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Le frasi più belle e famose di Immanuel Kant

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Immanuel Kant (Königsberg, 22 aprile 1724 – 12 febbraio 1804) è considerato uno dei più importanti filosofi della modernità. Con lui la filosofia perde l’aspetto dogmatico tradizionale ed assume i caratteri di una ricerca critica sulle condizioni del conoscere.

Presento una raccolta delle frasi più belle e famose di Immanuel Kant. Tra i temi correlati si veda 100 Frasi, citazioni e aforismi di Arthur Schopenhauer, Le frasi più belle di Friedrich Nietzsche, Le frasi e i pensieri più celebri di Jean-Jacques Rousseau e Le 75 frasi in tedesco più belle di sempre (con traduzione)

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Le frasi più belle e famose di Immanuel Kant

La ragione è un’isola piccolissima nell’oceano dell’irrazionale.

Abbi il coraggio di servire la tua mente – Habe Mut, dich deines eigenen Verstandes zu bedienen.

Amici dell’umanità… non contestate alla ragione ciò che fa di essa il bene più alto sulla terra: il privilegio di essere l’ultima pietra di paragone della verità.

La vista del cielo stellato in una notte serena dona una specie di godimento che soltanto anime nobili provano.

Due cose riempiono l’animo di ammirazione e venerazione sempre nuova e crescente, quanto più spesso e più a lungo la riflessione si occupa di esse: il cielo stellato sopra di me, e la legge morale dentro di me.
(Epitaffio sulla tomba di Immanuel Kant, tratto dalla Critica della ragion pratica)

Il pazzo è un sognatore da sveglio.

Posso perché voglio quello che devo – Ich kann, weil ich will, was ich muß.

Non cercare il favore della moltitudine: raramente esso si ottiene con mezzi leciti e onesti. Cerca piuttosto l’approvazione dei pochi; ma non contare le voci, soppesale.

Pazienta per un poco: i calunniatori non vivono a lungo. La verità è figlia del tempo: presto la vedrai apparire per vendicare i tuoi torti.

Prima di valutare se una risposta è esatta si deve valutare se la domanda è corretta.

Pensare ci rende sensibili alle sfumature dei sentimenti e alle possibilità dell’immaginazione.

Per l’uomo che percepisce le cose attraverso gli schemi prestabiliti del suo spirito, la verità del mondo è inaccessibile.

La solidarietà del genere umano non è solo un segno bello e nobile, ma una necessità pressante, un “essere o non essere”, una questione di vita o di morte.

Il diritto non deve mai adeguarsi alla politica, ma è la politica che in ogni tempo deve adeguarsi al diritto.

La scienza è conoscenza organizzata. La saggezza è vita organizzata.

La ragione è condannata a porsi degli interrogativi ai quali sa di non poter rispondere.

Lo stato di pace tra gli uomini, che vivono gli uni a fianco degli altri, non è uno stato naturale, il quale è piuttosto uno stato di guerra.

La violazione del diritto avvenuta in un punto della terra è avvertita in tutti i punti.

Possiamo giudicare il cuore di un uomo già dal modo in cui tratta gli animali.

I nostri doveri verso gli animali sono indirettamente doveri verso l’umanità.

Ospitalità significa il diritto di uno straniero, che arriva sul territorio altrui, di non essere trattato ostilmente.

Fai ciò che è giusto, sebbene il mondo possa perire.

Tre cose aiutano a sopportare le avversità della vita: speranza, sonno e risate.

Più avrai pensato e operato e più a lungo avrai vissuto – Je mehr du gedacht, je mehr du getan hast, desto länger hast du gelebt.

Non si deve pensare che ogni cosa sia possibile. Anche le virtù devono avere i loro limiti.

Non c’è nulla di più pratico di una buona teoria.

Il pubblico uso della propria ragione deve essere libero in ogni tempo, ed esso solo può attuare l’illuminismo fra gli uomini.

Un uomo può essere coltissimo fisicamente; può avere ornatissimo lo spirito, ma esser privo di cultura morale, ed essere un cattivo uomo.

Nemica d’ogni educazione è la distrazione. La memoria suppone l’attenzione.

La mancanza di disciplina è un male peggiore della mancanza di cultura.

Non c’è virtù così grande che possa essere al sicuro dalla tentazione.

