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Carmen Consoli (Catania, 4 settembre 1974) è una cantautrice italiana, soprannominata la “cantantessa”. Per i suoi album musicali ha ricevuto numerosi premi e riconoscimenti. E’ stata la prima donna a vincere la Targa Tenco, mentre l’album “Confusa e felice” è stato inserito nella lista dei 100 migliori album italiani secondo Rolling Stone, alla posizione 32 (seconda donna presente in classifica).

Presento una raccolta delle frasi più belle di Carmen Consoli, tratte dalle sue canzoni e interviste. Tra i temi correlati si veda Le frasi più belle di Giorgia, Le frasi più belle di Tiziano Ferro e Le frasi più belle di Franco Battiato.

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Le frasi più belle di Carmen Consoli

Di quei violini suonati dal vento
L’ultimo bacio, mia dolce bambina
Brucia sul viso come gocce di limone
L’eroico coraggio di un feroce addio
(Ultimo bacio)

Magica quiete, velata indulgenza
Dopo l’ingrata tempesta
Riprendi fiato e con intenso trasporto
Celebri un mite e insolito risveglio
Mille violini suonati dal vento
L’ultimo abbraccio, mia amata bambina
Nel tenue ricordo di una pioggia d’argento
Il senso spietato di un non ritorno
(Ultimo bacio)

Ma sono lacrime
Mentre piove, piove
(Ultimo bacio)

Più volte hai trovato i miei gesti ridicoli
come se non bastasse
l’ aver rinunciato a me stessa
come se non bastasse tutta la forza
del mio amore
e non ho fatto altro
che sentirmi sbagliata
ed ho cambiato tutto di me
perché non ero abbastanza
ed ho capito soltanto
adesso
che avevi paura.
(Blunotte)

Tu che mi offrivi un amore
Di plastica
Ti sei mai chiesto se onesto
Era illudermi.
(Amore di plastica)

Ricorda
Tu sei quello che non c’è
Quando io piango
Tu sei quello che non sa
Quando è il mio compleanno
Quando vago nel buio.
(Amore di plastica)

Tu sei quel fuoco che stenta
Ad accendersi
Non hai più scuse eppure sai
Confondermi.
(Amore di plastica)

D come dannata ingenua
Per quanto tempo ho subito i tuoi raggiri
D come dannata ingenua
Per quanto tempo hai tramato alle spalle
Ho digerito il boccone amaro
E conosco perfettamente
I tuoi scopi indegni
Come nessun’altra
Ho sepolto gli sciocchi idealismi infantili
E adesso posso affermare
Di essere una donna con la D maiuscola
Di essere una donna mediamente isterica
(Besame Giuda)

Raccontami le storie che ami inventare spaventami
Raccontami le nuove esaltanti vittorie
Conquistami inventami
Dammi un’altra identità
Stordiscimi disarmami e infine colpisci
Abbracciami ed ubriacami
Di ironia e sensualità
(Parole di burro)

Aveva uno sguardo intenso e diretto
Le dita curate e un sarcasmo congenito
Labbra sottili, armonioso contorno
Di denti bianchi e perfetti
Poche parole, eleganza nei modi
Una lieve cadenza d’oltralpe e dominio di sé
(Fiori d’arancio)

Sai benissimo che sto tremando e non c’è freddo
E sono vittima di questa gioia immensa
Sai benissimo che nulla può scalfirci adesso
È così fragile il mondo che ci aspetta, che ci spaventa.
(Confusa e felice)

Ho bisogno di stare con te
Regalarti le ali di ogni mio pensiero
Oltre le vie chiuse in me
Voglio aprire il mio cuore a ciò che è vero.
(Quello che sento)

Guardo mia madre a quei tempi e rivedo
Il mio stesso sorriso
E pensare a quante volte
L’ho sentita lontana
E pensare a quante volte
Le avrei voluto parlare di me
Chiederle almeno il perché
Dei lunghi ed ostili silenzi
E momenti di noncuranza.
(In bianco e nero)

E’ ormai consuetudine, Signor Tentenna,
perdersi d’animo, non essere all’altezza
delle proprie ambizioni
e sgomitare per distinguersi dal branco.
(Signor Tentenna)

L’ignoranza è un non trascurabile complesso,
una voragine, la si può occultare nel silenzio
scansando il pericolo di un mite confronto diretto.
(Signor Tentenna)

E ben poco importa se tua moglie
non fa altro che piangere
ossessionata dal sentore
dei tuoi numerosi tradimenti
e in fondo non ha tutti i torti
e non è affatto un caso se
amanti, amici e sogni si dileguano,
il cane sul balcone aspetta da mesi
il privilegio di una passeggiata
eppure la sera fedelmente esulta
al tuo rientro.
(Signor Tentenna)

Allo specchio c’è un altra donna,
nel cui sguardo non v’è paura
com’è preziosa la tua assenza
in questa beata ricorrenza.
(Guarda l’alba)

