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Frasi, citazioni e aforismi sulla Marche e i marchigiani

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Presento una raccolta di frasi, citazioni e aforismi sulla Marche e i marchigiani. Tra i temi correlati si veda Frasi, citazioni e aforismi sull’Umbria e I proverbi marchigiani più belli e famosi.

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Frasi, citazioni e aforismi sulla Marche e i marchigiani

Un viaggio nelle Marche, non frettoloso, porta a vedere meraviglie.
(Guido Piovene)

C’è qualcosa di magico e indefinito nelle Marche. Quando vi avvicinate a uno dei suoi centri abitati, ecco che vi trovate a fare i conti sempre e soltanto con la luce che investe e solleva le città.
(Carlo Bo)

Le Marche sono un libro aperto di Storia dell’Arte.
(Vittorio Sgarbi)

Di veramente omogeneo, nelle Marche, non c’è quasi niente. Forse soltanto il nome, che però, essendo al plurale, già allude al molteplice.
(Giancarlo Liuti)

Conoscete le Marche? Siete mai stati o solamente passati per le Marche? Provate a rivolgere queste due domande quando vi capiti, la risposta sarà sempre la stessa: no, non ci siamo mai stati. Eppure è uno dei paesi più belli, più italiani che si possano dire: uno di quei paesi che meglio corrispondono all’idea e alla nozione stessa d’Italia.
(Carlo Bo)

Le Marche sono un frutto miracoloso nato dall’unione tra bellezza naturale e intelligenza dei luoghi.
(Carlo Bo)

Ogni marchigiano colto usa mettere in guardia contro la tentazione di vedere le Marche come un tutto uniforme. Le Marche sono un plurale. Il nord ha tinta romagnola; l’influenza toscana ed umbra è manifesta lungo la dorsale appenninica; la provincia di Ascoli Piceno è un’anticamera dell’Abruzzo e della Sabina. Ancona, città marinara, fa parte per se stessa.
(Guido Piovene)

Più ancora dell’Emilia e dello stesso Veneto, le Marche sono la regione dell’incontro con l’Adriatico. Questo piccolo mare d’eccezione qui si spiega più intimo, più libero e silenzioso, con i suoi colori strani che lo fanno diverso da tutti i mari della terra. Parlo di certi verdi freddi, grigi traslucidi, azzurri striati di rosso, che ricordano i marmi pregiati e le pietre dure.
(Guido Piovene)

La collina marchigiana, volgendosi verso l’interno, è quasi un grande e naturale giardino all’italiana. Non è la collina toscana, né quella umbra. E’ dolce, serena, patetica, lucida, priva di punte. Passando tra i coltivi delle valli ubertose nelle belle giornate si vedono tutte le piante luccicare all’unisono come se le foglie fossero patinate di cera.
(Guido Piovene)

Le Marche vivono per aria, sospese dentro un’idea di poesia quanto mai libera, per cui anche la storia che è stata spesso illustre non ha più peso specifico e viene assolta da un’altra pronunzia delle cose. Ma non basta, questa linea magica dell’orizzonte interno è sostenuta dalla bellezza della campagna, dalla dolcezza delle colline, da tutta la musica che la nostra memoria riesce a strappare dal gioco delle luci, dalle lente trasformazioni dei colori, dagli interventi delle stagioni.
(Carlo Bo)

Non basta leggere le Marche in prossimità del mare, è necessario tagliare questa linea litoranea con le stupende valli che portano dal mare ai monti; anche qui è tutta una serie di suggestioni che ci portano a correggere e a accrescere le prime impressioni.
(Carlo Bo)

Così benedetta da Dio di bellezza, di varietà, di ubertà, tra questo digradare di monti che difendono, tra questo distendersi di mari che abbracciano, tra questo sorgere di colli che salutano, tra questa apertura di valli che sorridono…
(Giosuè Carducci)

Sotto al mite chiaror dell’alte stelle
e presso al mar sonante,
sul clivio dolce che Appennin distende,
la Marchigiana terra mia riposa.
(Guglielmina Ronconi)

Le Marche hanno la fortuna di sembrare inesistenti. Cioè di non sembrare. Non le conosce nessuno, a cominciare dai marchigiani. A Milano si crede che stiano ai confini dell’Africa, a Palermo le si immagina dalle parti della Svizzera. Non sono una regione, semmai quattro province. E non sono nemmeno quattro provincie: semmai duecentocinquantasei torri comunali. Hanno una capitale? Certo: Ancona. Ma andate a chiederlo agli ascolani, ai maceratesi, ai pesaresi. Risponderanno; “Ancona capitale? E dove sta scritto?”
(Giancarlo Liuti)

Se si volesse indicare qual è il paesaggio italiano più tipico, bisognerebbe indicare le Marche. L’Italia, nel suo insieme, è una specie di prisma, nel quale sembrano riflettersi tutti i paesaggi della terra, facendo atto di presenza in proporzioni moderate e armonizzandosi l’un l’altro,
(Guido Piovene)

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Città delle Marche

Tra questi boschi e querce, incastonata tra le morbide colline marchigiane, si trova un vera meraviglia, non solo di questa regione, ma di tutta la nostra nazione: è una città ricchissima di storia, arte e cultura. Una città che ha lasciato un segno nei secoli: Urbino.
(Alberto Angela)