L’illuminismo è l’uscita dell’uomo dallo stato di minorità che egli deve imputare a sé stesso. Minorità è l’incapacità di valersi del proprio intelletto senza la guida di un altro.

Sapere aude! Abbi il coraggio di servirti della tua propria intelligenza! È questo il motto dell’illuminismo.
Sennonché a questo illuminismo non occorre altro che la libertà, e la più inoffensiva di tutte le libertà, quella cioè di fare pubblico uso della propria ragione in tutti i campi. Ma io odo da tutte le parti gridare: — Non ragionate! — L’ufficiale dice: — Non ragionate, ma fate esercitazioni militari. — L’impiegato di finanza: — Non ragionate, ma pagate! — L’uomo di chiesa: — Non ragionate, ma credete!

Se mi viene chiesto: “Viviamo noi in un’epoca illuminata?”. La risposta è: “No, viviamo solo in un’epoca di illuminismo”.

Il diritto è l’insieme delle condizioni per mezzo delle quali l’arbitrio dell’uno può accordarsi con l’arbitrio di un altro secondo una legge universale della libertà

Nessuno mi può costringere ad essere felice a suo modo (come cioè egli si immagina il benessere degli altri uomini), ma ognuno può ricercare la sua felicità per la via che a lui sembra buona, purché non rechi pregiudizio alla libertà degli altri di tendere allo stesso scopo, in guisa che la sua libertà possa coesistere con la libertà di ogni altro secondo una possibile legge universale.

Non c’è da attendersi che i re filosofeggino o che i filosofi diventino re, e neppure è da desiderarlo, perché il possesso della forza corrompe il libero giudizio della ragione. Ma che un re o un popolo sovrano non lascino ridurre al silenzio la classe dei filosofi, ma la lascino pubblicamente parlare, è indispensabile agli uni e agli altri per avere luce sui loro affari.

L’imperativo categorico è quindi uno solo, e si formula così: agisci soltanto in base a quella massima per la quale tu, insieme, puoi volere che diventi una legge universale.

Gli uomini si vergognano più d’esser canzonati che della maldicenza. La calunnia è qualcosa che avviene segretamente, che non può diffondersi in qualsiasi cerchia sociale e che si può personalmente anche ignorare; ma una canzonatura trova la strada aperta in qualsiasi ambiente. Da essa un uomo viene colpito più che dal male. Divenuto oggetto del riso altrui, egli perde ogni suo valore ed è esposto al disprezzo

L’uomo vuole la concordia; ma la natura sa meglio di lui ciò che è buono per la sua specie: essa vuole la discordia.

L’uomo vuol vivere comodamente e piacevolmente; ma la natura vuole ch’egli esca dallo stato di pigrizia e di inattiva soddisfazione ed affronti lavoro e fatiche per inventare i mezzi onde ingegnosamente liberarsi anche da queste ultime.

Coloro che dicono che il mondo andrà sempre così come è andato finora contribuiscono a far sì che l’oggetto della loro predizione si avveri.

È sostanzialmente inutile ricercare tra le varie tradizioni religiose quale sia la religione vera: quel che importa è agire bene. Compiere il Bene, la Virtù, per amore del Bene stesso relativizza non tanto la verità bensì l’esistenza delle singole comunità religiose, le quali si presentano ormai più come un ostacolo che come una via al conseguimento dell’unica religione morale, la sola davvero uguale per tutti.

Tutto ciò che è stato scritto dagli uomini sulle donne deve essere ritenuto sospetto dal momento che essi sono ad un tempo giudici e parti in causa.

Il Vangelo è la fonte da cui è scaturita la nostra civiltà.

La ragione umana viene afflitta da domande che non può respingere, perché le sono assegnate dalla natura della ragione stessa, e a cui però non può neanche dare risposta, perché esse superano ogni capacità della ragione umana.

Tutto bene – Es ist gut.
(Ultime parole di Immanuel Kant prima di morire, 12 febbraio 1804)

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Critica della ragion pratica (Kritik der praktischen Vernunft, 1788)

Due cose riempiono l’animo di ammirazione e venerazione sempre nuova e crescente, quanto più spesso e più a lungo la riflessione si occupa di esse: il cielo stellato sopra di me, e la legge morale dentro di me.
Zwei Dinge erfüllen das Gemüt mit immer neuer und zunehmender Bewunderung und Ehrfurcht, je öfter und anhaltender sich das Nachdenken damit beschäftigt: Der bestirnte Himmel über mir, und das moralische Gesetz in mir.

