buio, in una posizione instabile, nella permanente indecisione, senza riuscire ad orientare la propria vita, intenzionalmente, in un senso o nell’altro.
Se l’uomo fosse un animale o un angelo, non potrebbe angosciarsi. Poiché è una sintesi, egli può angosciarsi, e più profonda è l’angoscia più grande è l’uomo.
Sognare è la suprema genialità.
Il credente sicuro di sé è un peccatore più grande agli occhi di Dio del miscredente tormentato.
Conquistare l’anima di una donna è un’arte, sapersene liberare è un capolavoro.
Osare è perdere momentaneamente l’equilibrio. Non osare è perdersi.
I geni sono come i temporali. Vanno contro il vento, terrorizzano la gente, purificano l’aria.
La certezza, l’abitudine, la prevedibilità uccidono non solo la passione (per mancanza di ostacoli) ma anche il godimento, che è parente della sorpresa.
Nessuno al mondo è in grado di dirti perché esisti, ma visto che sei qui, lavora per dare un senso alla tua esistenza.
Il supremo paradosso di tutti i pensieri è il tentativo di scoprire qualcosa che il pensiero non può pensare.
Che cos’è un poeta? Un uomo infelice che nasconde profonde sofferenze nel cuore, male cui labbra sono fatte in modo che se il sospiro, se il grido sopra vi scorre, suonano come una bella musica.
Non sempre si può giudicare l’intensità del dolore dalle grida.
Senza Fede, s’inciampa in un fìl di paglia.
La Bibbia è molto facile da capire. Ma noi cristiani siamo un gruppo di truffatori intriganti. Facciamo finta di non essere in grado di capirla perché sappiamo molto bene che nel momento in cui capiamo, siamo obbligati ad agire di conseguenza.
Se dovessi augurarmi qualcosa, non mi augurerei benessere e potere, ma un appassionato senso del potenziale, di avere un occhio che, sempre giovane e ardente, vede il possibile. Il piacere delude, la possibilità mai.
In ogni campo, per ogni oggetto, ecc., son sempre le minoranze, i pochi, i rarissimi, i Singoli, quelli che sanno: la Folla è ignorante.
Un uomo può compiere imprese stupefacenti e assimilare una grande quantità di conoscenze, eppure non avere alcuna comprensione di sé. Ma la sofferenza spinge un uomo a guardarsi dentro. Se vi riesce, ecco che là, dentro di lui, comincia il suo apprendimento.
La felicità è una porta che si apre dall’interno: per aprirla bisogna umilmente fare un passo indietro.
Meglio dare che prendere; ma talvolta può esserci più umiltà nel ricevere che nel donare.
Chi striscia sulla terra non è esposto a cadere tanto facilmente come chi sale sulle cime delle montagne.
Le idee fisse sono come i crampi ai piedi − il miglior rimedio è camminarci sopra.
Quando nell’amore si smette di combattere, l’amore non c’è più.
L’amore perfetto significa amare quella persona che ci renderà infelici.
L’amore della donna è un sì ed un «Amen»; quello dell’uomo, chiacchiere.
L’essenza della donna è un abbandono sotto forma di resistenza.
Le donne, si sa bene, chiacchierano in un minuto quanto un uomo non riesce a fare in tutta la vita.
Essere donna è qualcosa di così strano, di così confuso e di così composto che nessun predicato può esprimerlo, mentre a voler usare molti predicati, si contraddicono in modo tale che solo una donna riesce a sopportarlo e, quel che è peggio, a sentirsi felice.
In confronto dell’uomo, la donna è per natura sempre più dotata di ciò che certamente è fatto apposta per causare all’uomo seccature e per renderlo infelice in questo mondo, ma da cui tuttavia in diversi sensi sgorga la vita: essa ha più cuore.
La moda è donna, perché la moda è l’incostanza del non-senso, la quale conosce soltanto una conseguenza, quella di diventare sempre più folle.
Nell’uomo l’essenziale è l’essenziale e per tanto è sempre lo stesso, nella donna l’accidentale è essenziale e pertanto è inesauribile diversità
Parlo volentieri con i bambini, perché in fin dei conti si può sperare che diventeranno esseri ragionevoli. Quanto a quelli che lo sono diventati, ah! Signore!
Nell’intimo cuore, nel segreto più segreto della felicità, abita l’angoscia, che è disperazione: questo è il luogo più caro alla disperazione, quello che preferisce fra tutti: profondamente dentro alla felicità.
La felicità è il più grande nascondiglio della disperazione.
Poiché colui che dispera trova l’uomo eterno; e, come uomini eterni, siamo tutti uguali.
Io scelgo l’assoluto. Ma cos’è l’assoluto? Sono io stesso nel mio eterno valore. Altro all’infuori di me stesso non potrò mai scegliere come assoluto.
Dalla mia più tenera età, una freccia di dolore si è piantata nel mio cuore. Finché vi rimane, sono ironico – se la si strappa, muoio.
Preferisco parlare con le vecchie signore che riportano chiacchiere di casa; poi con i dementi — in ultimo con la cosiddetta gente assennata.
La speranza è un seccatore indiscreto di cui non ci si può liberare, è un amico attaccabrighe che ha sempre la ragione dalla sua parte, è un astuto traditore più perseverante perfino dell’onestà.
L’avversità attira gli uomini e produce bellezza e armonia nelle relazioni della vita, proprio come il freddo dell’inverno produce fiori di ghiaccio sui vetri delle finestre, che svaniscono con il calore.