Accanto al Palazzo Ducale, Urbino è una città in forte pendio, color ocra chiaro, ventosa, con vedute sulla campagna che s’aprono da ogni parte.
(Guido Piovene)

Il silenzio dei vicoli, la città del silenzio di cui parla D’Annunzio. Ti affacci, vedi, è tutto trasognato, è questa la sua forza, questa è la forza di Urbino, è bellissimo
(Umberto Piersanti)

Il Palazzo Ducale di Urbino è una presenza che sovrasta la città, ma ad un certo punto, non te ne accorgi più, perché è un elemento del paesaggio, non solo, è il tuo punto di riferimento, in quel momento tu sai dove sei.
(Ilvo Diamanti)

Scalette, piazzette, giardini pensili: tutto vive in una dimensione di un’armonia e di un equilibrio composto e parco. Ma poi all’improvviso, Urbino si apre su scenari magici e favolosi.
(Umberto Piersanti)

Urbino tra le piccole città d’Italia è stata inserita insieme a Firenze e altre città Rinascimentali nella lista delle poleis europee della cultura perché pur essendo piccola ha nella sua storia e nel suo presente una dimensione europea; col Ducato di Montefeltro è di importanza universale al pari di Ferrara e Mantova
(Umberto Piersanti)

Urbino non è solo quella magnifica città che tutti conosciamo, non è soltanto la città dei duchi di Montefeltro, non è soltanto la città del Palazzo Ducale: è la città di Raffaello, che è noto dovunque.
(Ilvo Diamanti)

Or siamo fermi: abbiamo in faccia Urbino
ventoso: ognuno manda da una balza
la sua cometa per il ciel turchino.
(Giovanni Pascoli)

Io amo molto Fermo… la sorella carnale di Urbino, più bionda, più pingue e di carattere più aperto e dolce.
(Paolo Volponi)

Iesi, poco meno bella di Urbino, ha uno stupendo Palazzo Ducale dello stesso stile. Il Rinascimento, quale si prolunga in questa regione, scendendo dall’Emilia e dalla Romagna, tocca per l’ultima volta una grande altezza. Più a sud le Marche prendono colore più romano e più pontificio.
(Guido Piovene)

Pesaro è una donna intelligente.
(Calcutta)

Osimo, come un po’ tutte queste città sospese, obbedisce a due o tre momenti fondamentali: le mura, la chiesa, la piazza. Il tutto sciolto e fuso nel colore dei mattoni che sta fra il rosso e il giallo.
(Carlo Bo)

Ancona sta tra un porto e una campagna rigogliosa; vi si sentono il mare ed il contado. Questo spiega la tranquillità e l’equilibrio dei caratteri, inconsueto in una città marittima.
(Guido Piovene)

Strana è la posizione di Ancona. Sorge su un promontorio, quasi su una penisola, attorniata dal mare da tre parti, ma abbastanza grande e massiccia perché non si possa vederla tutta in una volta sola.
(Guido Piovene)

La città di Ancona è di origine ellenica, e la fondarono i Siracusani che fuggivano la tirannia di Dionigi. Sta sopra un promontorio che volgendosi a settentrione ne forma il porto; ed è molto abbondevole di vino e di frumento.
(Strabone)

Ad Ancona bisogna arrivarci alle tre del pomeriggio, e con il sole. La città sembra allora una zebra; strisce fonde e scure di vicoli si alternano con fasce abbaglianti e trasversali. Un paio di finestre dal riflesso stralucente fanno gli occhi.
(Dino Garrone)

Posto su una collina, con una cinta di colline e la visione lontana di un tratto di mare, Recanati ha la stessa purezza anche visiva.
(Guido Piovene)

Con Recanati, con Loreto e su verso la montagna, siamo nella zona che è quasi un distillato delle Marche. Intorno alla città di Recanati è il paesaggio più rotondeggiante di Italia, tutta dolcezza, senza la minima dissonanza, con pendii mai scoscesi, ma lunghi, disseminati di piante.
(Guido Piovene)

Ascoli Piceno è una tra le più belle piccole città d’Italia, e non ne vedo altra che le assomigli. André Gide la prediligeva… Ascoli Piceno è bella come alcune città della Francia del sud, non tanto per questo o quel monumento in modo speciale, ma per il suo complesso, per la qualità antologica, per un incanto che viene da nulla e da tutto.
(Guido Piovene)

Ascoli è città di torri… Si succedono molti stili, il romanico, il gotico, il rinascimentale, il barocco… con chiese dalle pareti di pietra, senza finestre; un travertino d’un grigio caldo, uniforme, senza intonaco… tutto ornato, lavorato, istoriato… e su ogni porta e finestra, vedi frutta, fogliami, cariatidi femminili, fiori, animali, stelle, o anche semplicemente proverbi e sentenze scolpite.
(Guido Piovene)

Si è notato che, nelle Marche meridionali, e per esempio a Fermo, l’aria va già mutando, e va prendendo come l’indole degli abitanti un colore orientale.
(Guido Piovene)

Le Marche rappresentano il paese delle sottili e silenziose corrispondenze, un paese dove l’uomo ha saputo trovare una sede che non contraddica l’aspirazione alla libertà e alla dignità. Un paese nobile, nel giusto senso del termine, perché si adatta alla natura della terra, sapendola sfruttare senza mai violarla o offenderla.
(Carlo Bo)