Virtù e felicità costituiscono insieme in una persona il possesso del sommo bene

Agisci in modo da considerare l’umanità, sia nella tua persona, sia nella persona di ogni altro, sempre anche come scopo, e mai come semplice mezzo.

L’etica non è esattamente la dottrina che ci insegna come essere felici, ma quella che ci insegna come possiamo fare per renderci degni della felicità.

È moralmente necessario ammettere l’esistenza di Dio.

La coerenza è l’obbligo principale di un filosofo, tuttavia è quello a cui ci si attiene più di rado.

Per esempio la pura lealtà nell’amicizia non è meno obbligatoria per ciascuno, anche se non vi fosse mai stato un amico leale sino al presente, perché questo dovere è implicito, come tale, anteriormente ad ogni esperienza nell’idea d’una ragione che determina la volontà secondo princìpi a priori. La rappresentazione di un principio oggettivo, in quanto esso costringe la volontà, si chiama un comando (della ragione), e la formula del comando si chiama imperativo

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Critica della ragion pura (Kritik der reinen Vernunft, 1781-1787)

La metafisica ha come finalità della propria indagine solo tre idee: Dio, libertà e immortalità.

È solo attraverso la critica che è possibile troncare alla radice stessa il materialismo, il fatalismo, l’ateismo, l’incredulità dei liberi pensatori, il fanatismo e la superstizione, che possono costituire un danno per tutti.

La ragione è la facoltà che ci fornisce i princìpi a priori della conoscenza . Ragion pura è perciò quella che contiene i princìpi per conoscere qualche cosa assolutamente a priori

La ragione umana, anche senza il pungolo della semplice vanità dell’onniscenza, è perpetuamente sospinta da un proprio bisogno verso quei problemi che non possono in nessun modo esser risolti da un uso empirico della ragione… e così in tutti gli uomini una qualche metafisica è sempre esistita e sempre esisterà, appena che la ragione s’innalzi alla speculazione.

La fede in un Dio e in altro mondo è talmente intessuta col mio sentimento morale, che io non ho da preoccuparmi che la prima possa mai essermi strappata, nella stessa misura in cui non corro pericolo di perdere il secondo.

Chi mai abbia visto il dogmatico esibire dieci prove può ben credere ch’egli non ne abbia neanche una.

La critica della ragione conduce alla fine necessariamente alla scienza; l’uso dogmatico, invece, di essa senza critica, ad affermazioni prive di fondamento.

L’intuizione senza concetti è cieca; il concetto senza intuizione è vuoto.

Non consideriamo mai obbligatorie le nostre azioni perché sono ordinate da Dio; al contrario, ci sembrano ordinate da Dio perché ci sono imposte da una nostra legge interiore.

La mancanza di capacità di giudizio è ciò che viene chiamato stupidità, e per una tale mancanza non vi è niente che possa aiutare.

Il tempo è una rappresentazione necessaria, che si trova a fondamento di tutte le intuizioni.

Senza i sensi non sarebbe a noi posto alcun oggetto, e senza l’intelletto nessun oggetto verrebbe pensato. I pensieri senza contenuto sono vuoti, le rappresentazioni visive senza idee sono cieche.

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Critica del giudizio (Kritik der Urteilskraft, 1790)

In tutti i giudizi coi quali dichiariamo bella una cosa, noi non permettiamo a nessuno di essere di altro parere, senza fondare tuttavia il nostro giudizio sopra concetti, ma soltanto sul nostro sentimento, di cui così facciamo un principio, non però in quanto sentimento individuale, ma in quanto sentimento comune.

Il giudizio di gusto consiste proprio nel chiamar bella una cosa soltanto per la sua proprietà di accordarsi col nostro modo di percepirla.

Esiste una causa morale del mondo, per proporci uno scopo finale, conformemente alla legge morale; e per quanto questo scopo è necessario, altrettanto è necessario ammettere quella causa: cioè che vi è un Dio.

Il bello è il simbolo del bene morale.

Il piacere del sublime è diverso da quello del bello; questo infatti produce direttamente un sentimento di esaltazione della vita; quello invece è un piacere che ha solo un’origine indiretta, giacché esso sorge dal sentimento di un momentaneo arresto delle energie vitali, seguito da una più intensa loro esaltazione.