Come la freccia dell’arciere addestrato, quando si allontana dalla corda dell’arco non si dà riposo prima di arrivare al bersaglio, così l’uomo è creato da Dio avendo come obiettivo Dio, e non riesce a trovare riposo se non in Dio.
E questa è una delle definizioni più cruciali di tutto il cristianesimo: l’opposto del peccato non è la virtù, ma la fede.
Non è il cammino che è difficile, è la difficoltà che è il cammino.
V’è sempre nella mia vita una malinconia, ma al tempo stesso una felicità indescrivibile.
Uni-versum (universo) è una bella parola per esprimere che tutto il creato serve soltanto un Signore e si rivolge solo verso Uno.
La maggior parte degli uomini vive per avere il pane quotidiano; quando l’ha avuto vive per avere un buon pane quotidiano; e quando ha ottenuto anche questo, muore.
Nulla di finito, nemmeno l’intero mondo, può soddisfare l’animo umano che sente il bisogno dell’eterno.
La mia malinconia è l’amante più fedele che abbia mai conosciuto.
Per ogni cosa umana vale il principio: più la si pensa e più si riesce e comprenderla. Ma per le cose divine, più le si pensa e meno si riesce a comprenderle.
Il viandante smarrito, almeno, vedendo cambiare attorno a sé il paesaggio, può nutrire la speranza di trovare la via d’uscita da un momento all’altro. Chi invece si perde in se stesso non ha a disposizione molto spazio, e presto si rende conto di essere chiuso in un cerchio da cui non può uscire.
La fede è la più alta passione di un uomo. Ci sono forse in ogni generazione molti uomini che non arrivano fino ad essa, ma nessuno va oltre.
Ci vuole più coraggio per dimenticare che per ricordare.
È modesto l’usignolo che non chiede a nessuno di ascoltarlo; ma è anche orgoglioso l’usignolo che non si preoccupa se qualcuno lo ascolta o no.
Nel profondo di ogni uomo c’è il terrore di essere solo nel mondo, dimenticato da Dio, trascurato in mezzo alla tremenda famiglia di milioni e milioni di persone.
Tenere una ferita aperta può comunque anche essere salutare: una ferita sana e aperta; a volte è peggio quando si rimargina.
Il paganesimo aveva un dio per l’amore ma non per il matrimonio; il cristianesimo ha, oserei dire, un dio per il matrimonio ma non per l’amore.
Le seconde nozze sono soltanto una mediocre ristampa, una mediocre seconda edizione.
Molti uomini inseguono il piacere con tale foga impetuosa che lo scavalcano frettolosamente.
Se mi fosse tolto tutto conserverei comunque sempre la cosa migliore: lo stupore beato e salutare dell’amore infinito di Dio.
Lascia che altri si lagni che i tempi sono cattivi: io mi lagno ch’essi sono miserabili, perché senza passione.
Che cos’è la fede? Una corda alla quale si rimane appesi, quando non ci si impicca. Che cos’è la verità? Un segreto che il morente porta con sé. Che cos’è l’amicizia? Un tormento in più! Che cos’è l’attesa? Una freccia che vola e che resta conficcata nel bersaglio. Che cos’è la sua realizzazione? Una freccia che oltrepassa il bersaglio.
In autunno tutto ci ricorda il crepuscolo – e tuttavia, mi sembra la stagione più bella; volesse il cielo allora, quando io vivrò il mio crepuscolo, che ci fosse qualcuno che mi ami come io ho amato l’autunno.
Se io preferisco tanto l’autunno alla primavera, è perché in autunno si guarda il cielo — in primavera la terra.
La persona orgogliosa vuole sempre fare la cosa giusta, la cosa grandiosa. Ma poiché vuole farlo con le proprie forze, non sta combattendo contro l’uomo, ma contro Dio.
Ci vuole coraggio morale per soffrire, coraggio religioso per godere.
State attenti: la nave ormai è in mano al cuoco di bordo, e le parole che trasmette il megafono del comandante non riguardano più la rotta, ma quel che si mangerà domani.
Io credo che se un giorno diventerò cristiano sul serio, dovrò vergognarmi soprattutto, non di non esserlo diventato prima, ma di aver tentato prima tutte le scappatoie.
Ciò che distingue l’amore dalla lussuria è il fatto che l’amore porta con sé un’impressione di eternità.
Le cose più alte e più belle della vita non devono essere ascoltate, né lette, né viste, ma devono essere vissute.
La cosa importante è capire a che cosa sono destinato, scorgere ciò che la Divinità vuole che io faccia; il punto è trovare la verità che è vera per me, trovare l’idea per la quale sono pronto a vivere e a morire.
Perfino un suicida propriamente non vuole sbarazzarsi di se stesso; quello che lui desidera è solo un’altra forma di se stesso.
La verità è un segreto che il morente porta con sé.
La morte è quella malattia che pone fine a tutte le altre.
Umanamente parlando, la morte è la fine di tutto e, umanamente parlando, c’è speranza soltanto finché c’è vita. Ma in senso cristiano la morte non è affatto la fine di tutto; anch’essa è soltanto un piccolo avvenimento compreso nel tutto ch’è la vita eterna.
Dinanzi a Dio, in timore e tremore mi sento sempre come uno zero.
In un teatro scoppiò un incendio dietro le quinte. Un clown uscì sul palcoscenico e avvisò il pubblico. Gli spettatori pensarono che si trattasse di uno scherzo e applaudirono. Il clown ripetè l’annuncio, con sempre maggior divertimento dei presenti. E’ così, immagino, che il mondo finirà distrutto: tra l’ilarità generale dei buontemponi, convinti che sia tutto un gioco.