Tutto inizia,
invecchia,
cambia forma,
l’amore tutto si trasforma,
persino il dolore più atroce
si addomestica,
(Guarda l’alba)

Credi sia una scelta ammirevole
fuggire allo sguardo severo e vigile
della propria coscienza?
(L’eccezione)

Si dice che ad ogni rinuncia
corrisponda una contropartita
considerevole, ma l’eccezione alla regola
insidia la norma.
(L’eccezione)

Se è vero che ad ogni rinuncia
corrisponde una contropartita
considerevole, privarsi dell’anima comporterebbe
una lauta ricompensa.
(L’eccezione)

Mi piace giocare sembrarti indecente
Parlarti all’orecchio dicendoti niente
In fondo hai intuito che sono bigotta
Una suora mancata una piccola donna.
(Bambina impertinente)

Troppo stanca per pensare
Forse ero al punto di capirci qualcosa
Non so più parlare
Forse è perchè non ho più niente da dire
Non volermi male
Quante cose per le mani
In questo inspiegabile groviglio d’intenti.
(Non volermi male)

Certe volte l’importante è vedersi più belli
Quanto basta per sentire che il mondo è vicino
E non è perfetto
Ammaliante percezione
La notte…
(Non volermi male)

Eppur si muove
Malgrado l’inerzia imposta
Il dilagante oscurantismo
La dispotica repressione
(Eppur si muove)

Viva l’Italia
il calcio
il testosterone
gli inciucci e le buttane in preda all’ormone
a noi ci piace assai la televisione
proprio l’ oggetto dico esposto in salone.
(Mandaci una cartolina)

Ah voglio vivere così,
Col sole in fronte
L’amore ai tempi dei miei nonni era sognante
(Sintonia imperfetta)

Tra di noi regnava una profonda solitudine
La forza di inerzia
Una sintonia imperfetta
Quel pomeriggio eri un tutt’uno col divano grigio
L’avrei dovuto già capire sin dal primo incontro.
(Sintonia imperfetta)

Confesserai mai a tua moglie
Che sabato dormi con me
Da circa dieci anni tra alti e bassi
Ma io non posso chiedere
Io non devo chiedere
Sarai tu a rispondere se vorrai.
(L’abitudine di tornare)

Siamo oceani deserti
Per quanto ci provi
Non riesco a capire
Come sei
Cosa vuoi.
(Oceani deserti)

Sei stanco di me
E mi domandi il sapore che ha
Quell’euforia degli inizi.
(Oceani deserti)

Ah come baceresti se dovessi fare cinema
Scena prima ciak motore azione poi si gira
O forse ti interessa la politica
Ah ministro degli affari a luci rosse o di cosmetica
Al giorno d’oggi tra i due sessi non vi è differenza
Il bel paese premia chi più merita.
(AAA cercasi)

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Interviste

[Sul termine Cantantessa] Fu un errore di un ingegnere del suono sudafricano che voleva dire di stare zitti perché la cantante doveva cantare, ma sembrandogli di rivolgersi a un uomo disse “la cantantessa”. Mi piace perché non è un termine serio e non vale come dire “la cantante”, quella che sa cantare. Io invece voglio passare come una che canta, una cantantessa appunto, che sta un gradino più sotto.
(Intervista a La Repubblica)

La Sicilia ha generato i più grandi eroi antimafia, eppure tempo fa abbiamo assistito a un tentativo di revisionismo nei confronti soprattutto dei giudici martiri per quanto avevano fatto, tentativo per fortuna respinto dagli anticorpi che la nostra stessa terra sa produrre.
(Intervista a La Repubblica)

Era bello sentirsi confusa e felice, adesso vedo solo una finta consapevolezza o determinazione, e una grande infelicità di fondo. Sono tempi di transizione dura. Poi, le nuove generazioni sapranno bene come difendersi.
(Intervista a Vanity Fair)

Non sono negativa, ma preoccupata per quello che i ragazzi devono fronteggiare. È come se il mondo fosse uno scolapasta, tanta fatica a riempirlo e non si costruisce niente.
(Intervista a Vanity Fair)

La fortuna di stare in Sicilia, anche se non hai parenti di sangue, è un mondo di affetti che non sono virtuali, sono proprio fisici. La signora del bar, l’amico d’infanzia dei tuoi, gente che si preoccupa per te.
(Intervista a Vanity Fair)

Quando avevo vent’anni, fare ciò in cui credevo. Il successo non era importante, o meglio il successo era proprio questo. Svegliarti la mattina e sapere che stai facendo quello che ami. Adesso sembra che lo scopo principale di tutti sia diventato superare gli altri.
(Intervista a Vanity Fair)

I miei sogni sono fare canzoni più belle, veder crescere mio figlio sereno, magari coltivare la terra, farmi il pane. Diventare una signora di un certo peso, anche fisico, diciamo poco più che morbida, perché mi fanno tristezza gli anziani troppo magri. Sogno di essere una di quelle nonne un po’ originali da cui si va con piacere perché sforna delizie pazzesche, e tutti che dicono, dai, andiamo da Carmen, che oggi ci fa la lasagna vegetariana!
(Intervista a Vanity Fair)

Solo dall’oscurità può emergere la luce piena, per cui solo ciò che amo profondamente mi appare colmo di lati oscuri.
(Intervista a La Repubblica)

Anche il silenzio è musica, e la musica, diceva Schopenhauer, unisce l’uomo a Dio. Non credo che Dio abbia dotato gli esseri umani di certi sensi per rinunciarvi.
(Intervista a Corriere Tv)

Noi siciliani abbiamo pensato per troppo tempo alla Sicilia solo come un punto di partenza. E invece dobbiamo riappropriarci della nostra terra. Come dice Sgalambro alla fine del film di Battiato, la Sicilia reca in sé una magia particolare difficile da esprimere. Bisogna viverci per capire: l’odore di mandorle amare che evoca la Macondo di Garcia Marquez, l’Etna, l’acqua del mare, l’odore di arance.
(intervista a L’Unità)

Il buon Pirandello ha introdotto il concetto dell’umorismo che è il sentimento del contrario: davanti il carretto e dietro la tragedia. Sta un po’ nello stile siciliano descrivere anche le tragedie in maniera sarcastica, umoristica.
(intervista a Panorama)

La Sicilia è un dono di Dio, ci sono posti che non ti immagini, alla fine di una strada ti imbatti in un anfiteatro fatto di pietra lavica, e se sali sull’Etna e vedi il mare, beh, allora capisci perché chi conosce la Sicilia ne sia innamorato.
(Intervista di Gigi Vesigna)

Non mi sono mai staccata dalla mia terra. Ho continuato sempre a investire qui, a portare lavoro, e ora faccio trasferire tutti, compresa l’ultima mia dipendente che è di Bolzano. Devo molto alla mia terra. Anche questo lavoro le devo. Se non fosse stato per la Sicilia non sarei mai diventata una cantante, perché ero andata via cercando invano contratti a Roma e Milano, avendo solo porte sbattute in faccia. Provai persino a cambiare la mia musica per adeguarmi al mercato, finché un produttore siciliano non mi accettò così com’ero. Posso davvero dire di essere un prodotto al 100% siciliano.
(Intervista a La Repubblica)

Bisogna riscoprire i mezzi culturali, come educazione, informazione e cultura, per far funzionare la demos-crazia, altrimenti il popolo diventa plebe. La differenza è sottile
(Intervista al Settimanale 7 del Corriere della sera)

Mio padre ha sempre seguito la mia carriera con orgoglio. Era agronomo, ma sognava di fare musica. Era un professore di musica, mi insegnò la teoria musicale a 5 anni. Mi correggeva le armonie e i testi, mi aiutava a trovare le parole più giuste per le rime.
(Intervista al Settimanale 7 del Corriere della sera)

Non mi piace chi favorisce la maleducazione culturale. Una volta gli ignoranti non fiatavano, oggi tutti sanno tutto, spiegano e non ascoltano.
(Intervista al Settimanale 7 del Corriere della sera)

Io non ci sono sui social. Odio WhatsApp, con le frecce lì, l’orario, tu ci sei, hai letto e non rispondi. Si passa la vita a chiarire cose: perché non rispondi? Perché non mi ami?
(Intervista al Settimanale 7 del Corriere della sera)

A me piacciono gli uomini sicuri di essere uomini, che hanno quella cosa che ti fa sentire protetta. Anche la vostra ingenuità mi protegge, noi siamo più iene, voi a certi pensieri laterali non ci arrivate. è un bene, ci insegnate la leggerezza.
(Intervista al Settimanale 7 del Corriere della sera)

Molti travisano e pensano che le mie siano canzoni d’amore. Non c’è cosa più sbagliata. Quando parlo ad esempio di Giuda, quest’uomo che si frequenta per convenienze, parlo di una mentalità, quella dell’apparire, di conformarsi alla norma. Quando canto L’eccezione parlo di capitalismo, del fatto che ormai siamo disposti a vendere anche l’anima, a dare via la propria coscienza e le proprie aspirazioni.
(Intervista a L’Unità)

Oggi è Bush e domani potrebbe essere un altro. È il potere ad essere corrotto. Ciò contro cui mi accanisco sempre apertamente è la stupidità, l’idiozia degli uomini. Mentre la tecnologia va avanti, il progresso umano si è fermato al periodo della clava.
(Intervista a L’Unità)

Sì, ho puntato su un modo di fare musica non legato a dinamiche di marketing. Nella mia carriera ho sempre cercato il fuori programma. Amo la mia libertà artistica, possibile anche grazie all’altro lavoro che faccio. Gestisco case vacanze, provengo da una famiglia che non mi ha fatto mai mancare nulla. Non ho bisogno della musica per vivere.
(intervista al Secolo XIX)